Nei suoi occhi vedevi il mare
“Sono
incinta.”
“Cosa?”
“Sono
incinta.”
“È mio?”
“E di
chi vuoi che sia, Draco?”
“Dove
vai?”
“A fare
due passi. Ho bisogno di prendere un po’ d’aria.”
“Ti
accompagno.”
“No!”
“…”
“Ti
prego, Ginevra, lasciami andare.”
Lo giuro, ti ho amato, Ginevra. E forse ti amo ancora. Se l’amore è rimanere senza fiato davanti a te, se è avere voglia di poter sempre baciare le tua labbra, e ogni centimetro del tuo corpo, se è ciò che fa perdere il significato di tutto a meno che quel tutto non sia tu, allora ti ho amato. Ho riso dell’amore, ma non c’è niente di stupido in quello che provavo ogni notte di fronte ai tuoi occhi.
Ti voglio, Ginevra. Ti desidero più di ogni altra cosa al mondo. Ma non posso darti la mia libertà. Te lo avevo detto ricordi? Ti avevo avvertito. Ma non mi hai voluto ascoltare quella sera. Ed eri così bella, sotto la pioggia. Così bella mentre mi guardavi che non ho voluto sentire ragione.
Sono stato egoista, Ginevra?
Ho capito è una
cosa seria
e poi ora non vuoi parlare.
Vengo a prenderti io stasera
quando esci da lavorare.
Una breve telefonata,
lo sai bene che siamo amici.
Non è vero che sei sbagliata,
siamo tutti un po' più infelici.
Lo
squillo insistente del telefono riempie la casa. Lo sguardo assonnato, Harry
tende la mano verso il comodino.
“Pronto?”
“Harry?”
“Gin…per
Merlino è l’alba! Che ci fai sveglia a quest’ora?”
“Harry…”
Una nota di pianto nella voce.
“Ginny
che è successo?!”
“…possiamo
uscire questa sera?”
Confusione.
“Passo a prenderti al lavoro.”
Eppure sapevi chi ero. Mi
conoscevi, Ginevra. E ti sei lasciata lo stesso portare via da me. Ti ho
guardato, dall’altra parte della strada, e li ho visti i tuoi occhi. E ho
sentito la tua lingua giocare con la mia. E ho sentito il tuo respiro
mescolarsi alla pioggia. I tuoi gemiti rochi che si scontravano sulla mia pelle
bagnata. Ne ho avute di donne, Ginevra, ma non mentirei se ti dicessi che
nessuna mi ha fatto sentire come te. Vivo. Arso da una passione bruciante,
inestinguibile, violenta.
Una volta ho pensato che avrei
voluto passare tutta la vita con te, Ginevra. Solo io e te.
Sono stato egoista, Ginevra?
E ti ascolto parlare
appena
dal tuo tenero nascondiglio.
Alla fine di questa cena
tu mi dici cha aspetti un figlio.
Lui ti ha detto che non è pronto
e che è suo non lo puoi provare,
ti ha lasciata da sola e intanto
tu da sola non sai che fare
Era bello sentirsi amata,
nei suoi occhi vedevi il mare,
cenerentola innamorata.
Ginevra è seduta al tavolo e gioca con la forchetta. Harry la guarda,
avvolta nella sua felpa troppo grande, i capelli rossi che le scivolano sul
viso.
“Sono incinta.”
“Cosa?” Una fitta al cuore.
“Sono incinta.”
Silenzio.
“E…il padre?”
“È andato a fare una passeggiata.” Una lacrima.
“Oh Gin…”
Un figlio è una cosa seria,
Ginevra. Cosa sono quegli occhi stupiti? Non pensavi che lo avrei detto? Un
figlio è una cosa seria, Ginevra. E niente fa più male che essere un figlio non
amato. Parlo per esperienza. Non sono pronto per essere padre. Non ne ho avuto
uno, come potrei esserne uno? L’unica forma di amore che conosco è quella che
si è instaurata tra noi, Ginevra. Nessun’altra. Non sto scappando. Sto
regalando a mio figlio la possibilità di avere al fianco un uomo degno di
crescerlo.
Sono stato egoista, Ginevra?
Si, lo sono stato molte volte,
ma non questa.
A tuo padre non riesci a dirlo,
proprio a lui fiero di sua figlia,
hai paura e non vuoi ferirlo
in poltrona, mentre sbadiglia.
Di tua madre poi ti vergogni,
non vuoi dirle che ti piaceva
far l'amore, scambiarsi i sogni,
lei lo ha fatto perché doveva.
“E i tuoi genitori?” Un’altra lacrima.
Si ricorda di una festa al Ministero. Per la promozione del padre.
“Questa è sua figlia, signor Weasley?
“Si, Ginevra.”
“È proprio una piccola principessa.”
“È vero, sono molto fiero di lei. Ha la testa sulle spalle, lei. Mica
come i suoi fratelli.”
E aveva gonfiato il petto d’orgoglio.
“Ha la testa sulle spalle.”
So che non ti starà bene questa mia decisione. Ma non potrai fare
nella per farmi cambiare idea. E non provare a cercarmi. Mi dispiace lasciarti
così, Ginevra. Prego Dio che tu sia felice anche lontano da me. E che sia
felice anche nostro figlio. Spero che tu trovi l’uomo giusto per crescerlo.
Attenta a non fare scelte sbagliate, Ginevra. Potrei venirlo a sapere.
Potrei dirti che mi mancherai, perché penso che sarà così, ma non
voglio farti sperare di incrociare di nuovo la mia strada. Non farti illusioni,
Ginevra, le illusioni fanno male.
