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Autore: Shileny Kimiko    30/11/2011    1 recensioni
Our Meeting- Ma che potevo farci, era un maschio!
Our Disputes- Forse, dopotutto, la nostra amicizia poteva durare.
Our Fight- Un incontro che, in fin dei conti, non mi ha lasciata con l’amaro in bocca.
Our Love- E, a quel punto, il dado era tratto. Il nostro amore avrebbe superato qualsiasi cosa.
Il nostro incontro, i nostri litigi, la nostra battaglia, il nostro amore.
La nostra vita.
{Accenni Dragonshipping}
Dedicated to Akemi_Kaires
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
- Questa storia fa parte della serie 'One love, more loves '
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{Accenni Dragonshipping}
[POV Sandra]
Dedicated to Akemi_Kaires

 

Our Life 

Our Meeting
Seduto a cavalcioni sul più grande Domadraghi di quei tempi, un bambino mangiava avidamente un gelato.
Nonno mi aveva parlato di una grande sorpresa, e io mi ero immediatamente immaginata cose come vestiti o il mio primo Pokèmon Drago, anche se ero piccola.
Ma non quel genere di sorpresa.
“Sandra, presentati.”
Io ero ancora un po’ dubbiosa sul dafarsi.
Insomma, un bambino della mia età era arrivato a casa senza il mio permesso e stava addirittura a cavalcioni sulle gambe di mio nonno?
La cosa mi dava fastidio.
Continuai a scrutarlo, per tentare di capire com’era fatto, e lui mi sorrideva, come un cucciolo di Dratini appena nato, con il suo “musetto” sporco di cioccolato e panna tutt’intorno.
Non riuscivo a pensare alla tale bruttezza di quell’esserino lurido e maleducato, secondo il mio metro di giudizio.
“Avanti Sandra! Non essere così cocciuta”
Niente da fare. Nonno era buono, ma era anche molto autoritario.
Feci una smorfia di disgusto e, vedendola, il bambino mise il muso.
Ecco una cosa che non sopportavo. Quando gli altri stavano troppo in pena per me.
Sembravo una dura, ma dentro di me giaceva un cuore tenero.
Così, anche se mi bruciava dentro, storsi la testa e gli tesi la mano.
“Io sono Sandra”
Niente di più. Era già tanto che tendevo la mano ad un estraneo.
Lui invece scese velocemente dalle gambe del nonno- facendo diminuire la mia rabbia nei suoi confronti- e mi strinse la mano energicamente.
“Piacere, io sono Lance!”
Urlò, facendomi esplodere i timpani.
Ma che potevo farci, era un maschio!

Our Disputes
“Ho detto di no!”
Ero chiusa nella mia cameretta. Mio nonno tentava di smuovermi dalle mie convinzioni, urlandomi fuori dalla porta. Ma ormai era una certezza: non avrei mai fatto pace con Lance.
Era il mio compleanno e lui che faceva? Non veniva alla mia festa.
Dopo tanti anni di amicizia, ha fatto sfumare tutto quanto.
Il mio decimo compleanno, finalmente avrei ricevuto il mio Pokèmon. E lui non si era degnato di presentarsi.
Il classico “Già visto, già fatto”, solo perché lui era un anno più grande di me. La cosa non mi stava affatto bene.
In mezzo a tutte queste riflessioni, nonno era entrato.
“Adesso Sandra, scendi di sotto. È il momento dei regali.”
“Non li voglio”
“Ma Sandra, tante persone ti avranno regalato tanti oggetti utili ad un Domadraghi. Non era il tuo sogno?”
Ero seriamente combattuta. Ma il mio orgoglio fece capolino nel mio cervello, dicendo che se non mi godevo la festa, era come se gliela davo vinta. Al mio ex-migliore amico. Ed era una cosa che non potevo sopportare.
Così scesi le scale, con il broncio, mentre tutti gli abitanti di Ebanopoli mi applaudivano.
Ma che si applaudivano? Ero solo la nipote del loro Capopalestra.
Non potevano capire quello che provavo.
Mi sedetti su una sedia e iniziai a scartare i miei regali.
Poi arrivò l’ultimo.
“Sandra, questo è un regalo di Lance”
Lance… Ma allora non se ne era dimenticato!
Aprii quel regalo emozionata, vi trovai dentro una Pokèball ed un biglietto.
“Ehi Sandra!
Mi dispiace davvero tanto di non essere potuto venire alla tua festa. Ma ho deciso di fare un viaggio con i miei Pokèmon, per diventare il Campione. Intanto allenati, perché quando arriverò alla mia ottava medaglia vorrei lottare contro di te. Ecco perché ho pregato tuo nonno di lasciarmi andare a catturare il tuo primo Pokèmon. Sono sicuro che ti piacerà, amica mia.
Ci vediamo presto
Lance”
Richiusi la busta ma, anziché buttarla tra la pila di regali, me la misi in tasca.
E sorrisi, ammirando la Pokèball.
Forse, dopotutto, la nostra amicizia poteva ancora durare.

