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Autore: Red_girls    20/07/2006    7 recensioni
Ron iniziò a pensare a quello che sarebbe successo una volta che Vicky sarebbe finalmente arrivato. Aveva pensato di fare una specie di “rimpatriata” con gli amici di scuola, adesso che Voldemort era finalmente stato sconfitto, che consisteva in una gara a coppie in cui queste ultime dovevano affrontare delle prove...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Lavanda Brown, Pansy Parkinson, Viktor Krum | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PER SOLE QUATTRO PROVE

- Chi manca? – chiese Ron, impaziente di incominciare il gioco.
- Manca Krum! – disse Hermione.
- Me lo aspettavo da quel testone di zucca! – sbuffò Ron.
- Non chiamarlo così Ron! Quante volte devo dirtelo? – urlò lei istericamente.
- E allora come lo devo chiamare? Vicky? – ironizzò lui.
- Mmmmh… che stress Ronald! Perché sei così… -
- Così come? –
- Così terribilmente insopportabile! –
- Ehi, ehi, ragazzi! Volete smetterla di litigare? Mi state facendo scoppiare la testa! – s’intromise Draco, scocciato.
Calò un silenzio imbarazzante su tutta la stanza. Ron iniziò a pensare a quello che sarebbe successo una volta che Vicky sarebbe finalmente arrivato. Aveva pensato di fare una specie di “rimpatriata” con gli amici di scuola, adesso che Voldemort era finalmente stato sconfitto, che consisteva in una gara a coppie in cui queste ultime dovevano affrontare delle prove.
Inizialmente non voleva invitare nessun Serpeverde né tantomeno Krum, ma Hermione aveva insistito talmente tanto per invitare Vicky che alla fine Ron aveva ceduto; Malfoy, invece, durante la guerra aveva salvato la vita a Harry, perciò il suo migliore amico aveva deciso di invitarlo e lui, dato che non aveva niente di meglio da fare, aveva accettato ad una condizione: con lui sarebbe venuta anche la Parkinson.
Si risvegliò bruscamente dai suoi pensieri nel momento in cui sentì suonare il campanello.
- Ed ecco a voi il mitico Viktor Krum!! – disse Fred, aprendo la porta ed invitandolo ad entrare.
- Ciao a tuti ragazi! Vov Herrmaioni, kome sei carrina ogi! – disse il bulgaro, puntandole subito gli occhi addosso.
Harry vide Ron alzare gli occhi al cielo e non poté fare a meno di sorridere.
- Bene, ci siamo tutti ragazzi? Vediamo…Krum c’è, Hermione e Ron ci sono, Harry c’è, Ginny pure, Draco e Pansy anche, così come Lavanda! – disse George, scorrendo velocemente l’elenco dei nomi.
- Iniziamo con l’estrazione delle coppie? – chiese Fred e, senza aspettare risposta, prese due contenitori dalla credenza e li appoggiò sul tavolino. Il contenitore rosa conteneva i nomi delle femmine, mentre quello blu i nomi dei maschi.
Fred estrasse in fretta un bigliettino dal contenitore rosa, mentre George ne estraeva un altro da quello blu.
- Pansy con…- iniziò uno.
- Harry!- completò l’altro.
- No, dai! – esclamò la ragazza, infastidita.
- Ehi, guarda che neanch’io faccio i salti di gioia! –
- Basta con le lamentele! Accettate il vostro destino crudele e mettetevi da parte senza troppe storie! Bene, proseguiamo…Ginny con…- disse Fred.
- Draco! – esclamò George.
Ginny fece finta di infilarsi due dita in gola, come per vomitare, mentre Draco sbuffò sonoramente. I due raggiunsero l’altra coppia, rassegnati.
Il cuore di Ron iniziò a martellargli nel petto. Mancavano solo lui, Hermione, Krum e Lavanda! Poteva ancora sperare di capitare in coppia con la sua Hermione.
- Hermione con…- ecco, il cuore di Ron era sempre più agitato e temeva che il suo rumore si potesse sentire anche dall’esterno.
- Viktor! –
Oh, no! Oh, no-no-no-no! Ron non riusciva a crederci, era tutta colpa di quello stupido zuccone, come al solito…
- La coppia che rimane è quella di Ron e Lavanda! – annunciò Fred, entusiasta.
Lavanda si sentiva stranamente felice e non riusciva a smettere di sorridere. Al contrario, Ron avrebbe tanto preferito appendersi per i piedi ad un lampadario e aveva finalmente capito che lui e il destino non andavano per niente d’accordo. I gemelli incominciarono a spiegare loro la modalità del gioco.
- Dunque, questo gioco consiste nell’affrontare quattro prove… -
- … in ordine diverso per ogni coppia…-
- …senza assolutamente usare la magia…-
- …e chi imbroglierà, oltre ad arrivare ultimo, dovrà scontare una pena supplementare…-
- …che non vi diciamo ora, ma che scoprirete se farete i furbacchioni…-
- …e la coppia che arriverà ultima… -
- …si dovrà baciare con la lingua davanti a tutti. -
Tutti i ragazzi si scambiarono occhiate terrorizzate, perché nessuno era in coppia con la persona che avrebbe voluto baciare, a parte Krum e Lavanda. Perciò ognuno decise di darsi da fare per non arrivare ultimo.
- Le prove sono…-
- …intrufolarsi in casa di Piton, rubargli un paio di mutande e fare una foto a lui con questa macchina fotografica digitale babbana. Dovrete arrangiarvi per capire come usarla, anche perché noi non ne abbiamo la più pallida idea… -
- …poi preparare un piatto commestibile usando elettrosomestici… -
- …si dice elettrodomestici, ignorante!...-
- …va beh! Dicevo, utilizzando quei cosi entro mezz’ora…-
- …successivamente dovrete stirare con il frullo da stiro…-
- …ferro da stiro! E poi sarei io l’ignorante?...-
- …con quello lì, i vostri vestiti e scambiarli con il vostro partner…-
- …infine dovrete andare in un negozio babbano e comprare una maglia a righe con questi soldi, che sono babbani e li abbiamo scambiati apposta per voi…-
- Perché, voi potete anche permettervi di scambiare dei soldi? Non ne avete già abbastanza pochi così? – li interruppe Pansy, con un ghigno. I gemelli continuarono la loro spiegazione, ignorandola.
- …ricordatevi di NON usare la magia in nessun caso! Questo è il foglio in cui c’è scritto l’ordine esatto in cui dovrete affrontare queste prove; ce n’è uno per ogni coppia. – così dicendo, George distribuì i foglietti e augurò a tutti buona fortuna.


