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Autore: Ed1505    26/03/2004    11 recensioni
Non è proprio una songfic, ma c'è in mezzo una canzone. Gli elementi sono questi: 1 ballo studentesco, Jonouchi(Joey) senza accompagnatrice, Mai in visita in città. E poi 2 cuori innamorati ma privi del coraggio di confessarlo. Per sapenre di più, leggete!!
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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YUGIOH 4

Dall’autrice: Ed ecco la mia quarta fanfic su Yugioh. Ovviamente, come al solito, è una JoMai. E’ incredibile come questa coppia mi abbia appassionato…Comunque questa fanfic è un esperimento, perché è una songfic ma non lo è. Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando! E comunque…JONOUCHI & MAI FOREVER!!!!!!

 

AMORE BELLO

 

L’auto viaggiava spedita sull’autostrada. Nella calda giornata primaverile, i biondi capelli della donna al volante si lasciavano accarezzare dall’aria. La decappottabile viola di Mai Kujaku avanzava a velocità sostenuta verso la piccola città di Domino, Giappone. Era passato un bel po’ di tempo dall’ultima volta che aveva fatto visita ai suoi amici. E così, spinta dal desiderio di rivederli, era partita. Ma più che il desiderio di rivedere gli amici, a convincerla era stata la mancanza di qualcosa di molto importante per lei. Era una persona in particolare, a mancarle terribilmente, anche se faticava ad ammetterlo persino con se stessa.

“Tra circa un’ora dovrei essere arrivata…E’ stato un viaggio tranquillo, tutto sommato. Chissà che faccia faranno i ragazzi quando mi vedranno…Yugi ne sarà molto felice. Sembra essere sempre felice, quel ragazzo. Anche Anzu, in fondo è la mia migliore amica. Forse si arrabbierà un po’, perché non l’ho avvertita quando l’ho chiamata l’ultima volta! La piccola Shizuka si commuoverà…E’ proprio tutt’altra cosa, rispetto a suo fratello…Honda rimarrà indifferente, come al solito. Quel ragazzo deve avere qualcosa che non va. Bakura se ne starà buono in disparte, sorridendo…Otogi lo stesso, magari cercherà di consolare Shizuka e si beccherà qualche pugno da Honda…E qualcun altro di mia conoscenza farà l’idiota. Già me lo vedo…Io arrivo, lo saluto. Lui fa un sorriso sarcastico, dice qualche idiozia, io lo prendo in giro ed ecco che comincia la nostra ennesima litigata. Eh eh eh!! Però è divertente vederlo andare su tutte le furie...Diventa tutto rosso e comincia a urlare! Anche quando è in quello stato non è niente male…Alt!! Mai, smettila! Possibile che ogni volta che penso a lui mi trasformo in una specie di ragazzina rincitrullita che sbava dietro ad un ragazzo?! Jono-uchi è un amico. Un OTTIMO amico. Un ottimo amico che non mi lascia del tutto indifferente…Un ottimo amico che mi fa letteralmente impazzire…purtroppo sia di rabbia che di qualcos’altro…Oh, ma possibile che tra tutti i ragazzi che esistono al mondo io dovessi andare ad innamorarmi proprio di quel bamboccio?! Bamboccio…che poi, ormai, tanto bamboccio non lo è più…E’ già al terzo anno del liceo, tra breve finirà la scuola…Chissà se andrà all’università? No, non credo. Non può permettersela…sicuramente inizierà a lavorare per poterla pagare a Shizuka…Chissà se ha poi fatto pace con sua madre…Non mi va proprio di vederlo abbattuto come l’ultima volta…Non sopporto vederlo sull’orlo delle lacrime…Però in quei momenti mi fa una tenerezza…Diventa un ragazzino bisognoso d’affetto…E io sarei più che pronta a donarglielo…Se solo me ne desse l’opportunità…Ah, basta!!! Devo smetterla, mi faccio schifo da sola, con questi pensieri!! Basta, accendiamo la radio!”

 

Amore bello come il cielo,

bello come il giorno,

bello come il mare, amore,

ma non lo so dire!!

Amore bello come un bacio,

bello come il buio,

bello come Dio,      

amore mio non te ne andare!!

 

Mai spense velocemente la radio.

“Accidenti, ma tutti con me ce l’hanno? Non è proprio il caso che io ascolti una canzone del genere, ora come ora…Neanche volessero prendermi in giro!! Non è colpa mia se non gli dico cosa provo! E’ colpa sua che è un idiota!! Non capirebbe! E poi mi riderebbe in faccia, quello scemo, già lo so!!”

Così, sforzandosi di pensare ad altro, imboccò l’uscita dell’autostrada in direzione Domino.

 

“Uffa…”

“Jono, piantala! Non ti sopporto più! Non fai che sospirare e dire “uffa” da due ore!!”

“Lasciami in pace, Honda, sono troppo depresso…”

“Fratellino, dai, tirati su…”

“Oh, Shizuka…Solo tu riesci a tirarmi su di morale. Solo tu vuoi bene a questo tuo povero fratellino, vero?”

“Beh, veramente…è che stai deprimendo un po’ tutti, con quell’aria triste…”

Un masso da 100 kg piombò sul capo del povero Kazuya Jonouchi, che riprese a sospirare. Si trovava nel centro di Domino, in compagnia dei suoi amici. C’erano tutti: Yugi, Anzu, Honda, Otogi, Bakura ed anche sua sorella Shizuka. Tutti stavano ridendo, mentre Shizuka cercava di consolare il suo “sfortunato” fratello. All’improvviso, mentre Jonouchi fingeva di piangere e di asciugarsi gli occhi, udirono una voce dietro di loro.

“Ehilà, bella gente! Che succede qua?”

Kazuya riconobbe all’istante quella voce.

“Oh, no…No, ditemi che non è vero…Ditemi che Lei non è apparsa!”

Lentamente si voltò, per ritrovarsi davanti colei che si aspettava.

“NOOO!! MAI!!!”

“Ehi, bamboccio, che è quella faccia?! Vorresti forse dire che non sei felice di rivedermi?!”

“Oh, scusa Mai, è che mi sono spaventato…Credevo di aver visto una strega, invece eri solo tu…una strega, appunto.”

“Brutto stupido che non sei altro, chi sarebbe la strega?!”

Immediatamente i due cominciarono a litigare, ma subito intervennero Yugi e Shizuka a separarli.

“Mai, che bello rivederti! Che ci fai qui?”

“Oh, Yugi. Ciao. Sai, passavo da queste parti e ho pensato di fare un salto a vedere come ve la cavavate senza di me!”

“Benissimo. E’ quando arrivi tu che cominciano i guai!”

“Fratellino, non essere scortese! Mai è sempre gentile con noi!”

“Con voi forse…Pazza isterica…OUCH!!”

Jonouchi era stato colpito in piena testa da un pugno di Mai, che lo guardava arrabbiata.

“Shizuka, lascia perdere quell’idiota di tuo fratello…Non vorrei mai che crescendo diventassi come lui…Sarebbe una tragedia…”

“Tsk! La vera tragedia sei tu, zitella acida…”

“JONOUCHI!!!! Ritira immediatamente ciò che hai detto, bamboccio!!”

Il giovane Kazuya corse via, cercando di scampare alle ire della bionda donna, mentre lei lo inseguiva pronta a picchiarlo. Gli altri guardavano la scena, rassegnati.

“Non cambiano mai…”

“E’ sempre la stessa storia…”

“Quando arriva, non fa a tempo a salutarci che subito si mette a litigare con Jono…”

“Non che lui sia da meno…Non fa che stuzzicarla!”

“Per me ci prova gusto, a farsi inseguire in quel modo!”

“Beh, è l’unico modo che ha per farsi inseguire da una donna!”

Tutti scoppiarono a ridere, alla battuta di Otogi. Peccato che pure il diretto interessato l’aveva sentito, così il creatore di Dice Monster si ritrovò steso a terra con un occhio nero.

“Così impari a ridere dei problemi altrui!”

