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Autore: Ariana_Silente    29/11/2011    2 recensioni
L'amore a volte induce ad inumani sacrifici.
Percival Silente lo ha dimostrato.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Declino'
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CONDANNATO



«Secondo le informazioni che sono state raccolte e dall'esito dalle indagini condotte, questo Tribunale ti giudica colpevole di aver messo a rischio la segretezza della comunità magica e di atti contro figli di babbani, senza ragionevole motivazione.»

*

«Ma cos'è successo?» i due maghi si guardarono. Non si capiva chi dei due fosse il più tormentato.
«Lo sai.»
«Ti sto chiedendo il motivo per cui lo hai fatto.»

Si guardarono di nuovo.
Lampi di profonda angoscia balenarono nelle pupille scure dell'uno, mentre l'altro tremava.

«Ti prego, è l'ultima possibilità. Non costringermi a farti questo.» lo supplicò.

L'altro sollevò lo sguardo e incontrò quello della donna che lo osservava: misteriosamente affascinante e disperatamente meravigliosa con la chioma corvina a incoronarle il volto altero e severo, che risaltava ugualmente nella pesante penombra.
Un bagliore inaspettato di luce tremendamente fuori luogo in quel posto claustrofobicamente chiuso.

Solo fredde e sparute torce sfidavano scoraggiate le tenebre di quelle pareti che trasudavano l'umidità di antiche colpe e reati innominabili.

Avevano preso la loro decisione.

Per lei.

Il condannato tacque, scambiando un'occhiata d'intesa con la donna.
L'altro uomo passò lo sguardo rassegnato dall'uno all'altra, conscio del segreto che nascondevano e di cui mai sarebbe venuto a conoscenza.
Scosse la testa e fece un cenno.

Paura, sconfitta e terrore si avventarono sul condannato.

Un grido in lontananza raggiunse debolmente le sue orecchie.
Non seppe mai se fosse della donna o suo, mentre veniva trascinato via dai suoi carcerieri d'infelicità.

La sua ultimogenita tra le braccia di sua moglie, tremante e piangente: gli occhi celesti della bambina avevano perso lo scintillio con cui lo ammalia ogni volta che gli si rivolgeva ridente.
I capelli ramati ricadevano flosci e spenti.
Il sole aveva perso il suo calore, la giornata di fine estate era sprofondata, mentre i passi di ragazzini insolenti e insignificanti fuggivano senza sapere quello che avevano fatto.

*
 




Condannato a riviverlo in eterno, dietro a sbarre di altra pasta che inutile metallo.
 

§§§§

AS'space

Ecco, non so come mi sia uscita questa storia, ma ultimamente sto ripensando a HP, e in particolare ai Silente.
ora torno a scappo a studiare, ché è il caso, dato che giovedì ho un esame.
Baciiiii

  
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