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Autore: StrychnineTwitch    29/11/2011    7 recensioni
" Ehi, posso sapere che si nasconde sotto questi geroglifici?" Alzò lo sguardo qualche secondo interrompendo il concentrato lavoro.
"Te lo dirò, ma se te lo chiederanno dovrai dire che c'è scritto BJ (il mio nome)." Rispose improvvisamente confidenziale Armstrong.
"Certo, segreto professionale." Sorrise scherzoso il tatuatore.
"C'è scritto..."
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LadyPUNK: Solo un paio di cosette poi vi lascio alla storia :3 Parto con un mio grande dubbio: Il beta reader avrà corretto la mia storia (?) No perché io ho ricevuto solo una correzione su una frase ma niente su ortografia e grammatica. D: Resto col dubbio UwU Intanto mi scuso preventivamente di eventali errori che potreste riscontrare nel corso della lettura. Se trovate qualcosa di sbagliato fatemelo sapere D: (La recensione potete lasciarla comunque che non vi fate male ._. ) Passando ad altro. Hai visto Y_KnowGirl? Ho pubblicato questa dannatissima storia UwU. Spero tu sia soddisfatta cara. Dulcis in fundo (si poi prometto che la pianto di rompere) dedicherò questa storia alla tizia che non mi crede quando le dico che Android è bella UwU. Ladies and Gentleman Miss. Amy Jay Ramone. UwU Bene cara UwU (tanti UwU) goditi la storia per la quarantesima volta.


He's a rebel


"Con tutto quello che ti permetto di fare, perché devi sempre contrastare ciò che ti dico?"
La voce di Ollie riempì un'altra volta l'ampia stanza rimbombando sulle pareti.
"Mamma! Cazzo! Non mi pare di averti fatto nulla di male. Non voglio fare nulla a te! Questo è il mio corpo e posso farci quello che voglio!"
"Billie, smettila, non ti farai nessun tatuaggio! Se ti dico no... è NO! E tu devi rispettare la mia decisione! Perché IO sono tua madre! "
"Ma io voglio quel tatuaggio!" la sua voce in quel momento era simile al ringhio di un cane infuriato.
"NO! E la discussione finisce qua."
Per il resto del pomeriggio il silenzio aveva regnato sulla casa della famiglia Armstrong. Succedeva sempre così.
Dei sette fratelli Billie Joe era l'unico che litigava con la madre. E quando ciò accadeva, il resto della casa rimaneva ammutolita ad osservare la scena, se proprio obbligata, per esempio all'ora di pranzo, sperando di finire al più presto e potersi ritirare nei propri impegni.
 
"Mamma, lo sai che è fatto così, anche se cerchi di impedirglielo, a lui non interessa." Ollie sospirò alle parole della figlia maggiore. "Troverà i soldi in qualche modo e un giorno tornerà a casa trionfante con il suo maledetto tatuaggio."
"Sì... Lo so, ma io sono vostra madre, devo imporgli la mia autorità. Io non capisco perché lui sia così. Voi siete sempre stati tranquilli. I figli che desideravo... E non potevo immaginare che con lui sarebbe andata diversamente... " Prese un lungo respiro prima di continuare. "è strano. Cioè ha solo sedici anni e già si è tinto i capelli diverse volte... Per di più non di colori molto normali, insomma nessuno va in giro con una chioma verde e rosa in testa. Ma gliel'ho comunque permesso. Ha voluto forarsi le orecchie. E gliel'ho permesso. L'unica cosa che gli chiedo è di non rovinarsi la pelle con inutili tatuaggi e lui è già pronto a farsene uno. Solo per farmi un dispiacere. Io non lo capisco."
"Mamma.. Billie è un ragazzo ribelle. Ecco tutto. è così da quando papà se n'è andato. E..." Rifletté un attimo su come concludere la frase. "Questi sei anni sono stati difficili per lui."
Il respiro della donna si fece sempre più affannoso, scandito dai ricordi del marito che riaffioravano insieme alle lacrime che le riempivano gli occhi.
Anna trovò giusto non andare oltre così rimase in silenzio.
La conversazione morì, così come era nata... E di quelle parole non rimasero che sottili tracce, lacrime gelate che si posarono sul maglione della madre rendendo nero il grigio scuro della lana.
 
