Capitolo 29
Il sole di Aprile batteva insistentemente sull'asfalto. Erano
appena le nove di mattina, eppure faceva già molto caldo. Le giornate nuvolose
e fresche che si erano susseguite per tutto Marzo erano completamente svanite,
senza lasciare neanche una scia di quell'arietta umida e piacevole che faceva
ancora formare la brina sull'acciaio delle vetture parcheggiate in strada,
durante la notte.
Pensando ciò, Ritsuko varcò il portone dell'immenso edificio
universitario, annesso al suo vecchio liceo. Alzò gli occhi al cielo, portando
una mano avanti al viso per proteggerlo dal sole battente e sorrise.
Era il primo Aprile e quel giorno cominciava la sua nuova
vita da Universitaria.
Non aveva detto a nessuno che aveva tentato gli esami di
ammissione alla facoltà di lettere, aveva fatto un figurone quando, la sera
della cerimonia del diploma, al ristorante con i componenti della band e
Rumiko, aveva annunciato che era stata ammessa con la sufficienza piena ai
corsi di Lingue Occidentali. Rumiko non aveva smesso di farle le feste per
tutte le due settimane a seguire.
Fortunatamente la sua vita scolastica andava bene, visto che
quella sentimentale ormai era un disastro. Nobu... ormai loro due quasi non si
rivolgevano più la parola. Ma non era colpa del ragazzo, era sua. Da
quell'avvenimento con Daiki era rimasta assai confusa, anche se il problema più
grande erano le ore che aveva passato sui libri di scuola. In tutta la sua vita
non aveva mai studiato tanto, ma non sarebbe durato a lungo. Era già stufa della
cosa.
Si guardò intorno, cercando con lo sguardo qualcuno di sua
conoscenza. Si meravigliò nel constatare che l'edificio della sezione
universitaria era grande almeno il triplo di quello delle superiori, così in
giro c'era tantissima gente che non aveva mai visto, che frequentavano
l'Hayabusa solo per quell'ultimo corso di studi. Era strano girarsi e vedere
tante facce sconosciute, per lei che aveva frequentato l'istituto Hayabusa sin
dalle elementari. Dopo poco, comunque, scorse poco lontano Daisuke Nishikado.
Si lasciò scappare una risata. Ma come si era conciato? Non l'aveva visto così
in ordine neanche il giorno del diploma. Aveva fatto qualcosa per domare i suoi
capelli che ora, al contrario di quando era sparati da tutte le parti, erano
lisci e lucenti, e gli incorniciavano il viso, risaltando i suoi lineamenti di
signorino di buona famiglia, seppur diabolico. Decise di provare a parlargli,
per scoprire come fossero messe le cose tra lui e Rumiko, dato che quest'ultima
non voleva rivelarle nulla.
- CIAAAAAAAAAAAAAAAO DAISUKE! - urlò a squarciagola,
facendogli fare un salto di almeno venti metri.
Era troppo divertente prenderlo in giro.
- Come mai così infrichettato? Ghgh... quanto sei brutto!
- Sarai bella te... - disse lui osservandola accigliato.
Com'era serio. Com'era strano. Ma che aveva? Possibile fosse così depresso
dalla storia con Rumiko?
- Ovvio che lo sono. - affermò convinta, appoggiandosi con un
braccio alla spalla del ragazzo, anche se dovette alzarsi in punta di piedi,
essendo lui molto più alto di lei - Cosa c'è che non va ciccio? Con Rumiko
tutto ok?
Lui la guardò perplesso. Ma da quando Ritsuko era amica sua?
Smosse un po' la spalla, facendo scivolare il braccio di lei, che cadde a terra
con un tonfo.
Lei lo guardò truce, porgendogli una mano.
- Idiota, mi hai fatta cadere... - fece una smorfia
mettendosi ad urlare - Almeno aiutami a rialzarmi! Che razza di uomo sei se mi
lasci qui a terra?!
Lui si lasciò sfuggire un sorriso. Le strinse la mano e la
fece alzare senza il minimo sforzo. - Accipicchia, come sei leggera... sembri
molto più grassa, a guardarti... - sghignazzò divertito.
Il volto di Roxy passò tutte le tonalità purpuree, frattanto
che pizzicava il braccio a quell'animale di Daisuke. Come osava definirla
grassa?!