Harry e Pansy si avviarono verso Spinner’s End, per rubare a Piton i suoi mutandoni. Era un compito che disgustava entrambi, Harry in particolare. Per tutto il tragitto non si rivolsero la parola e tra di loro calò un silenzio imbarazzante. La cosa che più infastidiva Harry era il fare da snob che aveva la Parkinson. Invece la cosa che infastidiva di più Pansy, era l’atteggiarsi da Bambino-sopravvissuto-salvatore-del-Mondo che ostentava Potter.
Arrivati all’abitazione, si guardarono l’un l’altra, senza sapere che cosa fare esattamente.
- Allora, come entriamo lì? – chiese la ragazza, con freddezza.
- Ah, boh! –
- Non male avere te come compagno! Sprizzi idee da tutti i pori! –
- Senti da che pulpito viene la predica! –
- Senti da che pulpito viene la predica! – gli fece il verso Pansy. – Ma come parli, Potter? –
- Senti, se non vuoi arrivare ultima è meglio se tiriamo fuori qualche idea decente, più che perdere tempo a dire cavolate! - disse Harry, un tantino scocciato.
Dopo circa dieci minuti di discussioni, decisero che scavalcare il cancello sarebbe stata una mossa azzeccata. Harry superò senza fatica quell’ostacolo, ma vide che Pansy era in difficoltà, così le porse una mano.
Pansy accettò suo malgrado l’aiuto del ragazzo, siccome non voleva sentirsi in debito con Potter.
Entrarono dalla finestra che il loro ex-professore si era dimenticato semiaperta e individuarono subito la sua camera da letto. Rovistarono cautamente nei cassetti, senza farsi sentire da Piton, che in quel momento si trovava sotto la doccia. Finalmente Pansy trovò un paio di mutande leopardate ed entrambi si guardarono, confusi, poi scoppiarono a ridere.
Pansy si sentì imbarazzata a vedere Potter sorridere e si ritrovò a pensare che era proprio carino. Si riscosse dai suoi pensieri e si disse che doveva essere proprio stupida a pensare una cosa simile.
- Senti, Parkinson, perché non facciamo una tregua? –
- Solo per fare questo stupido gioco, però! Non ti ci abituare troppo, Potter! –
Pansy si intascò le mutande e disse:
- Ora tocca a te, Potter! Vai a fargli una foto! –
- Perché proprio io? In fondo sei tu quella che va d’accordo con lui! –
- Si, ma se non l’hai ancora notato, io sono una ragazza e mi farebbe proprio schifo vedere le parti intime di Piton! –
- Perché pensi che a me faccia piacere? –
- Senti, vai e basta! Io ho trovato le mutande ed ora tu gli fai questa stupida foto! E poi sei tu che sai usare la macchina fotogrifica, io no! – esclamò lei, convinta.
Lui non aveva altro da ribattere. In fondo, anche se odiava ammetterlo, aveva ragione.
Entrò cautamente nel bagno e disse:
- Professore? -
Piton si affacciò dal box della doccia e immediatamente Harry scattò la foto. Poi corse via, prendendo per mano Pansy e strattonandola fuori dall’edificio.
Smisero di correre solo dopo aver attraversato due vie, entrambi ridendo sonoramente.
Harry, proprio in quel momento, si accorse di quanto Pansy fosse carina e, arrossendo leggermente, la seguì verso la casa di Ron.


Nel frattempo Lavanda e Ron erano alle prese con gli elettrodomestici.
Per preparare qualcosa di commestibile (come aveva specificato Fred durante la spiegazione), avevano aperto a caso un libro di ricette: zuppa di asparagi. Si scambiarono uno sguardo sconcertato: entrambi odiavano la zuppa di asparagi, ma decisero di prepararla lo stesso.
Lavanda tirò fuori una pentola dalla credenza, mentre Ron andò alla ricerca del frullatore e degli asparagi, che riuscì a trovare in poco tempo.
- Muoviti a frullare quei cosi, Ron! Abbiamo solo mezz’ora! –
- Si, si, stai calma! Se questo frulpatore funzionasse! – disse Ron con le orecchie rosse per il nervoso.
- Forse se tu attaccassi la spina... – sghignazzò Lavanda, con le gote leggermente arrossate.
- Ehm... beh, forse hai ragione... – ammise lui, che stava prendendo sempre di più il colorito dei suoi capelli.
- Lascia stare, faccio io! Tu prepara i piatti –
Si misero al lavoro, anche se Lavanda era decisamente più attiva di Ron.
Finirono appena in tempo, a ventinove minuti e cinquantacinque secondi, con loro gran sollievo.


