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Autore: Gulminar    01/12/2011    4 recensioni
Sorrisi, quei ragazzi mi ricordavano i bei tempi di Hogwarts, quindi mi concentrai per richiamare fatti che avevo da tempo sepolto in profondità. Andai all’inizio dell’anno che cambiò la vita del mondo magico. Lynn posò sul tavolo diverse tazze colme di caffè fumante, ne aspirai l’aroma e cominciai a raccontare.
La guerra contro Voldemort è alle porte, lo si sente ogni giorno nell’aria, nelle parole della gente, nei volti preoccupati delle persone che cercano di continuare a condurre una vita normale. È in questa atmosfera surreale che Ron torna dopo un’intera estate d’assenza. È stato in luoghi lontanissimi dall’Inghilterra per sottoporsi ad un addestramento speciale, spinto dal desiderio di diventare forte per la sua famiglia, per gli amici, per Hermione. Ma tutti loro saranno disposti a perdonarlo, per essere sparito senza dire niente?
Personalissima interpretazione del mondo di JKR, i fatti si svolgono dopo quelli narrati in Harry Potter e il principe mezzosangue.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il canto dell’eroe

A Giuly,
che mi è stata vicina anche se fisicamente distante.
Se non ti avessi incontrata sul web, non avrei scritto questa storia.

