Mai fare il doppio gioco con due
figlie di Poseidone
E se..Nina Armstrong incontrasse Ariel Courteney? E se quelle due decidessero di contendersi il
cuore di un certo fantomatico dio in un incontro finale? Di certo sarebbe un scontro
esplosivo..
POV
Ariel
Guardai
male la mia cara, piccola sorellina, mentre mi toglievo i guanti.
Nina
arrivò insieme all’altra mia sorella Earine, passando per il Campo di
addestramento che lo zio Zeus aveva fatto costruire per noi.
Tra
sorelle si litiga lo so, a volte ci si ruba i maglioni, ma qui si stava
esagerando.
-
vuoi davvero andare avanti? – le chiesi inarcando un sopracciglio.
Mi
porse il mento in segno di sfida – sei tu che hai sbagliato! Devi ammettere che
hai sbagliato – pestò un piede per terra. Guardai Earine, lei annuiva vigorosamente
dando ragione a Nina.
Sbuffai
sonoramente – lo sai vero, che sono tua sorella maggiore? – cercai di nuovo
l’approccio diplomatico
-
e questo ti permette di rubarmi il fidanzato? – mi ringhiò lei in risposta
-
tecnicamente non te l’ho rubato. Vivo sull’Olimpo da più tempo di te –
Scossi
la testa divertita, era quella la disputa di oggi: il caro, dolce, maniaco dio
del Sole: Apollo. Mio insegnate di medicina e così idiota da frequentare due
figlie di Poseidone contemporaneamente.
-
cos’hai da ridere? – chiese Nina con una vaga traccia di arroganza nella voce
-
primo, non mi parli con quel tono. Sono tua sorella maggiore e potrei farti
pulire la vasca della casa di Poseidone per un mese intero in qualità di
responsabile. Secondo, perché non rinunci ad Apollo e la facciamo finita? –
chiesi ancora
-
MAI! hai capito? Levato dalla testa! ti avrò anche preso in prestito dei
vestiti, ma non ti lascio il mio ragazzo – mi rispose la mia sorellina testarda
Uff,
approccio diplomatico fallito. Dovevamo contenderci un certo dio con la forza –
bene – le dissi – se non vuoi mollare, prego! Un incontro leale, senza armi..
Chi vince si prende Apollo – proposi
-
dov’è la fregatura? – mi chiese Earine appoggiando Nina
-
nessuna. Non sono la cattiva sorella maggiore che tanto credete. Non ho voglia
di litigare con voi per l’eternità. Perciò chi vince si prende il dio e la
faccenda si chiude senza rancori – incrociai le braccia, stanca delle continue
discussioni.
Nina
e Earine si consultarono un po’ sottovoce, decidendo cosa era più giusto fare.
-
chi vince si prende Apollo e l’altra non dice più nulla, ne si intromette più?
– mi ripetè Nina squadrandomi
-
esatto – le feci un sorriso e le tesi la mano, dovevamo finirla al più presto,
per la pace della casa numero Tre.
Lei
me la strinse, sorridendo di rimando – ci sto – mi disse.
Sia
chiaro, non detestavo Nina, le voglio bene visto che è mia sorella.
Fu
proprio per questo che ci infilammo nella più stupida contesa che l’Olimpo
abbia mai visto.
POV
Grover
-
bene signore e signori, dee e dei. Ben ritrovati alla Efesto Tv. Siamo collegati oggi in questa fantastica
giornata primaverile, per sistemare un piccolo problemino che quel idiota di
Apollo ha combinato – dissi a gran voce
-
a chi hai dato dell’idiota? – mi dissero tre voci in coro. Guardai in quella
direzione, Apollo Nina e Ariel mi guardavano con astio.
Roteai
gli occhi, perché gli altri dei non fanno danni come quello là?
Due
fanciulle innamorate dello stesso dio e tra l’altro sorelle. Afrodite ci era
andata pesante, questa volta.. probabilmente si annoiava.