Draco e Ginny stavano cercando di capire come funzionava il ferro da stiro.
- Piccola stupida, non vedi che è questo il pulsante? – disse Draco, sospirando impazientemente.
- Ma che cosa cavolo stai dicendo, idiota! Se non funziona significa che non è quello il pulsante! Possibile che la tua testolina bacata non ci arrivi? – Esclamò Ginny, alzando gli occhi al cielo.
- La mia testolina bacata o come la chiami tu, è certamente migliore della tua, Weasley! –
- La mia testolina è perfettamente a posto, caro il mio Malfoy! –
- Ehm...mi sembra che stiamo andando un po’ fuori discorso...ritorniamo all’argomento principale: come diavolo funziona questo coso? –
- Non lo so! Magari facendo così! –
- Non funzionerà mai così! – Ma il ferro da stiro si accese appena Ginny schiacciò il tasto e la ragazza fece la lingua a Malfoy.
- Weasley, ti consiglio di mettere subito la tua linguaccia dentro, altrimenti potrei tagliartela! – lei lo ignorò e incominciò a togliersi la felpa per stirarla, o almeno per provarci.
- Ehi, ehi, ehi, Weasley! Che cosa cavolo stai facendo? –
- Senti, brutto stupido, se non capisci le prove che ti vengono assegnate non è colpa mia! Fred ha detto di stirarsi i vestiti e scambiarseli col proprio partner, anche se non credo che tu entrerai nella mia gonna! –
- Io non ho intenzione di mettermi quella cosa! Mica sono gay! –
- Ah no? – Lo scherzò lei.
- Senti, lasciamo perdere! Ora caviamoci i vestiti e diamoci una mossa! – detto questo, incominciarono a spogliarsi, dandosi le spalle, entrambi imbarazzatissimi, cercando però di non mostrarlo.
Stirati i vestiti, Draco cercò di indossare le calze di Ginny mentre la ragazza si infilava tranquillamente i suoi jeans, che le stavano abbastanza larghi.
- Come diamine s’infilano queste cose? – Domandò Draco, che stava perdendo la pazienza. Ginny lo guardò e scoppiò a ridere. Il ragazzo la guardò e arrossì immediatamente. È una Weasley, che cosa cavolo stai facendo??
- Senti, per carità, smettila subito e spiegami come si fa! – Sbraitò lui, piuttosto scocciato.
- Dai, lascia fare a me! – Ginny si avvicinò a lui e gli prese le calze dalle mani. Entrambi arrossirono per la situazione imbarazzante in cui si trovavano.
Ginny cercò di infilargli le calze da un piede, poi dall’altro.
- Ecco, ora devi s-solo tirarle s-su... – balbettò lei. Lui sbuffò, irritato per essersi fatto aiutare da una Weasley e finì di vestirsi. La maglia della ragazza gli stava troppo attillata per i suoi gusti ed evidenziava i suoi muscoli. Ginny lo guardò per un attimo, ma distolse subito lo sguardo, tirandosi su i pantaloni di Draco che le stavano per cadere.
- Ora possiamo passare alla prossima prova! – Disse Draco, raggiungendo i gemelli.
- Eh no, ragazzi! Qui ci vuole una bella foto... quando mai ci ricapita di vedere Malfoy con la gonna!? Cheese... – Esclamò Fred, entusiasta.
Draco e Ginny si guardarono straniti.
- Cheese un corno! Io non mi faccio fotografare con quest—! - Troppo tardi: George aveva già scattato la foto.


- Herrmaioni, è qvesto il negozzio che dicevi tu? – chiese Krum con un sorrisone.
- Sì, Viktor, è proprio questo. È il negozio di abbigliamento dove vanno sempre i miei genitori. Qui hanno tante cose carine, forse c’è anche quello che cerchiamo – rispose Hermione, che ricambiò il sorriso.
I due ragazzi entrarono, fecero un giro per il negozio, ma non trovarono niente di interessante.
- Provviamo a gguardare di qva, c’è un repparto che non abiamo ancora visto. – Krum la prese per mano e la guidò nel corridoio accanto.
Una commessa non tardò a raggiungerli.
- Vi serve aiuto, cari?-
- S-salve signora, stavamo cercando una maglietta a righe, se è possibile... – disse Hermione, un tantino intimidita.
- Ma certo, cari, da questa parte prego... – la commessa li guidò in un altro scompartimento. – Ecco, qui potete trovare un vasto assortimento di abiti a righe, cari... vi lascio guardare con calma, quando avete scelto venite pure alla cassa. – La donna rivolse loro un sorriso a trentadue denti e se ne andò.
I due ragazzi si diressero verso il primo scaffale e scelsero la più economica, poi raggiunsero la cassa in pochi secondi.
Krum estrasse dalla tasca qualche Galeone, ma Hermione lo fermò.
- Fermo, fermo, fermo! Siamo in un negozio Babbano! Qui si usano le sterline! – sussurrò la ragazza, cercando di non farsi sentire dalla gente intorno a loro.
- Scuza, Herrmaioni, me l’ero dimenticcato... –
Detto questo Hermione pagò e uscirono insieme per ritornare alla casa di Ron.


Harry e Pansy si trovavano in cucina per affrontare la seconda prova. Avevano deciso di preparare un piatto di pasta al pomodoro fresco, ovviamente sotto la guida di Harry, perché la ragazza non sapeva cucinare con gli elettrodomestici babbani.
- Okay, allora, tu taglia i pomodori mentre io faccio bollire l’acqua, va bene? –
- Sì, sì, tanto facciamo sempre come dici tu, alla fine. – Harry non rispose ed entrambi si misero al lavoro, in un religioso silenzio. Non avevano proprio nulla da dirsi.
Pansy prese il taglierino, un paio di pomodori e il coltello.
- Ahia! Porco elfo! –
- Che hai Parkinson?-
- Niente, niente, tutto a posto, Potter. – disse, mettendosi il dito sanguinante in bocca.
- Fa vedere! – Le prese la mano e vide un taglio piuttosto profondo.
- Ti sei tagliata! –
- Lo so benissimo, Potter, non c’è bisogno di ribadire il concetto! – esclamò lei, irritata. Harry la ignorò e andò a prendere un cerotto e il disinfettante.
- Dammi la mano... –
- Lascia perdere, è una cosa da niente! – Ribatté lei un po’ scocciata, ma il ragazzo le prese la mano con forza. Entrambi arrossirono visibilmente quando incrociarono lo sguardo, così lo distolsero immediatamente.
- Se brucia dimmelo, mi raccomando... –
- Potter, è ovvio che brucia, no? È un taglio! – Pansy arrossì ancora di più, rimanendo stupita dalla gentilezza di Potter. Harry ignorò nuovamente il suo commento e le appoggiò delicatamente il cerotto sulla ferita. Andò poi a controllare l’acqua, che bolliva, così mise giù gli spaghetti.
- Parkinson, forse è meglio se finisco di tagliare io, altrimenti potresti amputarti un dito, questa volta...-
- Grazie per la fiducia, Potter! – Lui le strappò senza troppa gentilezza il coltello dalle mani e affettò i pomodori.
Pansy si appoggiò al frigorifero con le braccia incrociate, osservò il ragazzo con un ghigno e sentì una strana vampata di calore salirle alle guance. Harry si sentiva lo sguardo della ragazza puntato addosso e per poco non rischiò di affettarsi un dito.
Dopo un po’ scolarono la pasta e la condirono.


