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Autore: 1rebeccam    30/11/2011    3 recensioni
Si sveglia di soprassalto completamente sudato e con il respiro affannato, si controlla le mani, atterrito che possano essere realmente sporche di sangue, deglutisce. Si guarda attorno e si ritrova nel silenzio e nel tepore accogliente della sua camera da letto.
La cicatrice che ha al centro del torace, proprio sotto l’incavatura delle costole, è poco più di 4 cm, ma a lui sembra una voragine.
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Semir & Ben: Due mattacchioni amici per la pelle!'
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Salve, sono tornata. Sembra una minaccia vero? Beh, credetemi non è così :)
E' solo un nuovo capitolo della serie "Ben & Semir. Due mattacchioni, amici per la pelle.
Questa storia è il continuo di "Un cuore Pulito".
Spero vi piaccia!



 

P A U R A
*
L'incubo
*
1 Capitolo

  


 
 
“Facciamo piano, ci sei? Ok…ora coprimi, io vado avanti.”
Va verso i rapinatori, ma da dietro ne sbuca uno all’improvviso, gli spara proprio al centro della schiena e scappa via. Solo allora riesce ad avvicinarsi al collega. Si china su di lui con gli occhi sbarrati e le mani tremanti, è sporco di sangue. 
“Ma che ti è preso? Perché non hai reagito? Perché non mi hai protetto!?” 
Chiede meravigliato prima di smettere di respirare per sempre…