- Se io sono grassa tu sei un pachiderma! - ribatté con una
linguaccia.
Daisuke fece spallucce e cominciò ad avviarsi verso l'entrata
dell'edificio. Almeno aveva sviato il discorso, quindi che lei lo prendesse in
giro non lo toccava minimamente. L'importante era non parlare di Rumiko.
Dopo la litigata alla cerimonia di diploma non si erano più
né visti né parlati. Quanto gli faceva male.
E pensare che lui aveva fatto tutto il possibile pur di cercare di
teneresela stretta, invece per una sciocchezza l'aveva persa. Perfetto.
Ritsuko lo seguì trotterellando allegramente.
- A che facoltà sei iscritta? Chissà che non abbiamo qualche
corso insieme... - chiese lui curioso, osservando la ragazza farsi al suo
fianco e fischiettare..
- Mhhh... ho deciso di concentrarmi sulle lingue
occidentali... mi hanno sempre affascinato, e tu? - domandò continuando a
guardare avanti, tra un fischiettio e l'altro.
- Economia e commercio... - rispose senza aggiungere
null'altro. Lei ci rimase un po' male. Era brutto non conoscere nessuno. Poi le
venne in mente che da qualche anno c'era l'obbligo di studiare almeno una
lingua straniera in ogni facoltà. - Che lingua estera hai scelto?- chiese
speranzosa.
- Francese, come Daiki.
Ritsuko sentì un masso enorme caderle sulla testa. "...
come Daiki"? Significava che oltre Daisuke, avrebbe frequentato la stessa
lezione anche di Daiki? No, un momento. Lui si apprestava a cominciare il terzo
anno di Medicina, era impossibile frequentassero lo stesso corso, avrebbe
dovuto frequentare il terzo anno anche del corso di Francese. O no? Decise di
chiedere a Daisuke che anno di Francese frequentasse Daiki, e lui rispose
vagamente con un "Se non sbaglio comincia quest'anno... il primo biennio
ha fatto inglese..."
Okey, quell'anno sarebbe stato un incubo. Con Daisuke le
andava più che bene, in fondo le era pure simpatico, a volte… ma Daiki!!!
- Perché tutti e due francese?! Non poteva continuare
Inglese?! - sbottò nervosa, prendendosela con il ragazzo che non c'entrava
nulla.
Lo prese per il colletto della camicia e lo scosse più volte.
- DimmeloOoOoOoOo! Sniff...
Daisuke la guardò stranito. Poi si ricordò che Daiki le si
era dichiarato. Doveva sentirsi imbarazzata, forse.
- Lui va tutte le estati a Londra, da alcuni nostri zii,
quindi l'inglese lo sa più che bene, ha finito
tutti gli esami in due anni... siccome aveva la possibilità di fare
un'altra lingua, ha deciso di iscriversi a Francese, in modo da aiutare anche
me... sa che non sono molto bravo con le lingue, mentre lui è un secchione,
anche se non può sembrare, quindi ha pensato di aiutarmi... tutto qui,
davvero... non sapeva neanche tu ci fossi, quindi non credo si sia iscritto per
te... - spiegò calmo, cercando di incoraggiarla, ma ottenendo l'effetto
contrario.
Roxy ciondolò, rischiando di finire a terra per la risposta
di Daisuke.
- Non insinuavo quello... - bofonchiò, lo sguardo un po'
triste e le gote leggermente arrossate.
Evitò il suo sguardo inquisitore, scuotendo poi la testa,
dipingendo sulle labbra un sorriso forzato.
- Andiamo a lezioneeeeeeeee!
Lei si avviò avanti, e lui la seguì, senza proferire più
parola. Meglio non combinare altri disastri.
***
Sbuffò un pochino, notando la ragazza dai capelli azzurrini
dirigersi verso l'interno dell'istituto assieme a suo fratello. Si era tenuto a
debita distanze per non rischiare di incrociarla, ma lo stesso non la perdeva
d'occhio un momento.
Si avvicinò infine ai due, poiché continuare ad evitarli così
era davvero una cosa assurda.
- Sei in ritardo... - disse al fratello minore, ignorando la
ragazza, che sussultò sentendo la sua voce provenire da un punto poco lontano
al suo lato destro.
