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Autore: aranchan    01/12/2011    0 recensioni
Storia fantasy pensata e ideata un bel po' di tempo fa. Flagg mago oscuro tiene in mano le redini di una guerra che è destinata a finire. il regno di Feria decide di mandare 4 dei suoi più forti guerrieri in un viaggio che sembra essere scritto nel loro destino: Daniel, Rachel, John e Simon dovranno affrontare un lungo viaggio che li farà crescere insieme verso un'unica meta
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stanza dove il re Stephen stava svolgendo la sua riunione era carica di tensione quasi questa si potesse sentire al tatto semplicemente allungando la propria mano. Poche persone, le più in vista del regno di Feria, erano presenti e stavano discutendo sul risultato della spedizione punitiva nei confronti del loro più grande nemico: il mago nero Flagg. La spedizione, come le altre prima, era fallita: “nessun sopravvissuto” era il responso dato dal messaggero che si era occupato di seguire la faccenda.
La situazione stava iniziando a degenerare nel regno, i continui attacchi alle mura cittadine da parte delle truppe di Flagg non lasciavano tempo per ragionare alla prossima mossa da fare e il re era arrivato anche ad acconsentire al proprio nipote Bill di partire proprio durante l’ultima spedizione. Bill era il più abile arciere del regno, secondo probabilmente solo al re quando questi era in condizione di potere scendere in battaglia, ma questo evidentemente non era bastato al ragazzo che aveva trovato la morte assieme a tutti i suoi compagni di avventura.
« Dobbiamo assolutamente inviare un altro gruppo di soldati, sire » disse il responsabile tattico del regno.
« Abbiamo già mandato gli uomini migliori contro il mago senza avere nessun risultato » disse il re scuotendo la testa.
« Non i migliori del regno sire, solo i migliori dell’esercito ordinario » ribadì il rappresentante del popolo.
Il re sapeva bene a cosa egli si riferisse e lo sguardo venne rivolto verso il basso « Sono troppo giovani per mandarli verso una morte certa, mi spiace Riuk » si limitò a rispondere.
« Sire, però non potete negare l’evidenza dei fatti, il loro gruppo è sempre il più affiatato sul campo di battaglia, non sono mai stati sconfitti e il loro numero corrisponde a quello della leggenda, gli altri gruppi mandati non corrispondevano così bene » concluse Riuk in un tono che sembrava essere piuttosto sicuro di quello che diceva.
La “Leggenda” sembrava l’unico punto saldo sui cui si fondava quella loro battaglia contro le forze del male, niente oltre quella sembrava dare la speranza e la forza necessaria al popolo per andare avanti nonostante le ingenti perdite subite in quegli anni di scontri. La leggenda era tramandata da generazione in generazione sin da quando gli antenati di Stephen erano arrivati sull’isola durante la fuga per sfuggire alle radiazioni della Grande Conflitto.

* * *


Il pianeta terra per come era conosciuto dall’uomo nel ventesimo secondo era del tutto cambiato in seguito all’esplosione della Terza Guerra Mondiale conosciuta dopo come Grande Conflitto; esplosioni nucleari in tutto il territorio mondiale resero la vita umana impossibile, per questo gli esseri umani cercano riparo in mare su grosse navi da carico. Nessuno di loro sembrò comunque sopravvivere al pulviscolo radioattivo che ormai aleggiava nell’atmosfera, tutti tranne loro: i fondatori del regno di Feria. Loro, infatti, in seguito ad un naufragio riuscirono ad approdare nella prima isola di un piccolo arcipelago che sembrava immune alle radiazioni; qui fondarono un regno in cui, di comune accorto, decisero che non vi sarebbe stato più spazio per la tecnologia che aveva portato il genere umano a distruggere tutto quello che era stato costruito fino a quel momento. I fondatori del regno fecero anche un paio di interessanti scoperte riguardo la natura di quell’isola: la prima è che era in qualche modo isolata dal resto delle altre isole da una sorta di campo elettromagnetico invisibile ad occhio nudo, ma tangibile con il corpo, questo campo bloccava l’accesso sia via terra che via mare alle isole accanto; la seconda scoperta fu l’incredibile capacità che alcuni dei nuovi nati della nuova generazione avevano acquisito: l’uso della magia, nessuno si era mai spiegato bene come e quando, ma alcuni cittadini nati sull’isola e quindi cresciuti a stretto contatto con quella terra avevano iniziato ad avere veri e propri poteri magici, usavano per lo più forze della natura come acqua, fuoco, vento, terra e elettricità e più si allenavano più erano in grado di controllare la forza di quegli elementi.
Le generazioni erano andate avanti vivendo e prosperando in pace fino al giorno in cui si fecero avanti gli eserciti di Flagg. Il primo attacco fu devastante, nessuno a Feria era pronto ad una guerra, ma ben presto fu organizzato un esercito con funzione di difesa formato da guerrieri improvvisati e maghi che grazie ai loro poteri riuscivano in qualche modo ad arginare i danni. I guerrieri avevano tutti in comune un simbolo che sembrava quasi impresso a fuoco sul petto o su altre parti del corpo comunque ben visibili. I vecchi saggi che custodivano i libri del vecchio mondo fecero delle ricerche che portarono ad un unico risultato: il simbolo che gli esseri portavano era un segno indicante un’energia negativa, questa energia aveva in effetti preso vita in un mago nero che ora stava attaccando l’isola. Perché il mago attaccava era ovviamente un mistero ma le scritture portavano anche una sorta di “soluzione” a questa energia negativa: l’energia non era disperdibile ma confinabile da 4 anime pure e coraggiose dotate di poteri simili, ma opposti a quelli dell’energia.

