Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: khyhan    30/11/2011    10 recensioni
Fan Fiction a quattro mani *Nina Malfoy Armstrong* e *Khyhan*
cosa potrebbe succedere se Nina Armstrong ( dio e semidea) incontrasse Ariel Courteney (figlia di Poseidone) in un epica battaglia finale per la conquista di un certo dio che entrambe amano?
di certo verrebbe fuori uno scontro esplosivo
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
e se

Mai fare il doppio gioco con due figlie di Poseidone

 

E se..Nina Armstrong incontrasse Ariel Courteney?  E se quelle due decidessero di contendersi il cuore di un certo fantomatico dio in un incontro finale? Di certo sarebbe un scontro esplosivo..

 

POV Ariel

 

Guardai male la mia cara, piccola sorellina, mentre mi toglievo i guanti.

Nina arrivò insieme all’altra mia sorella Earine, passando per il Campo di addestramento che lo zio Zeus aveva fatto costruire per noi.

Tra sorelle si litiga lo so, a volte ci si ruba i maglioni, ma qui si stava esagerando.  

- vuoi davvero andare avanti? – le chiesi inarcando un sopracciglio.

Mi porse il mento in segno di sfida – sei tu che hai sbagliato! Devi ammettere che hai sbagliato – pestò un piede per terra. Guardai Earine, lei annuiva vigorosamente dando ragione a Nina.

Sbuffai sonoramente – lo sai vero, che sono tua sorella maggiore? – cercai di nuovo l’approccio diplomatico

- e questo ti permette di rubarmi il fidanzato? – mi ringhiò lei in risposta

- tecnicamente non te l’ho rubato. Vivo sull’Olimpo da più tempo di te –

Scossi la testa divertita, era quella la disputa di oggi: il caro, dolce, maniaco dio del Sole: Apollo. Mio insegnate di medicina e così idiota da frequentare due figlie di Poseidone contemporaneamente.

- cos’hai da ridere? – chiese Nina con una vaga traccia di arroganza nella voce

- primo, non mi parli con quel tono. Sono tua sorella maggiore e potrei farti pulire la vasca della casa di Poseidone per un mese intero in qualità di responsabile. Secondo, perché non rinunci ad Apollo e la facciamo finita? – chiesi ancora

- MAI! hai capito? Levato dalla testa! ti avrò anche preso in prestito dei vestiti, ma non ti lascio il mio ragazzo – mi rispose la mia sorellina testarda

Uff, approccio diplomatico fallito. Dovevamo contenderci un certo dio con la forza – bene – le dissi – se non vuoi mollare, prego! Un incontro leale, senza armi.. Chi vince si prende Apollo – proposi

- dov’è la fregatura? – mi chiese Earine appoggiando Nina

- nessuna. Non sono la cattiva sorella maggiore che tanto credete. Non ho voglia di litigare con voi per l’eternità. Perciò chi vince si prende il dio e la faccenda si chiude senza rancori – incrociai le braccia, stanca delle continue discussioni.

Nina e Earine si consultarono un po’ sottovoce, decidendo cosa era più giusto fare.

- chi vince si prende Apollo e l’altra non dice più nulla, ne si intromette più? – mi ripetè Nina squadrandomi

- esatto – le feci un sorriso e le tesi la mano, dovevamo finirla al più presto, per la pace della casa numero Tre.

Lei me la strinse, sorridendo di rimando – ci sto – mi disse.

Sia chiaro, non detestavo Nina, le voglio bene visto che è mia sorella.

Fu proprio per questo che ci infilammo nella più stupida contesa che l’Olimpo abbia mai visto.

 

POV Grover

 

- bene signore e signori, dee e dei. Ben ritrovati alla Efesto Tv.  Siamo collegati oggi in questa fantastica giornata primaverile, per sistemare un piccolo problemino che quel idiota di Apollo ha combinato – dissi a gran voce

- a chi hai dato dell’idiota? – mi dissero tre voci in coro. Guardai in quella direzione, Apollo Nina e Ariel mi guardavano con astio.