“La verità fa male, eh piccolo Jono?”

“ZITTA, MAI!!!!!!”

Tutti erano piegati in due dalle risate. Shizuka, asciugandosi le lacrime causate dal troppo ridere, disse:

“Mai, hai toccato un tasto molto dolente…”

“Eh? E perché?”

Mentre il gruppo rideva, Mai si guardò intorno con curiosità. Tutti sembravano essere al corrente di qualcosa che lei non sapeva. E la cosa sembrava riguardare proprio Jonouchi. In quel momento, il giovane prese ad agitarsi.

“Ehi, visto che Mai è tornata, perché non andiamo a bere qualcosa tutti insieme? Dai, forza! Mai, a te offro tutto io!!”

“No, aspetta, carino…Prima voglio sapere cosa intendeva dire tua sorella con quelle parole…”

“Ma no, nulla, era solo una battuta!! Vero, Shizuka?”

I due guardarono la più giovane del gruppo, che continuava a ridere scuotendo la testa. Allora intervenne Anzu.

“Vedi Mai, devi sapere che…”

“AAAHHH! Dai, perché dobbiamo rimanere qui a fare questi discorsi noiosi? Andiamo a divertirci!!”

Jono aveva afferrato Anzu, tappandole la bocca. In quel momento si fece avanti Bakura. Intanto Honda aveva bloccato Jonouchi da dietro, per impedirgli di interrompere ancora.

“Ecco, la nostra scuola ha organizzato una specie di ballo, a cui si partecipa a coppie. Tutti noi abbiamo già trovato qualcuno con cui andare, ma Jonouchi…no…Sai, non ha una bella reputazione, a scuola. Le ragazze lo temono, perché lo credono un teppista.”

Mai fissò Kazuya per un attimo, sorpresa. Poi scoppiò a ridere a crepapelle, mentre Jonouchi diventava del colore di un pomodoro.

“Maledetti…”

Mai trovava la cosa davvero divertente. Ma pensava anche che le ragazze di Domino erano davvero sciocche.

“E’ incredibile…Devono essere tutte delle stupide bamboccie per non accorgersi di lui…Certo, forse se facesse meno lo stupido…Ma per come lo conosco io, Jonouchi è straordinario, e le ragazze dovrebbero fare la fila per uscire con lui…Ah, se fossi stata io una delle sue compagne…”

Mentre continuavano a ridere, all’improvviso Yugi si bloccò. Era stato colto da un’idea improvvisa.

“Ehi, aspettate un attimo!”

“Che c’è?”

“Mai, tu quanto ti fermerai qui a Domino?”

“Eh? Non so, qualche giorno. Penso circa una settimana. Perché?”

“Allora è perfetto! Perché non ci vieni tu, al ballo con Jono?”

Il silenzio piombò all’istante. Tutti fissavano Yugi sorpresi. Poi gli sguardi vennero puntati sui due interessati, che erano diventati pressoché viola per l’imbarazzo.

Jono fu il primo a riscuotersi dallo stupore e dall’imbarazzo. Afferrò Yugi e se lo trascinò dietro, ridendo come uno scemo.

Quando si furono allontanati a sufficienza, Jonouchi fissò l’amico, con gli occhi fuori dalle orbite.

“Ma ti ha dato di volta il cervello, Yugi?!”

“Perché? Mai sarà in città, inoltre sarebbe l’unica del gruppo a non venire, non essendo della nostra scuola. E poi, sai che figurone faresti, presentandoti con lei?”

“Sì, ma io non posso andare con lei, Yugi!”

“Perché no? Inoltre, sarebbe un ottima occasione, per te! Potresti…”

“Alt! Fermati, non dire altro! Sai benissimo che non posso!”

“Perché?”

“Perché non voglio farmi ridere in faccia da lei!”

“Ascolta, Jonouchi…A te Mai piace molto, vero? Me l’hai confessato tu stesso…”

Kazuya arrossì.

“Perché non dovresti dichiararti?”

“Ci sono milioni di ragioni, Yugi. Innanzitutto, lei è molto più grande di me. Non prenderebbe mai in considerazione l’idea di uscire con un moccioso…Inoltre, mi considera un idiota. Lo vedi anche tu, non facciamo che litigare! Quante speranze ho di essere ricambiato? Nessuna. Preferisco andare avanti così. Prima o poi la dimenticherò e troverò qualcuna di più adatta a me.”

“E vorresti rassegnarti così, senza nemmeno aver provato a lottare? Non ti credevo così fifone, Jono.”

“Non è questione di essere fifoni. Semplicemente, non voglio che lei mi spezzi il cuore. Yugi, io sono…sono pazzo di quella donna. Lo sai meglio di chiunque altro, perché sei l’unico a cui ho avuto il coraggio di dirlo. Se lei mi rifiutasse, io sarei finito.”

“Ma non puoi sapere cosa realmente prova per te, se non glielo chiedi chiaramente!! E poi io non credo assolutamente che lei ti consideri un idiota…Conosce benissimo il tuo vero valore. Non è come tutte le ragazze di questa città, che ti considerano un poco di buono. Lei ti ha visto duellare, ha visto la parte migliore di te, il tuo vero io. Sa che sei un ragazzo in gamba, sensibile, che si preoccupa più di sua sorella e dei suoi amici che di se stesso. Sa che eri pronto a farti colpire al suo posto, pur di aiutarla. Sa che è solo merito tuo se è uscita dall’incubo in cui Malik l’aveva rinchiusa! Sapendo tutto questo, come può non volerti bene, Jono? Per lo meno come amica…Inoltre, sono sicuro che se anche non dovesse ricambiare i tuoi sentimenti in quel senso, lei ti resterebbe amica. Andiamo, non fare il bambino. Tira fuori il tuo coraggio anche nelle situazioni come questa, non solo quando si tratta di combattere!”

Kazuya fissò l’amico. Era raro vedere Yugi scaldarsi in quel modo. Ma, in fondo, aveva ragione. Lui e Mai erano più vicini di quanto entrambi non credessero. Avevano visto il lato più debole l’uno dell’altra, erano a conoscenza dei reciproci tormenti…Probabilmente, dichiarandosi non avrebbe perso nulla. Anzi, in quel modo lei avrebbe saputo quanto in realtà lui le volesse bene, e forse sarebbero riusciti davvero ad essere amici.

“Ma in fondo…Anche se litighiamo, io e lei siamo lo stesso amici…Lo so bene. Mi è stata molto vicina quando ha scoperto cos’è accaduto con mia madre…”

“Allora, Jono…Hai deciso?”

“…Hai ragione tu, Yugi. Va bene. La inviterò al ballo.”

Yugi sorrise. Poi i due grandi amici si strinsero la mano e si diressero verso gli altri, che li aspettavano incuriositi.

“Allora, che diavolo vi è preso? Di che stavate parlando?”

“Nulla, nulla, una cosa tra noi…”

Kazuya guardò Mai, arrossendo leggermente. Poi si schiarì la gola e, guardando da un’altra parte, disse:

“Beh, la sera del ballo saremo tutti impegnati. Visto che in questi giorni ti fermi qui a Domino, rimarresti sola. Così, magari, potresti accompagnarmi. Io non rimarrei solo e tu nemmeno. Poi, una volta arrivati al ballo, potremo sempre andare ognuno per la propria strada, no?”

Il suo viso era diventato sempre più rosso, man mano che parlava, così come quello di Mai. Gli altri li osservavano, in attesa. Un po’ erano sorpresi, un po’ ridacchiavano per le facce comiche dei due amici. Mai, dopo qualche secondo, scosse la testa, riprendendosi dallo shock per quella improvvisa e inaspettata proposta.

“Ah. Beh, sì. Ti farò questo favore, Jonouchi. In fondo, ti devo ancora qualcosa. Però a una condizione.”

“E quale?”

“Dovrai concedermi almeno un ballo.”

