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Autore: _Emanuela_3    25/11/2011    0 recensioni
La storia è incentrata sulla somiglianza degli occhi di Harry a quelli di sua madre e su come questa somiglianza sconvolga Piton la prima volta che vede il bambino che è sopravvissuto a Hogwarts, tanto da fargli vivere un flash back. Nel finale la narrazione si sposta al momento della morte di Piton e al suo ultimo incontro con quegli occhi che gli ricordano la sua amata Lily.
[Questa storia ha partecipato al Monthly Contest ]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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 I personaggi di questa storia appartengono a  J.K. Rowling.

Il passato è infame. Quando meno te lo aspetti torna a bussare alla tua porta e a chiederti il conto. Severus lo sapeva bene. Quel giorno, appena aperti gli occhi, sapeva già che era arrivato il momento di fare i conti con il passato.

 Severus Piton, come ogni anno, è seduto al grande tavolo dei professori nella Sala Grande. Il viso tirato in un’espressione rigida e impenetrabile è fisso sulla grande porta d’ingresso. Ha aspettato quest’incontro per dieci, lunghi, anni. Dieci anni di rimpianti, sofferenze, dolori. 

Il rumore della porta che si apre lo desta dai suoi pensieri. Minerva McGranit fa il suo ingresso con la solita espressione severa, seguita da tanti, troppi, piccoli marmocchi: gli allievi del primo anno. Li osserva attentamente, uno per uno, fin quando il suo sguardo non si ferma su un piccoletto occhialuto: Harry James Potter. 

Un groppo di rabbia e dolore gli impedisce di respirare per qualche secondo. Quel piccolo moccioso è identico a James Potter; Piton, concentrandosi, riesce ancora a sentire l’odiosa voce di James chiamarlo “mocciosus”! Poi, guardando oltre i tondi occhiali, resta senza fiato…dopo anni torna a perdersi in quegli occhi così profondi: gli occhi di Lily. Chiudendo i suoi, il pensiero lo riporta alla dannata notte, quando per la prima volta notò la dolorosa somiglianza. Era il 31 ottobre 1981.

“Corri nascosto nella notte, col fiato corto, sperando di arrivare in tempo. La mente annebbiata da mille rimpianti, parole non dette, scuse mai fatte. “Avrai tempo Severus, avrai tempo per riparare i tuoi errori” ti ripeti. Hai bisogno di crederci. Devi credere che lei sarà lì, viva, a cullare il suo piccolo.

Ma è un attimo: i tuoi pensieri vengono interrotti dalla visione della casa distrutta. 

Con un ultimo sforzo entri e trovi il corpo di James. Un groppo di nausea ti sale alla gola, ma non ti fermi, non puoi: non è per lui che sei lì. Così sali le scale, o meglio quel che ne resta, e arrivi al piano superiore. Varcando la soglia della stanza del piccolo Potter, i battiti aumentano vertiginosamente e il respiro viene meno. Lei è lì. Morta. Lily, la tua Lily, giace inerme sul pavimento.

Ti getti su di lei e la stringi forte tra le braccia, come a volerla strappare alla morte infame. Calde lacrime accompagnano il tuo urlo disumano, che squarcia improvvisamente il silenzio della notte. Tutto intorno a te svanisce, lasciandoti solo, ad ascoltare il silenzio di un cuore che ha ormai smesso di battere. “Lily”. “Lily”. Ripeti il suo nome come una vecchia nenia. “Lily…”. La voce roca, rotta dai singhiozzi che scuotono il corpo, continui a chiamarla, pregandola di non lasciarti, di tornare da te. Te, che mai come in quel momento ti senti vuoto, spento, privo di vita. Te cosciente di averla uccisa, di aver ucciso James, di aver privato Harry dei suoi genitori.

Harry! 
Solo allora ti accorgi di non essere solo in quella stanza. Harry è lì ed è vivo, ha lo sguardo fisso sul corpo della sua mamma e il volto rigato dalle lacrime. Quello sguardo, quegli occhi, i suoi occhi, quelli della tua Lily.


Con uno spasmo torni al presente, nauseato da quei ricordi, da quel dolore che non ti ha mai abbandonato, da quei sensi di colpa che non ti fanno più dormire la notte. 

Harry, seduto al tavolo dei Grifondoro, si volta chiamato dal tuo sguardo.

Vi guardate per un interminabile attimo, fin quando non puoi più reggere il confronto con quegli occhi e, stizzito, volgi lo sguardo altrove.

È così che per la prima volta ti ha visto Harry: stizzito e disgustato. Ha creduto che tu lo odiassi per così tanto tempo, ha visto e conosciuto sempre e solo il peggio di te.

Eppure adesso è qui, al tuo fianco, a stringerti la mano mentre ti avvii verso il tuo ultimo viaggio. Quante cose vorresti dirgli, ma i tuoi ricordi parleranno per te.

Finalmente capirà che non l’hai mai odiato, che l’hai sempre protetto, che l’hai sempre amata.
"Guar… da… mi" sussurri, stai morendo Severus.   Stringi la mano a Harry e incontri i suoi occhi verdi. “Guar…da…mi”, una preghiera, un sussurro, l’ultimo tuo desiderio.

 È un attimo e alla figura di Harry si sovrappone quella di Lily. Ti guarda sorridente immersa in una strana luce. Perso nella dolce visione, ti lasci andare: i tuoi occhi si spengono, la tua mano lascia quella del bambino sopravissuto e il tuo cuore smette di battere.

 

Grazie per aver letto la mia storia :) Se vi va lasciate un commento!

 Un grazie particolare va alle organizzatrici del Monthly Contest e a Martina che mi ha supportata durante la stesura della storia.

 

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