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Autore: xSabri    02/12/2011    4 recensioni
Una promessa che dura nel tempo sigillata da delle lettere scritte quando si è ancora bambini.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20 anni prima.
Non erano neanche le cinque del mattino che dei rumori insoliti mi svegliarono. Mi affacciai alla finestra e notai il camion dei traslochi.
Qualcuno si era trasferito nella casa di fianco alla mia, la casa che era appartenuta alla mia migliore amica fino all’estate prima.
Si era trasferita a casa dei suoi zii, dall’altra parte del mondo dopo un brutto incidente dei suoi genitori. Viveva in Australia e non riuscivamo a sentirci più come prima. Mi mancava terribilmente e non avrei mai immaginato che qualcuno potesse prendere la loro casa. Non accettavo che qualcuno vivesse lì.
Mi raggomitolai sotto le coperte e aspettai che la mia sveglia suonasse.
Non tardò neanche di mezzo secondo. Alle sei e mezza iniziò a suonare e io mi alzai per fare colazione.
Mio fratello e mia madre erano già seduti a tavola, mentre mio padre si stava vestendo.
-Mamma-la chiamai-sai chi sono i nuovi vicini?
-No tesoro-mi rispose facendo spallucce-non ho ancora avuto l’onore di conoscerli.
Annui e abbassai lo sguardo sulla mia tazza di latte e cereali.
Mio fratello mi misi una mano sulla spalla.
-Lo so che ti dà fastio-mi sorrise-dà fastidio anche a me.
Mio fratello si chiamava Justin,era due anni più grande di me, aveva 18 anni. Aveva folti ricci neri, molto neri e due occhi verdi che avrebbe conquistato chiunque. Portava spesso i capelli raccolti in uno chignon alto perché li ricadevano sugli occhi e a lui davano fastidio.
Era alto, molto alto e aveva un fisico, non perfetto ma quasi. E a volte mi meravigliavo che fosse mio fratello per quanto eravamo diversi.
Io non ero alta, appena raggiungevo il suo mento i miei capelli lisci e  biondi mi ricadevano sulle spalle da quando ero piccola, non li avevo mai portati corti. Solo gli occhi erano uguali, verdi ad entrambi.
Mio fratello era  stupido, testardo, a volte egoista ma tanto dolce. Riusciva a farmi sentire la persona più importante del mondo anche solo per un istante. Riusciva a tirarmi su con un sorriso e una battuta fatta al momento.
Era quel tipo di ragazzo che avrebbe seguito fino in capo al mondo la ragazza che gli piace, per dimostrargli tutto ciò che poteva donargli.
Lo aveva fatto anche con Caroline, la mia migliore amica che ora viveva in Australia.
L’aveva seguita fino all’aeroporto offrendole di rimanere da noi, pregandola di non andare così lontano. Ma lei non poteva farlo. Il tribunale l’aveva affidata agli zii e lei poteva solo accettare questa decisione.
Mi affacciai alla finestra della cucina e fu quella la prima volta in cui lo vidi.
Aveva un semplice jeans scaduto e una felpa blu. Un paio di converse bianche e un paio di occhiali da sole agli occhi.
Si stava guardando in torno e alzò lo sguardo fino alla finestra da cui ero affacciata. Avvampai ma lui mi sorrise e mi fece un gesto con la mano.
Era bellissimo, con quei suoi ricci che gli contornavano il viso e quel sorriso che evidenziava due profonde fossette.
Tornai a sedermi al tavolo e sorrise girando il latte che era nella tazza da ormai 20 minuti.
-Chi hai visto?
Mio fratello mi diede una gomitata facendo versare un po’ di latte sul tavolo.
-Il vicino è-feci un sospiro-bellissimo.
Salì in camera mia e aprì l’armadio. Primo giorno di scuola dopo una lunga convalescenza a casa.
Avevo preso la febbre e per due settimane avevo sentito solo lontanamente parlare della scuola.
Indossai un paio di shorts nero a vita più alta e un maglioncino verde, morbido che mi cadeva su una spalla. Misi una sciarpa nera per coprirmi e le francesine nere basse.
Presi un paio di bracciali neri dal cassetto  e me li infilai ad un braccio.
Scesi in soggiorno e mio fratello era ancora davanti al televisore a guardare la televisione.
-Mamma io vado-urlai per farmi sentire al piano di sopra.
Per andare a scuola dovevo per forza passare davanti al camion dei traslochi e davanti a lui.
Misi i miei occhiali da sole per coprire gli occhi e mi incamminai a passo sicura.
Guardai la casa, come facevo ogni mattina passandoci davanti e vidi la figura di una donna che gesticolava dando indicazioni agli uomini che portavano in casa scatoloni pieni di roba.
-Non guardarla male-una voce alle mie spalle attirò la mia attenzione-è solo nervosa.
Mi girai e poggiato al camion c’era lui con il suo iphone in mano.
-Non c’entra niente lei.
Continuai a camminare.
-Eri tu alla finestra prima?
Mi girai verso di lui, aveva alzato gli occhiali da sole scoprendo due occhi verdissimi.
Annui, arrossendo un po’.
Mi porse la sua mano.
-Piacere, Harry-mi sorrise-il tuo nuovo vicino.
-Nicole.
Sorrisi afferrando la sua mano e lui me la strinse.
Era calda e grande. La mia mano sembrava quella di una bambina a confronto.  
Si avvicinò al mio viso e indietreggiai istintivamente.
-Voglio vedere i tuoi occhi-fece una smorfia.
-Forse la prossima volta-risi e tornai a camminare verso la sua.
-La prossima volta?-mi urlò contro.
-Ti ricordo che siamo vicini!
Alzai gli occhiali e gli feci l’occhiolino. Ero sicura che non avesse riconosciuto il colore a quella distanza. 

S.

  
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