Kazuya la fissò sorpreso. Lei, strizzandogli l’occhio, disse:

“Per nulla al mondo mi perderei lo spasso di vederti ballare…Conoscendoti sarai una frana…”

E così, mentre tutti scoppiarono a ridere, Jonouchi e Mai fecero un sospiro, preparandosi mentalmente a quella che sarebbe stata probabilmente la serata più difficile della loro vita.

 

E si arrivò alla serata fatidica. Kazuya e Shizuka erano intenti a prepararsi, nel loro appartamento. Vivevano insieme da un anno e mezzo, ormai. Da quando c’era stata “la frattura”. Così la chiamava Shizuka. Un giorno, quando ormai la famiglia Jonouchi (madre e due figli) si era ricomposta, l’ultimo membro della famiglia, il padre, si era presentato alla loro porta. Voleva la riconciliazione. Kazuya si era opposto con tutte le sue forze, l’aveva cacciato, gli aveva impedito di avvicinarsi a Shizuka e a sua madre. Sapeva bene che quell’uomo era capacissimo di far loro del male. Tuttavia, sua madre aveva deciso di dargli ascolto. L’aveva incontrato, ci aveva parlato. Ed aveva deciso che era in buona fede. Che potevano fidarsi di lui. Che la famigli poteva davvero tornare al completo. E lì, era scoppiato il finimondo. Kazuya aveva picchiato suo padre ed era stato a sua volta picchiato da sua madre. Shizuka, in tutto questo, aveva solo provato tanta paura. Allora Kazuya aveva deciso di tornare a vivere da solo. Ma voleva portare con sé anche sua sorella. Non si fidava di quell’uomo e temeva che potesse farle qualcosa. Loro madre si era opposta. Era sua figlia e poi lui non sarebbe mai stato in grado di occuparsi anche di lei, oltre che di se stesso. Alla fine, la decisione era ricaduta sulla stessa ragazza. Che aveva guardato prima suo fratello, poi sua madre, infine suo padre. E i sentimenti che aveva provato erano stati, rispettivamente: un immenso affetto, gratitudine e pena, e tanta paura. Si era resa conto, guardando suo padre, che lo temeva. E quindi, la risposta era stata “io vado con mio fratello”. Loro madre aveva pianto, ma poi aveva accettato di lasciarla andare. E da allora, Kazuya non l’aveva più voluta vedere né sentire.

“Ehi, fratellino, ancora non sei pronto? Ti ricordo che devi andare da Anzu a prendere Mai!!”

“Lo so, lo so! E’ che non sono abituato a vestirmi con ‘sta roba!!”

“Sei sempre il solito…Vuoi una mano?”

“Dubito saresti in grado di aiutarmi…Tra quant’è che arriva Bakura?”

“Tra pochissimo. Quindi, per favore, sbrigati!”

Proprio in quel momento suonò il campanello. Shizuka corse ad aprire e poco dopo condusse il giovane Ryo Bakura da suo fratello.

“Ti chiedo scusa, Ryo, ma Kazuya è davvero imbranato. Inoltre è nervosissimo, stasera. Sai, penso sia l’idea di fare coppia con Mai…”

“Lo posso immaginare…”

Bakura bussò alla porta ed entrò.

“Bakura, amico mio! Ti prego, aiutami a sistemare questo coso!”

Dopo cinque minuti, i due giovani uscirono dalla porta della camera. Entrambi erano vestiti in smoking, Kazuya si era anche pettinato diversamente, per l’occasione. Shizuka rimase a bocca aperta.

“Fratellino, sei fantastico!! Non sembri neanche tu!”

“Ti dirò che non mi sento per niente a mio agio, vestito così.”

“Eh eh, stai tranquillo, stai benissimo. Gli altri dicevano che tu farai bella figura presentandoti al ballo con Mai, ma ti posso assicurare che anche lei farà una gran bella figura a venire con te. E tutte le ragazze che non ti hanno voluto si pentiranno amaramente della loro scelta!”

“Se lo dici tu…Beh, ora vi lascio. Devo passare a prendere Mai. Anche se non capisco perché. In fondo andremo con la sua macchina, non poteva venire lei a prendere me?”

“Ah, sei senza speranza! Da che mondo è mondo sono i ragazzi ad andare a prendere le ragazze, non viceversa! Ed ora sbrigati, dai!”

“Sarà, però io mi vergogno a camminare per la strada conciato così. Vabbè. Bakura, mi raccomando. Ti affido la mia sorellina. Trattamela bene, eh?”

“Stai tranquillo.”

“Sono in buone mani.”

“Sì, lo so. Ci vediamo dopo al ballo, ciao!”

E uscì di casa frettolosamente. Quando la porta si fu richiusa alle sue spalle, Shizuka ridacchiò.

“Non sta più nella pelle all’idea di questo ballo! E tutto perché ci andrà con Mai. Se solo non fosse così timido…Lui e Mai potrebbero stare insieme da anni!! Sai, la prima volta che ho incontrato Mai, io ero ancora bendata, dopo l’operazione. Lei ci ha aiutati a raggiungere Kazuya, che stava duellando con Yugi. Io ero preoccupata per lui e lei mi disse che non dovevo preoccuparmi, perché mio fratello era in gamba. La prima cosa che pensai, in quel momento, fu: “ecco la donna che mi porterà via mio fratello”. Mi convinsi subito che lei ne era innamorata. Poi li vidi insieme e mi stupii non poco. Non facevano che litigare! Ma vidi anche il modo in cui si guardavano e capii all’istante che erano già persi l’uno per l’altra.”

“Effettivamente, direi che è dura non accorgersene. Quando credono di non essere visti, si spiano assumendo espressioni completamente diverse dalle loro solite. E quando a tuo fratello si nomina Mai, gli occhi gli si illuminano.”

“Spero solo che stasera riescano entrambi a superare la loro cocciutaggine e si decidano a dichiararsi. Non vorrei che, a forza di litigare, si convincessero di odiarsi…”

“Speriamo di no…”

 

Jonouchi era davanti alla porta della casa di Anzu. Era lì da due minuti, me non riusciva a trovare il coraggio di suonare. All’improvviso, sentì una voce dietro di lui.

“Ehi, Jono! Che fai?”

“Yugi! Ah, finalmente sei arrivato! Dai, vieni, così entriamo insieme!”

“Jono! Non mi dirai che hai paura! Comunque lo sai che stai davvero bene, vestito così?”

“Me l’hanno detto anche Shizuka e Bakura. Dai, forza, suoniamo.”

Yugi premette il campanello e dopo alcuni istanti Anzu aprì la porta. Per primo vide Yugi, che stava davanti all’uscio.

“Ciao Yugi. Lo smoking ti dona, sai?”

“Aspetta di vedere Jono…”

E così dicendo glielo indicò con il dito. Anzu guardò il giovane a fianco di Yugi. E rimase senza parole.

“L- lui è Jonouchi? Non ci posso credere…”

Kazuya arrossì.

“Beh, perché fai quella faccia?”

“E’- è che sei irriconoscibile…Wow! Voglio proprio vedere la faccia di Mai quando ti vedrà!”

“Quando vedrò chi?”

Mai era apparsa alle spalle di Anzu. Dalla sua posizione poteva vedere solo Yugi.

“Ciao Yugi.”

“Ciao, Mai. Complimenti, sei davvero bella con quel vestito!”

“Solo con questo vestito?”

Yugi rise, mentre Anzu pensava al momento in cui Mai avrebbe visto il suo accompagnatore. Poi, avendo un idea, spinse fuori Mai e si tirò dietro Yugi, chiudendo la porta e separando le due coppie. Mai fissò la porta, stranita.

“Ehi, Anzu, che ti prende?”

Poi, accorgendosi della presenza di qualcuno, si voltò. E rimase letteralmente a bocca aperta. Davanti a lei c’era il suo accompagnatore. Ma non era lo stesso Jonouchi che lei conosceva. Era un ragazzo stupendo. Sentì i battiti del suo cuore martellarle nelle orecchie e le sue guance si tinsero di rosso.

Anche Kazuya, dal canto suo, era meravigliato. Mai, di per sé già una bella donna, con quel vestito era ancora più stupenda.

