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Autore: Angelight    28/11/2011    6 recensioni
Estratto:'[...] Tornò a guardare la stanza, anche se poi non capiva perché l'avevano chiamata stanza. Non era una stanza, era molto più. Era un altro mondo uno stupefacente mondo. Ma non bello, no, quello no. La bellezza era tutt'altro, anche se non lo notava spesso, pensando ad altre varie cose. [...] C'era già stato in quel luogo. Ma quel bianco infinito era sempre stupefacente anche per chi c'era già stato. [...] Tutto quell'infinito niente. [...]'
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Piccolo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Bianco, lo Spirito e il Tempo Il Bianco, lo Spirito e il Tempo

Eccolo là, che spazio infinito. Beh, ovviamente non veramente infinito, è solo un modo di dire. Ma lasciamo perdere. Il punto è che sembrava infinito. E ora ci aveva anche portato quel coso rosa, e da quei due. Rosa, era un altro terribile colore che si sarebbe ben ricordato ripensando a quella avventura. Un rosa oscuro, ma un rosa poteva essere oscuro?
I due si erano sicuramente allenati duramente. Ma erano soltanto bambini, e avevano una responsabilità troppo grande sulle spalle. Ce l'avrebbero fatta? Li vedeva, pronti alla fusione. Perché proprio loro? Perché dovevano essere proprio loro ad avere quel fardello? Ma erano l'unica speranza per la salvezza, e lo sapeva fin troppo bene.
Il demone era pronto ad affrontarli ancora. Quel sorriso... pochi sorrisi che aveva visto potevano essere così malvagi e fare così paura, era quel tipo di sorriso, malvagio, beffardo, assetato di sangue, potente. Un sorriso poteva essere potente? Dipendeva da cosa si intendeva per potente.
Tornò a guardare la stanza, anche se poi non capiva perché l'avevano chiamata stanza. Non era una stanza, era molto più, era un altro mondo, uno stupefacente mondo. Ma non bello, no, quello no. La bellezza era tutt'altro, anche se non lo notava spesso, pensando ad altre varie cose. Pensava tanto lui, la solitudine faceva questo effetto. Ma lui non era solo, non più ormai. Ricordava quanto il namecciano che aveva dimenticato il suo nome, il figlio di Kattatsu, aveva sofferto la solitudine in quelle isolate e selvagge montagne terrestri nell'attesa che venissero a rimprenderlo. La speranza si era un giorno spenta. Lui provava ancora speranza? Sì, provava ancora speranza. Speranza in quei due piccoli mezzi-saiyan. Quelle infantili pesti avevano in mano il destino dell'universo, e lui aveva speranza il loro? Lui credeva in loro? Sì.
Lo sguardo tornò ancora a dove era. C'era già stato in quel luogo, ma quel bianco infinito era sempre stupefacente anche per chi c'era già stato. O forse era meglio dire singolare. Sì, singolare era il termine giusto. Non c'era niente del genere nella sua dimensione. Tutto quell'infinito niente. Sì, singolare era perfetto.





Questa flashfic spero vi sia piaciuta e che magari lascerete una recensione (almeno spero! xD), nonostante sia un po' strana, o almeno io la trovo così. E' su Piccolo chiaramente, e qui ho voluto approfondirlo un po'. E' un bel personaggio, spero che io l'abbia reso al meglio. (Ho notato che non hai nominato neanche una volta nel testo Piccolo, Majin Bu o Goten e Trunks. NdSecchione) (Ovviamente è voluto, spero ti sia piaciuta come cosa. Ndme)
   
 
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