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Autore: Monica Scorsone    28/11/2011    0 recensioni
Riguarda la storia tra due ragazze che scoprono il loro grande amore "sbagliato" agli occhi del mondo ,come dirò all'interno dell'opera, a sua volta viste da quest'ultimo con occhi di accusa e rancore. Problematica esposta come Malattia inguaribile. Non vi assicuro un lieto fine ma vi invito a riflettere . Buona lettura
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nuvole grigie sovrastavano la mia città nativa forse per quello che era successo anche il cielo piangeva, per una come me..Premetto che nessuno ha mai provato misericordia verso quelle persone che amano incondizionatamente ,come per Dante la visone della schiera di Ignavi non gli procura noie futili ugualmente  mia madre non provava tristezza per la mia condizione. Ma di quale condizione parlo ? Io non ho nessun tipo di malattia ho amato in maniera sbagliata almeno così  dicono. Colpa attribuita per il mio sentimento verso quella che rappresentava idioma di felicità,gioia e allegria. Volevo rompere gli schemi,si ero realmente convita che qualcuno avrebbe apprezzato  la verità.

Troppo cruda e allo stesso tempo crudele fiera che ti divora le viscere. Così definita dalla mia psicologa fidata. Tra tutte le figure solo in lei riuscivo a vedere una luce diversa ,forte e candida.

Condannata a soffrire in eterno per ciò che da queste parti è proibito : l’attrazione omosessuale.

Mi tolsero tutto quello a cui mai avrei rinunciato. Io forte guerriera  ho superato le mille prove propostami da gente che sosteneva reale preoccupazione nei miei confronti ma lei no , non riuscì a gridare al mondo il suo sconforto ,dolore e rammarico per una società che ti guarda con occhi di superbia. Lei mise fine alla sua vita il ventiquattro settembre circa un anno fa,è così che ha inizio la mia triste storia. La nostra storia

“ Dicono che il tempo sistema le cose ma per me non fù proprio cosi”.

Il giorno che conobbi Iole portavo al braccio un laccio di caucciù regalatomi qualche giorno prima dal  mio ragazzo :Marco.

Molti mi invidiavano e spesso mi accusavano di  essermi appropriata di qualcosa fin troppo al di sopra dei miei standard  io  viso  acqua e sapone  costantemente attorniata da   miriadi di libri tra le braccia ,sedevo accanto al più ambito dell’intero istituto . Forse  non avevano tutti i torti ma per quanto mi impegnassi non riuscivo a guardarlo con gli occhi delle altre mie coetanee..

“Ti presento Ginevra ,la migliore del nostro corso di studi” mentre pronunciava quelle parole si poteva intravedere perfettamente un riso beffardo: caratteristico ad uno come Robert

“Tante piacere Io sono Iole…” non potè concludere la frase che il ragazzo citato pocanzi prese parola “ Si.si una gran bella sfigata,,ma adesso muoversi è suonata e siete ancora fuori dall’aula” così dicendo ci lasciò sole senza prima aver dato un leggero spintone alla matricola.

Passarono diversi giorni sino a quando io e Iole decidemmo di fare un gruppo di studi fisso.

Stavo bene in sua compagnia,faceva sorridere e tante volte si rivolgeva a me con parole dolci che mai sarebbero cadute in melense  ridicole. Eravamo solo due ragazze innamorate della vita ,amanti dell’avventura e molto spigliate ma e poi mai avremmo immaginato che la nostra amicizia si sarebbe trasformata nella peggior condanna.

La mattina del primo marzo il mio riccioluto entrò in classe con gran fiatone “ prendi fiato  prima ” gli dissi “ E’ importantissimo,ho parlato con il comitato hanno organizzato una festa a tema..” a quell’affermazione si creò un po’ di brusio all’interno dell’aula..” Il tema? Sempre se posso chiederlo” era stata la ragazza nuova a parlare e la sua voce risuonava nella mia mente chiara e limpida voleva divorarmi le cervella che si contraevano impotenti dinnanzi a tale melodia.