“C- cavolo…Non può essere vera…E’ un’apparizione…Un angelo! No…non è possibile. Non posso credere che stasera andrò davvero al ballo in compagnia di questo splendore…Oh, Santo Cielo, sto per svenire!! Guarda come mi fissa! Devo sembrare un idiota, fermo immobile a fissarla con la bocca spalancata! Devo dire qualcosa, so che devo dire qualcosa!! Ma cosa?!!?”

“Oh, Mio Dio…Qualcuno mi dica che è solo un sogno…Lui non può essere così affascinante…Dov’è finito quel ragazzino rompiscatole e pieno di sé che ho conosciuto durante il torneo del Regno dei Duellanti? Che fine ha fatto? Non può essersi trasformato così tanto…Oh, Signore! Come diavolo faccio io a trattenermi per tutta la serata?! Finirò per saltargli addosso…No, Mai! E’ uno studente liceale. Deve interessarsi alle ragazze della sua età. Oh, ma perché dev’essere così bello? A parte com’è dentro, che è il vero motivo per cui me ne sono innamorata…Non poteva essere brutto? Sarebbe stato molto più semplice rinunciarvi…Mai, smettila di fissarlo come un pesce lesso e dì qualcosa! Qualcosa d’intelligente e sensato! Ti prego, dì qualcosa!!”

E, in quel momento, parlarono entrambi. Contemporaneamente.

“C- ciao…”

Subito si bloccarono e si fissarono, arrossendo fino alla punta delle orecchie.

“Ah, ecco…Io…ho lasciato dentro la borsa. Devo andare a prenderla. Scusa!”

Così dicendo, Mai aprì la porta per entrare di corsa. Ma Jono la fermò, dicendole di aspettare. Lei, mano sulla maniglia, lo guardò. Era ancora tutto rosso e teneva una mano dietro la testa. Sembrava cercare le parole per dire qualcosa.

“E- ecco…Volevo solo…dirti…Ehm…S- stai molto bene con quel vestito.”

“Oh…Grazie…Stai bene anche tu, Jonouchi.”

Ed entrò, lasciandolo solo fuori dalla porta.

Intanto Mai si era appoggiata all’uscio, cercando di respirare regolarmente. Le risultava molto difficile, in quel momento.

“Oddio, mi sono comportata come una ragazzina! Sono un’idiota, un’idiota, un’idiota!! Ma che mi è preso?! Io odio mostrarmi così imbarazzata! Penserà che abbia la febbre…Oh, ma perché diavolo devo farmi sempre prendere dall’imbarazzo, quando si tratta di lui! Mai, in tutta la mia vita, avevo incontrato qualcuno in grado di farmi arrossire in quel modo! Certo, prima di conoscere Kazuya Jonouchi…Uomini importanti e famosi si sono innamorati di me e mi hanno chiesto in moglie…E io vado ad innamorarmi come una sciocca proprio di uno studente liceale!! In me dev’esserci qualcosa che proprio non va, decisamente!”

In quel momento Anzu spuntò dalla cucina.

“Mai, che hai? Dov’è Jono?”

“Eh? Ah, è- è fuori…”

“Cosa? E perché l’hai lasciato lì fuori da solo, scusa? Ti ha detto qualcosa di brutto?”

“N- no…Mi ha detto…che sto bene con questo vestito…”

Anzu la fissò stranita. Poi scoppiò a ridere.

“Santo Cielo, Mai! Tu sapresti comportarti in maniera disinvolta anche di fronte al diavolo in persona, ma quando si tratta di Jono diventi un’altra! Guardati, sei completamente rossa! In questo momento chiunque capirebbe che sei cotta e stracotta di lui!!”

“ANZU!!”

“Non fare quella faccia, dai! Guarda che noi del gruppo lo sappiamo tutti quanti. Era così evidente, fin dall’inizio.”

“Come sarebbe a dire…?”

“Beh, per quanto mi riguarda, io l’ho capito ai tempi di Battle City…E credo che sia lo stesso per Shizuka. Per quanto riguarda gli altri, non so da quanto lo sappiano. Ma ti assicuro che è più che evidente, mia cara. Penso che l’unico a non essersene accorto sia proprio Jono.”

“Oddio…”

“Dai, non fare così! Vorrà dire che questa sera approfitterai dell’occasione per dirglielo!”

“Ma io non voglio dirglielo!”

“E perché, scusa?”

“Perché a lui non interesso! Senti, è già tanto se siamo amici…”

“Mai, non dire balle…sei tra amici…”

“E va bene. E’ vero, lui è il mio migliore amico. Siamo ottimi amici. Però non posso dirglielo! Rovinerei tutto. E poi non voglio rendermi ridicola di fronte a lui.”

“Non ti renderesti ridicola.”

“Come no! Guardami! Prima ho addirittura balbettato! Non mi era mai accaduta una cosa del genere! Mi sono rincitrullita!!”

Anzu la guardò. Poi sorrise dolcemente.

“Ma no. Ti sei semplicemente innamorata, Mai. E’ una cosa normale, per noi ragazze.”

“Ma io non sono più una ragazzina, Anzu.”

“E con questo? Tutte le donne del mondo, di qualsiasi età, quando s’innamorano perdono la testa. E tu non fai differenza.”

“Tu dici?”

La più giovane annuì. Poi le porse la sua borsa.

“Prendi. E vai da lui. Il tuo cavaliere ti sta aspettando. Noi vi raggiungiamo a piedi.”

“Ne sei sicura? Possiamo andare tutti insieme in macchina.”

“No, tranquilla. Vai da lui, poverino! E’ qui fuori tutto solo!”

“D’accordo, allora…io vado. Ci vediamo lì.”

“Sì. E durante il tragitto, vedi di parlare almeno un po’. Altrimenti va a finire che si stufa.”

“Vedrò che fare. A dopo…”

E uscì, raggiungendo Kazuya. Vedendolo arrossì nuovamente, ma subito si riscosse, ripensando alle parole di Anzu. Quindi cercò di sorridergli.

“Dai, Jono, andiamo. Anzu e Yugi preferiscono raggiungerci a piedi. Credo vogliano stare un po’ soli soletti…”

“Ah, capisco. D’accordo, andiamo.”

E salirono in auto, partendo. Dopo un’iniziale silenzio, Mai riuscì a parlare un po’, togliendo entrambi da una situazione terribilmente pesante ed imbarazzante. Ad un certo punto, tirò fuori un argomento spinoso.

“Jonouchi…Che mi dici di tua madre? L’hai più sentita?”

Kazuya, come ogni volta che gli si nominava sua madre, s’irrigidì. Guardando da un’altra parte, rispose con un secco:

“No.”

Mai gli lanciò un veloce sguardo. Poi tornò a fissare la strada, sospirando.

“Jonouchi, lo sai che con me puoi parlarne…Non so sei hai presente…sono Mai…l’unica con cui ti sei sfogato quando è successo tutto il casino…”

Anche Jono sospirò. Non l’aveva dimenticato. Nessuno dei due poteva dimenticare quei momenti.

 

 

^^^^^^^^^^^^^^^                               1 anno e mezzo prima                      ^^^^^^^^^^^^^^^

 

Jonouchi viveva solo con sua sorella da ormai una settimana. I suoi amici erano terribilmente preoccupati per lui, lo vedevano troppo strano. Era diventato persino scontroso, con loro. Un giorno, proprio mentre ne stavano parlando, Anzu ricevette una telefonata. Era Mai, che voleva sapere come andavano le cose.

“E dimmi, quello scemo di Jonouchi sta bene? O si è cacciato in qualche guaio, tanto per cambiare?”

“Ecco, veramente…”

Così Anzu raccontò a Mai tutto ciò che sapeva, ossia che, per un qualche motivo, Kazuya e Shizuka erano andati a vivere per conto loro e che Kazuya era diventato un altro. La cosa fece preoccupare non poco la bella Kujaku. Che infatti si presentò 3 giorni dopo alla porta dell’amico biondino. Fu proprio lui ad aprire e si stupì non poco trovandosela davanti.