Daisuke si voltò, portandosi una mano dietro la nuca, ridendo
nervoso.
- Ah... ehm... beccato... ahah... Come stai fratelluccio
mio?! - gli fece qualche moina, tanto per assicurarsi non lo sgridasse già di
prima mattina.
Daiki lo ignorò ed entrò nella classe di Francese. Ritsuko
impallidì. Possibile avessero lezione insieme già alla prima ora? Ma era una
congiura?
Improvvisamente sentì un tonfo sulla propria testa, si grattò
e si voltò. Un bel ragazzo, sicuramente più grande di lei di qualche anno, le
aveva dato un libro in testa, non troppo forte, in modo quasi amichevole.
- Ragazzi, sono già tutti dentro, la lezione sta per
cominciare, dovreste entrare anche voi... - disse aggiustandosi gli occhiali
sul naso e rivelando così due profondi e grandi occhi cerulei. Daisuke lanciò
un'occhiatina alla valigetta che aveva in mano il ragazzo, e notò con
disappunto che era un professore. Sulla 24 ore infatti spiccava una targhetta
con su scritto "Professore". Dannazione, farsi beccare in ritardo già
il primo giorno. Bell'inizio.
Ritsuko scosse la lunga chioma azzurra, ignorando
l'insegnante, e dirigendosi in fondo all'aula, in uno degli ultimi banchi di
fianco alla finestra. Fortunatamente in quell'università erano tutti secchioni,
quindi amavano sedersi ai primi banchi.
Daisuke la seguì e si sedette accanto a lei.
- Potevi evitare di fare la superiore davanti ad un prof...
spera solo non ti prenda di mira... - borbottò aprendo la borsa e prendendo un
quaderno per gli appunti ed una biro nera.
Lei voltò lo sguardo verso la finestra, guardando il cortile
sottostante.
- Non ho fatto la superiore... semplicemente non ho risposto.
Daisuke sospirò. Notò che il professore si era fermato a
parlare fuori con un collega, così nell'aula regnava il caos più totale. Sentì
improvvisamente picchettarsi sulla spalla e si voltò, incontrando lo sguardo di
una ragazza molto carina, con gli occhi scuri, i capelli castani e scalati che
le ricadevano leggermente sul un lato del volto e il portamento elegante e
aggraziato.
- Errr... posso aiutarti? - le domandò, chiedendosi cosa
volesse.
Lei si portò una mano davanti alle labbra, senza nascondere
l'espressione sorpresa.
- Ohhhhh! Sei proprio tu, Daisuke Nishikado! Sei più carino
di quanto si dica in giro!
Gli porse la mano, sorridendo a 9238746156 denti.
- Piacere, io mi chiamo Miyuki Honjo!
Lui rimase un attimo fermo, rigido come un blocco di pietra, mentre
le gote assumevano un vago colorito purpureo.
- Ehm... ehm... ah... si... eh... pia... cere... - disse
meccanicamente, stringendo la mano di lei nella sua. Si sorprese a pensare che
manina piccola e delicata avesse. Roxy dal canto suo guardò in cagnesco la tipa
castana. Cosa voleva da Daisuke? E perché quel cretino di Nishikado faceva
tanto il carino timidone? Questa non l'avrebbe passata liscia. Dare corda a
quella, era come tradire Rumiko.
Gli diede un calcio da sotto il banco, gli sillabò il nome della
moretta e si rigirò in direzione della finestra.
Miyuki si girò verso Ritsuko, dandole un colpetto sulla
spalle e facendola girare nuovamente, assai di malavoglia.
- Piacere, tu come ti chiami?
Roxy la guardò ostile, senza però proferir parola. Quella
voleva prendere il posto di Rumiko, alias le stava sulle scatole.
Daisuke prese parola, guardando l'espressione di Ritsuko, che
quasi stava sbranando
- Ehm... lei è Ritsuko Matsumoto... - disse sperando che la
ragazza dai capelli azzurrini non lo uccidesse poi per aver detto il suo nome
per intero. Riflettendoci, forse Ritsuko non vedeva quella Miyuki di buon
occhio per qualche strano motivo a lui sconosciuto. "Mah... le
femmine..." pensò sospirando. Chissà cosa stava facendo Rumiko? Aveva
tanta voglia di vederla...
