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Autore: Clopina    23/07/2006    2 recensioni
“Allora, Caspian” iniziò Eustachio. “Come ti sembra vivere in un mondo… rotondo? Come puoi vedere, non è poi così perfetto.”
L’altro ragazzo rise.
“Penso che, alla fine, tutti i mondi siano così,” disse. “Le cose perfette non credo esistano.”
[I pensieri di Rilian e di Caspian nel capitolo finale de "La Sedia d'Argento".]
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caspian, Eustachio Scrubb, Jill Pole, Rilian
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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WINGS OF DESTINY
di Clopina



Day has gone but I'm still here with you
my sweet rose my green hills
beloved sea, lakes and sky
beloved mother earth


Il principe Rilian era al porto, in piedi sul molo, e aspettava.
Intorno a lui si era radunata molta gente, e molta ancora ne stava arrivando, e alcuni si fermavano a guardare.
Erano passate alcune ore da quando era arrivato a Cair Paravel, in seguito al messaggio portatogli da Pennalucida nel cuore della notte.
Gli era stato riferito che suo padre, Caspian X, stava tornando dal suo viaggio in seguito ad un incontro con Aslan, che sembrava avergli detto che suo figlio era vivo e se fosse tornato subito a Narnia lo avrebbe rivisto.
Il veliero del re era infatti già entrato alla vista della gente che lo attendeva a Cair Paravel, e si dirigeva lentamente verso la costa.
Rilian non poté fare a meno di chiedersi se avrebbe più rivisto due dei suoi tre salvatori, Jill ed Eustachio; forse il Grande Leone li avrebbe richiamati nel loro mondo prima che potessero incontrarsi di nuovo.
L’idea lo rendeva triste, ma niente poteva diminuire l’eccitazione che sentiva dentro di sé al solo pensiero di rivedere il padre.
Sapeva che era molto vecchio, e che probabilmente non gli restava molto da vivere, ma la cosa in quel momento gli sembrava marginale. Voleva rivederlo, voleva chiedergli scusa per come si era comportato, lasciandosi suggestionare così stupidamente da quella Strega.
Così, non si stupì molto nel sentire le parole del giovane nobile sceso dal ponte del veliero, e nel vedere il vecchio re ormai in punto di morte.
Sentì un vuoto dentro di lui, mentre lo abbracciava, e comprese che non voleva che il padre se ne andasse proprio il giorno in cui si erano ritrovati.
Ma non poté fare niente; non appena il re ebbe alzato la mano per benedire il figlio, la sua testa sprofondò tra i cuscini, e il principe capì subito cos’era successo.
Si chinò su di lui, ed iniziò a piangere, mentre le trombe attaccavano una musica lenta e straziante, e la bandiera del Castello veniva abbassata a mezz’asta.
Il re era morto, e lui era rimasto solo.
Provava dentro di sé lo stesso dolore e le stesse emozioni di quando sua madre era morta, uccisa dal serpente che si era rivelato essere la stessa Strega.
Di una cosa, però, era certo: avrebbe fatto del suo meglio per seguire le orme di suo padre.
E sia Caspian che la figlia delle stelle sarebbero stati fieri del loro unico figlio.


Silent land erase my thoughts
I wanna lose myself in you, all in you
caress me and my soul
while I close my eyes