“Mai? Che diavolo ci fai qui?”

“Ehi, è così che si saluta un’amica che non vedi da tempo?”

“Scusa, non sono proprio di buon umore…”

“Da quello che ho sentito, è da giorni che “non sei proprio di buon umore”…O mi sbaglio?”

“Tsk, figurarsi se non eri qui per questo. Yugi e gli altri sono talmente disperati da chiamare persino te?”

“Non mi hanno chiamata loro. Sono stata io a chiamare Anzu, e per caso ho saputo che c’era qualcosa che non andava, in te. Così ho deciso di venire a vedere di persona. Allora, che ti prende?”

“Nulla, e comunque non sono affari tuoi, Mai. Hai fatto un viaggio inutile. Tornatene a casa.”

Kazuya tentò di chiudere la porta, ma la giovane donna glielo impedì.

“Spiacente, ma non me ne vado finché non mi spieghi che diavolo ti è preso.”

“Allora temo che resterai qui a lungo…perché non ho nessuna intenzione di dirtelo.”

“E’ una sfida, forse? A chi resiste di più? Guarda che io non ho problemi, so essere molto paziente. Al contrario di uno scemo di mia conoscenza.”

“Senti, ma non hai niente di meglio da fare? Vattene da Yugi e gli altri a fare l’impicciona! Tanto sono loro i tuoi amici, no? Neanche a te frega assolutamente nulla di me, no? Se sei qui per pietà, sparisci subito!”

Sconvolta da quelle parole, Mai tirò uno schiaffo al giovane. Poi lo guardò con espressione arrabbiata.

“Che diavolo dici, stupido! Io sono tua amica come lo sono di tutti gli altri! Anzi, se proprio lo vuoi sapere ti considero un amico migliore anche di loro! Ero convinta che anche tu la pensassi allo stesso modo! Se mi sono sbagliata, scusa tanto! Ma comunque non ho intenzione di andarmene e di lasciarti in queste condizioni! Io ti devo la vita, quindi non ti permetterò di rovinarti la tua! E tutto questo perché SONO TUA AMICA!!”

Kazuya la fissò sorpreso. Poi, chinando il capo, si spostò per farla entrare. Una volta chiusa la porta, esplose. Le raccontò tutto quello che era accaduto, con sua madre, suo padre e sua sorella. Era pieno di rabbia e di tristezza, dentro di sé. Ma mentre la rabbia l’aveva pienamente sfogata in quei giorni, con tutti i suoi amici, la tristezza se l’era tenuta dentro tutta, ostinandosi a non piangere. Con Mai, tutte le barriere crollarono. Iniziò versando una lacrima, poi due, poi quattro…Infine si ritrovò il volto inondato di lacrime, mentre Mai lo abbracciava dolcemente, cercando di consolarlo. Quella sera stessa, dopo aver passato due ore a piangere tra le braccia di Mai, era andato dai suoi amici, scusandosi per il suo comportamento e spiegando loro la situazione, senza però entrare in dettagli. E così era tornato quello di sempre, anche se con un grosso peso in più sul cuore.

 

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^                                 Presente                             ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

 

 

“Hai ragione. Scusa. Comunque, la situazione è invariata. Shizuka ogni tanto va da lei, ma sempre quando quell’uomo non è in casa. Ogni volta che torna dice che lei vorrebbe vedermi, ma io non ne ho nessuna intenzione.”

“Jonouchi, è passato ormai un anno e mezzo da quando è successo tutto il casino…Non credi sarebbe ora di rivederla?”

“No. Mai, io non posso perdonarla. Lei ha preferito tornare a vivere con quell’uomo piuttosto che vivere con i suoi figli. Ti pare una cosa accettabile? Soprattutto visto e considerato che lei sa bene cosa lui mi ha fatto negli anni in cui abbiamo vissuto da soli.”

“Dovresti anche pensare all’ipotesi che lui abbia smentito tutto ciò che lei hai detto.”

“Allora vuol dire che ha preferito credere alle parole dell’uomo da cui ha divorziato piuttosto che a quelle di suo figlio. Comunque la si rigiri, lei ha preferito lui a me. E io questo non lo accetto. Dopo tutto ciò che ho passato…no, non posso accettarlo. Ed ancor meno accetto l’idea che lei sarebbe stata disposta a far correre un rischio del genere a Shizuka.”

“Va bene, ho capito. Non parliamone più, dai. Lasciamo perdere i discorsi tristi, per stasera. Dobbiamo pensare solo a divertirci. E a far morire d’invidia tutte coloro che si sono rifiutate di accompagnarti!”

Jonouchi la osservò, sorridendo. Poi tornò serio.

“Mai, a dire la verità…”

“Cosa?”

“Ecco, non dirlo a nessuno, ma…in realtà…”

“In realtà?”

“Io…non ho chiesto a nessuna ragazza…di venire al ballo con me.”

“Cosa?!!?”

Mai tirò un’inchiodata, fermandosi sul ciglio della strada. Guardò Kazuya come se fosse stato pazzo. Lui era arrossito.

“C- che intendi dire, scusa?”

“Che non ho chiesto a nessuna ragazzi di venire con me, stasera.”

“E perché hai mentito a tutti gli altri? Anzi, prima di tutto, perché non l’hai chiesto a nessuna? Ah…a meno che…Oh, no…No, ti prego, non dirmi che…che…”

Kazuya la fissò con aria interrogativa.

“Non dirmi che?”

“Jonouchi, sai che a me puoi dire tutto. Dimmi la verità. Io non ti deriderò né altro. Ti sarò vicina comunque. Ma dimmi la verità.”

“La verità su cosa?”

“Jonouchi, tu…sei gay?”

Per poco Kazuya non cadde fuori dalla macchina. Se non fosse stata una decappottabile avrebbe sicuramente sbattuto la testa. Infatti fece un salto, sentendo quelle parole.

“NOO!!! No, Mai, hai capito male, te lo assicuro!! A me piacciono le donne, te lo giuro! Per carità!!”

“Ah, ok…”

Mai tirò un sospiro di sollievo. Si era sentita morire, per un istante. Se lui fosse stato davvero gay, allora no che non avrebbe avuto nessuna possibilità di conquistarlo.

“Come diavolo ti è venuta in mente un’idea del genere?!”

“Beh, che ne so…Tu hai detto che non hai invitato nessuna, così…”

“No, il motivo è un altro, te l’assicuro.”

“E quale sarebbe, allora?”

“Ecco, vedi…A dire il vero è più di uno. Innanzitutto, non c’era nessuna ragazza che mi andasse d’invitare sul serio. Voglio dire, l’unica ragazza della scuola con cui ho confidenza è Anzu. A parte Shizuka, che è mia sorella. Inizialmente, quando ho sentito di questo ballo, contavo di andarci proprio con lei. Ma poi Bakura l’ha invitata e non volevo che lei rinunciasse a quest’occasione per me. Anzu andava con Yugi, e questo era certo. Così non mi rimaneva che chiederlo a qualcuna che nemmeno conoscevo. Non era il caso. E poi…”

“E poi?”

“E poi, come ti hanno detto gli altri…io non ho una bella reputazione, a scuola. La maggior parte degli studenti mi teme. Il resto mi considera solo uno stupido. A chiunque l’avessi chiesto, sarei stato rifiutato. Quindi, per me, tanto valeva rinunciare…”

“Ma scusa, vuoi dire che nella tua scuola non c’è nessuna ragazza che ti piace almeno un po’? Dico anche solo una che tu consideri carina…”

“…La verità…è che solo una volta, in questi tre anni, mi è capitato di pensare ad una ragazza della mia scuola. E’ stato al primo anno, proprio all’inizio. E…beh, forse è andata avanti per un po’ di tempo, sempre al primo anno. Però a lei piaceva una persona che io conoscevo bene. Ed era ricambiata. Penso che lei sia stata il mio primo amore, se così lo si può chiamare…”

“Davvero? E che fine ha fatto?”