Roteai gli occhi, perché gli altri dei non fanno danni come quello là?

Due fanciulle innamorate dello stesso dio e tra l’altro sorelle. Afrodite ci era andata pesante, questa volta.. probabilmente si annoiava.

- tornando al nostro collegamento.. per gentile concessione del Padre degli Dei, oggi, Ariel e Nina, si scontreranno in un incontro leale per il cuore del dio del Sole. Cosa ci trovano poi, non lo so, io con i miei zoccoli caprini lucidi sono più bello. La mia mamma satiro lo diceva sempre – era la pura verità, ero più bello io di Apollo. Se quelle due fanciulle lo avessero capito, avrei passato con loro del tempo  volentieri..uh, no!dovevo cercare Pan e basta! – mi dispiace ragazze, nessuna di voi potrà avermi! Sono un satiro libero, io! – dissi a voce alta alzando indicandomi.

- di cosa stai parlando Grover? – mi chiese Ariel, sbuffando.

Che razza di temperamento che ha ‘sta figlia di Poseidone – dovresti stare un po’ più tranquilla, come tua sorella – dissi – guardala, ha diciassette anni e non ha mai preso una spada in mano – esclamai conciliante

- cosa vorresti dire? Guarda che so combattere! Ariel prestami Tempesta che insegno a Grover cosa vuol dire tirare di spada! – mi urlò addosso Nina

- perché non ti sei portata la tua? – le chiese la sorella maggiore

- perché..hai detto senza armi e..perché l’ho dimenticata a casa – rispose con una vocina piccola piccola imbarazzata.

- e da quando si dimenticano le armi a casa? – Ariel incrociò le braccia guardando Nina dall’alto

- sei una rompiscatole! Te l’ho detto l’ho dimenticata! E poi nessuno è così matto da attaccare l’Olimpo! Quindi a che serve una spada quassù? – rispose Nina inviperita. Si, sono proprio sorelle, come si può litigare per una spada? – molto meglio per delle enchiladas! Non guardo in faccia a nessuno per delle enchiladas! – esclami spiegando il mio punto di vista.

- STAI ZITTO GROVER! – mi risposero in coro. Poi tornarono ad accapigliarsi e a litigare allegramente, dimenticando che eravamo in diretta olimpica.

- sei una testa dura Nina! Ti ho già detto un  sacco di volte che vogliono ucciderci! Hai presente i grifoni? Gli uccelli Stinfali? Un certo titano assetato di potere che vuole vendicarsi? ecco, quelli attaccherebbero l’Olimpo! Come fai a dimenticare la spada? – i loro nasi quasi si sfioravano per come erano vicine, le mani sui fianchi.

- ci pensa Percy a quello! E tu distruggi tutto quello che ti capita a tiro! quindi  non ci sono problemi! Hai un arsenale dentro quel tuo stupidissimo bracciale! Tira fuori quello che vuoi e prestamelo!  Devo uccidere Grover!-

Ariel guardò storto la sorella, poi lentamente estrasse una spada – tieni – le disse – fai quello che devi fare e in fretta – Nina mi puntò la spada contro.

- no, no – belai - sono un bel satiro docile. Voi non farete del male a delle creature miti e mansuete, vero? – chiesi sudando fretto. Ariel e Nina si guardarono, l’ombra di un sorriso aleggiò fra le due, poi Nina abbassò la spada, sbuffando.

- possiamo cambiare presentatore? – chiese ad Apollo

- oh! Che bello, credevo che mi aveste dimenticato! Urge una poesia.. – si chiarì la gole e alzò una mano per chiedere silenzio, chissà perché dalla regia mi comunicarono che gli ascolto scesero all’ 1%.

- ode alle fanciulle,

con cuore sincero,

si battono per l’amore vero! –

- scusi Apollo cosa sarebbe quello? – domandai stupito

- un haiku – mi rispose sorridendo

- qualcosa che in natura non esiste! – intervenne Ariel arrabbiata

- dai Ariel, era bello – le disse il dio sempre sorridendo

- no, era pessimo - convenne Nina.