Caspian si svegliò con un sussulto.
Aprì gli occhi, e si accorse di essere sdraiato sul greto di un fiume.
Un sorriso spontaneo nacque sulle sue labbra, e si alzò. Non appena alzò lo sguardo, il suo sorriso si allargò: lui era lì, Aslan, il Grande Leone, il Figlio dell’Imperatore d’Oltre-Mare, i suoi grandi occhi fissi su di lui.
Corse verso di lui e lo abbracciò, affondando il viso e le mani nella grande criniera del leone, che lo ricambiò con grandi baci.
D’un tratto si accorse che i suoi movimenti erano molto più veloci di come lo erano stati negli ultimi anni, e con stupore si accorse di essere di nuovo giovane.
Rise, e pensò che doveva essere morto.
Ma stranamente la cosa non gli importava più di quel tanto. D’altra parte, tutto era tornato al suo posto; aveva rivisto suo figlio, Rilian, che con il passare degli anni aveva quasi cominciato a credere morto.
Volse lo sguardo intorno, e vide, tra tutte le cose di quel luogo, due ragazzi che lo stavano fissando, un bambino e una bambina; rise ancora, riconoscendo Eustachio nel ragazzo.
Era incredibile come riuscisse a ricordarlo così perfettamente, dopo tutti gli anni passati dal viaggio sul Veliero dell’Alba.
Ma non perse tempo a porsi tante domande, non gli sembrava ce ne fosse bisogno.
“Eustachio, hai visto?” esclamò, felice come non lo era da molto tempo. “Alla fine sei riuscito a raggiungere il confine estremo del mondo.”
Si fermò un attimo a pensare quanto tempo fosse passato nel loro mondo, sembrava molto poco, in quanto Eustachio non era più grande di quando si erano salutati sul ponte del veliero…
O forse era morto anche lui, e per questo ora si trovava nella Terra di Aslan?
In ogni caso, non gli sarebbe piaciuto finire lì la sua frase, quindi aggiunse la prima cosa che gli venne in mente.
“Che ne è della mia magnifica spada di riserva, quella che spezzasti sul corpo del Serpente marino?”
Eustachio fece qualche passo verso di lui, a braccia aperte come per abbracciarlo, poi si tirò indietro con un’espressione stupita dipinta in volto, come se si fosse accorto, o ricordato, solo in quel momento di qualcosa.
“Dimmi un po’” balbettò. “È tutto magnifico, ma tu non sei… Insomma, non eri…”
Caspian lo fissò perplesso. “Oh, Eustachio, possibile che tu non capisca?” esclamò.
Il ragazzo spostò lo sguardo su Aslan.
“Ma…” balbettò Eustachio, rivolto al leone. “Ma lui non era… morto?”
“Sì” rispose Aslan, con voce calma, quasi ridendo. “Lui è morto, molti sono coloro che muoiono. Anch’io sono morto. Pochi sono coloro che non sono morti.”
“Adesso capisco cosa ti turba” intervenne Caspian, che ora aveva capito cosa infastidiva l’amico. Quindi, pensò, Eustachio non era morto, era là perché chiamato da Aslan. “Pensi che io sia un fantasma o qualcosa del genere, vero? Non vedi? Lo sarei se ti fossi apparso a Narnia, perché non appartengo più a quella terra. Ma non si è fantasmi nelle terre che ci appartengono. Se apparissi nel tuo mondo sarei uno spettro, forse, non so; ma a ben rifletterci probabilmente non è nemmeno il vostro, perché adesso siete qui.” Si era indirizzato ad entrambi i ragazzi, sebbene non conoscesse la bambina, che se ne era stata in silenzio per tutto il tempo, e nutriva una certa curiosità in merito.
Quando ebbe finito di parlare, vide i loro volti illuminarsi, come se una grande speranza fosse nata dentro di loro, poi Aslan scosse la testa, la criniera dorata sfavillante al vento leggero.
“No, miei cari” disse. “La prossima volta che mi incontrerete qui, sarà per restare. Ma quel tempo è ancora lontano. Dovete tornare nel vostro mondo e rimanerci ancora per un po’.”
Caspian colse al volo l’occasione che gli si presentava.
“Signore” disse ad Aslan, “ho sempre desiderato visitare il loro mondo. C’è qualcosa di male?”
“Figlio mio” gli rispose il leone, “ora che sei morto non puoi volere cose sbagliate.” Fece una pausa, poi aggiunse: “Se lo desideri, puoi vedere il loro mondo per cinque minuti di quel tempo. Vedrai, ti saranno sufficienti per sistemare ogni cosa, laggiù.”
Gli occhi di Caspian si illuminarono, e il Grande Leone gli spiegò della situazione alla scuola Sperimentale di Jill ed Eustachio, e di come i ragazzi più grandi infastidissero quelli più piccoli di loro; il ragazzo era un po’ confuso da questo comportamento, ma naturalmente accettò di aiutare i due bambini dell’altro mondo.