“Sì è messa con il ragazzo che le piaceva. Ed ora è felice. Ed anche io sono davvero felice. Anche perché si è messa con il mio più caro amico ed anche lei ora è una delle mie più care amiche. Beh, non che ne abbia molte…solo te e lei…Però è comunque molto importante, per me.”

Mai lo fissò, stupefatta. E con un forte dolore nel cuore.

“V- vuoi dire che…che tu…”

Lui sorrise, un sorriso velato di tristezza.

“Ebbene sì. Il mio primo amore è stata Anzu. Però nessuno ne sa nulla, quindi ti prego di stare zitta. Non voglio che lei o Yugi vengano a saperlo. Potrebbero starci molto male.”

Mai non lo ascoltava più. Era immersa nei suoi pensieri e nel suo dolore. Kazuya aveva appena affermato di provare ormai solo amicizia, per lei, ma la bionda non ci credeva. Quel sorriso triste le faceva pensare…anzi, l’aveva convinta che Jono fosse ancora innamorato di Anzu. E quindi, lei non aveva nessuna speranza di conquistarlo. Anche se Anzu stava ormai con Yugi da molto tempo…lui non l’aveva dimenticata. Che speranze poteva avere lei?

Tristemente, rimise in moto l’auto, ripartendo. Jonouchi la fissava sorpreso.

“Mai? E’ tutto a posto? Sembri strana…”

“No, tranquillo. Dai, andiamo a divertirci. Ti va?”

“Certo. E, Mai…vorrei dirti una cosa, che non ti ho ancora detto.”

“Cosa?”

A quel punto Mai temeva di dover sentire qualcos’altro di estremamente doloroso, per lei. Ma si sbagliava.

“Grazie per aver accettato di venire al ballo con me. Pensavo non l’avrei mai ammesso, ma ci tenevo a partecipare assieme a tutti gli altri. E visto che ci sarai anche tu, con me, sarà ancora più bello. Grazie davvero.”

Mai sorrise, mentre lasciava che il vento asciugasse la lacrima solitaria che le scendeva sul viso.

 

Yugi e tutto il resto della banda erano già nella palestra della loro scuola, dove si teneva il ballo. Stavano tutti aspettando Mai e Kazuya.

“Ma come è possibile che non siano ancora qui? Sono partiti in macchina molto prima di noi!”

“Spero che non sia accaduto nulla…Che abbiano avuto un incidente?”

“Ma no. Stai tranquilla, Shizuka. Probabilmente si sono solo fermati da qualche parte.”

“Magari si sono finalmente decisi a rivelarsi i reciproci sentimenti! Sarebbe anche ora!”

“Io ho i miei dubbi…Jonouchi è troppo timido per riuscire a dichiararsi.”

“Però se Mai avesse fatto la prima mossa…”

“Eccoli!!”

Proprio in quel momento, nella palestra adibita a sala da ballo entrarono i due. Kazuya, come buona educazione, offriva il braccio a Mai, che lo teneva saldamente. Non appena entrarono, molte persone si zittirono. E subito dopo cominciò un vociare sommesso, mentre tutti additavano la coppia appena entrata.

“Ehi, avete visto? Quello è Kazuya Jonouchi, quel teppista di terza!”

“Sì, quello della quarta sezione! Hai visto che cambiamento? Non sembra nemmeno lui!”

“Cavolo, ma nella nostra scuola c’era un così bel ragazzo? Perché non me ne sono mai accorta?”

“Come può essere Jonouchi? Non mi pareva davvero che fosse così bello, ieri, a scuola!”

“Che sciocca, avrei dovuto chiedere a lui di accompagnarmi al ballo!”

“Chissà chi è quella donna con lui. E’ parecchio più grande.”

“Chiunque sia, è davvero fortunata! Pagherei per essere al suo posto!”

“Lunedì ci provo con Jonouchi, statene certe!!”

“Caspita, mica scemo Jonouchi! Hai visto che sventola si è portato dietro?”

“Per me è sua parente….”

“Forse è sua sorella maggiore.”

“No, lui ha solo una sorella minore, è al primo anno, nella seconda sezione. Anche lei, niente male affatto.”

“Eh, e con chi è venuta?”

“Con uno degli studenti più bravi del terzo anno, Ryo Bakura.”

“Ehi, secondo voi Jonouchi quanto l’ha pagata, per accompagnarlo?”

“Non ne aveva bisogno, guardate quelle lì come sbavano, guardandolo!”

“E pensare che fino a ieri lo definivano uno “stupido fallito buono a nulla che si atteggia a teppista”! Le donne sono proprio assurde.”

“Però quella è davvero una bomba…”

“Dite che se glielo chiedo me la presta per un po’?”

I due ignorarono i vari commenti e si diressero decisi verso gli altri amici.

“Ehi, finalmente! Che fine avevate fatto?”

“Fratellino, ci avete fatti preoccupare!”

“Scusate, abbiamo trovato un po’ di traffico. Comunque, ora siamo qui. Allora, come va?”

“Bene. A quanto pare hanno fatto le cose in grande. C’è anche una band che suona dal vivo. E’ formata da ragazzi della nostra età, ma ho sentito dire che sono molto in gamba.”

Yugi indicò il gruppo di ragazzi che preparava gli strumenti. Kazuya li fissò un attimo, poi il suo volto s’illuminò con un sorriso.

“Ehi, io lo conosco!”

Detto questo lasciò gli amici ed andò a salutare uno dei membri della band. Gli altri lo osservarono attirare la sua attenzione e poi abbracciarlo affettuosamente. Quando tornò indietro, gli chiesero informazioni.

“E’ il cantante. Un mio vecchio compagno delle medie. Si chiama Masahiko Kuwata, era il mio migliore amico, a quei tempi. E’ sempre stato appassionato di musica, ma non avrei mai immaginato che avrebbe messo su una band. Vi assicuro che se ha mantenuto un decimo della bravura che aveva al tempo, stasera assisteremo ad un concerto straordinario.”

“Jono, non è un concerto. Faranno musica ballabile, di canzoni ce ne saranno poche.”

“No, ti assicuro che lui non è il tipo da starsene buono. E poi mica faranno solo musiche melense da lenti! Altrimenti ci sarà una ribellione generale!”

“Ecco, guardate, cominciano a suonare.”

Il gruppo attirò l’attenzione generale con un rullo di tamburi. Dopo una breve presentazione, cominciarono a suonare. E subito i ragazzi capirono che Kazuya aveva pienamente ragione. Quel cantante era straordinario. Così, le danze si aprirono e la serata cominciò.

 

La festa da ballo organizzata dalla scuola stava avendo un grande successo. Ovunque c’erano coppie che ballavano oppure riprendevano fiato bevendo qualcosa e chiacchierando. Tuttavia, a due ore dall’inizio del ballo, c’era una coppia che non aveva ancora danzato nemmeno una volta. Kazuya e Mai se ne stavano seduti su due sedie, ad osservare gli altri e a chiacchierare un po’. Kazuya non aveva mai ballato in vita sua e non aveva il coraggio di provare a chiederlo a Mai, per paura di fare una figuraccia. Mai, dal canto suo, preferiva non sbilanciarsi troppo. Inoltre non riusciva a togliersi dalla testa l’idea che Jonouchi fosse innamorato di Anzu. Ad un certo punto Shizuka e Bakura, di ritorno da un ballo, si sedettero vicino a loro.

“Fratellino, che ci fai ancora qui? Hai passato tutta la serata seduto. Perché non inviti Mai a ballare?”

“Eh? B-beh, ma eravamo d’accordo che saremmo solo venuti insieme, poi eravamo liberi di fare come volevamo, no?”

“Ah, sì…Però ciò non toglie che potreste anche ballare un po’ insieme, no?”