Non riuscivo a distogliere lo sguardo dalle sue labbia che uniformi si muovevano elegantemente in sincronia.. Niente mi importava se non capire il perché mi avesse causato ciò osservarla e poi a quel modo.

Quando i dubbi ti perforano l’anima non c’è via di scampo o cedi o opponi resistenza ma questo sentimento a me del tutto sconosciuto implorava ascolto e ogni qual volta fingevo di non sentirlo esso mi bruciava dentro come fiamma viva alimentata da tizzoni ardenti. 

Pian piano con il mio ragazzo ci vedemmo sempre meno o per impegni o per poco interesse ma ci tenevo a citare l’ultima volta che avrei baciato un uomo in vita mia.

Ricordate la festa a tema?..Ci andai ed ad accompagnarmi fu proprio Lui ..

C’era tanta gente quella sera lo ricordo bene, il clima festivo e allegro ma Iole non sarebbe venuta mi avvertì prima diceva di avere il raffreddore che durante il pomeriggio era peggiorato.

Mi presentai con un semplice vestitino nero e al mio fianco Marco fedelmente mi accompagnava..

Ballammo tutta la sera, amavo stare tra le sue braccia perché mi proteggeva dal mondo esterno o avrei dovuto dire da me stessa che costantemente pregavo Dio di farmi dimenticare quella sensazione incomprensibile provata il giorno prima..

Lentamente scosto una cicca ribelle dal mio viso per poi appoggiare le sue calde labbia sulle mie..

Freddo il mio cuore perse un battito per poi battere lentamente come per monotonia di un’emozione conosciuta e tutto ciò che conosce l’uomo diventa in qualche modo ripetitivo e stagnate,così era per me quel bacio che per lui sarebbe dovuto significare molto..sentivo  sotto il mio candido palmo il suo petto  palpitare sempre piu forte e  adesso potevo dirlo: mi vergognavo dei miei sentimenti troppo oscuri..strani e preoccupanti.

Sarei andata via piangendo ma nessuno mai avrei capito davvero quali fossero le  mille ansie e preoccupazioni che tartassavano la mente ,il cuore..

Ci lasciammo qualche giorno dopo , non potevo osservare impotente  l’amore nei sui occhi che riflesso ai miei intravedeva la fine di un grande sogno.

Decisi di chiudere quell’organo colpevole dei nostri mille sbagli e conquiste in una scatola  e nascosi la chiave , non avrei piu  amato nessuno all’infuori di me stessa.

Uscii raramente solo per occasioni particolari, la mia vita si era trasformata non  mi riconoscevo più .Un tempo il sorriso che adornava le miei labbra era scomparso sostituto ora da una smorfia di dolore.

Inutile dirlo ma riuscii a trovare conforto solo nelle parole della mia fidata compagna Iole.

Stavamo studiando un passo della Divina Commedia , programma comune a tutti gli studenti del terzo anno di liceo, il girone dei lussuriosi Paolo e Francesca.. “Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,

prese costui de la bella persona

che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.”

Riflettevo su quei versi così noti ma solo  ora a me comprensibili.. L’amore ti muove dentro senza preavviso ti colpisce il cuore ,ingenuo cuore di una ragazza che ha paura di  ciò che vuole.

Mi innamorai di codesta persona , mi fu tolta, non ancora pensai forse mai nessuno avrebbe potuto portarla lontano da me e invece avrei dovuto allontanarla da questo orribile sbaglio nel quale stavano incappando inesorabilmente..Mi guardava con occhi indagatori,avevo smesso di leggere così da un momento all’altro . “Vuoi delle risposte vero?” Come faceva a sapere che le cercavo? Ugualmente  non sarei riuscita a sopportare solo l’idea di poterle domandare .Parole soffocate mossero le mie labbia: “Cos’è l’amore Iole?”..”Lo chiedi a me amica mia.? Ciò che senti quando guardi una persona, ,i respiri , la vergogna di perderti in pensieri ,mille pensieri roteano nella tua mente ora “