Almeno su una cosa vanno d’accordo, le poesie di Apollo facevano pietà.

Lui si grattò il mento pensieroso – bah, non importa! Ragazze! Vi mostro il ring! – mise un braccio intorno alle spalle di ciascuna figlia di Poseidone e le vece voltare.

Con una fanfara assurda e delle luci stroboscopiche apparve un bellissimo ring pieno zeppo di..

- gelatina? – chiesero le ragazze in coro basite, guardando la vasca piena di una cosa molliccia e rossa.

- gelatina! – confermò lui – al gusto di ciliegia. Ora andate a mettervi il costume da bagno o vi sporcherete i vestiti – le sospinse via sorridendo

- certo che non ti smentisci. Maniaco sei e maniaco rimani! – Ariel guardò sottecchi il dio, non capivo se era arrabbiata o se stava per scoppiare a ridere, il tic che aveva alla mano poteva dire di tutto.

- non dare del maniaco al mio Apollo! – le rimproverò la sorella

Ariel corrucciò la fronte – ti faccio pulire i bagni per tre mesi, bada a cosa dici, sorella o.. –

- manca ancora una cosa! – interruppi l’interludio a tre, e per tutta risposta mi incenerirono con lo sguardo – il giudice! Il giudice! – mi affrettai a dire, prima di finire o arrosto o zuppo

Apollo si batte il pugno sul palmo – giusto! stavo per dimenticarlo! Mia sorella Artemide ci farà da giudice! – dal nulla apparve una dodicenne con gli occhi argentati. Stava fissando il fratello. Probabilmente cercava il punto migliore dove piantargli una freccia.

- COSA!? Non esiste proprio! Non sarà la verginella a fare il giudice. Sarò io! La dea dell’amore – comparve un'altra divina presenza:Afrodite. È duro fare il cronista in diretta, avvengono un sacco di imprevisti.

- si può sapere cosa sta succedendo? Esco dalla vasca e Anfitrite mi dice che quelle sciocche delle mie figlie litigano per quello stupido di mio nipote Apollo? – con una voce profonda come il mare apparve Poseidone. Sul serio, dovevo cambiare lavoro qui si degenera..

 

POV Percy

 

Vi capita mai di avere delle giornate pessime? Dove i mostri cercano di uccidervi? Le professoresse di matematica diventano degli uccellacci giganti assetati di sangue? Oppure un titano malvagio che vuole vendetta vi riempie la testa di incubi?

Se li conoscete, optate per quelli, piuttosto di scegliere di affrontare le mie sorelle.

Sono tre, tutte con dei caratteri diversissimi. Solo una cosa hanno in comune, sono testarde come dei vecchi satiri.

Nina e Ariel si portavano questo battibecco avanti da qualche mese. Riuscivano a farmi venire il mal di testa, tanto, che qualche volta desiderai affrontare le Benevoli, piuttosto che stare con loro.

Ora se ne stavano lì, una di fronte all’altra a guardarsi in cagnesco con i bikini addosso, solo il ring di gelatina rossa le separava.

Nina aveva un costume blu mare, mentre Ariel aveva scelto il mimetico verde.

Earine parlava fitto fitto con Nina, indicando le ginocchia di nostra sorella maggiore. A volte le sottolineava anche il busto, lì dove si era rotta le costole qualche mese prima.

- ragazze, sentite..- cominciai a fare la mia paternale, era il compito del maschio di casa rimettere in riga le ragazze. Nessuna delle tre mi stette a sentire, anzi mi diedero le spalle, mentre una voce profondissima (che conoscevo) si fece sentire in tutto il ring. Nostro padre Poseidone comparve dalla fontana più vicina in tutta la sua divina potenza.