Lavanda prese in mano il ferro da stiro, sbuffando sonoramente.
- Ron ma come sei pudico! Cosa ti costa toglierti quella dannata maglia? –
- Se non l’hai notato tu mi stai fissando da circa mezz’ora! Come puoi pretendere che io mi spogli col tuo sguardo da maniaca puntato addosso?! –
- Ma cosa pensi che io ti voglia vedere spogliato? Ma va là! – mentì la ragazza, con una strana risatina isterica.
- Per la miseriaccia, allora girati, no? –
- È quello che stavo per fare, Ron! – mentì nuovamente Lavanda.
La ragazza si girò, suo malgrado, così Ron si tolse la maglietta e cominciò a “stirarla”.
Mentre stava passando il ferro da stiro sulla parte anteriore della maglia, Lavanda si girò di scatto. Il ragazzo lasciò improvvisamente l’aggeggio, che atterrò proprio sull’indumento, ma al momento non se ne curò, preoccupandosi di coprirsi il petto muscoloso con le braccia.
- Lavanda! Ma che fai? –
- Avevo sentito uno strano rumore... –
- Rigirati immediatamente!! –
- Un momento, cos’è questo odore di bruciato? – chiese la ragazza, preoccupata.
- Forse un’altra delle tue allucinazioni? – sbraitò lui, irritato. Ma poi si ricredette, sentendo anch’egli quello strano odore.
Guardò in basso e vide la sua maglia, che si stava pian piano corrodendo; sgranò gli occhi in un’espressione inorridita e tolse di scatto il ferro.
- La mia maglia... guarda la mia maglia!! – esclamò Ron, pensando a un’eventuale reazione di sua madre.
- Tanto la devo indossare io! – ribatté Lavanda, a cui non importava un gran ché.
- Beh, certo, visto che è la mia... – si irritò ancora di più.
- Sai che non volevo dire questo, Ron... – si avvicinò a lui, appoggiandogli una mano sulla spalla. - L- Lavanda... – fece uno scatto indietro – d-dai, ora sbrigati a stirare la tua maglia, così passiamo alla prossima prova – disse il ragazzo imbarazzato, voltandole immediatamente le spalle per permetterle di spogliarsi.
Quando si furono rivestiti si guardarono e scoppiarono a ridere: Lavanda aveva un bel buco all’altezza della pancia, mentre Ron aveva dei pantaloni attillati e una maglietta che gli arrivava sopra l’ombelico.
Arrivarono in sala, dove i gemelli li bloccarono.
- Dove andate furbacchioni? Prima la foto... – George ridacchiò sadicamente vedendo lo stato in cui si trovavano i due ragazzi.
Lavanda, senza troppi complimenti, trascinò Ron davanti all’obiettivo, mettendogli un braccio intorno alla vita proprio mentre Fred stava scattando.


- No, Malfoy, vieni di qua! Quello è il negozio giusto! –
- Ma per favore, Weasley! Questo è quello giusto, fidati! –
- Io...fidarmi di te? Mai! –
- Poche storie, seguimi e falla finita! –
- Ho un’idea: io vado di qua e tu di là, poi vedremo chi di noi ha ragione, va bene perfido bamboccio? –
- Certo, schifosa pezzente! –
Dicendo queste parole, si divisero, andando nei due differenti negozi.
Draco entrò e fece un giro veloce tra gli scaffali, ma non trovò niente d’interessante. Si rese subito conto che la Weasley aveva proprio ragione e sentì la rabbia salirgli alle stelle. Rassegnato, uscì ed entrò nel negozio accanto, cercando di trovare la ragazza.
Ginny vide subito uno scaffale di maglie rigate che faceva proprio al caso suo. Sorrise tra sé e sé pensando che questa volta l’aveva vinta lei.
- Weasley! - La ragazza si girò, vedendo un Malfoy sconfitto andarle in contro.
- Malfoy! Visto che avevo ragione io? – Sghignazzò Ginny compiaciuta.
- Guarda che non l’ho presa perché costava troppo! Non che io abbia problemi di soldi, però tu... –
- Risparmiati queste battutine idiote, non diverti nessuno! –
- Io invece mi sto divertendo! –
E tra un battibecco e l’altro, riuscirono ad andare alla cassa con una maglietta e a pagare. Si diressero poi, sempre senza smettere di beccarsi, verso la casa di Ron.


- Okay, Viktor, guarda! Sta dormendo... – sussurrò Hermione, vedendo attraverso la finestra Piton steso sul divano con gli occhi chiusi.
- O vizto! Faciamo pocco rumore... – disse lui, premendosi l’indice sulle labbra.
Penetrarono silenziosamente dalla finestra aperta e raggiunsero in punta di piedi la camera da letto. Rovistarono in vari cassetti finché Hermione agguantò, schifata, un paio di mutandoni a righe bianche e rosa e le mostrò a Krum.
- Ma, dico io, come si fa a comprare delle robe così? –
- O dio – si guardarono inorriditi e scoppiarono a ridere silenziosamente.
- Spero che almeno siano pulite... – disse Hermione, tenendole strette da un angolino. – Le tieni tu, per favore? – implorò la ragazza.
- Ma cerrto, Herrmaioni, come si fa a dire di nno a un bel facino kome il tuo? – La ragazza arrossì violentemente e Krum le sorrise dolcemente.
- Ffai ttu la foto, Herrmaioni? Io don la so uzare la diggitale... –
- Sì, vado. – Si diresse verso il salotto dove Piton si era assopito e russava sonoramente, cercando di fare meno rumore possibile. Tolse il flash per non svegliarlo e scattò la foto.
- Su, Viktor, andiamo! Svelto! – si raccomandò la ragazza.
Lui la prese per mano e l’aiutò ad oltrepassare la finestra.