-
tornando al nostro collegamento.. per gentile concessione del Padre degli Dei,
oggi, Ariel e Nina, si scontreranno in un incontro leale per il cuore del dio
del Sole. Cosa ci trovano poi, non lo so, io con i miei zoccoli caprini lucidi sono
più bello. La mia mamma satiro lo diceva sempre – era la pura verità, ero più
bello io di Apollo. Se quelle due fanciulle lo avessero capito, avrei passato
con loro del tempo volentieri..uh, no!dovevo
cercare Pan e basta! – mi dispiace ragazze, nessuna di voi potrà avermi! Sono
un satiro libero, io! – dissi a voce alta alzando indicandomi.
-
di cosa stai parlando Grover? – mi chiese Ariel, sbuffando.
Che
razza di temperamento che ha ‘sta figlia di Poseidone – dovresti stare un po’
più tranquilla, come tua sorella – dissi – guardala, ha diciassette anni e non
ha mai preso una spada in mano – esclamai conciliante
-
cosa vorresti dire? Guarda che so combattere! Ariel prestami Tempesta che
insegno a Grover cosa vuol dire tirare di spada! – mi urlò addosso Nina
-
perché non ti sei portata la tua? – le chiese la sorella maggiore
-
perché..hai detto senza armi e..perché l’ho dimenticata a casa – rispose con
una vocina piccola piccola imbarazzata.
-
e da quando si dimenticano le armi a casa? – Ariel incrociò le braccia
guardando Nina dall’alto
-
sei una rompiscatole! Te l’ho detto l’ho dimenticata! E poi nessuno è così
matto da attaccare l’Olimpo! Quindi a che serve una spada quassù? – rispose
Nina inviperita. Si, sono proprio sorelle, come si può litigare per una spada?
– molto meglio per delle enchiladas!
Non guardo in faccia a nessuno per delle enchiladas!
– esclami spiegando il mio punto di vista.
-
STAI ZITTO GROVER! – mi risposero in coro. Poi tornarono ad accapigliarsi e a litigare
allegramente, dimenticando che eravamo in diretta olimpica.
-
sei una testa dura Nina! Ti ho già detto un
sacco di volte che vogliono ucciderci! Hai presente i grifoni? Gli
uccelli Stinfali? Un certo titano assetato di potere che vuole vendicarsi?
ecco, quelli attaccherebbero l’Olimpo! Come fai a dimenticare la spada? – i
loro nasi quasi si sfioravano per come erano vicine, le mani sui fianchi.
-
ci pensa Percy a quello! E tu distruggi tutto quello che ti capita a tiro!
quindi non ci sono problemi! Hai un
arsenale dentro quel tuo stupidissimo bracciale! Tira fuori quello che vuoi e
prestamelo! Devo uccidere Grover!-
Ariel
guardò storto la sorella, poi lentamente estrasse una spada – tieni – le disse –
fai quello che devi fare e in fretta – Nina mi puntò la spada contro.
-
no, no – belai - sono un bel satiro docile. Voi non farete del male a delle
creature miti e mansuete, vero? – chiesi sudando fretto. Ariel e Nina si
guardarono, l’ombra di un sorriso aleggiò fra le due, poi Nina abbassò la
spada, sbuffando.
-
possiamo cambiare presentatore? – chiese ad Apollo
-
oh! Che bello, credevo che mi aveste dimenticato! Urge una poesia.. – si chiarì
la gole e alzò una mano per chiedere silenzio, chissà perché dalla regia mi
comunicarono che gli ascolto scesero all’ 1%.
-
ode alle fanciulle,
con cuore sincero,
si battono per l’amore vero! –
-
scusi Apollo cosa sarebbe quello? – domandai stupito
-
un haiku – mi rispose sorridendo
-
qualcosa che in natura non esiste! – intervenne Ariel arrabbiata
-
dai Ariel, era bello – le disse il dio sempre sorridendo
-
no, era pessimo - convenne Nina.
Almeno
su una cosa vanno d’accordo, le poesie di Apollo facevano pietà.