Mi avvicinai a quella posando dolcemente la mia mano affusolata sul suo petto proprio sopra il cuore “Cosa senti?””Bum..Bum..” “Prova ad ascoltare meglio vieni avvicinati”” Voci soavi cantano la sofferenza dell’impossibile  “ “ Non esistono amori impossibili solo amanti codardi non dimenticarlo”” Amori sbagliati, amori condannati,amori straziati” “ Non provare vergogna ,il sesso non è una condizione che non ti consenta  di amare “ “ La gente non lo permette, odia i diversi”.

Ricordo solo che noi non ci definimmo mai “Diversi” solo amanti innamorati dell’amore .

Quando l’unica cosa che ti rimane è un mare sconfinato dinnanzi a te non esitare tuffati ma abbi sempre la certezza di poter riemergere.

Noi ci buttammo tra quelle acqua torpide e ci lasciammo trastullare da lingue di fuoco che volevano solo vederci affogare in quel disperato tentativo di salvezza.

Così i miei genitori cominciarono il classico “ ragionamento a ritroso “ si avete capito bene volevano farmi davvero credere di essere affetta da una malattia incurabile: il morbo della paura.

Quando la si prova nulla appare nitido solo una miscela indefinita di suoni,sapori,parole.

Io sapevo bene cosa fosse  bene per me,lasciare che il mio amore per Iole fosse semplice e incondizionato.

Sbagli mi dissero perché non si può amore un’altra uguale a te..

Pensavo che il simile conosce il simile fosse un concetto ben chiaro nella mente della gente ,invece mi sbagliavo ancora una volta.

Sai qual è stato effettivamente il mio piu grande errore?

Permettere che quel sentimento ambiguo che tanto si diverte a dare e a togliere alla gente portasse ad estreme decisioni.

Il suicidio della mia compagna,no ma che dico? Non eravamo compagne solo due entità unite per attrazione fisica.

Lei su quel cornicione ,io ho pregato piu volte Dio per darmi intelletto capace di resistere e che lo donasse anche a lei..

Come può una fragile fanciulla dinnanzi ad un mondo corrotto. Incapace di vedere oltre l’evidente?

Queste domande si affollavano nella mia mente ogni qual volta rimembravo piangente il suo volto angelico che mi desse un ultimo bacio,uno di quelli ingenui e puliti. Che non chiedono nulla in cambio ma ai quali è impossibile non ricambiare.

Adesso sto qui davanti a una signora che magari non sa nulla della mia vita,forse finge perché ogni qual volta ritraggo le lacrime amare abbassa lo sguardo.

Lo conosco bene,occhi compassionevoli.. per la mia perdita o per la mia condizione?

Condizionata tutta la mia esistenza da gente che non capisce,non comprende l’amore .

Di quale amore parlo? In un mondo attorniato da odio e miseria.

Dammi un po’ di linfa vitale ti prego..Dammi le tue dolci labbra ,il tuo sospiro..

Sospiro affannoso sulla mia pelle diafana.

Sono dinnanzi la tua lapide amore mio. Bianca marmo attorniato da candidi fiori e gigli. Non posso trattenere le lacrime. Devo piangere. Dolore scorre lungo i solchi antichi e stanchi del mio viso misso al candore delle rose. Che bella che sei..ma una foto non può ritrarre la vera bellezza.

Vile il lavoro del fotografo ,avaro immortala momenti effimeri e masochista li conserva in un cassetto.

Ugualmente io conservo le tue foto,pezzetti di te..

Ora non importa dimmi piuttosto perché mi hai lasciata qui sola a dover combattere una battaglia vinta già da un tempo?

Non hai mantenuto la tua promessa..ne ricordi le parole ?

Mi dicesti “ Possiamo farcela non importa il giudizio altrui io voglio stare con te per sempre”

Per sempre..hai detto così non ricordi piu?