Harry attaccò la spina del ferro da stiro, guardando Pansy mentre si metteva una ciocca sbarazzina dietro le orecchie.
- Potter, sai usare ‘sto coso, vero? –
- Certo Parkinson! Girati che inizio a stirare la mia roba! –
- Non c’era bisogno che me lo dicessi! Io di certo non ci tengo a vederti mezzo nudo, Potter! –
La ragazza gli voltò le spalle ed aspettò che Harry avesse finito.
- Hai finito di pastrocchiare con quell’aggeggio? –
- Calmati! Ecco, ho fatto! –
Pansy gli ordinò di girarsi intanto che si spogliava, poi andò verso l’asse da stiro, prese in mano il ferro e cercò di stirare la sua maglia, rendendola ancora più ricca di pieghe. Emise uno strano verso di disgusto.
- Tutto bene? Non ti sarai mica bruciata...? –
- Non sono mica così handicappata, Potter! –
- Allora che cos’hai fatto, Pans... ehm, Parkinson? –
- Non riesco a stirare! È difficile da usare questo coso! Ma come cavolo fanno i Babbani senza la magia? –
- Aspetta, ti aiuto io! – Harry si girò e la vide in biancheria intima, arrossendo subito.
- Potter! Voltati subito! Non ho bisogno del tuo aiuto! –
- A me invece sembra di sì... –
- E comunque si dà il caso che io sia in reggiseno, stupido! – Harry le lanciò la maglia che aveva precedentemente stirato e la ragazza se la infilò.
Harry poté finalmente permettersi di guardarla e le andò vicino, a petto nudo. Lei si pietrificò, non trovando niente di velenoso da dirgli.
Harry la raggiunse dal di dietro, posando la sua mano destra su quella di Pansy che si trovava sul ferro da stiro, e la sinistra sulla maglia della ragazza.
Pansy fu scossa da un piccolo brivido e si voltò di scatto verso di lui. I loro visi erano a cinque centimetri l’uno dall’altro, ma la ragazza distolse subito lo sguardo.
Improvvisamente Harry prese con la mano destra il mento di Pansy e lo girò verso di sé. Poi avvicinò le proprie labbra a quelle della ragazza e la baciò.
Lei girò anche tutto il resto del corpo verso di lui e gli posò le braccia attorno al collo, attirandolo verso di sé; il ragazzo mise le proprie mani sui suoi fianchi e le accarezzò la schiena.
Approfondirono il bacio, e per poco Pansy non si stese sull’asse da stiro. Harry si staccò per riprendere fiato e poi incominciò a baciarle il collo sensualmente.
La ragazza portò nuovamente le proprie labbra su quelle del ragazzo e si baciarono ancora una volta. Poi Harry si staccò e, imbarazzato, balbettò:
- O-ora è meglio c-che ci muoviamo... –
- S-sì... – rispose la ragazza, rimettendosi a posto i capelli.
Si vestirono e uscirono uno di seguito all’altra, senza aver il coraggio di guardarsi in faccia.
- Ragazzi...? Sorridete al più bello del mondo! – disse Fred, mentre George scattava loro una foto.


- RonRon? Dai, muoviti! – gridò Lavanda con uno sguardo civettuolo.
- Se, se... arrivo! – sbuffò il ragazzo, scocciato.
- Uffa, quanto sei pigro! – Lavanda prese Ron per mano e lo trascinò dentro al negozio babbano. Ron cercò di divincolarsi, ma la sua presa era troppo stretta, così, rassegnato, si lasciò trasportare. La commessa li individuò e si precipitò subito su di loro.
- Ragazzi... mi sembra di non avervi mai visto prima qui in giro... vi serve aiuto? –
- Ma no, graz...- incominciò Ron.
- Ma certo! – Disse Lavanda, dando una gomitata al ragazzo, che alzò gli occhi al cielo.
- Cosa vi serve?-
- Cercavamo una maglietta a righe... –
- Taglia? –
- Mah... –
- Colore? –
- Ehm... –
- A maniche corte o lunghe? –
- Uhm... –
- Lana o cotone? –
- Insomma, ci dia una santa maglietta a righe come le pare! – ringhiò Ron, che si stava innervosendo.
La commessa rimase un attimo sbigottita, poi si riscosse e si diresse verso il reparto adeguato. Appena la signora se ne fu andata, Lavanda guardò Ron in cagnesco.
- Che c’è? –
- Oh, niente! Hai solo aggredito la povera signora, che cercava solo di aiutarci! –
- Oh, povera scricciola! Penso che non riuscirà più a dormire per questo! – ironizzò Ron, facendo la faccia da cane bastonato.
La commessa tornò dopo poco con una maglietta in mano e fece un cenno ai ragazzi, che la seguirono alla cassa.
- Tu sai pagare con questi strani cosi? – sussurrò il ragazzo a Lavanda.
- Oh, dai! Dammi qua! – rispose lei, con aria di superiorità. Gli strappò i soldi di mano e pagò.
Come uscirono dal negozio la ragazza appoggiò “casualmente” un braccio sulla schiena di Ron. Il ragazzo, sconcertato, le afferrò il polso e se lo tolse di dosso, come se lei avesse la mano avvelenata. Lavanda non disse niente, ma ci rimase piuttosto male.