PRELUDIO

Una visita inattesa

Erano circa le tre del mattino, quando decisi di varcare la soglia dietro il ritratto della Signora Grassa. Sentii una stretta al cuore, non riuscivo a contare gli anni che mi separavano dall’ultima volta nella torre di Grifondoro. La nostra casa per sette anni indimenticabili, dove tutto era iniziato ed era finito, o forse proseguiva.
Entrai a quell’ora sperando che non ci fosse nessuno, dopo aver vagato senza meta nel castello. Ogni luogo mi ricordava qualcosa, ma probabilmente avrei pianto solo nella sala in cui stavo entrando.
La luce, proveniente dal caminetto, avvolgeva tutto in una deliziosa penombra rossa, calda e vibrante. La sala non era cambiata, se si escludevano alcuni mobili che non ricordavo, ma non ebbi tempo per le considerazioni. Alcune sagome scure erano sedute intorno ad uno dei tavoli fra me e il fuoco, percepii i loro sguardi. Entrando dovevo aver interrotto una conversazione, ovviamente non aspettavano visite a un’ora simile. Non so se fu più il dispiacere di averli disturbati o quello di non essere solo.
“Chi è?” Disse una voce maschile nell’oscurità.
Intuii, dal suo tono, che era indispettito dalla mia intrusione e non faceva nulla per nasconderlo.
“Solo un vecchio Grifondoro, con la voglia di rivedere questo posto dopo tanti anni.” Risposi in totale sincerità.
“Allora accomodati.” Disse la medesima voce, ammorbidendo il tono.
Mi sedetti al tavolo all’unico posto libero, percependo la curiosità dei presenti. Pur sapendo che era improbabile, ebbi l’impressione che non avessero mai incontrato qualcuno che fosse stato a Hogwarts prima di loro. La curiosità crebbe, quando una candela fu accesa senza preavviso e poterono notare la benda nera che mi copriva l’occhio sinistro, la mia elaborata collezione di cicatrici e il braccio destro mancante. Di solito, il mio aspetto da perfetto rudere di guerra suscita timore nelle persone, ma per quei ragazzi non fu così.
Di fronte a me stava il giovane che mi aveva rivolto la parola. Ho ricordi rari di sguardi tanto penetranti. Aveva lisci capelli neri che gli arrivavano alle spalle, un ciuffo scendeva a lato della fronte piegandosi sull’occhio destro, coprendolo quasi del tutto. Teneva una ragazza sulle ginocchia, passandole un braccio intorno ai fianchi, ricordo che la trovai piuttosto carina. Lunghi capelli biondi e sguardo vispo, muoveva le dita fra i capelli del ragazzo accarezzandoli, mentre mi osservava con attenzione. Alla loro destra stava un’altra ragazza, grassoccia e piuttosto bruttina, ma ispirava simpatia, mi sorrideva apertamente. C’era poi un ragazzo di bassa statura e corporatura massiccia, spalle larghe davvero invidiabili e il cipiglio di un gladiatore. Una terza ragazza dai cappelli lunghi fino alle cosce, rossi come fuoco, davvero bella di viso. L’ultimo era un ragazzo alto con il fisico del nuotatore, indossava soltanto una canottiera e la muscolatura era messa in risalto dalla luce del fuoco. Fu lui a presentarsi per primo.
“Jason Wood.” Disse, porgendo la mano che io strinsi.
“Helmut Tatcher.” Buttai lì il primo nome che mi venne in mente, doveva essere un Corvonero che avevo conosciuto di sfuggita molti anni prima.
Sentii il ragazzo che avevo di fronte ridere sommessamente, dunque sapeva che non stavo dicendo la verità. Gli rivolsi lo sguardo più eloquente che riuscii a tirare fuori, sperando che decidesse di reggere il mio gioco e che gli altri non notassero quella comunicazione silenziosa.
Disse di chiamarsi David e mi presentò la congrega. La ragazza bionda si chiamava Jessy, quella grassoccia era April. Capelli di fuoco era Lynn e il gladiatore disse di chiamarsi Adam.
“Tu devi aver fatto la guerra contro Voldemort.” Asserì Jason.
Non fu una domanda, per il ragazzo era stata più forte la curiosità delle buone maniere. David mi risparmiò di rispondere, ma ancora non sapevo che la situazione stava per precipitare.
“Certo che ha fatto la guerra, ma forse non ne vuole parlare.”
Gli rivolsi uno sguardo che voleva essere di gratitudine. Gli altri non obiettarono, David doveva essere il leader naturale del gruppo, se la sua parola non era legge, poco ci mancava. Speravo fosse finita lì, ma lui continuò inesorabile.
“Non ti faremo domande, ma almeno dicci il tuo vero nome.”
Strinsi i denti, gli sguardi di tutti andavano da me a David, il suo sorriso mi sfidava.
“Dal momento che lo sai, perché non lo dici tu?” Risposi.
Non ho mai saputo resistere alle sfide, è più forte di me. Avevo ancora una minima speranza che si sbagliasse, avrei avuto la meglio facendogli fare una figuraccia.
“A che gioco state giocando?” Insorse Adam il gladiatore. Gettò uno sguardo a David, essere tenuto all’oscuro di qualcosa doveva dargli parecchio fastidio.
“Nessun gioco, ma lui non è Helmut Tatcher come afferma. Ha combattuto contro Voldemort, sì, ma il suo nome è un altro.”
“Ce ne renderesti partecipi?” Disse la ragazza bionda sulle sue ginocchia.
“Il suo nome è Ronald Weasley.”
Chiusi il mio unico occhio, percependo che tutti, tranne David, avevano di colpo trattenuto il fiato. La piccola compagnia stava per esplodere, lo sentivo, avrebbero cominciato a parlare tutti insieme facendomi le domande più disparate. Come succedeva a chiunque mi stesse intorno, quando capiva di aver accanto uno degli eroi più celebrati della guerra contro Voldemort. Mi sorpresi non poco, quando mi resi conto che non stava accadendo, solo April fece per alzarsi.
“Allora vado a chiamare gli altri!” Esclamò.
“No!” David la bloccò a metà movimento, la ragazza si rimise a sedere lentamente. “Credo che il nostro eroe di guerra preferisca evitare ulteriori complicazioni, sono certo che sperava di non trovare nessuno venendo qui.”
Ragazzo intelligente, confermai con un cenno del capo.
“Non ce lo perdoneranno mai.” Obiettò April.
“Non è necessario che lo vengano a sapere.” Liquidò la questione David. “Ho sempre desiderato ascoltare i fatti di quella guerra da qualcuno che li ha vissuti realmente. Ne ho incontrati tanti che dicevano di avervi partecipato, ciarlatani e buffoni quasi tutti, la maggior parte aveva fatto la guerra dietro una scrivania e si atteggiavano a grandi eroi. Vorrei sentire la tua storia, ma se preferisci parlare del commercio internazionale delle banane, non ne farò un dramma.”
Forse avevo già deciso mentre parlava, quei ragazzi mi erano simpatici e qualcosa mi diceva che non avrebbero insistito se mi fossi rifiutato. Il commercio internazionale delle banane sarebbe stato di certo un argomento interessante, ma i loro sguardi speranzosi non mi lasciarono scampo.
“D’accordo, armatevi di pazienza perché non sarò breve, non ho mai raccontato questa storia prima d’ora, quindi voglio farlo bene.”
“Io non ho sonno.” Disse Adam con un’alzata di spalle.
“E non dobbiamo andare da nessuna parte.” Asserì Jason.
“Preparo del caffè!” Disse Lynn alzandosi.
Sorrisi, quei ragazzi mi ricordavano i bei tempi di Hogwarts, quindi mi concentrai per richiamare fatti che avevo da tempo sepolto in profondità. Andai all’inizio dell’anno che cambiò la vita del Mondo Magico. Lynn posò sul tavolo diverse tazze colme di caffè fumante, ne aspirai l’aroma e cominciai a raccontare.

   
 
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