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Autore: chaska    27/11/2011    3 recensioni
La voce rabbiosa di Jhonny gli intasava le orecchie, mentre se ne stava lì a sputare tutte quelle sentenze come fossero veleno. E Sid, insieme al resto dei ragazzi, lo aiutava in quella sua sgradita incursione notturna ai suoi sensi, com’era normale d’altronde.
Se qualcuno avesse mai chiesto ad Arthur Kirkland cosa ne pensasse dei Sex Pistols, la sopracitata nazione avrebbe asserito che la loro formazione era la migliore cosa accaduta al mondo dopo il the e la regina. E magari avrebbe farcito il tutto con qualche entusiasta fuck, come antico retaggio del suo amato periodo punk. E il bello è che era tutto vero.
Arthur li amava nel senso più malato del termine, davvero.
Ma mai, e dico mai come in quel momento avrebbe voluto spaccare il muso ad una o due di quelle canaglie.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rating capitolo: Verde
Personaggi:  Francis Bonnefoy (Francia) – Arthur Kirkland (Inghilterra) – Antonio Fernandez Carriedo (Spagna) – Gilbert Beilschmidt (Prussia)
Osservazioni personali:  Parlare del bad friends trio + Arthur mi rende tanto felice *yaya* Beh, avevo intenzione di scriverla da tanto tempo, e ormai ho perso il conto di quante volte l’ho riscritta. Alla fine ho deciso di fare un collage fra le varie prove ed è uscito questo xD E sì, il titolo fa pena e me ne compiaccio (?)

 

 

 

 

Heureux de te revoir

 

 

La voce rabbiosa di Jhonny gli intasava le orecchie, mentre se ne stava lì a sputare tutte quelle sentenze come fossero veleno. E Sid, insieme al resto dei ragazzi, lo aiutava in quella sua sgradita incursione notturna ai suoi sensi, com’era normale d’altronde.

Se qualcuno avesse mai chiesto ad Arthur Kirkland cosa ne pensasse dei Sex Pistols, la sopracitata nazione avrebbe asserito che la loro formazione era la migliore cosa accaduta al mondo dopo il the e la regina. E magari avrebbe farcito il tutto con qualche entusiasta fuck, come antico retaggio del suo amato periodo punk. E il bello è che era tutto vero.

Arthur li amava nel senso più malato del termine, davvero.

Ma mai, e dico mai come in quel momento avrebbe voluto spaccare il muso ad una o due di quelle canaglie. Eppure l’unica cosa che gli riuscì di fare fu quella di interrompere bruscamente la voce di Jhonny mentre pregava per l’ennesima volta Dio di proteggere la loro amata regina.

«Pronto? »

O almeno quella era l’intenzione. Non è che sia tanto facile parlare con il volto affondato nel cuscino. Fortunatamente sembrò che la persona dall’altra parte del telefono riuscì a distinguere un intento umano dietro quel borbottio sconnesso.

«Arthùr…»

L’inglese si spostò dalla sua precedente posizione in una in cui le sue parole non sarebbero scivolate in incomprensibili biascichi, mentre sospirava costernato riconoscendo la voce del suo interlocutore.

«Cosa diamine vuoi Francis? »

Digrignò quelle parole come se fossero il peggiore degli insulti, non lasciandogli nemmeno il tempo di concludere una semplice frase.

«Ti volevo chiedere se, per caso, ultimamente non hai fatto… qualcuna delle tue strana magie, oui? »

Ci furono degli attimi di silenzio. Attimi in cui aggrottò con tutta la platealità possibile le sopracciglia, mentre cercava di dare un senso a quelle parole affrettate.

«Mi hai chiamato per questo? Alle tre di notte?! »

«Alors? »

Era sicuro di sentire, oltre alla voce eccitata e spazientita del francese, il chiacchiericcio di qualcun altro. Oh, forse non ne era così tanto sicuro, non che gliene fregasse tanto.

«No. »

In effetti l’unica cosa ad avere importanza era il suo letto, non certo le farneticazioni di quella rana.

«Sicuro? »

«Hai finito? »

«Oui. Bonne nuit mon chenille. »

E l’inglese, per tutta risposta, staccò la chiamata e cacciò quell’arnese il più velocemente possibile fra le lenzuola.

Forse ora sarebbe riuscito anche a dormire. Forse.

 

*

 

Il sole inondava di luce il salotto, quel giorno, e donava a quella stanza una strana sensazione. Il solo vederla, infatti, dava un forte senso di calore. Forse il tutto era accentuato dal buon profumo che proveniva dalla stanza attigua. O ancora meglio, forse era il canticchiare spensierato che si spargeva per tutto il piano da quella stessa stanza. Fatto sta che tutto di quel quadretto sapeva di casa.

Lo stridio acuto del citofono interruppe seccamente il canto dello spagnolo, mentre senza fretta si avvicinava alla porta.

«Francis! »

Esclamò il padrone di casa trovando all’uscio l’amico ed accogliendolo con un abbraccio, facendogli cenno di entrare, e notando solo in seguito la bottiglia di vino che il francese gli porgeva sorridente.

«Non ti sembra troppo presto per bere? »

Gli chiese ridacchiando Antonio, ma già pregustando quel liquore.

«Mon ami, non importa! Dobbiamo festeggiare! »

Lo spagnolo abbandonò la contemplazione di quella bottiglia di vetro per guardare dubbioso il volto del francese. Da quand’era che non lo vedeva così felice? Se avesse risposto secoli non sarebbe certo stata una bugia.

Antonio sondò ancor di più il volto dell’amico, le labbra piegate in un sorriso che quasi cedeva alla risata, gli occhi che non smettevano di brillare a causa di lacrime a malapena trattenute.

Nonostante quella felicità, Antonio si stava preoccupando non poco.

«Francis, cos’è successo? »

Il francese non gli disse nulla, si scostò solamente di qualche passo dall’uscio della porta.

Ecco, una piccola azione che servì a far trasparire la stessa incredula quanto pazza gioia nel viso dell’amico.

Fu con le lacrime che non seppero proprio rimanere dietro le palpebre che l’iberico saltò letteralmente addosso ad un ragazzo a pochi passi di distanza da lui. E nemmeno l’albino riuscì a non piangere, ancora un volta, mentre cadeva sotto il peso dell’amico.

Oh sì, si doveva festeggiare un miracolo.

 

 

 

 

Gilbert, perché non hai spiccicato ancora un parola?

Uh? Oh, oui mon ami! Adesso puoi parlare!

E smettila di ridere razza di…di francese! Ridammelo!

Ridare cosa, Francis?

Oh bien, ho solo preso in prestito il suo uccellino.

GILBIRD! Quanto mi sei mancato, awesome dei miei occhi!

Francis…che cosa hai fatto?

T-Tonio, non essere così arrabbiato, t-ti ho salvato dalla megalomania di quest’idiota!

Ehi, non nominare l’awesome invano!

Cerrrto. Se non avessi preso...precauzioni…

Ostaggi, altro che precauzioni!

Dicevo…ti saresti ritrovato con un’imbecille -ehi!- che credi morto da un pezzo aggrappato alla tua finestra alle 3 di notte.

Che meravigliosa entrata in scena, ja?!

…Grazie Francis.

Di nulla amico mio.

   
 
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