Si sveglia di soprassalto completamente sudato e con il respiro affannato, si controlla le mani, atterrito che possano essere realmente sporche di sangue, deglutisce. Si guarda attorno e si ritrova nel silenzio e nel tepore accogliente della sua camera da letto. Istintivamente volge lo sguardo alla sua sinistra, chiude gli occhi e sospira di sollievo. Grazie al cielo Rebecca è lì…e lui ha avuto solo un incubo…lo stesso orribile incubo che fa quasi ogni notte da quando è stato dimesso dall’ospedale, e come ogni volta ci mette un paio di secondi prima di riprendere fiato. Va in bagno, si lava il viso con l’acqua fresca e si guarda allo specchio. La cicatrice che ha al centro del torace, proprio sotto l’incavatura delle costole, è poco più di 4 cm, ma a lui sembra una voragine. Vede sempre la stessa faccia, ma alla sua si sovrappone subito quella di Semir che gli chiede perché non lo ha protetto…
Fa un altro profondo respiro, torna in camera e si avvicina alla culla. E’ costretto a casa per la convalescenza e passa gran parte del suo tempo libero a godersi e osservare sua figlia. Ogni movimento, ogni suono, ogni pianto, hanno un motivo preciso e lui ha imparato a riconoscerli tutti. Prova calma e serenità, come se vicino a quella creatura così piccola non possa mai più succedergli niente di terribile. Lui e la sua bambina sono nati nella stessa notte. Emma regalava il suo primo respiro alla vita e nello stesso momento, dentro una sala operatoria, lui nasceva per la seconda volta. Quando ci pensa l’emozione gli fa salire un groppo in gola. Anche dopo quell’incubo ricorrente si calma solo guardando Emma, che dorme tranquilla con il pollice in bocca.
Non c’è stato verso di farle prendere il ciuccio. La pediatra che l’ha avuta in cura all’ospedale, continua a ripetere che devono assolutamente farle togliere il vizio del dito in bocca. Ha una boccuccia così carina…le si deforma il palato, se proprio deve succhiare qualcosa abituatela al ciuccio che è fatto apposta per essere anatomico con la sua bocca… Ma ogni volta che provano a darglielo, lei fa un’espressione letteralmente schifata e poi si mette ad urlare…ormai la conosce bene…
Quando mangia non vuole assolutamente essere disturbata, niente rumore, niente carezze, niente bacini, niente coccole. In fin dei conti se mangi devi assaporare in santa pace quello che mandi giù, ma durante il bagnetto le coccole le piacciono… eccome!
Adora essere accarezzata e sbaciucchiata sul pancino e sul al collo e quando è sveglia non vuole stare da sola, non pretende di stare in braccio, né piagnucola. Le basta sapere che c’è qualcuno nella stessa stanza con lei, le basta sentire la voce della sua mamma che le tiene compagnia. Adora ascoltare la musica e il suo papà che le sussurra canzoni all’orecchio. Sta lì ferma senza muovere un muscolo, estasiata e quando lui smette, fa degli strani gorgheggi con la gola come se volesse dire... Che fai papà non continui? Per non parlare del fatto che è adorabile quando sorride mentre dorme… 
Insomma una cosa ha capito di Emma. Ha le idee chiare su ciò che vuole e anche un bel caratterino!
Mentre la guarda e pensa a queste cose la piccola si stiracchia e continuando a dormire ricomincia a ciucciarsi il pollice.
Ben sorride e non può fare a meno di sussurrare al suo piccolo orecchio.
“Ma che ne sa la dottoressasotuttoio, di quanto il tuo ditino sia più buono e confortevole di uno stupido ciuccio! Magari la prossima volta che ci rimprovera, con quella vocina stridula che si ritrova, cerchiamo di spiegarglielo, che ne dici!? Magari cambiamo pediatra…”
Torna ad essere serio. 
Perché fa continuamente quel sogno? Perché mentre il rapinatore punta la pistola alla schiena di Semir, lui rimane paralizzato senza muoversi, ad assistere all’omicidio del suo migliore amico?
Accarezza i capelli di Emma, sono castani come i suoi, ma i riflessi li ha ramati come quelli di Rebecca. Sottili e morbidi come la seta…e perennemente spettinati!
Forse sono solo stanco…nonostante abbia passato le ultime settimane a letto…sono veramente stanco!
Rebecca gli mette una mano sulla spalla, è così assorto che non si è accorto che lei lo ha chiamato e non ricevendo risposta, gli è andata vicino, con la faccia preoccupata. “Non ti senti bene?”
“No è tutto a posto, mi spiace di averti svegliata. Credevo di avere sentito Emma, ma mi sbagliavo. Dorme come un angelo!”
“E tu sei un bugiardo! Lui la guarda come smarrito. Ben, perché non vuoi dirmi che cosa non va? Perché ogni notte ti alzi e rimani qui a guardarla finchè non diventa giorno? Credi davvero che non me ne sia accorta?”
“Insomma niente segreti?”
Rebecca fa segno di no. “Non quando i segreti ti tolgono il sonno. Ben! Qual è il problema? Così mi fai solo stare in ansia?”
Le prende la mano e la trascina verso il letto. Si rimettono sotto le coperte e la stringe forte a sé, istintivamente lei sfiora con le dita la cicatrice ancora visibilmente rossa. Lui chiude gli occhi e fa una smorfia come se provasse dolore. 
“Ti fa ancora male?” Gli chiede spostando immediatamente le dita.
“No…non so come spiegarlo…è solo una sensazione!”
Lei aspetta paziente e in silenzio che continui. Ben chiude gli occhi e racconta in un soffio, sussurrando, come se avesse paura che a voce alta, quello che sta per dire possa diventare vero. 
