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Autore: Lou Asakura    26/11/2011    3 recensioni
E lei rideva, accarezzando con le dita la copertina ruvida del libro che stringeva tra le mani.
«Niente di particolare, signor spadaccino. Ti trovo soltanto estremamente divertente».
In quei momenti Zoro pensava davvero di odiarla, quella demonessa dagli occhi di cristallo. [...]
E chi l’avrebbe detto che, tra tanti, proprio lui avrebbe finito con l’innamorarsi?
[26th November; Happy ZoRobin Day, you shitty Bastards!]
[Dedicata ad Hota-chwan ♥]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro, Zoro\Robin
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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[Zoro & Robin, six little moments;

happy ZoRobin day, you shitty bastards!

Dedicata a Hota-chwan]

 

And one day you’ll end up falling in love, too.

 

 

 

Era iniziata un po’ cosi, per caso, con lui che sbuffava e lei che, reclinando leggermente il capo, lo fissava con quei suoi occhi blu stramaledettamente impenetrabili.

«Ch’è, Robin?» lo spadaccino chiedeva seccamente, tutte le volte, quasi fosse un rituale.

E lei rideva, accarezzando con le dita la copertina ruvida del libro che stringeva tra le mani.

«Niente di particolare, signor spadaccino. Ti trovo soltanto estremamente divertente».

In quei momenti Zoro pensava davvero di odiarla, quella demonessa dagli occhi di cristallo.

«Hmpf. Fa come vuoi».

Era solo che, e la cosa lo faceva incazzare non poco, lo rendeva strafottutamente felice sentire quel maledetto sguardo fisso su di sé.

 

Fu quando cominciarono a trascorrere insieme più tempo di quanto volessero concedersi che Zoro si scoprì a notare un miliardo e più di cose riguardo l’archeologa.

«Robin, le tue mani sono lisce», buttò li un giorno, con noncuranza, mentre erano impegnati a discorrere fianco a fianco di tutto ciò che passasse loro per la mente.

Lei sbatté appena gli occhi, un po’ sorpresa, dopodiché sorrise in quella maniera che gli rimescolava tutto all’altezza del petto. «Lo prendo come un complimento?», azzardò con un sorrisetto.

Zoro ci pensò su per un istante.

«Che ne so», sbuffò poi seccato, stringendo al petto le braccia allenate. «Mi è passato per la testa e l’ho detto, tutto qui».

L’archeologa abbandonò per un attimo la lettura del suo libro e si concentrò sul compagno, scrutandolo con curiosità.

«Tu dici sempre quello che pensi, non è cosi, Zoro?».

Lui si concesse un breve ghigno. «Sempre».

 

Anche i suoi capelli erano piuttosto lisci, a dire il vero.

Zoro se ne accorse quando, per la prima volta, si ritrovò a crollare addormentato al suo fianco, stremato da una lunga giornata di allenamenti al limite dell’umano.

Erano lisci e, si disse, sapevano di qualcosa che non avrebbe saputo ricollegare a nient’altro se non Robin. Era quello il profumo che percepiva distintamente passandole accanto, quello a colmargli le narici quando l’archeologa si chinava a sussurrargli qualcosa in un orecchio.

Certo, lei era saccente, fastidiosa ed insopportabile, ma quel profumo aveva qualcosa di troppo fottutamente incredibile per non amarlo.

 

Per qualche motivo, si giravano sempre intorno.

Non era qualcosa di programmato o voluto, per nessuno dei due, ma in qualche modo accadeva, giorno dopo giorno, e qualcosa cresceva sempre di più ad unire l’archeologa e lo spadaccino, saldamente, di un vincolo che nessuno dei due aveva mai provato prima.

Come chiamare quella sensazione di calore e pizzicore al petto che s’irradiava nelle vene quando si chinavano l’uno verso l’altra, intenti a beccarsi a vicenda com’erano soliti fare di li a un po’?

Che nome dare al silenzio gravido d’attesa che spesso aleggiava tra i due, fatto di sguardi e parole non dette ma intuite e gesti fugaci?  

Forse, semplicemente, quel nome stava già li stampato su ogni pagina del libro abbandonato e sulla lama della spada lasciata cadere [e sulle mani dei due che, finalmente, s’incontravano].

 

Si sfiorarono con timore, la prima volta.

Zoro la fissò con occhi ardenti e lei ricambiò lo sguardo, quasi a chiedergli il permesso, prima di poggiare le mani sottili sulle spalle robuste di lui; la sua pelle è ruvida, constatò con un sorriso, andando istintivamente a paragonarla alle proprie dita lisce e slanciate.

Erano cosi, loro due. Opposti, ma assurdamente complementari.

Lo spadaccino la strinse a sé, abbandonando pian piano il timore che qualcosa di tanto nuovo ed inaspettato gli provocava. Stettero cosi per un po’, premuti l’uno contro l’altra, quasi volessero decidere se valesse la pena andare oltre o no.