Lui
si grattò il mento pensieroso – bah, non importa! Ragazze! Vi mostro il ring! –
mise un braccio intorno alle spalle di ciascuna figlia di Poseidone e le vece
voltare.
Con
una fanfara assurda e delle luci stroboscopiche apparve un bellissimo ring
pieno zeppo di..
-
gelatina? – chiesero le ragazze in coro basite, guardando la vasca piena di una
cosa molliccia e rossa.
-
gelatina! – confermò lui – al gusto di ciliegia. Ora andate a mettervi il
costume da bagno o vi sporcherete i vestiti – le sospinse via sorridendo
-
certo che non ti smentisci. Maniaco sei e maniaco rimani! – Ariel guardò
sottecchi il dio, non capivo se era arrabbiata o se stava per scoppiare a
ridere, il tic che aveva alla mano poteva dire di tutto.
-
non dare del maniaco al mio Apollo! – le rimproverò la sorella
Ariel
corrucciò la fronte – ti faccio pulire i bagni per tre mesi, bada a cosa dici,
sorella o.. –
-
manca ancora una cosa! – interruppi l’interludio a tre, e per tutta risposta mi
incenerirono con lo sguardo – il giudice! Il giudice! – mi affrettai a dire,
prima di finire o arrosto o zuppo
Apollo
si batte il pugno sul palmo – giusto! stavo per dimenticarlo! Mia sorella Artemide
ci farà da giudice! – dal nulla apparve una dodicenne con gli occhi argentati.
Stava fissando il fratello. Probabilmente cercava il punto migliore dove
piantargli una freccia.
-
COSA!? Non esiste proprio! Non sarà la verginella a fare il giudice. Sarò io!
La dea dell’amore – comparve un'altra divina presenza:Afrodite. È duro fare il
cronista in diretta, avvengono un sacco di imprevisti.
-
si può sapere cosa sta succedendo? Esco dalla vasca e Anfitrite mi dice che
quelle sciocche delle mie figlie litigano per quello stupido di mio nipote
Apollo? – con una voce profonda come il mare apparve Poseidone. Sul serio,
dovevo cambiare lavoro qui si degenera..
POV
Percy
Vi
capita mai di avere delle giornate pessime? Dove i mostri cercano di uccidervi?
Le professoresse di matematica diventano degli uccellacci giganti assetati di
sangue? Oppure un titano malvagio che vuole vendetta vi riempie la testa di
incubi?
Se
li conoscete, optate per quelli, piuttosto di scegliere di affrontare le mie
sorelle.
Sono
tre, tutte con dei caratteri diversissimi. Solo una cosa hanno in comune, sono
testarde come dei vecchi satiri.
Nina
e Ariel si portavano questo battibecco avanti da qualche mese. Riuscivano a
farmi venire il mal di testa, tanto, che qualche volta desiderai affrontare le Benevoli,
piuttosto che stare con loro.
Ora
se ne stavano lì, una di fronte all’altra a guardarsi in cagnesco con i bikini
addosso, solo il ring di gelatina rossa le separava.
Nina
aveva un costume blu mare, mentre Ariel aveva scelto il mimetico verde.
Earine
parlava fitto fitto con Nina, indicando le ginocchia di nostra sorella
maggiore. A volte le sottolineava anche il busto, lì dove si era rotta le
costole qualche mese prima.
-
ragazze, sentite..- cominciai a fare la mia paternale, era il compito del
maschio di casa rimettere in riga le ragazze. Nessuna delle tre mi stette a
sentire, anzi mi diedero le spalle, mentre una voce profondissima (che
conoscevo) si fece sentire in tutto il ring. Nostro padre Poseidone comparve
dalla fontana più vicina in tutta la sua divina potenza.
-
ebbene? – ripetè infuriato – voglio delle spiegazioni! Posso sapere perché le
mie figlie si accapigliano per un dio che non fa altro che collezionare
conquiste? – approvavo ogni singola parola, perché complicarsi la vita per il
cuore di un dio? Te la scompigliano già abbastanza dal giorno che vieni alla
luce.