“Un uomo punta una pistola alle spalle di Semir, io lo vedo ma non faccio niente. Resto fermo e immobile come una statua. Quello spara, solo allora mi avvicino e Semir mi chiede perché non l’ho protetto. Me lo chiede mentre muore… fa una pausa, chiude gli occhi e stringe le mascelle…E’ orribile! Sembra così reale che mi manca il respiro. Anche quando mi sveglio, riprendo aria solo dopo qualche minuto…”
“Quello che ti è successo non è stato un gioco. Hai rischiato di morire, hai lottato con tutte le tue forze per continuare a vivere. Dopo esserti svegliato dal coma è stata dura. La riabilitazione, la terapia, sei stato così impegnato a combattere e a non arrenderti che non hai avuto il tempo di metabolizzare quello che è realmente successo. Hai passato due mesi e mezzo in ospedale, sei tornato a casa solo da una decina di giorni e ora che stai per riprendere una vita più normale possibile, cominci a incassare il colpo.”
“Cavolo! Risponde Ben, sono passati tre mesi? Quella notte è successo tutto così in fretta e poi invece…tutto a rallentatore.”
“Ben, tu hai subito un trauma. Noi due abbiamo subito un trauma…e per quanto possiamo pensare che sia tutto finito, non è vero. Credo sia normale avere incubi su ciò che è accaduto…avere paura!”
“Ma io non ho paura per me! Io ho il terrore di non riuscire più a fare il mio lavoro, se davvero restassi paralizzato durante un’azione? Io devo proteggere il mio partner. Semir deve potersi fidare di me!”
“Ma lui si fida di te e questo è un dato di fatto!”
“Appunto…e io invece non lo proteggo!”
“E’ solo un incubo Ben. Ribadisce Rebecca, tu non lasceresti mai che gli capitasse qualcosa!”
“Si…prima di quella notte era così…ora non lo so più!”
“Hai solo bisogno di fare chiarezza in te stesso, di recuperare il tempo perso. Quando tornerai al lavoro sarà perché sei pronto ad agire.”
“Se… tornerò al lavoro!”
“Ci tornerai, io ne sono sicura!” risponde lei posandogli un bacio sul mento.
“Allora hai più fiducia tu in me, che io in me stesso!”
“E’ questo il punto! Non hai motivo di non fidarti di te stesso. Tu sei un poliziotto e questo non può cambiare. Forse ti farebbe bene parlarne con qualcuno!”
“Ne sto parlando con te…”
“…Con uno specialista!”
“Uno strizzacervelli vuoi dire!?”
“Io intendevo più uno psicologo!” risponde lei sorridendo.
“Ho già parlato con lo psicologo dell’ospedale, ma lui non mi conosce, non può consigliarmi senza sapere chi sono esattamente. Tu sei il mio psicologo, tu mi conosci. Basta che mi guardi negli occhi e mi leggi dentro come un libro aperto, mi fai il riassunto e mi spieghi perfino quello che non riesco a capire di me stesso!” le dice sorridendo.
“Accidenti…sono proprio brava!” Risponde lei soddisfatta.
Dalla culla arrivano dei gorgoglii…
“Tua figlia è un orologio di precisione. Quattro ore esatte, sembra un gattino. Invece di piangere miagola e poi è una mangiona, mi ricorda qualcuno.”
Mentre dice così lui sorride e la bacia sulla fronte. 
“Mia figlia ehhh!? Vado io! Si sporge sulla culla con uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Ciao Pasticcino…è già ora della pappa? La piccola comincia a dimenarsi nel lettino. Però! TUA FIGLIA è una furbetta, ha solo tre mesi, ma ha già capito che con le moine può ottenere tutto quello che vuole, sa che la prenderò in braccio ed è impaziente…esssssiiiii…sei proprio come tutte le donne! Povero me, forse aveva ragione Semir…era meglio un maschietto!”
La da in braccio alla mamma. “Ecco Pasticcino la pappa è pronta!” e ride…
“Sai una cosa? Risponde Rebecca, fingendo il broncio, comincio a sentirmi come uno scalda vivande! A proposito non vorrai continuare a chiamarla Pasticcino?!”
“Perché no? Guardala. E’ tutta crema e panna…profuma perfino di pasticcino!”
Emma ciuccia dal seno della sua mamma e lui si sente salire le lacrime agli occhi.
“Sto diventando stupido, mi commuovo per ogni cosa!”
“Non trovo sia stupido se ti commuovi mentre guardi la tua bambina, succede anche a me!”
“No… se guardo lei, ma commuovermi davanti a due fette di pane imburrato per colazione… si!”
Rebecca ride di cuore. “Fino a un paio di giorni fa hai ingurgitato solo roba gelatinosa, è naturale che sei stato felice di mordere delle fette imburrate!”
“Non ero felice, insiste Ben, ero commosso…è diverso! Insomma non posso piangere davanti a due fette di pane burro e marmellata!”
“Io ti trovo adorabile! Ma io non conto…sono di parte!”
Ben si avvicina e la bacia. “Lo sai che ti amo?”
“L’ho sentito dire!” 
Si mettono a ridere, mentre Emma reclama il suo diritto alla privacy come volesse dire, un po’ di silenzio per favore, se non ve ne foste accorti io sto mangiando!
“Va bene Pasticcino non ti arrabbiare! Le dice Ben e abbassando di più il tono di voce continua. Quando mi sono svegliato dal coma, ricordavo perfettamente cosa mi era successo, ma non riuscivo a mettere a fuoco tutto quello che avevo vissuto nelle ore e nei giorni precedenti. Insomma esco di casa e tu hai il pancione e quando mi sveglio, Emma è tra le mie braccia. Mi sono perso delle cose, cose che mi mancano, ma che sono successe comunque. All’inizio non ci ho fatto caso, ma ora diventa pesante. Faccio dei sogni che effettivamente non sono sogni, ma pezzi di vita che ho già vissuto. Hai ragione tu, sto cercando di assestare il colpo, di rimettere insieme i tasselli di un puzzle che è stato buttato a terra e che ovviamente si è rotto!”

