Storie originali > Comico
Ricorda la storia  |      
Autore: Flaviuz    30/11/2011    2 recensioni
Ecco uno di quei racconti che dopo aver letto pensi "in questi cinque minuti mi sarei potuto dedicare ad attività più produttive, come ad esempio la conquista del mondo".
Riuscirà un padre desideroso di aiutare suo figlio nell'intento di trovargli una fidanzata?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Spero seriamente che stavolta funzioni. Voi che ne pensate?
Chiedo scusa, non mi sono presentato. Mi chiamo Claudio Cartella, sono sposato da trentasette anni con la stessa donna, ho due figli, vivo in un appartamento di periferia, e da quasi quarant’anni lavoro in un’azienda di trasporti pubblici. Ma non sono qui per annoiarvi con la storia della mia vita, sono qui per annoiarvi con quella di mio figlio.
Non voglio raccontarvi del mio primogenito, Marco. Quello brillante, affermato e di successo.
Si vede che ha preso tutto da suo padre (suppongo sia io).
Voglio parlarvi del più piccino, Antonio. Piccino è come lo chiama mia moglie. Antonio ha trentadue anni suonati, un glorioso passato da nullafacente alle spalle, e un radioso futuro da raccomandato davanti. Non alza il culo dalla sedia neanche per scoreggiare.
È grasso abbastanza da spaventare i passeggeri di treni e pullman all’idea che gli si sieda di fianco, ma per mia moglie è solo tanto tanto in salute. Fuma tre pacchetti di sigarette al giorno, e uno mentre dorme. E non riesce a trovare uno straccio di ragazza.
Mi chiedo come mai.
C’è stata una sola ragazza nella vita di Antonio: Emiliana. Per intenderci, secondo mia moglie, Emiliana era tanto tanto tanto tanto in salute. In pratica scoppiava di salute. Direi che scoppiava un po’ in tutti i sensi. Lei e mio figlio si sono frequentati per pochi mesi diversi anni fa, fin quando lei e la sua famiglia dovettero trasferirsi in Cina.
<Attenta ai balenieri!> le urlai mentre si imbarcava. Lei mi salutò spruzzando dallo sfiatatoio. Era proprio una brava ragazza. Anzi no, era proprio due brave ragazze.
Dopo Emiliana non ho mai più visto mio figlio in compagnia di una ragazza o di qualcosa che vi somigliasse anche solo vagamente.
Per tanti, tanti anni Antonio è rimasto celibe, e io mi sono accorto di quanto ne soffrisse solo pochi giorni fa, quando l’ho sorpreso in camera sua ad “usare” una copia di Playboy. In quell’occasione l’ho sgridato dicendogli che una cosa da non fare, o che almeno è buona norma chiudere la porta a chiave. E comunque se vuole farlo che si compri le sue riviste, e smetta di usare le mie.
Ma ci stiamo allontanando dal discorso principale.
È da molti anni che mio figlio sta cercando una compagna, con scarsi risultati, nonostante abbia provato più e più volte e in tutti i modi. Ma le tradizionali tecniche d’approccio non funzionano per un tipo timido, emotivo e sudato come lui.
Quindi, per trovarsene una ha deciso di adottare tecniche più “elaborate”.
Quando Antonio mi ha chiesto aiuto, esponendomi per la prima volta il suo piano, ammetto che ero scettico e perplesso. Non riuscivo a credere che un’idea del genere potesse effettivamente funzionare.

Una ragazza cammina spensierata sul marciapiede, quando all’improvviso un vaso di fiori apparentemente spuntato dal nulla precipita in direzione della sua testa. È lì che Antonio, con sprezzo del pericolo e noncuranza per la sua incolumità, si lancia in soccorso della povera vittima, spingendola via dalla traiettoria rettilinea del vaso e salvandola dall’imminente pericolo.
È così che la ragazza, dopo essersi accorta del coraggioso gesto che le ha salvato la vita, premia il suo eroe con un abbraccio, un bacio, e magari un’oretta nel suo appartamento.
Da lì il fidanzamento, il matrimonio e due figli, Carlo e Carlotta.


Dopo i quattro tentativi, finiti con altrettanti ricoveri d’urgenza per trauma cranico, Antonio rinunciò a trovare una compagna, e abbracciò l’idea di diventare una sorta di zitella al maschile. Ma io non mi arresi: di certo non avevo intenzione di abbandonare mio figlio alla deriva di una vita misera e solitaria (con tutto il rispetto per le zitelle, ovvio).
Così ho progettato una sorta di piano B. C’è voluto un po’ per convincere Antonio, che mentre esponevo la mia idea, mi guardava con l’espressione di chi sta fissando un televisore di cui si è perso il telecomando, e si è troppo pigri per alzarsi e cambiare canale. Ma dopo aver insistito un po’ l’ho convinto, e oggi proviamo il nuovo piano per la prima volta.
Ce la farà, sono sicuro che mio figlio questa volta ce la farà. È pur sempre sangue del mio sang... eccolo, lupus in fabula.
<Pronto Antonio... sì, sì. Castana, occhi azzurri, in jeans e maglietta rosa. La vedo. Sei pronto? Perfetto... Biglietti, biglietti, biglietti! Signorina, mi da il biglietto?>
Sì, ammetto che è un po’ scorretto come piano B, e me ne accorgo dallo sguardo della ragazza castana occhi azzurri jeans e maglietta rosa, che mi guarda con quegli occhi azzurri talmente chiari che fissandoli attentamente riesco a vedere i suoi due neuroni rimasti senza parole.
La vedo boccheggiare in attesa che il cervello si rimetta in modalità ON.
<Io non… non ho il biglietto qui con me. Voglio dire… ce l’ho, ma ora non lo tengo a portata di mano. L’ho dimenticato, ma ce l’avevo. L’ho comprato… glielo giuro. Forse è negli altri jeans>
Le veniva di essere molto elegante mentre fingeva di cercare un biglietto inesistente. Rumoreggiava nella borsa e balbettava a un ritmo così sostenuto che avrei potuto ballarci sopra la break dance. Era davvero graziosa.
<Signorina se non mi mostra un biglietto marcato sarò costretto a farle una multa, ha con sé almeno i documenti?>
Ecco, ora ha smesso di rumoreggiare con la borsa, e si limita a fissarmi con un paio d’occhi dolci non abbastanza convincenti. È a questo punto, di solito, che le persone sono più vulnerabili. Ormai ha capito di non avere più nessuna possibilità. Game over, baby.
Quanto mi sento giovane.
<Mi scusi, la signorina ce l’ha il biglietto>
Mi viene mostrato il biglietto timbrato. Ci siamo.
<Davvero?>, risponde lei. Fissa il vuoto come se avesse appena visto un piccione andare in scooter.
<Bene, buona giornata. Stia più attenta a quali jeans indossa, signorina>
È il momento di allontanarmi e lasciare castana occhi azzurri jeans e maglietta rosa col suo salvatore, colui che gli ha evitato una multa: Antonio. Non è eroico come salvarti la vita da un vaso caduto da un balcone, ma è comunque un buon modo per rompere il ghiaccio.
In lontananza vedo Antonio parlare con castana occhi azzurri jeans e maglietta rosa, e lei sembra unta di gratitudine.
Questa volta dovrebbe funzionare.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Flaviuz