- ebbene? – ripetè infuriato – voglio delle spiegazioni! Posso sapere perché le mie figlie si accapigliano per un dio che non fa altro che collezionare conquiste? – approvavo ogni singola parola, perché complicarsi la vita per il cuore di un dio? Te la scompigliano già abbastanza dal giorno che vieni alla luce.

- non puoi capire! – disse Nina – io lo amo è lei che rivede Jack in ogni passo che fa Apollo! –

- non è vero! Jack (pace all’anima sua) è morto parecchi anni fa! E poi ti ricordo una certa profezia che parla di una ragazza che dei tredici è servitrice e comunque anche io lo amo! – Ariel incrociò le braccia e diede le spalle alla sorella, in che razza di guai si cacciano le ragazze per amore. Ma diventano tutte così una volta innamorate? D’altro canto io mi fissavo beatamente Afrodite che si limava le unghie, in lei rivedevo le ciocche morbide di Annabeth, il suo sorriso, i suoi occhi. Mi ritrovai a danzare verso di lei offrendole dei fiori. Il tridente di mio padre mi si piantò davanti gli occhi facendomi rinsavire – posso sapere cosa stai facendo, Percy? – mi chiese Poseidone

- uh..ah..ecco..non..- si ok, non ero al massimo della mie capacità comunicative, ma provate voi a stare davanti Afrodite senza sentire i vostri neuroni diventare rosa e sentirli cantare orribili canzoni d’amore.

Nostro padre scosse la testa – ah l’amore! Immagino che questa sia opera tua – Poseidone si rivolse ad Afrodite indicando Nina e Ariel con la mano, lei invece scosse la testa.

- io ho solo dato una spintarella, il resto l’hanno fatto da sole. E poi perché non te la prendi con Apollo? È lui che non sa decidersi –tornò a curarsi le unghie, scegliendo uno smalto di un colore impronunciabile.

Poseidone si rivolse ad Apollo, che per tutta risposta se ne stava su una sdraio a prendere il sole (o a dispensarlo, dipende dai punti di vista) in costume e Ray-Ban. Ah si, a volte sorseggiava stupendi cocktail tropicali a base di nettare.

- vuoi lasciare in pace le mie figlie? – Poseidone non sapeva bene come esprimere il suo disagio e come difendere la famiglia e pertanto fece la cosa che gli riusciva meglio. Sfogare la sua ira e distruggere qualcosa, in quel caso Apollo.

Ariel e Nina si gettarono come dei fulmini davanti al tridente di nostro padre

- vuoi lasciarlo in pace? – esclamò Ariel

- questa è una faccenda tra di noi! Tu non devi intervenire, abbiamo già preso accordi! Chi vince si prende Apollo. E poi pensa a Percy, che volteggia a colpi di passé plié intorno alla dea dell’amore! – in effetti Afrodite mi esercitava ancora un certo effetto, ma i miei piedi non potevano aver fatto un passé plié.

Li guardai.

Stupidi piedi traditori.

Scappai il più lontano possibile da Afrodite e mi rifugiai dietro le schiene di Nina e Ariel, la loro aura di rabbia repressa mi faceva da scudo al potere dell’amore.

Tornato in me provai di nuovo a farle ragionare – ragazze, sentite..questa storia non porta a buon fine, perché non accettate il divino Apollo per quello che è, e la fate finita? – chiesi pieno di buona volontà.

Earine si avvicinò – e cosa sarebbe? – domandò per tutte e tre.

Mi si seccò la gola, stavo affrontando qualcosa peggiore dell’idra: tre ragazze infuriate. Mi concordarono, le mani sui fianchi e lo sguardo truce.

- stanne fuori! – disse Earine

- non sono affari tuoi, va a cercare qualche mostro! – mi ribeccò Nina

- vai a salvare il mondo, queste sono cose tra ragazze! – mi sgridò Ariel.

È importante mantenersi uomo, in una famiglia con tre sorelle maggiori, fu per questo che mi defilai.