“Beh, effettivamente, potremmo, però…”

Mai osservava Kazuya, che cercava disperatamente di giustificarsi con sua sorella. Si sentiva davvero abbattuta, l’idea che lui amasse un’altra la faceva stare malissimo. Pian piano, però, subentrò in lei una grande rabbia. Perché continuava a fare lo scemo cercando di inventarsi qualche scusa? Perché non diceva chiaramente che la ragazza con cui desiderava ballare era già impegnata con il suo migliore amico? E soprattutto, perché diavolo l’aveva portata lì se poi doveva lasciarla seduta tutto il tempo a rimuginare sulla sua tristezza? Con un gesto di stizza si spostò i capelli dal volto, chiudendo gli occhi.

“Shizuka, lascia perdere. La verità è che tuo fratello non ha nessunissima intenzione di ballare con me.”

I due fratelli Jonouchi e Bakura la guardarono, sorpresi dal tono tanto duro.

“Che vuoi dire, Mai?”

“E’ la verità, no? In realtà tu saresti voluto venire a questo ballo con un’altra persona. Solo che, siccome non puoi averla, ti sei accontentato di me. Però un conto è invitarmi a venire, un altro è comportarti come un vero accompagnatore, vero?!”

“Mai, che diavolo ti prende? Si può sapere di che stai parlando?”

“Che c’è? Fai tanto l’uomo maturo, ma poi non hai il coraggio di dire a tua sorella chi è la ragazza di cui sei innamorato!? Eppure a me l’hai detto, no?”

Kazuya non capiva. Poi gli venne un’illuminazione. Fissò Mai sorpreso. Quindi lei era convinta che lui amasse ancora Anzu. Non era vero, ma prima di tutto era necessario impedirle di andare oltre, altrimenti presto tutti avrebbero saputo il suo segreto.

“Senti, Mai, sei un po’ troppo nervosa…Perché non andiamo a prendere una boccata d’aria, qui fuori?”

“Io non voglio prendere nessuna boccata d’aria! Solo, non mi piace l’idea di essere venuta qui solo per non farti fare la figura del fallito! Se avessi un po’ di fegato, andresti da lei e le chiederesti di ballare!”

“Mai, guarda che prima hai frainteso il mio discorso…”

“Ma non dire balle! Cos’è, sei talmente codardo che non hai nemmeno il coraggio di chiederle di ballare? Se vuoi ci penso io, sai?”

“Mai, smettila, per favore…”

“Per favore cosa? Hai forse paura di essere rifiutato? Vedi che sei un codardo? Ecco perché ti ritrovi a dover chiedere ad un’amica di accompagnarti al ballo. Ecco perché non hai minimamente successo con le ragazze! Perché non hai le palle!!”

“Mai, ora mi stai facendo arrabbiare…”

“Ma davvero? Oh, povero cucciolo…Ti sto facendo arrabbiare? Allora aspetta che dica a Yugi un paio di cose interessanti, sul suo caro migliore amico senza palle!!”

“Con che cavolo di coraggio vieni a dirmi certe cose?! Proprio tu che a 24 anni non hai uno straccio d’uomo! E sentiamo, qual è il motivo? Non lo sai? Te lo dico io. Non hai un uomo perché sei insopportabile! Chiunque ti avvicini finisce con lo scappare terrorizzato! E ti assicuro che mi fa molta pena colui che un giorno ti sposerà! Non vorrei mai essere nei suoi panni!!”

Mai si zittì, fissando Jonouchi incredula. Così come tutte le persone sufficientemente vicine da sentire tutto. Ossia metà della sala. Anche Shizuka era sbalordita e si chiedeva perché suo fratello aveva detto tutte quelle cose false. Lei sapeva bene che lui l’amava. Mai strinse forte i pugni. Poi tirò uno schiaffo a Kazuya, dicendogli gelidamente:

“Kazuya Jonouchi, sei solo un fottuto bastardo…Domattina partirò…e sta sicuro che non metterò mai più piede in questa città. Almeno, non finché ci vivrai tu…”

E uscì dalla palestra a passo sostenuto, seguita poi da Anzu e Yugi, che avevano assistito alla scena da lontano. Kazuya, dal canto suo, era rimasto pietrificato. Non sapeva nemmeno lui perché aveva detto quelle cavolate. Forse perché si era sentito terrorizzato all’idea che Mai dicesse a tutti che lui aveva amato Anzu. O forse perché lei lo stava trattando in quel modo. Shizuka gli si avvicinò, mentre tutte le altre coppie riprendevano a ballare. Ormai lo spettacolo era terminato.

“Fratellino…”

“Shizuka…lasciami stare. Non ho proprio voglia di sentirmi rimproverare anche da te.”

“Non voglio rimproverarti. Solo…Devi parlare a Mai. Devi andare da lei e dirle cosa provi veramente.”

“Eh?”

“L’hai sentita? Vuole andarsene e non tornare mai più. E sono certa che lo farà veramente, se tu non le darai un valido motivo per restare.”

“Ma che posso fare, Shizuka? E poi l’hai sentita. A lei non gliene importa nulla di me, mi detesta! Pensavo almeno mi considerasse suo amico…E invece nemmeno quello…”

“Non è vero. Lei non ti considera un semplice amico. Per lei tu sei il suo migliore amico. Però, evidentemente, si è sentita ferita per qualcosa che lei hai detto…Perché le hai detto di essere innamorato di un’altra, fratellino? Tu ami lei, io lo so!”

“No, non ho detto nulla del genere. Io le ho solo parlato del mio primo amore, risalente a oltre 2 anni fa. Ma lei deve aver frainteso le mie parole, e deve essersi convinta che io l’ami ancora.”

“Allora vai subito da lei e dille la verità. Ti pare sensato perdere la ragazza che ami solo per una sciocca incomprensione?”

“Ma tu…come fai a sapere che io la amo?”

“Fratellino, tutti lo sappiamo. E io l’ho sempre saputo, dalla prima volta che vi ho visti insieme. Era così evidente…Devi dirglielo.”

“Ma come faccio se lei mi rifiuta? Perderò anche la sua amicizia.”

“Se lasci le cose come stanno, l’hai già persa. Ma sei ancora in tempo. Dille la verità e vedrai che tutto si chiarirà. Sii sincero con lei ma soprattutto con te stesso…”

Kazuya rifletté per qualche istante. Sua sorella aveva ragione. Doveva assolutamente dirle la verità. Ma come fare? Sicuramente, se avesse provato a dirglielo in faccia, si sarebbe imbarazzato e avrebbe rovinato tutto. Si guardò un po’ in giro. Poi vide il suo amico Masahiko. E gli venne un’idea. Forse poteva funzionare. Sussurrò all’orecchio della sorella la sua idea e lei annuì. Sì, poteva andare. Doveva tentare. Corse verso la band e si avvicinò al cantante. I due scambiarono qualche parola, poi sorrisero entrambi ed annuirono. Quindi Kazuya si recò velocemente fuori dalla palestra, alla ricerca di Mai. Shizuka, come d’accordo, l’aveva preceduto, facendo allontanare Yugi e Anzu e lasciando la bionda da sola. La trovò appoggiata sulla sua macchina, a testa china. Quando la chiamò lei alzò il capo e Kazuya si accorse che aveva pianto. Si sentì tremendamente in colpa.

“Mai…”

“Vattene. Lasciami in pace.”

“No. Non posso andarmene. Devi venire con me, Mai.”

“Non ne ho nessuna intenzione.”

“Ti prego, vieni con me, è di fondamentale importanza. Se non mi segui io…io…”

Kazuya pensò a un modo per convincerla.

“Se non mi segui, io non ti lascerò partire. Te lo impedirò a costo di distendermi davanti alla tua auto.”

“Ti assicuro che se lo facessi ti passerei sopra senza troppi problemi…”

“Ti scongiuro, Mai. Una cosa velocissima. Poi ti lascerò libera di andartene e di non tornare mai più. Ma concedimi cinque minuti. Mi bastano cinque minuti.”

Mai lo fissò, un po’ di rabbia in meno negli occhi.

“Perché dovrei darti ascolto? Perché, dopo ciò che mi hai detto?”