-
non puoi capire! – disse Nina – io lo amo è lei che rivede Jack in ogni passo
che fa Apollo! –
-
non è vero! Jack (pace all’anima sua) è morto parecchi anni fa! E poi ti
ricordo una certa profezia che parla di una ragazza che dei tredici è
servitrice e comunque anche io lo amo! – Ariel incrociò le braccia e diede le
spalle alla sorella, in che razza di guai si cacciano le ragazze per amore. Ma
diventano tutte così una volta innamorate? D’altro canto io mi fissavo
beatamente Afrodite che si limava le unghie, in lei rivedevo le ciocche morbide
di Annabeth, il suo sorriso, i suoi occhi. Mi ritrovai a danzare verso di lei
offrendole dei fiori. Il tridente di mio padre mi si piantò davanti gli occhi
facendomi rinsavire – posso sapere cosa stai facendo, Percy? – mi chiese
Poseidone
-
uh..ah..ecco..non..- si ok, non ero al massimo della mie capacità comunicative,
ma provate voi a stare davanti Afrodite senza sentire i vostri neuroni
diventare rosa e sentirli cantare orribili canzoni d’amore.
Nostro
padre scosse la testa – ah l’amore! Immagino che questa sia opera tua –
Poseidone si rivolse ad Afrodite indicando Nina e Ariel con la mano, lei invece
scosse la testa.
-
io ho solo dato una spintarella, il resto l’hanno fatto da sole. E poi perché
non te la prendi con Apollo? È lui che non sa decidersi –tornò a curarsi le
unghie, scegliendo uno smalto di un colore impronunciabile.
Poseidone
si rivolse ad Apollo, che per tutta risposta se ne stava su una sdraio a
prendere il sole (o a dispensarlo, dipende dai punti di vista) in costume e
Ray-Ban. Ah si, a volte sorseggiava stupendi cocktail tropicali a base di
nettare.
-
vuoi lasciare in pace le mie figlie? – Poseidone non sapeva bene come esprimere
il suo disagio e come difendere la famiglia e pertanto fece la cosa che gli
riusciva meglio. Sfogare la sua ira e distruggere qualcosa, in quel caso
Apollo.
Ariel
e Nina si gettarono come dei fulmini davanti al tridente di nostro padre
-
vuoi lasciarlo in pace? – esclamò Ariel
-
questa è una faccenda tra di noi! Tu non devi intervenire, abbiamo già preso
accordi! Chi vince si prende Apollo. E poi pensa a Percy, che volteggia a colpi
di passé plié intorno alla dea dell’amore! – in effetti Afrodite mi esercitava
ancora un certo effetto, ma i miei piedi non potevano aver fatto un passé plié.
Li
guardai.
Stupidi
piedi traditori.
Scappai
il più lontano possibile da Afrodite e mi rifugiai dietro le schiene di Nina e
Ariel, la loro aura di rabbia repressa mi faceva da scudo al potere dell’amore.
Tornato
in me provai di nuovo a farle ragionare – ragazze, sentite..questa storia non
porta a buon fine, perché non accettate il divino Apollo per quello che è, e la
fate finita? – chiesi pieno di buona volontà.
Earine
si avvicinò – e cosa sarebbe? – domandò per tutte e tre.
Mi
si seccò la gola, stavo affrontando qualcosa peggiore dell’idra: tre ragazze
infuriate. Mi concordarono, le mani sui fianchi e lo sguardo truce.
-
stanne fuori! – disse Earine
- non
sono affari tuoi, va a cercare qualche mostro! – mi ribeccò Nina
-
vai a salvare il mondo, queste sono cose tra ragazze! – mi sgridò Ariel.
È
importante mantenersi uomo, in una famiglia con tre sorelle maggiori, fu per
questo che mi defilai.
POV
Nina
Liberatami
di quel fastidio che era Percy mi dedicai alla mia peggior
nemica: mia sorella maggiore.
Si
tolse il bracciale che conteneva le armi e lo affidò al nostro giudice
Afrodite.