Sospirò un pochino, assumendo uno sguardo triste.
Quanto gli mancava...
- Oh, il prof è appena rientrato. Meglio che vada al mio
posto, prima che mi sgridi! A dopo Daisuke... a dopo Ritsuko!
Daisuke? Ritsuko? Neanche li conosceva e già si prendeva
tanta confidenza con loro? Roxy l'avrebbe ammazzata. Frattanto Daisuke stava
disegnando sul suo quaderno una Rumiko in miniatura, fra tanti cuoricini, senza
nemmeno accorgersi di Miyuki che si allontanava.
Il professore intanto aveva appoggiato la sua borsa sulla
cattedra e ora guardava gli studenti con un sorriso enigmatico.
- Piacere di conoscervi, ragazzi. Siccome abbiamo quasi la
stessa età mi farebbe piacere, davvero, se mi deste del tu e mi chiamaste per
nome, Hiro.
Vari mormorii di apprezzamento si levarono in classe. Quel
professore così giovane e allegro era già simpatico a tutti, alle ragazze in
particolar modo.
- Sono laureato da poco, ho appena 24 anni, quindi
perdonatemi se sarò un po' inesperto in alcune cose. Sostituisco il professor
Yamada, che, mi duole molto informarvene così, è ricoverato in ospedale. Non so
precisamente cos'abbia, ma pare non potrà tornare a fare lezione per molto
tempo, quindi io sarò suo supplente per l'intero anno, forse anche oltre.
Daisuke lo guardò attentamente. Hiro? Ma dov'era che l'aveva
già visto quel tizio? Proprio non ricordava, eppure sapeva di averlo già
incontrato in passato. Guardò Daiki e si meravigliò nel constatare che il
fratello stava già guardando nella sua direzione, aspettando che lui si
girasse. Video Daiki sillabare qualcosa, ma non capì.
Il fratello, vedendolo spaesato, scosse la testa. Se avesse
detto “guarda che Rumiko ti aspetta in una suite di un love hotel”, sicuramente
avrebbe capito al volo.
***
La cerimonia d'inizio anno era volata. Rumiko era seduta in
classe, la sua nuova classe, all'ultimo banco di fronte alla lavagna. Come al
solito non voleva attirare l'attenzione di quelli che sarebbero stati suoi
compagni per tutto l'anno, così rimase silenziosa e tranquilla, e se i
professori chiedevano qualcosa per testare il livello generale della classe,
evitava di alzare la mano, nonostante sapesse tutte le risposte, per non
attirare antipatie.
La campana era appena suonata, segnando la fine delle
lezioni, e la moretta si alzò dalla sedia tranquillamente, raccolse le sue cose
posandole ordinatamente nella cartella e si avviò verso l'uscita dell'aula. Tre
ragazze carine e dall'aria civettuola le si pararono davanti.
- Rumiko Matsumoto, giusto?- chiese una di queste, quella in
mezzo e che pareva essere la 'leader' indiscussa del trio.
Rumiko le osservò curiosa, sbattendo le palpebre. Poi annuì,
senza proferire parola.
- Sai, Matsumoto, abbiamo sentito parlare spesso di te... -
continuò la capo-branco - ... ma siamo sempre state in ale opposte
dell'edificio così non abbiamo
mai avuto il piacere di conoscerti. Sappiamo che sei la
ragazza di Nishikado... - finì vagamente la frase, con una nota d'irritazione.
Rumiko era una ragazza intelligente, e intuì subito cosa volevano quelle tre da
lei. Dovevano essere alcune delle famose partecipanti al fan club di Daisuke.
Sicuramente quelle vipere le volevano intimare di
allontanarsi dal ragazzo. Che stronze. Ma che ne sapevano loro della sua vita
con Daisuke? Come si permettevano di mettersi in mezzo a loro? Con che diritto
osavano solamente presentarsi davanti a lei! Quanto avrebbe voluto dir loro
queste cose, ma non poteva. Non ce la faceva. Quanto si odiava quando reagiva
così, odiava il suo carattere. Avrebbe tanto voluto essere più simile a Roxy,
in questo senso. Lei si che aveva la faccia tosta di andare contro tutto e
tutti. Beata Ritsuko, si trovò a pensare nuovamente.
Notando lo sguardo basso di Rumiko la "capo branco"
riprese a parlare.
