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Autore: Eoviel    28/11/2011    1 recensioni
Ripensai alla mia vita di un tempo, ai sorrisi che un tempo consideravo tanto difficile concedere, alle parole dette e non dette, alla mia ostentata durezza.
Al suo silenzio.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Sound of Silence




Le ombre della sera mi impedivano di stare fermo, vagavo per le strade come un gatto randagio. Non avevo una meta, non un luogo d'arrivo, nè qualcuno che mi aspettasse.
Nessuno.
La luce andava sfumando dietro gli alti palazzi della città, e in quella fredda giornata di fine novembre ben poche persone erano in giro. Rabbrividivo con le mani nascoste nelle tasche del giaccone, scrutando nervosamente tutto ciò che mi circondava; ma non c'era nulla che io potessi vedere davvero, e mai mi ero sentito così solo.
Ripensai alla mia vita di un tempo, ai sorrisi che un tempo consideravo tanto difficile concedere, alle parole dette e non dette, alla mia ostentata durezza.
Al suo silenzio.
Avevo sempre avuto l'impressione che mai l'avrei capita davvero; ragazza carina ma quasi inquietante, il primo giorno che la vidi; donna bellissima ed inarrivabile, l'ultimo. Strana, sicuramente. Ricordo i suoi occhi, ad un primo sguardo erano quelli immensi di un cerbiatto spaventato; eppure, a guardarvi meglio, c'era qualcosa in più, una sorta di implicita sfida, di tormento celato.
Non mi parlava mai. Non parlava mai con nessuno, in effetti. Non aveva amici, passava le giornate a strimpellare una chitarra e a guardare vecchi film in bianco e nero. Eppure io non riuscii ad intuire quello che solo dopo compresi pienamente: il suo silenzio era solo esteriore. Dentro di lei, se avessi scavato, avrei saputo trovare mondi inesplorati e a tutti sconosciuti, meravigliosi paradisi vergini ed incolti, fiori selvatici, stelle ardenti. Il tipo di mondi che, nei miei sogni, avevo sempre sperato di trovare.
Ma non scavai, lasciai stare, ignorai quella creatura invisibile ai più, avvolta nel suo silenzio come dalla nebbia, profondamente sola. A volte notavo quegli occhi enormi fissarmi irrequieti, e devo ammettere che la cosa mi procurava sempre una sensazione di forte disagio, e distoglievo lo sguardo.
La rividi anni dopo, e lei era stupenda ed io ero diverso. Il suo silenzio ora era un velo di mistero, aveva imparato a gestirlo e ne aveva fatto una lama. Affilata, fin troppo per me. L'incanto dei suoi capelli biondi - e lei che sembrava così diversa, così diversa- si trasformò in un dolore amaro e persistente, sentivo come l'aria mancarmi - e lei sorrideva, sorrideva la bastarda - mi guardava appena ed un tempo mi aveva amato - ma io ero stato sordo alle sue parole. C'erano, ma non le avevo sentite.
E adesso sono qui, solo, a cercare segni di lei per le strade; e nella solitudine ho scoperto cosa sia il silenzio vero, straziante. 
  
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