Almeno
da quel punto era onesta, un incontro senza armi.
Entrammo
all’unisono nella gelatina, la vasca era profonda circa dieci centimetri. Ci fissammo
ai capi opposti del ring.
Lei
dalla sua parte non aveva nessuno, io dalla mia avevo Earine, Jason e Sophie
che mi sostenevano. Si, anche Sophie era dalla mia parte, il che la diceva
lunga sul caratteraccio di Ariel.
Il
mio grande amore riemerse dai suoi cocktail, stasera avremmo festeggiato con
uno di quelli.
Apollo
si schiarì la voce - bene ragazze, un incontro pulito. Perde chi si arrende per
prima o viene sbattuta fuori dal ring. Non sono permessi morsi. Non vorrei che
si rovinasse la vostra bella pelle.. –
- ..parlò
Apelle, figlio di Apollo – disse Ariel, poi tornò a concentrarsi. Sorrisi,
almeno aveva spirito mia sorella, se non fosse stato per il fatto che volesse
il mio uomo potevamo andare d’accordo.
Il
suo sguardo cambiò, passando alla modalità combattimento, come Araldo degli Dei
aveva affrontato mille battaglie ed eccelleva nel corpo a corpo.
Io
contavo suoi miei occhioni da cerbiatta e sul vero amore che trionfa sempre.
Con
un urlo mi lanciai su Ariel, lei non provò neanche a resistere al mio attacco,
si lasciò cadere all’indietro.
La
sentii sbattere la testa sul fondo del ring, sperai di non averla uccisa. Anche
se la detestavo non la volevo morta, molto meglio umiliarla.
Cercai
di farle una presa di wrestling che mi aveva insegnato Jason (ogni tanto è
utile).
Sorprendentemente
si riprese e sgusciò via, rovesciandomi nella gelatina di ciliegia.
Ne
inghiottì un po’. Faceva schifo, dove l’aveva trovata quella porcheria Apollo?
Ariel
fece la stessa cosa che feci io: mi fece affondare in quella marea molliccia e
rossa. Le tirai i capelli. La presa era difficile perché era tutta
impasticciata di gelatina.
-
lasciami – mormorai semi soffocata, come pensavo di poter vincere contro di lei?
Si
allontanò di scatto permettendomi di rialzarmi. Cosa le era preso?
-
perché..- cominciai
Lei
mi fece una smorfia disgustata, guardando il fondo ring – ho già assaggiato
quella roba in ospedale. Fidati, non la darei neanche al mio peggior nemico
figuriamoci a mia sorella –
-
ti costerà caro questa tua gentilezza – mi lanciai di nuovo su lei, cercando di
afferrarla in vita e di spedirla fuori dal ring. Avevamo più o meno la stessa
corporatura, potevo farcela.
Lei
mi prese per un gamba sbilanciandomi, mi spedì a terra di nuovo.
-
anche se ho detto che fa schifo, non vuol dire che non voglio vincere – mi
disse dall’alto. Le feci lo sgambetto facendola cadere, la afferrai di nuovo e
di nuovo riuscì a sfuggirmi. Eravamo in stallo. Mia sorella non stava usando
neanche tutta la sua forza.
Sentii
uno sciacquio, Earine, Jason e Sophie erano entrati nel ring e si misero alle
mie spalle dandomi manforte. Come me, volevano veder battuta Ariel almeno una
volta.
Lei
inarcò un sopraciglio stupita – anche Jason? È un colpo basso, sai? – mi disse.
Tirò fuori una pallina bianca e rossa – Pegaso! Scelgo te! – dal nulla comparve
il bellissimo cavallo progenitore di tutti i pegasi.
Strabuzzai
gli occhi – cosa sarebbe quella? Una Pokeball? – domandai indicando l’animale
mitico
-
dovresti studiare più magia con Ecate, sorellina, evocazione rapida! – mi fece
un sorriso malvagio. Era piena di risorse quella.
“
io non sono un Pokémon! Io non sono un Pokémon!” ci urlò Pegaso nelle testa.