- Ci da fastidio, ne sei consapevole? Tu non sei altro che
una secchiona, brutta e senza carattere. Daisuke si merita di meglio. Lui è
perfetto: bello, ricco, affascinante. Bravo negli sport e con un carattere
eccezionale. È così buono che forse è proprio per questo che ha avuto compassione
di te...
Rumiko lasciò che i capelli neri e lucidi le ricadessero
davanti al volto per nascondere gli occhi azzurri pieni di lacrime. Era vero.
Avevano ragione loro. Perché Daisuke aveva scelto una tipa lugubre come lei?
Lui era solare, dolce, e, particolare non da meno, davvero molto bello. Doveva
forse lasciarlo? Forse non meritava di stare con lui, già.
Stava per rispondere qualcosa, le era balenato in mente di
annuire e dar ragione loro, ma una mano posata sulla sua spalla la fece
sussultare. Sentì la voce di una ragazza rispondere a tono.
- Lo sapete che siete proprio tre oche? Nishikado ha il
diritto di scegliere chi vuole, e devo dire che ha scelto bene, perché Rumi è
trentamila volte migliore di voi!!!
Rumiko si voltò verso la voce conosciuta. Era Nanako. E
affianco a lei c'era Yuko che annuiva furiosamente, sorridendo maliziosamente.
- Ragazze... io... - tentò di dire, ma Yuko alzò una mano in
segno di vittoria poi le fece segno di stare zitta, come volesse invitarla ad
osservare il piccolo scontro psicologico tra Nanako e le tre papere.
- Vi credete meglio di Rumiko? Ma guardatevi! Siete brutte,
siete assolutamente classiche. Non fate altro che pensare alla moda, vi vestite
tutte uguali, vi pettinate tutte uguali... pensate veramente che Nishikado
preferisca degli stampini come voi a una ragazza originale come Rumiko?!
Inoltre... siete veramente stupide. Vi conosco bene, siete le classiche ragazze
da anatre! Non fate altro che accumulare brutti voti e, i pochi voti
sufficienti che prendete, sono perché avete fatto fare i vostri compiti ad
altra gente!
Sorrise soddisfatta, notando l'esitazione delle tre. Yuko si
sentì sprizzare di gioia da tutti i pori. Non c'era nessuno migliore di Nanako
nel contrastare gli atri. Sapeva analizzare bene ogni singolo particolare degli
avversari, ritorcergli contro la ragione che pensavano d'avere e schiacciarli
fino a vincere su tutta la linea. Era un mito!
Rumiko dal canto suo era totalmente sorpresa. Quella era
Nanako? La calma, seria, gentile, dolce, saggia e matura Nanako? Beh, aveva
appena scoperto un lato di lei che non conosceva. E lei che le aveva sempre
considerate semplici compagne di scuola. E invece eccole pronte a correre in
suo aiuto. Forse quando i Nishikado la maltrattavano, se avesse detto tutto loro,
l'avrebbero aiutata. Anzi era certamente così. Perché non se ne era mai
accorta? Che stupida era stata. Loro la consideravano una cara amica, e lei
invece le aveva sempre ignorate, credendole ragazze troppo solari per una come
lei. Istintivamente prese la mano di Yuko, mentre le altre quattro
battibeccavano. Alzò il viso e si girò verso di lei.
- Grazie... davvero... non so come avrei fatto senza di
voi... - disse in un soffio.
La ragazza le fece l'occhiolino, stringendo a sua volta la
presa.
- Siamo amiche no? E fra amiche ci si aiuta.
Rumiko annuì. Le tre vipere intanto si erano arrese, e si
stavano allontanando indirizzando epiteti poco carini a Rumiko, Yuko e,
soprattutto, Nanako.
- Uffa che scocciatura... ma tu guarda se dovevamo capitare in
classe con quelle tre... - si lamentò Nanako, alzando le braccia verso l'alto,
con le mani incrociate, stiracchiandosi. Si voltò allegramente verso Rumiko e
le sorrise. - Tutto ok? Ti hanno fatto qualcosa di sgradevole?
Rumiko scosse il capo in segno di diniego e ricambiò il
sorriso. Uscirono insieme dalla classe, dirette verso casa.