 

POV Nina

 

Liberatami di quel fastidio che era Percy mi dedicai alla mia peggior nemica: mia sorella maggiore.

Si tolse il bracciale che conteneva le armi e lo affidò al nostro giudice Afrodite.

Almeno da quel punto era onesta, un incontro senza armi.

Entrammo all’unisono nella gelatina, la vasca era profonda circa dieci centimetri. Ci fissammo ai capi opposti del ring.

Lei dalla sua parte non aveva nessuno, io dalla mia avevo Earine, Jason e Sophie che mi sostenevano. Si, anche Sophie era dalla mia parte, il che la diceva lunga sul caratteraccio di Ariel.

Il mio grande amore riemerse dai suoi cocktail, stasera avremmo festeggiato con uno di quelli.

Apollo si schiarì la voce - bene ragazze, un incontro pulito. Perde chi si arrende per prima o viene sbattuta fuori dal ring. Non sono permessi morsi. Non vorrei che si rovinasse la vostra bella pelle.. –

- ..parlò Apelle, figlio di Apollo – disse Ariel, poi tornò a concentrarsi. Sorrisi, almeno aveva spirito mia sorella, se non fosse stato per il fatto che volesse il mio uomo potevamo andare d’accordo.

Il suo sguardo cambiò, passando alla modalità combattimento, come Araldo degli Dei aveva affrontato mille battaglie ed eccelleva nel corpo a corpo.

Io contavo suoi miei occhioni da cerbiatta e sul vero amore che trionfa sempre.

Con un urlo mi lanciai su Ariel, lei non provò neanche a resistere al mio attacco, si lasciò cadere all’indietro.

La sentii sbattere la testa sul fondo del ring, sperai di non averla uccisa. Anche se la detestavo non la volevo morta, molto meglio umiliarla.

Cercai di farle una presa di wrestling che mi aveva insegnato Jason (ogni tanto è utile).

Sorprendentemente si riprese e sgusciò via, rovesciandomi nella gelatina di ciliegia.

Ne inghiottì un po’. Faceva schifo, dove l’aveva trovata quella porcheria Apollo?

Ariel fece la stessa cosa che feci io: mi fece affondare in quella marea molliccia e rossa. Le tirai i capelli. La presa era difficile perché era tutta impasticciata di gelatina.

- lasciami – mormorai semi soffocata, come pensavo di poter vincere contro di lei?

Si allontanò di scatto permettendomi di rialzarmi. Cosa le era preso?

- perché..- cominciai

Lei mi fece una smorfia disgustata, guardando il fondo ring – ho già assaggiato quella roba in ospedale. Fidati, non la darei neanche al mio peggior nemico figuriamoci a mia sorella –

- ti costerà caro questa tua gentilezza – mi lanciai di nuovo su lei, cercando di afferrarla in vita e di spedirla fuori dal ring. Avevamo più o meno la stessa corporatura, potevo farcela.

Lei mi prese per un gamba sbilanciandomi, mi spedì a terra di nuovo.

- anche se ho detto che fa schifo, non vuol dire che non voglio vincere – mi disse dall’alto. Le feci lo sgambetto facendola cadere, la afferrai di nuovo e di nuovo riuscì a sfuggirmi. Eravamo in stallo. Mia sorella non stava usando neanche tutta la sua forza.

Sentii uno sciacquio, Earine, Jason e Sophie erano entrati nel ring e si misero alle mie spalle dandomi manforte. Come me, volevano veder battuta Ariel almeno una volta.

Lei inarcò un sopraciglio stupita – anche Jason? È un colpo basso, sai? – mi disse. Tirò fuori una pallina bianca e rossa – Pegaso! Scelgo te! – dal nulla comparve il bellissimo cavallo progenitore di tutti i pegasi.

Strabuzzai gli occhi – cosa sarebbe quella? Una Pokeball? – domandai indicando l’animale mitico

- dovresti studiare più magia con Ecate, sorellina, evocazione rapida! – mi fece un sorriso malvagio. Era piena di risorse quella.