Vivi, Ginevra. E fallo come si deve, senza pensare troppo al suono di
questo
Addio.
D.M.
Cosa vuoi che ti posso dire,
non so darti nessun consiglio,
forse devi solo sentire
se davvero lo vuoi un figlio
di un amore una volta sola,
di un amore che non è amore,
e la notte ci pensi ancora,
mentre piangi e non sai che fare
Ma non è vero che sei sbagliata,
nei suoi occhi vedevi il mare,
cenerentola innamorata.
“Se sapessi cosa consigliarti, Gin…” Un’altra lacrima.
“Se sapessi cosa dire.”
“Sono una stupida.”
“No.” Il tono brusco le fa alzare lo sguardo.
“Non lo sei.” Un piccolo sorriso.
Mi hai amato, Draco? No, non credo. Perché vedi,
amare vuol dire molto di più di quello che credi tu. Amare è mettere l’altro
prima di te. Se non avessimo avuto cibo, avrei dato a te la mia parte, e una
volta sazio tu, lo sarei stata anche io. Se non avessimo avuto soldi, avrei
comprato ciò che era nei tuoi desideri. E vedendoti felice lo sarei stata anche
io. Se avessimo patito il freddo, avrei dato a te i miei vestiti, e vederti
caldo e asciutto avrebbe riscaldato anche me. Questo è amore, Draco. Amore è
non avere bisogno di nulla, perché l’altro è tutto.
Sai, ho sempre amato il mare. Ma ora solo il suo
nome mi fa star male. Una volta me lo hai chiesto, ricordi? Cosa vedevo
riflesso nell’indefinito colore dei tuoi occhi. Beh…era proprio quello che
vedevo, il mare.
Quando
usciamo dal ristorante
sembri ancora più piccolina,
c'è una luna come un gigante
e parlando è già domattina.
Sotto il muro dell'ospedale
che terribile decisione,
piccolina fra il bene e il male,
piccolina su quel portone.
La luna piena sembra talmente vicina, anche se la notte sta gia
andando via. Si possono quasi intravedere i crateri che sfigurano la sua
superficie. Ginny è lì, così piccola ad aspettare che Harry arrivi con la
macchina. Lui le apre la portiera, galante, riuscendo anche a strapparle un
sorriso. Lei si raggomitola sul sedile.
“Harry…”
“Dimmi.”
“Fermati qui.” Un ordine.
Harry obbedisce alzando lo sguardo. Un muro alto spezzato da un cancello
di ferro battuto troneggia alla sua sinistra. Ginny apre la portiera e scende,
allontanandosi piano.
“Che ci fai qui, Ginevra?”
“Draco?”
“Che ci fai qui, Ginevra?” Silenzio.
“…”
“Speriamo abbia i capelli rossi.”
“Cosa?”
“Speriamo abbia i capelli rossi. Sono così belli”
“Io non…”
“Potter può andar bene.” Un sorriso.
La saluta con un cenno di mano.
“Draco!”
“Cosa vuoi ancora, Weasley?”
Si avvicina piano. Guardandolo negli occhi.
“Vivi come si deve anche tu.”
Faremo ancora una volta come vuoi tu, Draco. Chissà
che anche il cielo non si pieghi ai tuoi capricci e esaudisca il tuo desiderio.
I capelli rossi. Buffo, mi hai sempre preso in giro per i miei capelli. La
gente cambia eh?
Ti ho amato, Draco. E non smetterò di farlo. Anche
se sei uno stupido. Saresti stato un buon padre. Non hai appena salvato la vita
di tuo figlio?
E in fondo, non hai salvato anche la mia con quello
sguardo?
Perché tu non lo sai, ma mi hai regalato il tua
mare. Non ho bisogno di vederlo ora. Ce l’ho dentro.
Poi ti fermi e ritorni indietro,
nel mio cuore me l'aspettavo,
mentre l'alba ci appanna il vetro
tu sorridi a un amore nuovo.
Con il sole ti porto a casa
ed in macchina vuoi cantare,
sei felice come una sposa
perché adesso lo sai che fare.
Perché adesso ti senti amata
e dai tuoi occhi si vede il mare,
cenerentola innamorata.
Torna piano verso la macchina, Ginevra. E sorride
“Hai cambiato idea, Ginny?” Un altro sorriso.
I raggi di sole si incastonano nei vetri dell’auto, appannati
dall’aria fresca del mattino. La macchina riparte, veloce, correndo verso quel
sole che brilla alto nel cielo.
Harry accende la radio, sollevato. Involontariamente sfiora la sua
mano. Si guardano un attimo, consci che qualcosa è cambiato.
Poi Ginny si mette a cantare.
Vorrei tanto che il cielo ci desse tutta la
felicità che in questi ultimi giorni ci è stata tolta. E vorrei che tu
incontrassi la persona giusta per te, Draco. O meglio, un’altra persona giusta.
Perché, ovviamente lo ero anche io. Solo che fra noi non era destino. Mi
mancherai, io sono sicura di quello che dico, ma non mi farò illusioni.
Lascia che l’ultima lacrima finisca di scivolare
sulla mia guancia, morendo piano. Poi non ce ne saranno altre. Non per noi
almeno. Te lo prometto.
E ora di dire addio. C’è qualcuno che mi sta aspettando. Avevi ragione tu, sai? Potter
può andare veramente bene.
Buona fortuna Draco Malfoy.
***
Liberamente ispirata da “Cenerentola
Innamorata” di Marco Masini.
SallyVBLockhart