On wings of destiny
through virgin skies
to far horizons I will fly


Aslan disse a Jill di prendere un ramo da un cespuglio, che una volta nelle mani della ragazza si tramutò in un frustino; poi disse ai due ragazzi di sfoderare le spade, con l’ordine di usare solo il piatto della lama.
Si misero così tutti in marcia, con Aslan che li guidava nella foresta.
Ad un tratto, dopo pochi passi, il muro dello Sperimentale, e la stessa scuola, comparvero alla loro vista, sotto il cielo d’autunno.
Con un ruggito, Aslan aprì uno squarcio nel muro, poi, dopo aver soffiato su Jill ed Eustachio, si distese lungo la crepa da lui provocata, con il dorso rivolto all’Inghilterra, e il volto alla sua Terra.
In quel momento Caspian notò delle figure che correvano verso di loro, con grandi ghigni stampati sulle loro facce; ma non appena li videro, si fermarono, sui volti un’espressione di terrore sostituì il sorriso, che si spense all’istante.
Caspian, Jill ed Eustachio si lanciarono verso di loro, e dopo pochi minuti quei bulli fuggirono via, urlando come pazzi. I tre risero apertamente a quella vista.
Ad un tratto comparve la preside, attirata sicuramente dal fratuono, che, quando li vide, fuggì di nuovo all’interno della scuola armeggiando con il telefono, e Caspian, Jill ed Eustachio si trovarono faccia a faccia, soli.
Sembravano tutti un po’ imbarazzati.
“Allora, Caspian” iniziò Eustachio. “Come ti sembra vivere in un mondo… rotondo? Come puoi vedere, non è poi così perfetto.”
L’altro ragazzo rise.
“Penso che, alla fine, tutti i mondi siano così,” disse. “Le cose perfette non credo esistano.”
Eustachio sorrise in risposta.
“Sai, Caspian… sono felice di averti rivisto, davvero. Soprattutto… così” aggiunse dopo un po’, con un vago cenno nella sua direzione.
Quando capì il significato delle sue parole, Caspian rise. “Non è poi così terribile, crescere, e invecchiare. Solo un po’ nei movimenti.”
“Lo spero” concluse Eustachio, con il sorriso ancora sulle labbra.