- Allora, ho un piano... –
- Ma i tuoi piani non funzionano mai, Weasley! – Ginny lo guardò male, ma decise di ignorare la sua provocazione.
- Dunque, tu ti inventi un argomento per distrarre Piton, nel frattempo io mi infiltro dalla finestra per fregargli le mutande...-
- Detto così non suona bene, Weasley! – Draco sogghignò e la ragazza sorrise divertita.
- Dicevo che io gli frego le mutande, tu t’inventi un’altra scusa per fargli una foto e... –
- Ma quante scuse devo inventarmi io? Così è come se il piano l’avessi ideato io! –
- Oh, sta’ un po’ zitto, stupido! –
- Io non sono stup...-
- Dai, muoviti! – disse Ginny, quando furono davanti alla casa dell’ex professore.
Draco bussò alla porta e un Piton assonnato andò ad aprirgli. Il ragazzo fece un cenno a Ginny, che s’infiltrò da una finestra aperta.
- Draco? Che cosa ci fai qui? –
- Ehm...Ha sentito le ultime notizie? – Il ragazzo cercò di prendere tempo.
- Quali ultime notizie? – Piton lo guardò sospettosamente, mentre una ciocca di capelli neri e unticci gli ricadeva sulla fronte. Draco fece uno sguardo schifato.
- Ehm ehm...- si schiarì la voce, poi gli venne un’idea. – Ha sentito che mio padre è stato catturato? –
- Ma... guarda che è già da un bel po’ che è stato catturato, eh! –
- Ah! Allora lei non ha nemmeno sentito le notizie precedenti! –
- Notizie precedenti? – Disse, mentre un’altra ciocca unticcia gli si spiaccicava sulla guancia.
- Si, quelle che alcuni Mangiamorte erano fuggiti in massa, tra cui mio padre. Non lo sapeva? –
- Veramente no.- Draco vide che dalla finestra del piano di sopra Ginny gli stava facendo segno di muoversi a fargli la foto, così Draco disse:
- Ehm...va beh! Professore, posso farle una foto prima di andare via? –
- Perché? Draco, stai diventando strano! –
- È solo per avere un ricordo di lei e della vecchia scuola.- poi, senza aspettare risposta, con un po’ di difficoltà scattò la foto.
- Bene, sarà meglio che vada o mia madre si preoccupa. Arrivederci professore. –
E gli girò le spalle, così Piton fu costretto a chiudere la porta e Ginny sbucò da dietro un cespuglio. - Prese le mutandine? Ti è piaciuto, Weasley? –
- Osta! Non vedo l’ora di rifarlo! Comunque, guarda qua! – estrasse dalla tasca dei Jeans un paio di mutande zebrate, con il pelo finto e scoppiò a ridere. Anche Draco non riuscì a trattenere una risata e disse:
- Non avrei mai pensato di dirlo, ma...ottimo lavoro, Weasley! – Così dicendo, le scompigliò i capelli dolcemente e Ginny arrossì di colpo.


Hermione e Krum avevano deciso di preparare uova e pancetta.
- Viktor, mettiti questo! – e gli lanciò un grembiule con le paperelle gialle. Krum lo guardò decisamente schifato.
- Altrimenti se preferisci c’è questo coi maialini rosa... –
- No, no grazzie... fa bene questo cvi. -
Hermione prese fuori le uova dal frigorifero, ma Krum la bloccò.
- Herrmaioni, faccio io! – e gliele strappò di mano con così tanta delicatezza che si ruppero, macchiando i grembiuli di entrambi. Il ragazzo arrossì visibilmente.
- Scuza... n-non folevo...-
- Beh, vedi che i grembiuli servono a qualcosa? – sorrise e Krum la baciò istintivamente. Lei lo spinse via, mormorando:
- È m-meglio se ci s-sbrighiamo... –
Krum ci rimase malissimo e chiese:
- Sei inamorata di quel Ron, fero? – Hermione arrossì all’istante e cercò di negare.
- M-ma... ma cosa d-dici? Non è affatto vero! – Krum non ci credette neanche per un momento, ma non volle insistere e si limitò ad alzare le spalle.
Entrambi si misero immediatamente al lavoro, cocendo la pancetta e un altro paio di uova che avevano trovato nel frigorifero.
Per il resto del tempo non osarono rivolgersi la parola e, sullo scadere del tempo, riuscirono a terminare il loro compito.


Pansy e Harry erano arrivati all’ultima prova.
Entrarono in un negozio babbano e una commessa gli si avvicinò, dicendo:
- Oh, ma che dolci ragazzini...siete proprio una bella coppia! – i due ragazzi si guardarono e arrossirono.
- No, si sbaglia! N-noi non stiamo insieme! –
- Si, certo, dicono tutti così...comunque, che cosa desiderate? –
- Diamo solo un’occhiata. – Disse Pansy freddamente.
- Oh. Come volete, ma se avete bisogno sono nel reparto qui accanto. – La commessa gli girò le spalle e se ne andò.
La ragazza diede un’occhiata sullo scaffale e individuò subito una maglietta a righe verdi e nere.
- Guarda Harry! Non trovi che mi starebbe bene? – Ma il ragazzo l’interruppe, rimanendo scioccato.
- Come mi hai chiamato? –
- Harr...ehm, Potter – disse lei guardandosi le scarpe.
- Ma...beh, lasciamo perdere! Comunque quella maglietta ti starebbe benissimo... - Pansy, colta alla sprovvista da quel complimento inaspettato, si avvicinò al ragazzo e lo baciò.
- Dovrei farti dei complimenti più spesso, Pansy. – Sottolineò il suo nome come per fare il punto. Entrambi sorrisero e si avvicinarono nuovamente per baciarsi. Approfondirono subito il bacio, come se non potessero aspettare oltre, ma Pansy si scostò.
- Ma perché ci stiamo baciando? Non possiamo...-
- E chi lo dice? A me piace. – Pansy sogghignò e Harry la baciò nuovamente, ma proprio in quel momento arrivò la commessa, che li fece sobbalzare gridando a squarciagola:
- Oh! Allora avevo ragione! Siete due fidanzatini! Ma che teneri che siete! – I due ragazzi si staccarono subito e Pansy guardò la commessa gelidamente.
Le porsero la maglia, Harry pagò ed uscirono dal negozio, incamminandosi verso la casa di Ron.


Lavanda camminava fianco a fianco a Ron, cercando ogni pretesto per sfiorargli la mano. Tutti i suoi piani per agganciarlo avevano fallito clamorosamente e stava incominciando a perdere la pazienza.
Che cos’aveva detto Fred all’inizio? Che se qualcuno avesse usato la magia sarebbe arrivato ultimo e quindi avrebbe dovuto baciare il proprio partner? Bene...anzi, ottimo.
Si stavano incamminando verso Spinner’s End.
- Bene, hai qualche piano per entrare? –
- Non servirà, tesoro... –
- Come? Ma cosa stai dicendo, Lavanda? –
- Lo scoprirai presto, tesoro... –
- E la vuoi smettere di chiamarmi così? Io e te non stiamo più insieme! –
O questo è quello che pensi.
La ragazza tirò fuori la bacchetta e Ron esclamò:
- Ma sei matta? La magia non si può us... –
- Accio mutande Piton! – gridò lei e un paio di mutande a pois fucsia su sfondo giallognolo sfrecciarono attraverso la finestra per atterrare dritte dritte sulla mano tesa della ragazza.
Crack.
I gemelli Weasley si materializzarono proprio davanti a loro.
- Ahi ahi, ragazzi! Avete fatto i furbacchioni, ma ora la pagherete cara! – Lavanda sorrise e Ron la guardò male.
- Lavanda, ma sei impazzita? Ti sei bevuta il cervello? Perché cavolo hai fatto una cosa simile? – Lavanda allargò ancora di più il sorriso e Ron capì tutto.
- T-tu l’hai fatto apposta!? –
- Basta, non c’è affatto bisogno di litigare, anche perché ormai il guaio è fatto! Ora venite con noi, che stabiliremo la vostra punizione...- Fred sorrise compiaciuto e s’incamminarono tutti insieme verso casa.