Our Fight
“Dragonite usa Tuono!”
“Kingdra, Bora!”
I due attacchi erano pari.
Ma tu non ti vuoi mai arrendere eh?
Mi avevi promesso una battaglia.
E io mi ero allenata tanto con i miei Pokèmon, pur di raggiungere il tuo livello.
“Noto che il piccolo Horsea che ti avevo catturato è migliorato parecchio”
Lo so, stai tentando di spezzare quella sottile concentrazione che ero riuscita ad accumulare.
“Si, e vedo che anche il tuo Dratini si è dato da fare”
Provo a stare al tuo gioco. Devo riuscire a capire quello che pensi, quello che provi.
Sono passati sette lunghi anni, e quella bambina non c’è più. E devo provartelo.
Mi risvegli da i miei pensieri, ordinando al tuo Pokèmon un attacco Dragofuria.
“Credevi di farmi fuori? Ma non sai che io sono più forte di quello che credi”
“Non credere di essere l’unica… Dragonite, Dragobolide”
Questa mossa non la doveva chiamare.
No.
Perché io, nonostante gli anni passati ad allenarmi con i Pokèmon Drago, non ce l’ho fatta. Non sono riuscita a padroneggiare quell’attacco.
Vedevo la fine, il mio Kingdra si sdraiava a terra, non riusciva a reggere quell’attacco.
La fine.
O forse… no…
Kingdra si stava illuminando di una luce arancione.
Magari… c’era una possibilità…
“Kingdra… usa Dragobolide!”
“Ma se quella mossa non la conosce”
“Non lo ascoltare! Tu fallo e basta!”
Kingdra riuscì nell’impresa. Ma in teoria.
Era vero, era riuscito ad usare il Dragobolide, ma Dragonite li aveva schivati tutti.
“Dragonite, Dragofuria!”
Era quella, la fine.
Un potente attacco colpì il Pokèmon blu, lasciandolo a terra privo di forze.
“Kingdra non è più in grado di combattere, vince Dragonite e la vittoria finale nella palestra di Ebanopoli è di Lance”
L’arbitro decretò la fine dell’incontro.
Un incontro che, in fin dei conti, non mi ha lasciata con l’amaro in bocca.