“ io non sono un Pokémon! Io non sono un Pokémon!” ci urlò Pegaso nelle testa. Ariel gli accarezzò il muso – lo so amico mio. È mia sorella che guarda troppa tv, provvederò a levargliela – lui nitrì soddisfatto

- tu non mi levi proprio nulla chiaro? Mi guardo tutta la tv che voglio! – le risposi arrabbiata

- ero così insopportabile e ribelle alla sua età? – domandò Ariel ad alta voce

Ricomparve nostro padre, che era stato totalmente escluso – eri peggio, gli dei solo sanno che cosa hai combinato a diciassette anni – rispose Poseidone

- tu sei un dio – Earine si rivolse al dio dei mari – non vuoi raccontarci di com’era Ariel a diciassette anni? –

- sono un padre, bambina mia. Tendo a chiudere gli occhi su certe cose –

- LO SAPPIAMO! – gli rispondemmo noi tre, figlie femmine

- cosa volete dire? – chiese facendo un mezzo passo indietro

- guarda chi sta per scatenare una nuova guerra civile olimpica – Ariel indicò con l’indice Percy che si stava impasticciando con Annabeth, la figlia di Athena. Nostro padre osservò Percy per un po’, poi tornò a dedicarsi a noi con un sorriso radioso – ah l’amore – fece con aria sognate – Percy ha scelto proprio bene, gli do la mia benedizione –

Gli risposero i sibilii miei e di Ariel. Eravamo inviperite, perché Percy poteva fare quello che voleva e noi no?

Tornai a guardare Ariel, corrucciata, era ora di finirla.

 

POV Ariel

 

Si può essere più testoni di un certo dio del mare? No, non credo proprio. Forse, però, poteva venir battuto dalle sue eredi.

Io e Nina girammo intorno per un po’, i suoi amici fecero i suoi stessi movimenti nemmeno fossero la sua ombra.

Dovevamo finirla.

Guardai nostro padre che ci osservava, quella disputa gli dava fastidio. Ma che cosa esattamente? che litigavamo per il dio del Sole o perché eravamo cresciute e decidevamo la nostra strada? Boh, misteri dell’essere genitore.

Mi preparai a battermi con Nina e i suoi amici, Pegaso se ne era volato via offeso, per essersi beccato del Pokémon.

Bella riconoscenza, grazie tante!

- visto che voi siete in quattro contro una mi prendo un piccolo vantaggio – scossi l’anello con il Sigillo Omega richiamando la mia alabarda.

- SEI UN BARO! Hai detto niente armi! – mi urlò Nina una volta apparsa la mia arma.

- senti chi parla!chi è che ha tre amici alle spalle? Tre figli dei Pezzi Grossi più una figlia di Afrodite? Se permetti hai barato prima tu! – sentii uno sbadiglio alle spalle. Ora che non ci stavamo più accapigliando nella gelatina Apollo si stava annoiando.

Ecco, quello mi dava fortemente fastidio! Ero quasi tentata di lascialo a Nina, solo per quello. Ci stavamo battendo per lui, almeno poteva fare  l’interessato.

Fissai la mia Alabarda, potevo battere Nina e tenermi Apollo per sempre, ma per farlo avrei dovuto ferirla e forse anche Earine. Non mi sembrava carina come soluzione definitiva. Mi venne in mente un idea migliore.

Mi lanciai in avanti abbandonando la mia arma chi sa dove, sperai tra le gambe di Apollo. Magari si svegliava un po’! Afferrai Nina per un braccio e la trascinai verso le corde del ring

- lasciami! LASCIAMI! Ho detto! Voglio Apollo, voglio il mio Apollo – scalciava come un pegaso impazzito, puntava i piedi e cercava di frenarmi. I suoi amici corsero in suo soccorso. La mia occhiataccia li fermò per alcuni secondi, proprio quello che mi serviva.