* * *


« Non manderò i miei figli a morire per questa causa persa » disse il re con tono piuttosto nervoso, ma subito ripreso dal responsabile tattico dell’esercito .
« Stephen » disse mostrando una certa confidenza con il re « tutto il regno conta sul tuo giudizio equo e siamo qui proprio per decidere come formare il team per la prossima missione, escludendo ogni legame di sangue, il principe stesso si è più volte proposto per farne parte e noi per via della giovane età gli abbiamo sempre negato il permesso, ma non è più tempo di fare i preziosi » aggiunge dopo con molta calma.
« Inoltre da quello che ci risulta il membro più grande del team del principe Daniel è un mago dal talento estremamente alto, niente di visto sui campi di battaglia da tempo immemore » aggiunse il rappresentante della scuola di stregoneria del villaggio.
Il re era stato messo alle strette da tutte quelle frasi, anche lui era al corrente di quelle analisi, sapeva della bravura di Daniel con la spada, del talento di Simon con la magia, della forza dei colpi d’ascia di John e della rapidità della lancia di Rachel ma il suo cuore di padre di Daniel e Rachel non gli permetteva di ragionare in maniera del tutto lucida. Forse era anche per questo che aveva indotto una riunione per decidere il team da mandare nella missione e non aveva scelto lui i membri come faceva di solito; aveva bisogno di tutto il supporto morale possibile per mandare suo figlio e sua figlia, discendenti diretti e atti a salire al trono di Feria, in una missione che si era rivelata fin’ora un enorme fallimento.
« E sia, avvisate il principe Daniel che entro una settimana a partire da oggi il suo team partirà per la missione contro Flagg » In realtà il nome Flagg lo avevano dato gli antichi e non si sapeva bene che forma avesse, se fosse realmente esistente o semplicemente un’energia incorporea che vagava nell’aria; l’unica cosa certa era che bisognava fare qualcosa per fermare gli attacchi degli eserciti portanti il simbolo del male e quelli erano gli unici indizi che avevano.
La riunione si concluse con quelle parole del re, tutti si alzarono dalle loro sedie, fecero un lieve inchino con la testa e in silenzio si allontanarono dalla stanza lasciando il re solo con le mani sul viso quasi stesse riflettendo sulla decisione appena presa; poi venne anche per lui il momento di tornare agli affari del regno, in fondo se il re dà segni di cedimento di fronte ai suoi cittadini questo si ripercuote sul morale generale e questo non era ammissibile in una situazione critica come la loro.
Il gruppo dunque era stato scelto ed era formato esattamente da quattro persone candide come dicevano le scritture:
Daniel aveva diciotto anni compiuti da poco, ma ne dimostrava di più grazie ad un fisico ben sviluppato e allenato durante le battaglie: capelli castani scuri, abbastanza corti lateralmente e lasciati lunghi dietro e formare una piccola treccia centrale che scendeva lungo fino ad arrivare a metà della schiena. Gli occhi del principe erano difficilmente descrivili e cambiavano colore a seconda della luce presente al momento in cui li si andava ad analizzare, ma lui amava dire che erano di color cioccolato per il semplice fatto che era il colore che più volte aveva riconosciuto quando si era posto la domanda “di che colore ho gli occhi?”. Fisicamente era molto prestante, alto circa un metro e ottanta, spalle larghe e braccia forti tanto da potere sollevare la sua spada senza problemi. Lineamenti che davano al giovane un’aria spavalda di chi sa sempre tutto e di chi non ha ancora conosciuto la sconfitta vera. Questo atteggiamento era rafforzato dal sorriso che Daniel aveva stampato in faccia ogni momento della giornata e quello stesso sorriso che irritava tutti quelli con cui lui avesse a che fare perché veniva mantenuto anche nei momenti in cui si deve fare tutto tranne che sorridere.
Sua sorella Rachel era invece di tutt’altra pasta, sarebbe stata la perfetta principessa delle favole se non avesse indossato da giovane un’armatura per gioco e se non fosse per il fatto che il gioco le era piaciuto tanto da volerne fare la propria professione. La ragazza era la più piccola del gruppo, solo diciassette anni, ed era il motivo principale del rifiuto categorico che la squadra di Daniel riceveva ogni singola volta faceva domanda di entrare nelle truppe regolari; e nonostante i ragazzi non le facessero pesare questa cosa Rachel aveva sempre dato il meglio di se ad ogni rifiuto per migliorare e diventare al pari di un uomo almeno nelle sue mansioni. Anche i suoi capelli erano castani e portati spettinati e molto corti tanto da sembrare un ragazzino per certi versi, ma non era alta come suo fratello, nonostante si fosse sviluppata prima lei si era fermata all’altezza più che ragionevole di un metro e settanta. Fisicamente era molto ben messa, muscoli ben allenati per essere flessibili e scattanti e a fare capire che non era un maschio ci pensava un seno sviluppato leggermente sopra la media che faceva di certo felice John ma che più di una volta aveva dato problemi alla ragazza in fase di forgiatura della propria armatura.