- Pizza?! Vuoi fare la pizza? Ma sei matta? –
- Figurati se a te vanno bene le mie idee... –
- E va bene, facciamo questa cavolo di pizza! –
Ginny sorrise soddisfatta e tirò fuori gli ingredienti necessari, mentre Draco tirava fuori i grembiuli. Mentre maneggiavano con la farina per fare l’impasto, Ginny per sbaglio e senza accorgersene, si toccò con un dito infarinato una guancia.
Draco lo notò e sorrise tra sé e sé.
- Weasley, lo sai che sei sporca, vero? –
- Per ‘sporca’ intendi sporca davvero o le tue solite offese sul fatto che il mio sangue sia impuro o robe del genere? –
- Entrambe le cose, però in questo momento hai una macchia di farina... –
- Dove? –
- Aspetta... – Draco le si avvicinò per pulirgliela.
Strofinò con un dito la sua guancia e si rese conto che erano molto vicini, troppo vicini.
Anche Ginny fece la stessa constatazione e arrossì furiosamente.
Poi, nessuno dei due seppe come, le loro labbra si sfiorarono, provocando in entrambi un brivido di piacere. Dopo pochi secondi si ritrovarono a baciarsi appassionatamente, tanto che Ginny indietreggiò fino a scontrarsi contro il frigorifero, mentre con le mani accarezzava il viso del ragazzo e lui sfiorava la schiena della ragazza, tracciando dei disegni inventati.
Si staccarono ed entrambi avevano il fiato affannoso.
- Scusa, non so che mi è preso...-
- Lo so che sono irresistibile, non c’è bisogno che ti scusi, ti capisco. – Ginny sorrise alla battutina di Draco e lui la guardò interessato.
- Weasley, sei carina quando sorridi... – Fu come se quelle parole gli fossero uscite di bocca così, senza nemmeno pensarci e si pentì subito di quello che aveva appena detto: - Lascia perdere, fai finta che non abbia detto niente. –
- No, invece! L’hai detto e mi è piaciuto, non farò finta che tu non l’abbia pronunciato! Per una volta che mi fai un complimento...è da ricordare! – Disse lei imbarazzata, mentre lui sorrideva sotto i baffi.
Lei si alzò in punta di piedi e lo baciò sulla guancia. Draco arrossì e, per nasconderlo, si girò subito, continuando ad amalgamare l’impasto.
Dopodichè infornarono la pizza e aspettarono che fosse pronta.


- Macci doviamo spogliarre ver-amente?-
- Certo Viktor, dobbiamo rispettare le regole. Non vorrai mica baciarmi?- Chiese Hermione con gli occhi sbarrati.
Krum non rispose ed Hermione si allarmò.
- Viktor, girati che mi devo togliere la canotta.-
- Vabbene, Herrmaioni.- E le voltò le spalle.
Hermione si spogliò e incominciò a stirare la propria roba. Appena ebbe finito passò i vestiti stirati al ragazzo e disse: - Passami i tuoi vestiti, che ci penso io a stirarteli.-
- E’ meglio, perché io non so uzare quell’agegio babano.- Disse lui, incominciando a levarsi i jeans e lanciandoli ad un’alquanto imbarazzata Hermione, che li stirò rapidamente.
Quando si furono scambiati gli indumenti si guardarono per un attimo: Krum indossava la minigonna rosa piuttosto fasciante e la canotta a spalline sottili della ragazza, mentre Hermione i jeans e la maglia del ragazzo, che le andavano molto larghi.
Hermione dovette trattenere a fatica una risata, ma non ci riuscì e gli scoppiò a ridere in faccia. - Herrmaioni, che coza hai da ridere?-
- Scusa ma… ah! Ah! Ah!... proprio non ce la faccio… ah! Ah! Ah! Vederti conciato così!- Disse lei con voce strozzata.
Krum sorrise imbarazzato e borbottò: - Dai, andiamo di là.- La prese per un polso e la condusse nella sala accanto, dove c’erano i gemelli che li stavano aspettando e Ron e Lavanda seduti sul divano di fronte a loro.
- Feeermi qui. Nessuno può sfuggire alla foto! Fred, a te l’onore.-
- Certo, caro fratellino. Ma come siete carini… cheese!-
Ron si teneva la pancia dalle risate nel vedere Krum con la minigonna rosa di Hermione. Lavanda si limitò a sorridere.
- Su, voi due, andatevi a cambiare!-
I due ragazzi eseguirono, ritornando nella stanza a fianco.
Rimasti soli, i gemelli incominciarono a decidere la punizione per Ron e Lavanda, che erano rimasti lì a guardarli storto.
- Allora, abbiamo raggiunto un verdetto, cari furbacchioni! Sedetevi, sedetevi… ops, siete già seduti! Eh! Eh!-
- Non fare l’idiota, Fred. Allora, siamo stati clementi con voi, ragazzi…-
- …è solo che non volevamo farvi soffrire troppo…-
- …già che vi dovete pure baciare…-
- Ci volete dire ‘sta punizione o no?!- Ron aveva perso la pazienza.
- Calma, fratellino, calma… te l’ho detto, siamo stati clementi.-
- Quindi? Dilla e fai poche storie!-
- Okay, okay... dovete pagare il gelato a tutti quanti, contento?-
- Te l’ho detto che siamo stati clementi!-
- Tutto qui? E io che credevo chissà cosa!- sbuffò Lavanda.
- Stai zitta che è per colpa tua se ci troviamo in questa situazione assurda!- Gridò Ron, furioso. La ragazza si sistemò i capelli sensualmente e Ron distolse lo sguardo immediatamente.