Our Love
“Quali programmi hai?”
“Bah, io penso che andrò a quel Festival. In fondo, sono il Campione, devo essere presente nel caso succeda qualcosa.”
“Ma che vuoi che succeda, nel paesino sul pizzo di montagna? Non stai mai con me!”
“Che ne so, l’attacco del Team Rocket? Una valanga? Un Dragobolide eseguito male?”
“Ti prego Lance, non infierire”
“C’era giusto bisogno di una lotta contro di me per farlo imparare a Kingdra”
Questo era troppo. Lance era il caro e responsabile Campione, ma quando ci si metteva, diventava un vero e proprio bambino. Come quello di quindici anni prima, più o meno. E anche io, riflettendoci, ho conservato qualche lato infantile. Come quella maledettissima permalosità, che esce fuori soprattutto in sua presenza.
Ma non mi devo preoccupare, tutti sono un po’ bambini. Chi più e chi meno.
Ma quella frase… io la consideravo un vero e proprio oltraggio.
Entro in casa, sbattendomi la porta dietro, salgo le scale, mi chiudo in camera.
Dovevo consolarmi. Era dura ammetterlo, soprattutto a me stessa, ma mi ero innamorata. Di Lance, quel bambinone.
Mi affacciai alla finestra. Stava parlando con una ragazza. Alta, capelli rossi come i suoi. No, i suoi erano più belli.
Poi, quel bacio. Anche se era sulla guancia, come quelli che dava a me, era come una pugnalata alla schiena.
Perché lui può baciare solo me.
A quel punto chiudo la finestra. Avevo visto abbastanza.
Mi buttai sul letto, abbracciando quel piccolo Bagon che avevo catturato da poco, e che ancora dormiva. Aspiravo ad avere un fortissimo Salamence.
Chiusi gli occhi, cercando di dimenticare.
Toc. Toc.
La mia finestra. Qualcuno stava lanciando sassi alla mia finestra. Un modo poco romantico, ma qualcuno mi stava pur sempre cercando. La aprii, ma, con la classica fortuna che mi ritrovavo, l’ultimo sasso piombò sulla mia testa.
“Chi è quel futuro defunto che ha osato lanciarmi un sass…”
Alzai gli occhi e vidi uno spettacolo meraviglioso.
Due draghi che danzavano nel cielo, agitando uno striscione.
“Sandra ti amo, tuo Lance”
Non riuscivo a capire se mi prendeva in giro. Quel bacetto sulla guancia aveva lacerato la mia autostima. Guardai sotto, e osservai meglio la donna.
Poi risi. Non dovevo preoccuparmi. Era la sorella di Lance. Domadraghi anche lei.
E, a quel punto, il dado era tratto. Il nostro amore avrebbe superato qualsiasi cosa.

 

 

Our Meeting: Qui i protagonisti hanno più o meno cinque anni. L’età in cui serve sempre un adulto. Sandra è diffidente, con un sacco di pregiudizi in mente. Lance, invece, come tutti i bambini, urla sempre, adora i gelati e sorride con chiunque gli viene messo davanti. La loro età è quella in cui le femmine stanno con le femmine e i maschi con i maschi, ecco il motivo in parte del disinteresse di Sandra.
Our Disputes: Dieci anni lei, undici lui. L’età in cui si iniziano a fare i primi passi da soli. L’età in cui iniziano le prime litigate tra amici, anche se poi sono il miglior modo per rafforzare quel sentimento speciale che era nato tra i due. Ed il motivo della piccola rivalità tra Sandra e Lance, anche se poi diventa Amore.
Our Fight: Forse si è già capito, ma è bene ripeterlo. Sandra e Lance hanno più o meno diciassette anni. Come promesso, Lance tornò indietro ad Ebanopoli. E lì trovò Sandra. E qui, scocca la scintilla.
Our Love: Sandra e Lance qui avevano all’incirca vent’anni. Vi aspettavate la dichiarazione eh? Invece no. Insomma, si, c’è stata, ma non di quelle “Rose e fiori”. Na, meglio una “dichiarazione sofferta”. Come quella di Lance, che riuscì ad architettare tutto nonostante le imprecazioni della ragazza. Come quella di Sandra, che pur di vedere cosa aveva preparato il suo amato, si è beccata un sasso in testa. E… tanto per precisare… Non credo che esista la sorella di Lance… si, non esiste. Ma io ce l’ho messa, ù.ù

E con ciò ho finito le “precisazioni”. Devo ammettere che questa coppia mi ha sempre affascinato. E poi… Adoro con tutta me stessa i Pokèmon Drago. Quindi, perché non dedicare la storiella a due Domadraghi? Anzi… a tre Domadraghi.
Si, Akemi_Kaires. Parlo di te. Le tue One-shot mi hanno fatto innamorare ancora di più della Sandra/Lance. Ed è per questo che, come ho detto “questa storia la faccio sulla Dragon”, ti ho immediatamente pensata.
Grazie, per tutte le storie che hai scritto, Dragon o non, sei meravigliosa. E ti ripeterò fino allo spasmo che scrivi benissimo e che devi solo essere fiera di te stessa. Anzi, so che questa piccola storiella al confronto delle tue è un po' tanto orrenda. Ma sappi che io ci ho messo il cuore, anche se ho ancora molto da imparare.
Bacioni

Kimie
( Ex Dark Empiress)

   
 
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