***
- Oh, ci voleva proprio un riposino, dopo tutte queste
lezioni. Sono pesanti, vero? L'unico professore che non ti fa annoiare è
Hiro!!!- canticchiò Mizuki, appoggiata al tronco di un albero, con i primi
bottoni della camicia sbottonati, i capelli raccolti con una molla dietro la
nuca e una sigaretta fumante tra le dita della mano sinistra. Daisuke e Roxy la
osservavano curiosi. Non riuscivano a capire come fosse quella ragazza.
Schietta e socievole si era capito da subito, ma prima in aula l'avevano presa
per una ragazza normale, tranquilla e per nulla teppista. Ora si stava
rivelando l'esatto contrario. Daisuke si sentiva in qualche modo interessato a
conoscerla meglio e Ritsuko non era da meno, aveva qualche punto del carattere
in comune con quella ragazza, e anche se non abbassava la guardia e proteggeva
Daisuke dai suoi tentativi di abbordaggio, era interessata a lei.
Decise, infatti, di prendere parola.
- Dimmi Mizuki... in genere cosa fai nel tempo libero? Cioè,
insomma, quali sono i tuoi hobby? - domandò curiosa.
Mizuki sorrise all'interessamento. - Suono la chitarra in una
band e vado in giro con Bessy, la mia moto...
Gli occhi di Ritsuko si illuminarono. Prese le mani
dell'altra e sorrise, in segno di fratellanza. Mizuki non capì, ma era
contenta. Daisuke dal canto suo pensava che una Ritsuko bastava e avanzava, non
ne voleva un'altra tra i piedi.
- Che orrore... non bastava l'azzurrina... - si limitò a
dire, catturando uno sguardo omicida di Roxy.
- Ma che vuoi tu, scimmione?! - sbottò, infatti, innervosita
- C'è Qualche cosa di male se abbiamo le stesse passioni?
Tornò poi a guardare la bruna, gli occhi sbrillucicosi.
- Anche io suono la chitarra in una band, che però è andata
un po' a rotoli, e canto anche! E ho una moto stupendamente stupendosa!
Mizuki sorrise maliziosa. Lo sapeva, certo che lo sapeva. Si
era informata bene sui due prima di avvicinarsi a loro, non era mica stupida.
Non voleva di certo rischiare di fare un buco nell'acqua.
- Una volta mi farai assistere alle prove del tuo gruppo? -
domandò supplicante Ritsuko - Ti prEeEeEeEeEeEeEeEego!
Mizuki annuì entusiasta. - Certo che si!!! Ora siamo un po'
fermi, perché il bassista sta per laurearsi e il batterista è avvocato ha un
po' da fare... mentre l'altro chitarrista, che è il mio ex, è a Londra con gli
amici, torna il mese prossimo. Però penso che quando torna lui, riprendiamo!!!
- spiegò, mentre gli occhi di Ritsuko si allargavano a dismisura. Cavolo, ma la
band di Mizuki era gemella alla sua?
Intanto Daisuke era inquieto. Non gli piaceva che Roxy
trovasse un'amica così simile a lei. E Rumiko? Se Ritsuko e Mizuki fossero
diventate amiche, non ci sarebbe stato spazio per la sua piccola Rumiko.
Si scosse. Ma di che si preoccupava? Lui e Rumiko avevano
litigato, a lui non interessava niente di ciò che accadeva. Ecco. Appunto. Sì.
Era un bugiardo, persino con se stesso. Ovvio che gli interessava di Rumiko. Si
voltò verso la sezione liceale, sentendo il suono della campanella. Essendo il
primo giorno di scuola non c'erano lezioni pomeridiane, quindi Rumiko di li a
poco sarebbe uscita dall'edificio per andare a casa. Voleva parlarle... lo
desiderava così tanto. Dopo pochi minuti infatti la vide uscire con quelle due
sue amiche, di cui non sapeva neanche i nomi. Sembrava rilassata e di
buon'umore. E bellissima come sempre. Si alzò istintivamente, senza capire
neanche lui cosa stesse facendo e corse verso il muretto basso che separava i
due edifici, lo scavalcò senza sforzi e corse verso le tre, sotto gli occhi
incuriositi di Ritsuko e lo sguardo indecifrabile, ma sicuramente contrariato,
di Mizuki.
Fine
Capitolo 29