In futuro, avrebbero affermato con assoluta sincerità che, qualunque cosa fosse, la valse tutta.

 

E poi fu cosi, da quel momento in poi.

Zoro e Robin. Robin e Zoro. L’archeologa e lo spadaccino.

Sempre insieme, senza che nessuno si chiedesse perché ma sapendo unicamente che era dannatamente giusto, e che ci erano nati, per starsene cosi con le dita strette sotto al tavolo o gli occhi incatenati ai due capi del giardino.

«Neh, Robin», Zoro borbottò, tirandole un ciuffo di capelli scuri com’era solito fare.

Lei lo fissò spazientita, alzando gli occhi dal librone che teneva sulle ginocchia. «Cosa c’è?».

«Bah, pensavo. Com’è che è cominciata, questa cosa?».

Robin non poté trattenere una risatina. «Vediamo… tu ti sei “stancato di questi giochetti” ed hai deciso di farti avanti», rispose. «Ah, ho raffinato il linguaggio» aggiunse poi, con un sorriso impertinente.

«Pff!», Zoro sbuffò, stiracchiandosi sull’erba fresca del giardino. «Smettila di farmi girare le palle, Robin».

«Oh, ti chiedo scusa» fece lei fingendosi dispiaciuta, e rivolse nuovamente gli occhi alle pagine ruvide e stropicciate del grosso tomo di archeologia.

Poi venne il silenzio, e li avvolse per qualche eterno minuto.  Almeno finché lo spadaccino, con un sonoro sbadiglio, non decise di mettervi fine.

«Neh, Robin» sbottò poi, di nuovo, strattonandole l’orlo della gonna.

«Dimmi pure».

«Hmh… l’hai capito, poi, qual è il nome di tutta questa cosa assurda?».

Lei rimase per un attimo a fissare le pagine ingiallite, tormentandone gli angoli con le dita. Poi sospirò, chiudendo il libro con un tonfo sordo, e rivolse al compagno il più sincero e meno enigmatico dei suoi sorrisi.

«Lo sai, Zoro? Credo proprio di si».

«Hm», convenne lui, gli occhi chiusi e le spade legate al fianco che parevano più leggere del solito. «Forse anch’io».                                                                                                                                         

 

E chi l’avrebbe detto che, tra tanti, proprio lui avrebbe finito con l’innamorarsi?

 

 

 

Angolo dell’autrice.

Miei fedeli lettori, buon ZoRobin day a tutti! Ebbene si, oggi si festeggiano questi due bei patatoni <3. Ed ovviamente, quale festeggiamento migliore se non una bella fanfic dedicata a loro? *3* LO SO, è molto simile all’altra che ho già postato, col loro avvicinamento graduale eccetera, ma non sono riuscita a scrivere altro T3T. Perdonatemi, oh prodi fans di codesta coppia çAç

E poi bbbbooooh, scusate se non ho ancora aggiornato la mia raccolta col capitolo su Brook ç3ç Ce l’ho scritto da una vita, ma devo sistemarlo e non ne ho voglia xD. Poi ho un esame tra un po’, quindi sto addirittura studiando OAAO”””. E che altro dovrei direeeeh, bah. L’idea mi è venuta dopo una conversazione demenziale con Hota-chwan riguardo la sigla di Un Medico in Famiglia.

… Si, lo so, pensiamo a Zoro mentre guardiamo queste cose. Da li è nato tutto un discorso assolutamente idiota e poi l’idea ;3; eee NON SO CHE ALTRO DIRE, PORCO PINKO! (si, porco pinkO è la mia imprecazione preferita, ma di recente ho integrato anche “mannaggia al Marimo”. Mi sento molto ero-cook in questi momenti òwò).

Non so, oggi sono incapace di dire qualcosa di serio ancora più delle altre volte. Sto lavorando ad un paio di SaNami, mi sono iscritta ad alcuni contest che spero di riuscire a portare a termine e, ta daaah! Mi sono data agli amv *33* Questo è il primo che ho fatto, molto molto spoiler, quindi aprite a vostro rischio e pericolo XD http://www.youtube.com/watch?v=EBOvCeYZDss

E credo che a questo punto la smetterò di tediarvi coi miei discorsi inutili XD Recensite, mi raccomando, altrimenti vi mando contro Cerbero che Hiruma You-nii mi ha gentilmente prestato èwè (ad alto costo, ammetto). *coff coff* In tutto questo non ho fatto UN COMMENTO SERIO SULLA FANFIC. Bah, vedete voi, non ho voglia di parlare di cose serie ore *3* BYEEEERGH <3

 

…AH! ECCO COSA VOLEVO DIREEH!! Ho fatto richiesta agli admin di inserire tra i personaggi del fandom SaNami, ZoRobin e Mugiwara, e finalmente sono stata accontentata T3T Quindi, se avete scritto una fanfic riguardante una di queste tre cose, correte ad aggiungerli ai personaggi <3<3<3

   
 
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