"Billie, lo sai che è fatta così. Da quando è..." Dall'ultima volta che l'aveva visto piangere, Mike cercava di evitare l' "Argomento Andy". "Da quando siete solo sette in famiglia, tua madre..." Non trovava le parole giuste. "Be' vedi lei si è persa questi cinque anni della vostra vita, è stato come se il tempo si fermasse... è stato difficile per lei... E ora  che sta un po' meglio cerca di curarvi come meglio sa fare, vi tiene tutti sotto la sua ala protettrice come se foste bambini... Soprattutto il più piccolo, cioè tu, Billie." Si girò per guardare l'amico. Aveva sbagliato a sfiorare l'argomento proibito e ora, come ogni volta, il ragazzo moro aveva lo sguardo perso nel nulla, rivolto all'infinito. Il verde dell'iride era languido e sciolto, reso opaco dalla leggera velatura che lo copriva. Lo vide come un bambino. Come quando, dopo una settimana di assenza, sei anni prima era tornato a scuola. Era distratto. Non ascoltava più le lezioni e Mike, essendo il suo vicino di banco, se ne accorgeva facilmente e si perdeva tra le infinità di piccoli teschi che decoravano le pagine di libri e quaderni di Billie.
"Ehi, Armstrong! Mi stai ascoltando?"
"Cosa? Eh. Si si... La sua ala protettrice certo... " Farfugliò l'amico riprendendo tutt'un tratto vita
"Billie credo che tu debba aspettare e non farti subito il tatuaggio." Disse saggiamente il ragazzo mentre sollevava le braccia per stiracchiarsi.
Una scritta nera fece capolino dalla maglietta. Michael non pensava proprio tutto quello che aveva detto. Era semplicemente geloso del suo tatuaggio e non voleva che anche Billie ne avesse uno. Si sentiva come 'copiato'.
"Oh Mike che palle! Io voglio, pretendo, esigo avere quella macchia d'inchiostro addosso. Non voglio aspettare ancora cinque anni per raggiungere i ventun anni! Morirei!" Detto questo si accasciò sul pavimento sputando la lingua e simulando un'improvvisa morte.
Mike scoppiò a ridere. "Eddai Bì. E sentiamo. Cosa dovrebbe raffigurare questo famoso tatuaggio?"
"Nulla! Non lo so ancora. O meglio lo so ma non voglio che tu lo sappia." In realtà sapeva bene cosa si sarebbe fatto tatuare. Il suo progetto prevedeva dei caratteri cinesi. Se qualcuno gli avesse chiesto, lui avrebbe risposto che c'era scritto BJ, nascondendo a tutti l'arcano che si nascondeva dietro quel tatuaggio.
"Armstrong! Cosa mi stai nascondendo?" Mike parlò in un tono autoritario che fece sghignazzare Billie.
"Io nasconderti qualcosa? Non lo farei mai!" disse e sfoggiando la sua espressione più angelica si disegnò una metaforica aureola sopra la testa.
"Ok nano! Come vuoi! Ma tanto scoprirò i tuoi segreti!"
I due amici scoppiarono a ridere fragorosamente.
 
Ne era sicuro.
Voleva farlo d'altra parte anche Mike ne aveva uno.
Poteva farlo, aveva raccolto i soldi necessari per 3 settimane spacciando marijuana a 2$ e facendosi affibbiare il nomignolo di "2$ Bill". Non avrebbe fatto male e se ne avrebbe fatto avrebbe sopportato solo per il risultato finale. Quel tatuaggio era diventata la cosa più importante per lui. Non poteva rimandare.
Doveva farlo.
Dopo poche ore sarebbe uscito da scuola e avrebbe raggiunto quel meraviglioso negozio che molte volte lo aveva attratto a sé. Una mezzora dopo ne sarebbe uscito con il suo tanto atteso tatuaggio. Eppure c'era qualcosa che lo bloccava. Era,  per la prima volta nelle sue decisioni, un po' timoroso. E se quella fosse stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso? Aveva paura di aver ragione. La sopportazione di sua madre avrebbe raggiunto il limite e lui si sarebbe ritrovato con il culo per terra, o meglio, col culo sul freddo asfalto della strada.
Ma ormai aveva deciso.
Nonostante la sua totale inibizione aveva deciso di mascherare quella scritta in due modi. Uno per nasconderla da sua madre e l'altro per nasconderne il significato. Non avrebbe mai rivelato a nessuno le parole 'incise' sulla sua caviglia.
 
Un malefico ghigno gli si dipinse sul volto ripensando ai suoi malvagi progetti.
"Signor Armstrong! Vuole per cortesia degnare me e il buon vecchio Pitagora di un po' d'attenzione?" Il professore di aritmetica lo ammonì severo riportandolo alla realtà.
"In realtà no." Disse pacato il ragazzo "Ma se proprio devo mi sorbirò silenziosamente tutta questa merda."
Un'espressione rassegnata si dipinse sul volto di Mr. Lock. Quel ragazzo era ormai irrecuperabile.
 
Il negozio era a pochi passi da lui. Entro non troppi minuti avrebbe avuto il suo tanto sudato tatuaggio.
Entrò nell'edificio. Poster di vari gruppi musicali rivestivano le pareti. Una perfetta musica Punk inebriava l'ambiente. Billie si sentì a casa.
Tastò la tasca posteriore dei jeans per trovare il portafoglio e ne estrasse 70 $.
Li porse al "cassiere" e ordinò (letteralmente) un tatuaggio come se stesse ordinando un hot dog ad una bancarella.
Qualche minuto dopo era disteso su un lettino con la caviglia pulita, rasata e disinfettata.
"Allora..." Cominciò il grosso uomo davanti a lui. "è il tuo primo tatuaggio giusto ragazzo?"
"Sì." Rispose Billie leggermente seccato dal suo tono di voce. Gli passò un foglio dove lui stesso aveva accuratamente disegnato dei caratteri orientali. "邁克爾"
"Perfetto" Sentenziò il tatuatore afferrando lo strumento con il quale avrebbe segnato la caviglia del ragazzo. "Cominciamo."
Sentì l'ago perforare la sua pelle ed ebbe un fremito. Pizzicava un po' ma non faceva male.
Nel bel mezzo della sua opera l'uomo chiese: " Ehi, posso sapere che si nasconde sotto questi geroglifici?" Alzò lo sguardo qualche secondo interrompendo il concentrato lavoro.
"Te lo dirò, ma se te lo chiederanno dovrai dire che c'è scritto BJ (il mio nome)." Rispose improvvisamente confidenziale Armstrong.
"Certo, segreto professionale." Sorrise scherzoso il tatuatore.
"C'è scritto Mike."

 

LadyPUNK

   
 
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