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Autore: 48crash    30/11/2011    3 recensioni
E venne l'ispirazione, durante una lezione di una materia che non ricordo più cosa fosse e che ovviamente non stavo seguendo. E mi ha portato a scrivere di questa coppia di innamorati nei sobborghi di Londra, invischiati nel mondo dell'eroina fino ad un punto di non ritorno.
Gli tirò giù la manica lentamente guardandolo negli occhi sorridendo. Semplicemente adorandolo.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Come Sid e Nancy.

 

Il ragazzo posò la siringa sul tavolino accanto a sé e sciolse il nodo del laccio emostatico, finalmente sballato e vagamente felice. Si concesse qualche minuto senza tirare giù la manica della camicia, completamente stravaccato sullo schienale del divano distrutto, prima che lei arrivasse. Ultimamente, gli sembrava che solo i minuti che intercorrevano dal momento in cui si arrotolava la manica della maglietta del braccio sinistro fin sopra il gomito a quello in cui, con l'eroina in circolo, la ritirava giù gli appartenessero veramente.

Lei entrò solo qualche minuto dopo nel seminterrato dove vivevano, con un sacchetto della spesa in mano. Lo posò sul bancone ma non tolse nulla. Era troppo stanca per farlo, già era bello che qualcuno si fosse ricordato di comprare ciò che mancava in quella casa. Nessuno faceva la spesa da una settimana, ma certe volte passava anche più tempo: erano sempre troppo stanchi e fatti anche solo per rendersi conto del fatto che in casa non ci fosse niente da mangiare.

<< Ciao Jim >>scandì con la sua voce roca e flemmatica mentre lo raggiungeva sul divano. Gli tirò giù la manica lentamente guardandolo negli occhi sorridendo. Semplicemente adorandolo.

<< Ciao Alice >>sussurrò lui con gli occhi persi in quelli color lavanda di lei.

Quando l'aveva conosciuta, aveva notato in lei solo quegli occhi, o almeno erano l'unica cosa che ricordava adesso del loro incontro, e che avrebbe ricordato per sempre, anche se un giorno tutto gli fosse crollato addosso. Forse, anzi sicuramente, all'epoca era stato troppo fatto per poter ricordare altro, o anche solo per sperare di farlo. Però aveva ben chiaro in mente il dettaglio di quei due punti luminosi, due stelle immobili, che lo fissavano.

Lei posò le labbra su quelle umide di lui prendendogli le mani fra le sue. Percorse lentamente il suo braccio esile, sentendo in rilievo sotto la camicia i forellini causati dalle iniezioni di eroina. Quando si erano conosciuti, lui aveva nascosto quei forellini: non sapeva ancora che era lei a gestire lo smercio di droga in quel sobborgo di Londra. Si vergognava del suo passato, del suo presente fallimento come musicista, e della sua tossicodipendenza per dimenticare le prime due cose. Solo quando aveva saputo che anche lei provava le stesse cose aveva capito di poterle confessare tutto.

<< Com'è andata oggi? >>domandò lei col suo marcato accento irlandese.

Sforzandosi di assumere un'espressione quantomeno presente, lui tese le labbra in un sorriso poco convinto. << Non ho trovato lavoro, nemmeno oggi. Però sono certo che andrà meglio. Domani provo con la biblioteca >>.

Lei lo guardò intenerita. Sapeva che non l'avrebbero mai preso, eppure lui continuava a cercare lavoro solo per lei, perché fossero felici.

<< A te com'è andata? >>

<< Sono andata su e giù per Londra tutto il giorno. Han tutti bisogno di eroina >>spiegò lei. Nessuno sapeva come loro due quanto fosse vero.

Si voltò di nuovo verso di lui e si fece passare il cucchiaino, l'accendino e la siringa, cavando la sua dose nascosta in un accendino in una tasca del cappotto. Lui le legò il laccio emostatico attorno al braccio, e lei prese la siringa piena e penetrò lentamente la vena.

Sentì il liquido diffondersi lentamente nel sangue, e pensò che non c'era sensazione migliore al mondo. Non aveva mai provato nulla di simile, se non la presenza di Jim al suo fianco. Ma ormai era troppo tardi per smettere, anche se sapeva che lui provava la stessa cosa. Ogni giorno si rendeva conto del suo degrado sempre peggiore, e temeva di ridursi come i suoi genitori, un alcolista violento e una prostituta tossicodipendente. Ed era fin troppo forte per dar loro la colpa di come si era ridotta. Però almeno lei sapeva di avere Jim, che l'amava più di quanto amasse se stesso.

Si girò a guardarlo, con le pupille ridotte a due spilli e gli occhi cerchiati di viola, stanchi. << Ti amo, Jim >>pronunciò con lentezza strascicando leggermente le parole.

<< Ti amo anch'io, Alice >>rispose lui con gli occhi lucidi stringendole la mano.

<< Qui sta andando tutto a puttane, Jim >>.

Lui non parve sorpreso al sentirglielo dire.

<< Facciamola finita qui, Jim >>.

Nemmeno questo parve sorprenderlo. In fondo, sapeva fin dall'inizio che la spirale nera che li aveva avvolti poteva portarli solo a questo. Stava solo aspettando il momento in cui sarebbe successo.

La guardò di nuovo negli occhi, sognando in un attimo tutti i posti in cui avrebbe voluto portarla e in cui non sarebbero mai stati. La lasciò perdere nei suoi occhi verdi come i pini delle foreste irlandesi dov'era nata, lasciandola immaginare come voleva che fosse la loro fine. Dopo tutto, non poteva chiedere di meglio che andarsene con lei.

Alice si voltò ad afferrare una bottiglia vuota al suo fianco. Prendendola per il collo, la sbatté con forza sul bordo del tavolino fracassandone il corpo. La porse a Jim, e per un attimo la sua mano, fredda come quella di un cadavere, sfiorò quella di lui, calda e rilassata, per l'ultima volta.

<< Metti la parola fine a tutto questo. Uccidimi, Jim >>.








Bon soir!
La mia crisi esistenziale di oggi, l'ascolto prolungato dei Sex Pistols e in particolare di storie su Sid e Nancy e la loro tormentata relazione mi hanno portato a questo.
Grazie per aver letto e grazie in anticipo a chi recensirà. :)
Un bacio,
Lucy :***

 

  
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