Ariel gli accarezzò il muso – lo so amico mio. È mia sorella che guarda troppa
tv, provvederò a levargliela – lui nitrì soddisfatto
-
tu non mi levi proprio nulla chiaro? Mi guardo tutta la tv che voglio! – le
risposi arrabbiata
-
ero così insopportabile e ribelle alla sua età? – domandò Ariel ad alta voce
Ricomparve
nostro padre, che era stato totalmente escluso – eri peggio, gli dei solo sanno
che cosa hai combinato a diciassette anni – rispose Poseidone
-
tu sei un dio – Earine si rivolse al dio dei mari – non vuoi raccontarci di
com’era Ariel a diciassette anni? –
-
sono un padre, bambina mia. Tendo a chiudere gli occhi su certe cose –
-
LO SAPPIAMO! – gli rispondemmo noi tre, figlie femmine
-
cosa volete dire? – chiese facendo un mezzo passo indietro
-
guarda chi sta per scatenare una nuova guerra civile olimpica – Ariel indicò
con l’indice Percy che si stava impasticciando con Annabeth, la figlia di
Athena. Nostro padre osservò Percy per un po’, poi tornò a dedicarsi a noi con
un sorriso radioso – ah l’amore – fece con aria sognate – Percy ha scelto
proprio bene, gli do la mia benedizione –
Gli
risposero i sibilii miei e di Ariel. Eravamo inviperite, perché Percy poteva fare
quello che voleva e noi no?
Tornai
a guardare Ariel, corrucciata, era ora di finirla.
POV
Ariel
Si
può essere più testoni di un certo dio del mare? No, non credo proprio. Forse,
però, poteva venir battuto dalle sue eredi.
Io
e Nina girammo intorno per un po’, i suoi amici fecero i suoi stessi movimenti
nemmeno fossero la sua ombra.
Dovevamo
finirla.
Guardai
nostro padre che ci osservava, quella disputa gli dava fastidio. Ma che cosa
esattamente? che litigavamo per il dio del Sole o perché eravamo cresciute e
decidevamo la nostra strada? Boh, misteri dell’essere genitore.
Mi
preparai a battermi con Nina e i suoi amici, Pegaso se ne era volato via offeso,
per essersi beccato del Pokémon.
Bella
riconoscenza, grazie tante!
-
visto che voi siete in quattro contro una mi prendo un piccolo vantaggio –
scossi l’anello con il Sigillo Omega richiamando la mia alabarda.
-
SEI UN BARO! Hai detto niente armi! – mi urlò Nina una volta apparsa la mia
arma.
-
senti chi parla!chi è che ha tre amici alle spalle? Tre figli dei Pezzi Grossi
più una figlia di Afrodite? Se permetti hai barato prima tu! – sentii uno
sbadiglio alle spalle. Ora che non ci stavamo più accapigliando nella gelatina
Apollo si stava annoiando.
Ecco,
quello mi dava fortemente fastidio! Ero quasi tentata di lascialo a Nina, solo per
quello. Ci stavamo battendo per lui, almeno poteva fare l’interessato.
Fissai
la mia Alabarda, potevo battere Nina e tenermi Apollo per sempre, ma per farlo
avrei dovuto ferirla e forse anche Earine. Non mi sembrava carina come
soluzione definitiva. Mi venne in mente un idea migliore.
Mi
lanciai in avanti abbandonando la mia arma chi sa dove, sperai tra le gambe di
Apollo. Magari si svegliava un po’! Afferrai Nina per un braccio e la trascinai
verso le corde del ring
-
lasciami! LASCIAMI! Ho detto! Voglio Apollo, voglio il mio Apollo – scalciava
come un pegaso impazzito, puntava i piedi e cercava di frenarmi. I suoi amici
corsero in suo soccorso. La mia occhiataccia li fermò per alcuni secondi,
proprio quello che mi serviva.