- Nina, adesso smettila! – le sussurrai concitata – perché non ce ne andiamo sorellina? Lasciamo qui Apollo da solo e vediamo cosa fa? – le chiesi

Si bloccò di colpo mentre la mia idea le entrava in testa, poi mi fece un largo sorriso sadico – sei malvagia sorella. I love you! –

- me too, sis – le risposi

Uscimmo dal ring a braccetto esclamammo un “ci ritiriamo!” a gran voce.

Apollo resuscitò dal suo torpore sputacchiando nettare – vi ritirare? Ma..ma ragazze, dove andate? –

Io e Nina ci guardammo negli occhi, poi all’unisono demmo le spalle al dio del Sole – a farci una bevuta di nettare Apollo! – le rispose la mia sorellina prendendomi sottobraccio.

- Adieu dio del Sole! – dissi io

Passammo accanto a Earine e Percy, afferrandoli al volo e dirigendoci al ritrovo più vicino. Noi quattro fratelli figli di Poseidone.

 

Sembra un finale da favola eh?

Non finì così!

Girato l’angolo spingemmo Percy in un cespuglio.

- voglio tornare da Annabeth – si lagnò lui massaggiandosi  la testa che aveva sbattuto contro un ramo

- ZITTO! Ci farai scoprire! – Nina lo fulminò con lo sguardo.

Io e lei allungammo il collo aldilà del cespuglio

- secondo te farà qualcosa?– mi sussurrò

- non lo so. Mi sembra che ci sia rimasto abbastanza male – stavamo osservando Apollo. Il dio si guardava attorno con aria confusa – non capisco.. – scosse la testa e si rivolse ad Afrodite – non hanno gradito la gelatina, forse? Volevano il fango, secondo te? – lei sbuffò e noi roteammo gli occhi

- volevano la tua attenzione – rispose lei, saggia. Noi annuimmo dal nostro nascondiglio.

- non capisce proprio nulla! – esclamai

- gli uomini sono tutti così? – chiese Earine – perché anche Jason non è proprio una cima sotto questo punto di vista –

- chiedilo a Percy, è un maschio, no? – risposi io, guardando il dio del Sole

- lui non conta! È nostro fratello! – protestò Earine

- hey! Sono un ragazzo! Smettetela di far finta che non lo sia! – uscì dal cespuglio e tre sguardi lo incenerirono – ok.. sto buono, zitto e vado a salvare il mondo – si mise le mani in tasca e tornò tra le frasche.

- ecco, bravo – Nina approvò la decisione sensata di Percy.

Apollo prese il cellulare. Cosa stava facendo per tutti gli dei?

- ciao Ermes, come va? Senti sono stato abbandonato dalle ragazze. Si, si, lo so che era in diretta e lo sai già. Ti va di uscire stasera? Con un paio di ninfe, magari? – strinsi il pugno fino a far sbiancare le nocche. Mia sorella fece lo stesso gesto, ma con una differenza: aveva gli occhi lucidi. Amava davvero Apollo, non era una sua fissazione.

- cosa facciamo, Ariel? Quello ci dimentica..- nella sua voce sentii il rimpianto e mi si strinse il cuore.

- è molto semplice sorellina – le risposi – allontaniamo ogni ragazza che si avvicina a lui. Gli dimostreremo che non si prendono in giro due figlie di Poseidone –

Si asciugò gli occhi e mi fece un sorriso – sei malefica – mi disse

La abbracciai, ero fiera di Nina.

 

 

Nad: questa storia ci è venuta in mente un pomeriggio. Nina Malfoy Armstrong è un genio! * a detta di Khyhan*.  Frutto della collaborazioni di due menti follemente geniali. Grazie a tutti quelli che leggeranno, recensiranno o ci faranno sopra anche un solo piccolo pensiero.

Khyhan: Nina mi hai lasciato tutta la stesura, scritta da me fa schifo! Grazie! Un capolavoro di ingegneria disintegrato dal mio pessimo modo di scrivere.

Bene detto tutto

Baci Khyhan e Nina

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: khyhan