Ho inciso nel mio cuore il tuo nome lo stesso giorno che incrociai il tuo sguardo..

Occhi spenti i tuoi,privi di quella luce che solo io riuscii a donarti..

E tu mi ripaghi cosi?

Vai via lasciando il tuo grande sogno nella sofferenza 

Amara questa vita senza amore ne sollazzo,

Amaro il boccone della cruda realtà: morte concilia il tuo sonno sereno.

Non mi resta che raccontare a chiunque io veda il tentativo di non affogare tra le onde maligne..

Il nostro folle tentativo ma adesso a che serve rimembrare dei tempi felici quando si è nella piu triste malinconia?

La mia anima non avrà pace dolce amore mio .Mai.  Mia la colpa del tuo suicidio .Mia la colpa di una speranza .Mio e solo mio l’errore fatale di aver ceduto al nostro sentimento sbagliato.

Come colei che piange e dice tratterò dell’ ultimo  giorno in cui ci lasciammo per sempre.

Era una giornata piovosa, a volte la mente umana cancella ricordi belli per lasciare spazio a quelli strazianti che come inchiostro nero ti si attaccano alla mente tormentandoti sempre.

Come tutte le altre volte ci incontrammo in una stradina del centro, piacevole ascoltare le voci di mille favelle allegre . Donne al lavoro, bambini urlanti, ragazzi sorridenti tutto ciò era una piacevole maschera che solo il mondo sapeva adottare per indurmi a pensare che fosse davvero così bella la società in cui ci ritrovammo a vivere.

Malvagia misura quella dell’inganno. Vile come gli uomini che spesso l’adottano non credi?

Tu donna che ascolti silenziosa il mio racconto a che pensi?

Forse ti illudesti di poter sentire la parola fine. Parola triste e coincisa. No al mio racconto non appartiene ,il mio fuoco ardente non verrà mai spento. E’la pena che io stessa mi son inflitta :

Quella del non tramonto al mio tormento interiore che mentre il tempo passa si fa sentire sempre piu forte,piu conciso.

Credimi non  lo vorrei. Non l’ho scelto io. Ti sceglie lui senza abbandonarti più..

L’amore il mostro ,alle tue spalle si lega condizionando tutte le scelte della tua vita

Quel brutto dì io lo ascoltai, solo quella volta accadde..

Come  voce pacata sussurrava alla mia mente di non lasciarti sola dinnanzi all’esterno così crudele e cruento.

Io che feci invece?

Ti lasciai in quella Via che molti poeti apostrofano vita..A due passi dal traguardo che urlava LIBERTA’

Ti avvicinasti a me ,con fare insicuro mi chiedesti il perché ti avessi convocato così urgentemente ..

Le parole mi morirono in gola ,preferi osservare i tuoi dolci lineamenti che  contrapposti ai miei scuri e tristi ti facevano angelica.

“ Devi andare via da qui! Da questa vita,lontana da me te ne prego..” Come potevo solo adesso cacciarla dalla mia stessa vita che oramai le apparteneva categoricamente..

“ Come dici? Non posso lo sai.” 

Certo che lo sapevo , le stavo chiedendo l’impossibile .Incredibile la sua scelta.

Mi abbracciò per poi sussurrarmi parole di addio . Andò via lontano da me ,da se stessa, da quel mondo putrido e sbagliato.

Pochi giorni dopo  arrivò la notizia del suo improvviso suicidio.

L’unica cosa che ancora grida forte dentro me è la seguente : appariva diverso il mondo ai nostri occhi e di conseguenza noi agli occhi suoi.

Così si conclude la nostra triste storia d’amore. Non provi a capire il perché delle nostre scelte, il perché della sua scelta ,si chieda semplicemente  perché mi è stato brutalmente  privato il diritto che piu tra tutti sta a cuore all' essere umano : Amare,il diritto di amare..

  
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