-
Nina, adesso smettila! – le sussurrai concitata – perché non ce ne andiamo
sorellina? Lasciamo qui Apollo da solo e vediamo cosa fa? – le chiesi
Si
bloccò di colpo mentre la mia idea le entrava in testa, poi mi fece un largo
sorriso sadico – sei malvagia sorella. I love you! –
-
me too, sis – le risposi
Uscimmo
dal ring a braccetto esclamammo un “ci ritiriamo!” a gran voce.
Apollo
resuscitò dal suo torpore sputacchiando nettare – vi ritirare? Ma..ma ragazze,
dove andate? –
Io
e Nina ci guardammo negli occhi, poi all’unisono demmo le spalle al dio del
Sole – a farci una bevuta di nettare Apollo! – le rispose la mia sorellina
prendendomi sottobraccio.
-
Adieu dio del Sole! – dissi io
Passammo
accanto a Earine e Percy, afferrandoli al volo e dirigendoci al ritrovo più
vicino. Noi quattro fratelli figli di Poseidone.
Sembra
un finale da favola eh?
Non
finì così!
Girato
l’angolo spingemmo Percy in un cespuglio.
-
voglio tornare da Annabeth – si lagnò lui massaggiandosi la testa che aveva sbattuto contro un ramo
-
ZITTO! Ci farai scoprire! – Nina lo fulminò con lo sguardo.
Io
e lei allungammo il collo aldilà del cespuglio
-
secondo te farà qualcosa?– mi sussurrò
-
non lo so. Mi sembra che ci sia rimasto abbastanza male – stavamo osservando
Apollo. Il dio si guardava attorno con aria confusa – non capisco.. – scosse la
testa e si rivolse ad Afrodite – non hanno gradito la gelatina, forse? Volevano
il fango, secondo te? – lei sbuffò e noi roteammo gli occhi
-
volevano la tua attenzione – rispose lei, saggia. Noi annuimmo dal nostro
nascondiglio.
-
non capisce proprio nulla! – esclamai
-
gli uomini sono tutti così? – chiese Earine – perché anche Jason non è proprio
una cima sotto questo punto di vista –
-
chiedilo a Percy, è un maschio, no? – risposi io, guardando il dio del Sole
-
lui non conta! È nostro fratello! – protestò Earine
-
hey! Sono un ragazzo! Smettetela di far finta che non lo sia! – uscì dal
cespuglio e tre sguardi lo incenerirono – ok.. sto buono, zitto e vado a
salvare il mondo – si mise le mani in tasca e tornò tra le frasche.
-
ecco, bravo – Nina approvò la decisione sensata di Percy.
Apollo
prese il cellulare. Cosa stava facendo per tutti gli dei?
-
ciao Ermes, come va? Senti sono stato abbandonato dalle ragazze. Si, si, lo so
che era in diretta e lo sai già. Ti va di uscire stasera? Con un paio di ninfe,
magari? – strinsi il pugno fino a far sbiancare le nocche. Mia sorella fece lo
stesso gesto, ma con una differenza: aveva gli occhi lucidi. Amava davvero
Apollo, non era una sua fissazione.
-
cosa facciamo, Ariel? Quello ci dimentica..- nella sua voce sentii il rimpianto
e mi si strinse il cuore.
-
è molto semplice sorellina – le risposi – allontaniamo ogni ragazza che si
avvicina a lui. Gli dimostreremo che non si prendono in giro due figlie di
Poseidone –
Si
asciugò gli occhi e mi fece un sorriso – sei malefica – mi disse
La
abbracciai, ero fiera di Nina.
Nad: questa storia ci è venuta in mente un pomeriggio. Nina
Malfoy Armstrong è un genio! * a detta di Khyhan*. Frutto della collaborazioni di due menti
follemente geniali. Grazie a tutti quelli che leggeranno, recensiranno o ci
faranno sopra anche un solo piccolo pensiero.
Khyhan: Nina mi hai lasciato tutta la stesura, scritta da
me fa schifo! Grazie! Un capolavoro di ingegneria disintegrato dal mio pessimo
modo di scrivere.
Bene detto tutto
Baci Khyhan e Nina