Morta.
Vedeva l'orrore e la disperazione sui volti di tutti i presenti, soprattutto su quello del piccolo Nico, che si guardava intorno con gli occhi sgranati, tremando leggermente.
Anche se non stava spiccando parola, sentiva che doveva parlare. Socchiuse le labbra, ma il ricordo di tutto il coraggio che c'era nell'espressione di Bianca, poco prima che la ragazzina perdesse la vita, la zittì improvvisamente. Un dolore l'attanagliò alla bocca dello stomaco e per poco l'arco che impugnava non le cadde di mano.
Bianca era morta.
Si chiese cosa fosse quella strana sensazione che provava, perché il suo cuore sembrasse improvvisamente essere diventato di piombo.
Era ovvio che le dispiacesse per la morte di Bianca. Eppure dentro di lei si stava levando, per la prima volta nella sua lunga vita, un urlo silenzioso. E non riusciva a capire.
Quando finalmente la comprensione la colse, fu come se una morsa le avesse stretto il cuore.
No, è ridicolo.
Ricordò gli occhi scuri di Bianca, quel suo viso minuto di bambina eppure pieno della determinazione di una Cacciatrice di Artemide.
Ma non può essere. Semplicemente non può.
Serrò ancora di più la presa sull'arco, tentando di ignorare il nodo che le stringeva la gola e di scacciare il ricordo di Bianca dalla sua mente. Non poteva pensare a lei. Non in quel senso.
È morta in modo onorevole. Ormai non c'è più niente da fare.
Si ripeté quella frase, riuscendo pian piano a calmarsi. Ma, quando si voltò e notò l'esplicito dolore che riempiva gli occhi di Nico, capì che non era solo lui a soffrire in quel modo per la morte di Bianca.