Alla mia Socia,
perché so regalarle
sempre e solo parole.
Alla mia Socia,
perché riesce sempre
a lasciare che io creda in me.
Alla mia Socia,
perché lei riesce a
farmi scrivere ancora.
Era quello il momento.
Anche attribuirgli l’aggettivo “giusto” avrebbe potuto
rovinarlo.
Sarebbe stato di troppo, ridotto l’essenzialità.
Perché anche rimanere distinti, essere due persone invece di
un’entità unica era un eccesso.
Kurt non riusciva a non pensare a quanto avesse desiderato
anche solo sfiorare le sue labbra, a come gli sembrava ancora impossibile che
Blaine fosse lì, che provasse gli stessi
sentimenti nei suoi confronti.
Kurt sentiva che niente sarebbe stato in grado di rovinare quel
momento, i loro corpi sempre più vicini, le sue mani ad accarezzare la pelle
del suo ragazzo fin dove non avevano ancora osato.
La sua prima volta sarebbe stata perfetta perché lo amava ed
era amato. Tentava di non cedere e finire con il ricordare il suo primo bacio
che, invece, era stato alla volta del fallimento, dello sbaglio, dell’errore.
E Kurt vacillò.
Permise che le sue labbra non toccassero quelle di Blaine e
si allontanò da lui, voltandosi per non fargli vedere che i suoi occhi si
stavano riempiendo di lacrime. Pronti a cedere, vinti dai ricordi e dalla
paura.
- Kurt, che succede?
Avrebbe potuto inventare mille scuse, avrebbe potuto
confessargli le sue paura, avrebbe potuto tacere. E scelse la terza. Perché non
era mai stato capace di mentirgli e aveva paura che lui credesse alle sue
bugie. Perché non voleva rovinare tutto.
- Pensavo volessi.
- Voglio, ma...
- Non devono esserci “ma”. Cosa ti spaventa?
Kurt si voltò ed ebbe la forza di guardarlo negli occhi
perché non voleva aggiungere niente facendogli capire che qualcosa era cambiato
senza dover parlare. Era bastato quel sentirsi compreso, quel sentirsi a casa.
Perché con Blaine non poteva avere paura. Lui sapeva far
sparire ogni paura.
- Perdere quest’occasione.
E completò quel bacio lasciato sospeso nel vuoto.
Permise alle sue labbra di godere del contatto con quelle
dell’altro.
Poi la lingua di Blaine prese a giocherellare con la sua. Ed
era impaziente, frenetica, sicura. Come la suo bocca che prendeva a scivolare
sul suo collo e sul suo petto.
Capì che ormai anche i vestiti erano diventati non solo
inutili, ma anche ingombranti, fastidiosi. Un di più che ostacolava l’appagamento
dei loro desideri.
Era stato come viaggiare per tutta la vita diretti verso
quel momento.
Le loro insicurezze, il loro non sapere cosa fare si sentiva
nell’aria. Ma l’essere in due ad essere impreparati aiutava. Non c’era paura di
sbagliare, di deludere l’altro. Le mani dell’uno accarezzavano il corpo dell’altro
bramose di scoprire e di procurare piacere.
E scivolarono in quel turbinio di piacere e dolore, di desiderio
e di incertezze.
Lasciarono che quella non fosse la prima volta, ma la loro
volta.
Angolo autrice:
Pienamente consapevole
dell’inutilità del tutto.
Tuttavia è il mio modo
di fare gli auguri ad una persona speciale che oggi compie i suoi fottutissimi
16 anni e che li ama e che ha odiato la loro prima volta.
E che forse ora la
odierà ancora di più (?).
Detto questo invoco il perdono di chiunque si imbatta in una simile assurdità.
Gì.