Ma, da 1 a 10, quanto posso voler bene all'AkuRoku? Sette miliardi? ;_;
Il fatto è che, signore e signori, XD la mia carriera nel fandom di Kingdom Hearts è più da lettrice che da autrice (mi pare evidente), ma me ne rammarico, credetemi, perché shippo 'sti due, Riku & Sora e Riku, Sora e Kairi insieme in modo veramente indecente. *_*" Il fatto è, e qui cito il mio vecchio amico Reki, che non si può scrivere assolutamente nulla per questo fandom senza ripetere, accidentalmente o meno ._., qualcosa che abbia già scritto CaskaLangley, la somma ed ineguagliabile, sempre sia lodata. Nel caso di quest'AkuRoku e di qualsiasi altra AkuRoku che sia mai stata scritta e che mai sarà scritta per il fandom italiano, discostarsi dalla caratterizzazione di Axel in Wasurenai kara è impossibile, perché, inutile star qui a tacerlo, quello è Axel. Ma potrei citare ancora Little Earthquakes, l'indiscussa Bibbia dell'Axel/Roxas made in Italy, perché, raga', c'è poco da fare: la Caska l'ha fatto prima di noi e l'ha fatto meglio. True story. ù_ù
E quindi, sì, Fast food, love story è un po' figlia di Caska e spero che ne sia anche solo lontanamente all'altezza. ♥
E poi, be', non avrei mai plottato questa innegabile cazzata, XD se domenica non fosse stato il pucci compleanno di ____Faxas! Dear, buon compleanno! Spero che queste tre righe XD siano di tuo gradimento.
Per il resto, ehi èOé, ATTENZIONE! I personaggi ivi descritti non mi appartengono, sono presenti tematiche LGBT e, se non vi piacciono i fast food e le love story, non proseguite con la lettura! ù_ù Per il resto vi bacio e vi abbraccio, saluti & coccole, ciao. E fine di 'ste note lunghissime che c'hanno veramente sfracellato i coglioni, XD bonjour finesse. :3





Fast food, love story

Axel si sistemò il berretto rosso e giallo, si specchiò nel marmo del bancone sporco di mayonnaise e "benvenuti al Thiriteen, cibi veloci per cattivi feroci" recitò, roteando gli occhi. Poi "desidera?" chiese, meccanicamente. Ed attese per un istante, distrattamente, la risposta del cliente. Poi si voltò e lo vide: occhi celesti, capelli biondi, visino smunto, etereo, labbra bellissime. Axel mosse su e giù le sopracciglia ritmicamente, fece scivolare un braccio oltre il registratore di cassa e "ciao, baby" azzardò, sensuale.
Il ragazzo abbozzò un'espressione abbastanza infastidita e "ciao" biascicò, per nulla convinto. Poi si voltò verso quelli che dovevano essere i suoi amichetti, una strana accozaglia eterogenea di tipologie umane, e "che prendiamo?" domandò, pungolandosi il mento con un dito. Aveva addosso una felpa informe, bianca e nera, ed Axel poteva intravedere la cintura borchiata che teneva su i pantaloni. Si leccò le labbra impercettibilmente, mentre i ragazzi si consultavano. Poi il ragazzo biondo parlò, distogliendolo dai suoi pensieri. "Allora un menu XXL per Pence, crocchette di pollo per Olette ed un menu per bambini per Hayner" fece il ragazzo, indicando i tabelloni alle spalle di Axel.
Lui registrò tutto, diligente, poi sollevò lo sguardo. "E tu" chiese, gli occhi in quelli acquamarina del ragazzo biondo, "non mangi?".
Quello si avvicinò, seppur impercettibilmente, e "saranno pure cazzi miei" fece, sicuro di sé.
Axel allora ridacchiò tra sé e sé, stampò la ricevuta, andò a prendere le salse e "sono sedici dollari e cinquanta centesimi" snocciolò, con una nota quasi professionale, mettendo tutto sul vassoio. Poi prese un ghiacciolo all'anice, di quelli che nessuno ordinava mai e che lui prontamente rubava ed, insieme al resto, lo porse al ragazzo biondo. "Questo è per te" disse, sensuale.
Il ragazzo storse la bocca, si grattò la testa, ma poi lo accettò. "Grazie" accennò, persino.
Ma Axel gli sorrise e "non ringraziarmi" gli intimò, audace, sbattendo le ciglia lunghe e fitte sui suoi occhi verdi: "piuttosto, vieni al cinema con me stasera".
Gli altri ragazzi si erano allontanati col vassoio ed il pranzo. Il ragazzo squadrò il mezzo busto di Axel, scosse la testa e "non penso proprio" sentenziò, voltandosi.
Ma Axel lo trattenne, tenendolo per il braccio. "Sai" tentò, "dico sempre che il cinema è una puttana: dieci dollari, poltrone comode, buio pesto e tutto il sesso che ti pare. Il trucco sta nello scegliere il film giusto". Annuì persino Axel, convintissimo di esser stato estremamente persuasivo, mentre offriva al ragazzo il più carico di sottintesi dei suoi occhiolini.
"Scusami" biascicò il ragazzo biondo. Poi guardò il cartellino che Axel teneva appuntato sulla divisa ed "Axel?" aggiunse, con tono interrogativo.
Axel annuì ed "Axel" confermò. "A, x, e, l".
Il ragazzo lo scacciò come una mosca e "scusami, Axel" proseguì, serissimo, "ma non sono mai stato gay".
Ed Axel, attirando l'attenzione di mezzo ristorante, scoppiò in una fragorosa risata. "Uno non può essere gay una volta ogni tanto" spiegò. "Uno lo è o non lo è" precisò, gesticolando, con un cipiglio quasi teatrale. Poi accarezzò con una mano, coperta da un guanto di lattice, la guancia tonda e soda di quel ragazzo e "tu lo sei?" gli chiese.
Il ragazzo balbettò un "no" poco convinto, che Axel adorò.
Allora gli prese semplicemente il ghiacciolo all'anice di mano, lo scartò, ne leccò la punta, tenendo gli occhi fissi su quelli del ragazzo e "stasera" disse, restituendoglielo, "al Kingdom Hearts Cinema, alle otto. Memorizzato?". Il ragazzo non disse niente. Solo sorrise impercettibilmente, si voltò e raggiunse i suoi amici. I clienti in fila smisero di lamentarsi, quando, finalmente, Axel "benvenuti al Thiriteen, cibi veloci per cattivi feroci" recitò, roteando gli occhi, "desidera?" al cliente successivo.