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Autore: IlMareCalmoDellaSera    26/11/2011    6 recensioni
"Penso che adesso sia arrivato il mio momento, il Dovahkiin deve fare il suo mestiere. Un mestiere ingrato, se posso permettermi.
Comincio a correre verso il drago: o la va o la spacca."

Un raccontino brevissimo su un uccisore di draghi che, potendo scegliere, avrebbe fatto il fabbro o il falegname.
Nota: ho aggiunto l'avvertimento di spoiler solo perchè si tratta di un gioco appena uscito, ma non contiene accenni né alla trama principale né ad eventi importanti del gioco.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Un mestiere ingrato

Ecco, ci siamo di nuovo. Stavolta è un drago del gelo, a giudicare dall’alito ghiacciato. Come se non facesse abbastanza freddo, quassù all’Accademia di Winterhold.
Ero entrato all’Accademia appena una settimana fa per dedicarmi esclusivamente allo studio della magia, argomento sul quale non sono molto ferrato, lo ammetto.  Speravo che almeno quassù potessi essere lasciato in pace, ma mi dimentico sempre che quei simpatici lucertoloni possiedono un paio di altrettante simpatiche ali, con le quali mi raggiungono simpaticamente in ogni dove. Non so se sia il mio sangue di drago ad attirarli, oppure sono semplicemente fortunato a trovarne così tanti. Dovrei chiederlo ai Barbagrigia, la prossima volta che capito per Hrotgar Alto. Per adesso devo contentarmi di sapere che ne è arrivato uno, e non se andrà presto.
Ero appena uscito dalla Sala degli Elementi, dopo un’intensa sessione di allenamento sugli incantesimi di Difesa, stavo andando al dormitorio degli apprendisti per prendermi un po’ di – meritato – riposo, quando il cielo si è oscurato. Neanche il tempo di capire se fosse la fine del mondo o una nuvola passeggera, che  questo drago è piombato nel mezzo del cortile vomitandomi addosso una bufera di ghiaccio. Che diamine, non sono mica un nord! Loro sono abituati al freddo, ma io che sono un imperiale lo soffro parecchio.
Mi sono subito riparato dietro una colonna, dandomi da fare con gli incantesimi di cura. Per fortuna in quelli sono piuttosto bravo, più per necessità che per virtù.
«È un drago vero quello?» mi chiede il mio compagno d’accademia khajiit, J’zargo, che si è rifugiato accanto a me dietro la colonna.
«Non è di certo uno skeever.» gli rispondo mentre mi azzardo a sporgermi oltre la colonna. Un’altra vampata di gelo mi fa subito ritirare.
«Forse J’zargo ha qualcosa di adatto alla situazione.» dice il khajiit, trafficando nella tracolla con delle pergamene magiche.
Che Akatosh ci salvi! Le pergamene di J’zargo potrebbero essere più letali di un drago, soprattutto per lo sventurato che le utilizza.
«È meglio se ti mantieni sugli incantesimi convenzionali.» gli dico «Io provo con un diversivo, intanto.»
Evoco un Atronach della Fiamma nel mezzo del cortile, che comincia ad attaccare il drago. Come previsto, il drago si focalizza sull’Atronach, così io e J’zargo usciamo da dietro la colonna e lo tempestiamo di fiamme e fulmini.
Purtroppo il diversivo non dura molto, dato che – con mio grande disappunto – il mio Atronach soccombe presto agli attacchi di gelo del drago.
«Hai sbagliato il tipo di Atronach.» mi fa notare il khajiit dopo che siamo ritornati dietro la colonna. Non c’è che dire, mi ha proprio punto sul vivo.
«Non ho sbagliato, so evocare solo quello.» sbotto io. Naturalmento so che gli Atronach della Fiamma sono deboli al gelo, ma purtroppo non sono bravo in Evocazione tanto quanto in Recupero.
«Anche J’zargo sa evocare solo l’Atronach della Fiamma.» ammette «Dobbiamo pensare a qualcos’altro.»
Sento una folata di vento e vedo il drago che si alza in volo. A quel punto arrivano anche gli incantatori più esperti, che notano subito il drago che vola in circolo attorno all’Accademia.
Prontamente iniziano anche loro ad attaccare il drago, e devo riconoscere che i loro incantesimi sono migliori di quelli di tutti gli apprendisti messi assieme.
«Vai a chiamare l’Arcimago.» dico a J’zargo. Questi annuisce e corre verso la Sala degli Elementi, per andare agli alloggi dell’Arcimago.
Purtroppo ho lasciato tutto il mio equipaggiamento pesante nella mia stanza, e anche il mio arco. Quindi continuo anch’io a lanciare incantesimi come gli altri, schivando nel frattempo i getti ghiacciati di cui ci omaggia il drago di tanto in tanto.
Finalmente arriva anche l’Arcimago, e tutti insieme riusciamo a ferirlo abbastanza da costringerlo ad atterrare.
Detto così potrebbe sembrare un buon risultato, ma quando il drago comincia a schioccare le fauci e a menare sferzate con la coda, credo che gran parte dei presenti nel cortile si sia pentita di non essere rimasta a letto stamattina.
Penso che adesso sia arrivato il mio momento, il Dovahkiin deve fare il suo mestiere. Un mestiere ingrato, se posso permettermi.
Comincio a correre verso il drago: o la va o la spacca.
«Fus-Ro-Dah!» il Thu’um scuote l’aria e riesce ad atterrare il drago per qualche istante, che però mi è sufficiente per montare sopra la sua testa.
Estraggo il pugnale orchesco che, per fortuna, ho sempre con me e lo conficco con tutta le mia forza nel cranio del lucertolone. Questo emette un ultimo gemito e crolla al suolo inerte.
Il corpo del drago comincia a sfaldarsi e, come succede tutte le volte, la sua anima fluisce verso di me e viene assorbita completamente.
Recupero il pugnale e scendo dalla testa del drago, ormai ridotto ad un enorme scheletro.
Vedo gli altri che si avvicinano e per fortuna sono tutti vivi, anche se un po’ ammaccati. Alcuni si congratulano con me, mentre altri mi danno delle vigorose pacche sulle spalle.
«Come stai? Sei ferito?» mi chiede l’Arcimago.
«Sto bene, niente di grave.» a dirla tutta sento i muscoli delle braccia e delle spalle che mi mandano delle fitte non proprio piacevoli, posso assicurare che trapassare le scaglie e il cranio di un drago è tutt’altro che facile.
Vedo Mirabelle Ervine che si avvicina con il suo solito cipiglio severo. Si ferma davanti alla carcassa del drago e la squadra per qualche secondo, poi si volta verso di noi e ci atterra con una domanda che avrebbe fatto tremare anche il grande Tiber Septim.
«Chi ripulisce adesso?»



Ecco una storiella che mi è venuta in mente dopo che nel gioco l'ennesimo drago mi è piombato tra capo e collo, mentre io stavo felicemente pensando ai fatti miei.
Non sono abituato a scrivere in prima persona e con il tempo al presente, spero che si capisca e sopratutto spero che vi diverta almeno un po'.

Skyrim e l'universo della serie The Elder Scrolls sono di proprietà della Bethesda Softworks.
  
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