Qualche ora dopo Ben si sveglia al vibro del suo cellulare, strizza gli occhi e si accorge che si sono addormentati con Emma nel letto insieme a loro. Ancora assonnato guarda il display. 
“Ehi socio come mai a quest’ora? Ti manco davvero tanto?”
“Mi spiace disturbarti così presto, ma mi ha chiamato la Kruger. Vuole vederci stamattina prima possibile. Vuole sapere se te la senti di andare in ufficio, oppure preferisci che veniamo a casa da te. Dice che è importante!”
Ben risponde un po’ preoccupato. “Ma che è successo? Per fare una richiesta del genere deve essere qualcosa di grave!”
“Davvero non lo so Ben, gli risponde l’amico, non me lo ha detto. Che facciamo veniamo da te?”
“No Semir, se mi dai mezz’ora puoi passare a prendermi. Preferisco uscire, non voglio nessuno qui a casa!”
“Te la senti davvero?”
“Guarda che ormai sono guarito! Non posso correre e affannarmi e non posso ancora alzare perfettamente la spalla sinistra, ma per il resto sto bene. Ti aspetto!”
Riattacca e rimane pensieroso per la strana convocazione del suo capo.
Rebecca ha sentito la telefonata e ha notato l’aria preoccupata del marito. “Cosa c’è, perché devi andare in ufficio?”
“Non lo so, ma pare sia importante.”
Si alza e mette Emma nel suo lettino poi si avvicina a Ben. “Che può essere successo?”
“Non lo so, davvero e nemmeno Semir…beh aspettiamo di sapere di cosa si tratta prima di strapparci i capelli!” 

Carcere di Colonia, sala visite. L’avvocato Zorth si rivolge al suo assistito.
“La procura ha ricevuto la nostra ingiunzione stamattina e saranno già in fermento, anche se non vedo come questa cosa possa aiutarci per la sua difesa!
“Lei è un uomo di poca fede avvocato, in un modo o nell’altro ci sarà utile.”
“Che significa in un modo o nell’altro? Può esserci utile solo se si rifiuterà di testimoniare o se riuscirò a farlo crollare in aula.”
“Lei non è solo un uomo di poca fede, ma anche un uomo molto, molto, ma molto ingenuo!” 
Il ghigno e la risata diabolica che ne segue fa accapponare la pelle all’avvocato.
“Che ha in mente? Non vorrei che facesse qualche sciocchezza!”
“Le preoccupazioni le lasci a me avvocato, lei si occupi solo della mia difesa!”


Continua...


Angolo di Rebecca:

Allora, che ne pensate di Ben papà?
...E della piccola Emma?
Vi aspetto :)


 

  
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