Al mio Virgilio.

Il prato e la nuvola

“Attenta, Lily,” mormora Severus, “hai un’ape sulla testa. Qui.” Scaccia via l’insetto con le mani e approfitta di quel gesto innocente per passare la mano tra i capelli della ragazza e portarne il capo al petto.

Lily profuma di fragola, ciliegia e frutti di bosco: per Severus è difficile da definire l’esatta fragranza di quelle chiome color del fuoco. Ci ha provato a lungo, ma come per molte altre cose che la riguardano non può far altro che rimanere in silenzio. Chiude gli occhi come se stesse cercando di fermare quel momento per l’eternità; quando li apre Lily è rivolta verso di lui, con un gran sorriso a illuminarle il volto.

“Sei sempre così protettivo, Sev.”

È bella mentre allontana una ciocca di capelli dalla fronte, è meravigliosa mentre soffoca una risatina imbarazzata, è splendida mentre posa la testa sulla spalla sinistra di Severus.

“Beh, è perché ti amo, no?” le bisbiglia all’orecchio. Le bacia dolcemente i capelli e la accarezza piano, gentilmente. Il suo tono rivela un certo compiacimento: è felice perché Lily è con lui, felice perché il suo radioso viso è appoggiato sulla sua spalla, felice perché le sue mani si aggrappano alla sua schiena in cerca di protezione, felice perché sa cosa è in procinto di dirgli.

“Ti amo anche io, Severus.”

È semplicemente pazzo d’amore per lei; sa che in quel momento Lily potrebbe convincerlo a fare qualunque cosa e lui accetterebbe di buon grado, fedele come un cane al suo padrone.

“Coricati con me,” aggiunge la ragazza. Lily è maliziosa e Severus è sempre più imbarazzato, a disagio. Non riesce a pensare che qualcuno, finalmente, possa davvero provare qualcosa per lui. I due ragazzi si prendono per mano mentre Lily cerca il posto migliore per stendere sul prato una coperta a trama scozzese, dopodiché si tuffa sopra di essa come su una morbida nuvola. Si appoggia su Severus mordicchiandogli il lobo dell’orecchio; lui la bacia, la adula e le mormora dolci parole all’orecchio, nel linguaggio che solo gli innamorati comprendono. Lily affronta le sue labbra con delicatezza, mentre il ragazzo la tira verso sé con quella lieve punta di possessività che entrambi amano tanto; si tratta di piccoli gesti che nascondono la passione di una relazione neonata e la complicità di un’amicizia storica.

“Allora, come mai mi hai portata qui? Fa caldo,” si lamenta, mettendo su il broncio e corrugando la bocca in un modo che Severus trova adorabile: Lily sa essere allo stesso tempo dolce come il miele e pungente come l’ape che lo produce.

“Volevo stare da solo con te e dimenticare tutto. Tua sorella, mio padre… tutti.”

Lily si sventola vanitosamente con un lembo della coperta tentando di farsi aria; alcune gocce di sudore iniziano a imperlarle la fronte, ma Severus la trova ugualmente perfetta, in ogni sua imperfezione.

“Grazie, Sev. Per tutto quello che fai per me.” Le sue mani si muovono agili sbottonando una camicia a fiori orrida e fuori moda, probabilmente appartenuta alla madre del ragazzo.  

“Per Merlino, cosa stai facendo?” Severus si ritrae spaventato, sorpreso dall’impetuosità di Lily. Sta davvero prendendo l’iniziativa? Nelle prime, goffe esperienze intime era stato lui a infilare timidamente la mano sudaticcia sotto la gonna di Lily. All’inizio la ragazza aveva riso; quel particolare movimento delle dita di Severus le faceva venire il solletico, come diceva, ma pian piano aveva iniziato a sentire piacere.

Ora è lei a sfiorare il suo addome guardandolo fisso negli occhi; al contempo gli morde il labbro inferiore e slaccia la cintura dei larghi calzoni alla zuava, che Severus ha ereditato da qualche parente lontano.

“Sai cosa fare, allora.”

“Ho sentito Petunia che ne parlava al telefono con una di quelle sue amiche sceme,” ride Lily. Libera Severus dall’impaccio delle mutande e comincia a muoversi sul suo membro; le guance arrossate e accaldate della ragazza vengono assaltate dalle labbra di Severus.

“Dimmi se vado bene, però.”

Tutto quello che riesce a risponderle è un gemito, che non prova nemmeno a soffocare. Direbbe che Lily si sia già esercitata con mille altri ragazzi, se non si fidasse ciecamente di lei.

“Sei, uh, brava. Uhh,” mugola. La coperta nasconde i movimenti sempre più rapidi della mano della sua ragazza; è vero, qualcuno potrebbe scoprirli, ma ciò non fa altro che aumentare l’eccitazione.

“Fazzoletto,” si lamenta Severus, ma Lily non ha paura di sporcarsi. Accoglie il suo sperma con il palmo della mano destra mentre arrossisce ancora di più, tuttavia conscia di aver portato a termine al meglio il compito che si era prefissata.

“Allora?” ride la ragazza. “Mi sembra che ti sia piaciuto, o sbaglio?”

“Sei fantastica. Voglio stare con te, qui, per sempre. Dimmi che puoi fermare il tempo.”

“Non posso, Severus. Ma possiamo rifare per ore quello che abbiamo fatto prima… siamo ancora giovani.”

“Promettimi che sarai sempre mia. Che niente cambierà.”

C’è una sola nuvola grigia, a offuscare il cielo terso di quell’afoso pomeriggio d’Agosto. E Severus e Lily sono i suoi abitanti, ignari della tempesta che porterà nelle loro vite.

“Niente.”







Note finali:
questa storia è il remix di una fanfiction scritta a maggio. Sono cambiate tante cose ma l'idea di fondo è la stessa: un What if? incentrato su uno dei miei OTP, Severus/Lily. Non è niente di che, ma mi piace.
Mi sono avvalsa del prezioso betaggio di Lely1441 e di quello ugualmente prezioso ma molto più demenziale di Mizar19.