Dear peaceful land, dear mother earth
caress my soul while I close my eyes


Il momento della loro separazione era ormai prossimo.
Non avevano molto tempo, in quanto di lì a poco sarebbe arrivata sicuramente la… come la chiamava Eustachio?, sì, la polizia, in seguito alla chiamata della preside, che sicuramente aveva fatto.
E poi Aslan gli aveva dato un limite di tempo ben preciso.
C’era ancora una domanda, però, che gli ronzava in testa, e che voleva, doveva fare al ragazzo, prima che tornassero ognuno nel proprio mondo.
Deglutì, e con un tono di voce più serio, più adulto, domandò: “Sei… Siete stati voi, non è vero? A… a salvare Rilian, intendo.”
Anche l’espressione di Eustachio si fece più seria; aprì la bocca come per dire qualcosa, ma poi sembrò ripensarci e annuì, senza una parola.
Ma non ce n’era bisogno.
Caspian gli rivolse un sorriso, un sorriso sincero, poi gli strinse un braccio con la mano e improvvisamente lo abbracciò.
“Non so come potrò mai ringraziarti, amico mio” gli disse.
“Io dovrei ringraziare a te” rispose Eustachio, ricambiando l’abbraccio. “Dopotutto è merito tuo… beh, di Narnia… e di Aslan, soprattutto, se sono… se sono cambiato.” aggiunse, tutto d’un fiato.
Caspian rise, poi si staccò dall’abbraccio e si rivolse alla bambina.
“E, naturalmente, grazie anche a te, …?”
Il ragazzo si interruppe, lasciando sospesa la frase, lanciandole uno sguardo perplesso, e la ragazza ridacchiò.
“Jill Pole” concluse, arrossendo un poco.
“Grazie, Jill” ripeté il ragazzo, stringendo pure lei in un abbraccio. Lei arrossì violentemente, ma ricambiò.
Improvvisamente un suono acuto attirò la loro attenzione, e tutti e tre alzarono la testa.
“Deve essere la polizia” spiegò Eustachio, trattenendo a stento una risata. “La preside l’ha chiamata sul serio.”
Al ragazzo non sembrava importare più di quel tanto, ma Jill dava l’impressione di essere un po’ più agitata.
“Scrubb, dobbiamo tornare nella scuola prima che arrivi” esclamò, tirando il ragazzo per la manica della veste.
“Non ti preoccupare, Pole,” rispose Eustachio, allontanando il braccio dalla sua presa, e parlando con calma innaturale. “Faremo in tempo, non c’è bisogno di agitarsi tanto.”
Jill lo incenerì con lo sguardo.
“Beh, Caspian” riprese il ragazzo, ignorandola, “forse ci rivedremo, un giorno.”
“Ne sono sicuro” rispose Caspian, con un grande sorriso.
Eustachio sorrise a sua volta.
“Oh, Eustachio” aggiunse il re dopo qualche secondo. “Per favore, saluta Edmund, e Lucy da parte mia. E anche il re Supremo Peter, e la regina Susan.”
“Lo farò, Caspian” rispose Eustachio, poggiando una mano sulla sua spalla.
Poi, con un ultimo cenno con la mano, Eustachio e Jill si allontanarono, correndo giù per la collina e precipitandosi verso la scuola.
Le sirene si erano fatte più vicine.
Caspian intravide un bagliore dorato accanto a lui, e si voltò: Aslan era accanto a lui, e lo fissava con un’espressione indecifrabile.
“È tempo di andare” disse con la sua voce profonda.
Il ragazzo sorrise, e seguì il leone attraverso lo squarcio nel muro, tornando nella sua terra; con una parola Aslan fece sparire la crepa nello stesso momento in cui Eustachio e Jill entrarono nella scuola, e le volanti della polizia facevano il loro ingresso nel cortile.


On wings of destiny
through virgin skies
to far horizons I will fly




A/N: Sono felice di essere riuscita a finire questa fic, in quanto ci tenevo molto.
Mentre leggevo l’ultimo capitolo del libro “La Sedia d’Argento” non sono riuscita a fare a meno di pensare ai pensieri di Rilian, nell’assistere alla morte del padre dopo più di dieci anni di assenza, e al punto di vista di Caspian nelle Terre di Aslan.
Beh, questo è quello che è venuto fuori dalla mia mente. ^^
Noterete che la parte dedicata ai pensieri del principe è molto più piccola rispetto l’altra, ma cosa posso farci, io adoro Caspian.
Naturalmente, io non possiedo niente del mondo di Narnia, proprietà di C.S. Lewis, e tengo a precisare che alcuni dialoghi sono quotati direttamente dal libro “La Sedia d’Argento”.
La canzone, “Wings of destiny”, è di proprietà dei Rhapsody.
Ah, piccola nota che sento di dover fare, in quanto qualcuno ha accennato alla cosa: questa NON è una storia slash.
Ringrazio Zia Esmy, che mi ha fatto da Musa Ispiratrice nei momenti di blocco totale. :D
Spero che vi sia piaciuta, e se volete, lasciate un commentino, mi farete molto felice =)


RISPOSTE ALLE RECENSIONI
Utilizzo questo spazio per ringraziare tutti coloro che hanno letto, e in particolare chi ha commentato...
Elisir86: Grazie 1000 per la tua recensione, davvero! Significa molto per me!! Sono contenta che ti sia piaciuta questa fic... All'inizio a me non convinceva molto, ma tu hai levato i miei odiosi dubbi! Grazie ancora! =)
Sherezade: Grazie Manu!! Sono super felice che ti sia piaciuta! Davvero ti ha pure commosso? Mi fai arrossire! ^//^ Riguardo a Caspian... mah sì, te lo presto cinque minuti... XD Scherzi a parte, grazie ancora, davvero!
Grazie a tutti!
Baci, Clo
  
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