Dopo dieci minuti tutte le coppie si erano radunate nel soggiorno di casa Weasley.
- Allora, incominciamo con la punizione di voi due...- Disse Fred indicando Lavanda e Ron.
- Dato che avete usato la magia, adesso dovete baciarvi davanti a tutti...con la lingua, mi raccomando...-
- Un bel french kiss alla francese!-
- Fred, ma ti sei accorto di quello che hai detto?- Fred lo ignorò e continuò il suo discorso.
- Dai, su...un bel bacetto...adesso!-
Ron guardò Lavanda e lei gli salì subito sulle ginocchia, impaziente di scontare la sua punizione. Hermione strinse i pugni e li guardò mentre si baciavano, resistendo con tutte le sue forze all’impulso di uccidere Lavanda.
Ron si separò dalle labbra della ragazza dopo un po’ e si accorse dello sguardo omicida di Hermione puntato su di sé. Spinse giù dalle sue ginocchia Lavanda, che tornò a sedersi al suo posto, dopo avergli dato anche un bacio sulla guancia. Fred gli diede una pacca sulla schiena.
- Mi sa che hai fatto colpo, fratellino...sono fiero di te.-
Hermione si alzò di scatto dalla sedia, afferrò la giacca e disse:
- Bene. Io me ne vado.- Irritata, uscì di casa sbattendosi la porta alle spalle.
Ron si alzò e la seguì senza pensarci due volte. Aprì la porta e la raggiunse di corsa. - Perché dovrei aspettarti? C’è Lavanda là, vai da lei che forse è meglio!- Rispose, evitando accuratamente il suo sguardo per nascondere le lacrime. Ron l’afferrò per un braccio e la fece voltare verso di sé, asciugandole le lacrime con un dito.
- Ma non me ne frega niente di Lavanda...-
- Non sembravi molto dispiaciuto mentre la baciavi!-
- Mica potevo vomitarle in bocca!- Hermione sorrise lievemente.
- Sei più bella quando sorridi...- Dicendo queste parole, si chinò su di lei e la baciò.
La ragazza gli accarezzò il viso con le mani, ricambiando pienamente il bacio.
Sentirono un applauso e si separarono: tutti gli altri li stavano spiando dalla tendina della finestra. Tra di loro spiccavano i due gemelli, che applaudivano sonoramente, accompagnati da Harry e Ginny.
Invece Lavanda se ne stava in un angolino imbronciata e li fulminava con lo sguardo.
Ron e Hermione arrossirono immediatamente, poi rientrarono in casa.
Come misero piede dentro, Lavanda si alzò di colpo dalla poltrona e afferrò la giacca.
- Bene. Io me ne vado!- E, cercando di imitare Hermione, uscì sbattendo la porta. Ma questa volta, nessun Ron la seguì, come invece lei si aspettava.
I due gemelli sbuffarono e George disse con indifferenza: - Una in meno!- E scrollò le spalle.
- Anche io devvo andarmene...è tardi. Ciao a tuti...statemi benne.- disse Krum, uscendo infelice.
- Adesso dobbiamo annunciarvi i vincitori!-
- Esatto, fratellino...a te l’onore!-
- Allora ragazzi, la coppia che vince è...-
- ...turun-turun-turun-turun-turun...-
- Ma che cosa stai facendo, George?-
- Il rullo di tamburi, no?- Fred scosse la testa in segno di disapprovazione e continuò il discorso come se nulla fosse.
- Dicevo, la coppia vincitrice è...-
- ...turun-turun-turun-turun-turun...-
- Ma vuoi stare un po’ zitto?-
- Volevo solo fare un po’ di scena, calmati!-
- Dunque, vince...E NON FARE CAVOLATE, TI TENGO D’OCCHIO...vince la coppia Draco e Ginny!-
- Olè!- Esclamò George, beccandosi un’occhiataccia dal suo gemello, che alzò gli occhi al cielo. - Ginny e Draco si guardarono con un sorriso e la ragazza gli buttò le braccia al collo, ma poi, accorgendosi di quello che aveva fatto, le ritirò immediatamente.
- Hem...hem...ecco...congratulazioni Malfoy...-
- Congratulazioni Weasley...- E si strinsero la mano formalmente, ma Draco tirò la ragazza per il polso e la baciò.
Nella stanza calò un silenzio tombale e tutti quanti li fissavano a bocca spalancata.
- Oh! Oh!- Gridò Fred, a mo’ di Babbo Natale.
- Ma tu guarda questi...- Disse George, non riuscendo a smettere di fissarli, incredulo per l’assurdità della cosa.
- Eh, la vita...così imprevedibile...come se adesso anche Harry e Pansy incominciassero a fare maialate...-
Harry arrossì all’istante e incominciò a fissarsi le scarpe, mentre Pansy distolse immediatamente lo sguardo dai gemelli, mormorando: - Non sperateci troppo, io non faccio certe cose con Potter...-
- Ah, no?- Harry la fissò e lei ricambiò lo sguardo, poi il ragazzo si avvicinò a lei e la baciò, sotto lo sguardo ancora più incredulo degli altri.
- Allora la Cooman qualcosa mi aveva insegnato...con tutte quelle fesserie sull’Occhio Interiore! Mi è servito per predire il bacio tra loro due, vero George?-
- Veramente secondo me ci hai preso per pura casualità...e poi avevi T in Divinazione...-
- Dettagli...semplicemente dettagli...e poi dovresti reggermi il gioco, tu!-
- Scusa ma...noi cosa ci facciamo qui?- disse George, fissando le tre coppie nella stanza che si baciavano. –Siamo gli unici senza un partner...-
- Dai non disperare...ci sono sempre Alicya e Katie che ci aspettano da Florian Fortebraccio...-
- E allora cos’aspettiamo a raggiungerle? Tanto paga Ron!-
Dicendo questo, afferrarono le giacche ed uscirono allegramente, sbattendosi la porta alle spalle.


FINE

By Red_girls >_<

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