“Perché se mi seguirai, capirai il motivo che mi ha spinto a dirti quelle cose. Che, per inciso, non pensavo minimamente…”

Mai lo fissò ancora. Era indecisa. Ma alla fine decise di assecondarlo. Era curiosa di vedere cosa si era inventato. E poi il fatto che l’avesse inseguita significava che in fondo a lei ci teneva. Lo seguì nuovamente all’interno della palestra. Quando entrarono numerose persone li fissarono. A Mai non importava nulla, tanto non li conosceva. Ma pensò che per Kazuya non fosse una gran bella pubblicità. Lo guardò, pensando di trovarlo a testa china e imbarazzato. Invece camminava tutto impettito e a testa alta. Si portò al centro della sala, quindi guardò il suo amico cantante. Si scambiarono un cenno d’intesa e subito dopo la musica s’interruppe. Masahiko prese la parola.

“Ed ora una canzone dedicata a tutti coloro che stasera sono qui con la persona che amano. Inoltre c’è un giovanotto che vorrebbe dedicarla ad una ragazza davvero molto importante per lui. Mai, è per te, da Kazuya.”

Mai rimase a bocca aperta. Si voltò verso il giovane che le stava di fianco e vide che le porgeva una mano invitandola a ballare.

“Mai, se davvero vuoi andartene domani, senza mai più tornare qui a Domino…Concedimi almeno un ballo. Un primo, unico ma pur sempre ultimo ballo…”

La musica partì e Mai realizzò all’istante di che canzone si trattasse. Guardò Kazuya fisso negli occhi…e gli afferrò la mano, sorridendogli. I due si abbracciarono e cominciarono così a danzare.

 

Così vai via,

non scherzare, no.

Domani via,

per favore, no.

Devo convincermi, però,

che non è nulla.

Ma le mie mani tremano.

In qualche modo io dovrò

restare a galla.

E così te ne vai…

Cosa mi è preso, adesso?

Forse mi scriverai,

ma sì, è lo stesso.

 

Così vai via,

l’ho capito, sai.

Che vuoi che sia

se tu te ne vai.

Mi sembra già che non potrò

più farne a meno…

Mentre i minuti passano…

Forse domani correrò

dietro il suo treno.

Tu non scordarmi mai…

Come è banale, adesso…

Balliamo ancora dai,

ma sì, è lo stesso…

 

Amore bello come il cielo,

bello come il giorno,

bello come il mare, amore,

ma non lo so dire!!

Amore bello come un bacio,

bello come il buio,

bello come Dio,      

amore mio non te ne andare!!

Perché è così…

No, non è giusto se è così.

Se te ne vai…

Se te ne vai…

Perché è così…

Perché finisce tutto qui.

Fra poco andrai…

Un lento, l’ultimo oramai…

 

E fare finta, che ne so,

di essere matto.

Piangere, urlare, dire no!!

Non serve a niente, già lo so,

è finito tutto.

E se tu, caso mai…

Ma non mi sente, adesso.

Balliamo ancora, dai,

ma sì è lo stesso.

 

Amore bello…

 

A Mai sembrava di essere in un sogno. Kazuya la guardava come mai prima d’allora e nella sua testa continuava a chiedersi per quale motivo avesse scelto di dedicarle proprio quella canzone. Non sembrava un caso, quella canzone sembrava quasi parlare per lui…Se solo lui fosse stato innamorato di lei. Ma era possibile? Poteva Kazuya Jonouchi essersi innamorato proprio di lei? E con quella canzone voleva forse confessarglielo e chiederle di restare? In quel momento il giovane interruppe il flusso dei suoi pensieri. Senza smettere di fissarla dolcemente negli occhi, le sussurrò:

“Potrei davvero mettermi a fare il pazzo. Fare cose assurde tipo piangere, urlare, mettermi in ginocchio e supplicarti di rimanere. Ma non servirebbe. Lo so. Tutto ciò che posso fare è chiederti scusa per la mia stupidità. Ho amato Anzu, un tempo. Ma ormai l’ho dimenticata da anni. Precisamente, da un giorno di oltre due anni fa. L’ultimo giorno del torneo nel Regno dei Duellanti. Quando, prima della semifinale, vagavo disperato per il castello di Pegasus e una splendida ragazza più grande di me mi ha donato la possibilità di avere il denaro necessario a guarire gli occhi di Shizuka. Beh, la frase era molto contorta, ma spero tu sia ugualmente riuscita a capire di chi sto parlando…Comunque, Mai, io non amo Anzu. Non più. E’ da molto tempo che amo un’altra ragazza. O meglio, una donna. Sì, perché lei è più grande di me. E’ bella. No, stupenda. E’ intelligente. E’ orgogliosa. Irritabile. A volte presuntuosa. Vuole sempre avere ragione lei. E le piace particolarmente prendermi in giro. Ma è anche sensibile. E generosa. E, cosa importantissima, è la mia migliore amica. Penso che se questa donna dovesse un giorno uscire dalla mia vita…io non potrei sopportarlo. Impazzirei. Anche se, a dire il vero…sono già pazzo. Di lei. Di te.”

In quel momento la musica s’interruppe. Ma i due rimasero abbracciati, a fissarsi negli occhi.

“Ti prego, Mai. Non andartene. E se proprio vuoi farlo, fa che non sia per sempre. Non dire addio a tutti noi solo per causa mia. Tu sei troppo importante per me. E per nessuna ragione al mondo voglio perderti. Dimmi che resterai, Mai.”

“Jonouchi, io…No. Non posso.”

Mai abbassò il capo, mentre Kazuya si sentiva morire. Non aveva funzionato. Anche dicendole tutto ciò che provava, non era riuscito a convincerla a restare. Il dolore che provava era facilmente leggibile sul suo volto. I suoi amici, che li guardavano, videro la sua espressione e capirono che aveva fallito. A Shizuka salirono le lacrime agli occhi, pensando a quanto soffriva suo fratello in quel momento.

“Fratellino…”

Ma l’espressione sul volto del giovane cambiò, quando vide che Mai, alzando la testa, gli sorrideva.

“Non posso davvero andarmene da qui, ormai. Qui a Domino c’è tutto ciò che ho di più caro. I miei amici…Anzu, Yugi e tutti gli altri sono importantissimi per me. Sono le uniche persone che davvero posso considerare amiche. Tua sorella Shizuka…Non so, fin dalla prima volta che l’ho vista mi ha fatto tenerezza. La sento vicina come se fossi anch’io sua sorella. E poi…poi c’è l’amico più caro di tutti. L’amico che mai vorrei lasciare. L’amico che, in fondo, non è mai stato soltanto un amico. Lo sai, Jono, perché io non ho un uomo, nonostante abbia già quasi 24 anni? Perché sono innamorata di una persona da oltre due anni…solo che non ho mai avuto il coraggio di confessarglielo. A causa del mio orgoglio, temo. Ma ora, finalmente, posso farlo tranquillamente. Perché sono sicura che lui ricambia il mio amore. Che TU ricambi il mio amore.”

Detto questo si sporse in avanti fino a posare le sue labbra su quelle di lui. Dopo qualche istante di stupore, Kazuya capì. E allora, chiudendo gli occhi, si lasciò andare, stringendo ancora di più a sé la donna che amava. Il loro bacio, però, durò poco. Infatti, subito dopo, in tutta la palestra esplose uno scroscio di applausi. I due innamorati si separarono, guardandosi attorno sorpresi. Tutti li fissavano applaudendo e urlando congratulazioni. I loro amici erano quelli che facevano più baccano di tutti.

Masahiko, dalla sua postazione, sorrise. Poi, al microfono, urlò.

“Forza ragazzi!! Tutti insieme!! Evviva Kazuya e Mai!! Yeah!! BACIO!! BACIO!! BACIO!!”

E allora esplose un coro. Tutti urlavano:

“BACIO!! BACIO!!”

E i due non poterono che accontentare la folla. Si fissarono, sorridendosi. Ma prima di unire nuovamente le labbra a quelle di lui, Mai sussurrò:

“Resto per te…Kazuya…”

E con un memorabile bacio suggellò quella promessa.

 

FINE

  
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