John era decisamente il più grande di tutti, sia per quanto riguardava l’età: venticinque anni, sia per quanto riguardasse l’altezza: due metri e dieci. Era definito “l’orso umano” proprio per questa sua stazza decisamente fuori da ogni canone, ma era grazie a questa che poteva usare la sua arma preferita senza troppi problemi. Capelli biondi corti lateralmente e leggera cresta superiore e dietro, occhi chiari e di una dolcezza che stonava con l’aspetto burbero di quel ragazzo. Da un anno era ormai il fidanzato ufficiale di Rachel, aveva chiesto la sua mano direttamente al re Stephen in persona che aveva subito acconsentito lasciando di sasso il ragazzo che si aspettava di dovere fare mille tentativi prima di arrivare ad avere il permesso. I due formavano decisamente una bella coppia, certo, a guardarli poteva scappare una risata per la differenza fisica che era evidente tra loro ma in quanto ad affiatamento nessuno nel regno avrebbe mai avuto niente da ridire.
Simon invece era quello che a prima visto nessuno avrebbe mandato in guerra nemmeno come vittima sacrificale. Alto un po’ più di Daniel era l’ultimo elemento del gruppo anche in ordine di inserimento. Daniel e gli altri conobbero Simon non durante la loro infanzia come era successo con John, ma pochi anni prima in seguito ad una battaglia in cui Simon da solo aveva tenuto testa ad un gruppo di esseri generati con il potere del fuoco con la sua magia di ghiaccio. Daniel aveva subito voluto conoscere il più giovane mago mai visto scendere in battaglia con quella sicurezza e lo aveva preso nel suo gruppo facendo leva sulla sua curiosità. Simon, infatti, era un ragazzo con un curiosità grande pari solo al suo potere magico, lui voleva conoscere, non gli importava il potere o la forza acquisita, a lui bastava come ricompensa per le missioni dei libri della libreria antica o la possibilità di studiare fenomeni magici che di solito erano lasciati ai più vecchi e questo faceva di lui un ottimo candidato ad essere il prossimo saggio del regno quando sarebbe stato abbastanza vecchio per poterne fare parte. Il ragazzo era alto circa un metro e novanta, capelli rossastri con un paio di ciocche naturalmente bionde, Simon era solito tenerli lunghi fino a metà della schiena e raccoglierli in una coda che partiva subito dopo la fronte con le due ciocche bionde che invece ricadevano sul viso che facevano contrasto con la pelle scura e gli occhi quasi bianchi; questo strano colore gli era stato spiegato che era dovuto alla troppa energia magica presente nel suo corpo che in qualche modo aveva influenzato questa sua caratteristica fisica. La muscolatura del mago a differenza degli altri membri del gruppo non era poi così sviluppata, ma questo non dipendeva di certo dagli allenamenti più o meno leggeri del giovane, ma più dal fatto che per usare determinati incantesimi il corpo metteva in gioco le proprie energie e le usava per sopperire in alcuni casi alla mancanza della forza magica necessaria per eseguire il colpo. In genere il numero di maghi di un team andava da 2 a 3 proprio per equilibrare l’uso delle energie e dividere la spesa tra tutti i membri, ma Simon riusciva a sopportare tutto quello sforzo da solo e Daniel era stato chiaro da questo punto di vista, nessun altro mago sarebbe entrato a fare parte del loro gruppo fino a quando Simon si sarebbe dimostrato in grado di fare il suo lavoro da solo.
Loro dovevano essere i migliori di tutto il regno e dovevano riuscire a scalare i vertici della gloria e della fama con le loro sole forze e da quello che avevano dimostrato di sapere fare nessuno prendeva quelle frasi per mancanza di modestia quanto più per consapevolezza delle proprie capacità.

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Questo è il primo di 3 capitoli che servono da introduzione all'inizio della vicenda vera e propria, spero che chi legga poi lasci una recensione anche solo per farmi sapere cosa secondo voi va bene o no nella storia.
  
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