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Autore: LonelyWriter    02/12/2011    1 recensioni
Anna é una ragazza ribelle, che dopo la morte della madre si oppone a tutto e a tutti. Vive con il padre depresso e insofferente e il fratello Marco, che dopo la tragedia si occupa della casa e delle commissioni. Anna con il suo comportamento ribelle vive una serie di disavventure, nelle quali include disgraziatamente il tranquillo fratello Marco, fino all’inimmaginabile.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era Lunedí. Anna odiava il Lunedí. Non poteva sopportarlo. Doveva di nuovo svegliarsi alle sette meno un quarto per prepararsi a tornare al collegio. Maledetta istituzione rubatempo. La sveglia suonó le sette meno venti. Anna si rigiró nel letto fastidiata e prese a sbattere la mano sulla sveglia elettronica, fino a che non schiacció il pulsante di spegnimento. Si rilassó un poco, era mezza sveglia ma ancora ricordava il sogno che stava facendo. La sveglia trilló ale sette meno un quarto.
-“Non possono giá essere passati cinque minuti maledizione!”- Disse lei furiosa, metendosi a sedere e spegnendo nuevamente la sveglia.
La doppia sveglia la aiutava molto ad alzarsi, soprattutto il maledetto Lunedí. Con la prima si svegliava e con la seconda si alzava. Saltó giú dal letto e cominció a togliersi il pigiama. Sia cambió tre magliette prima di sceglierne una azzurra, un po’ scollata e senza maniche. Sopra indossó una felpa bianca con tre strisce nere sulle maniche. Si mise un paio di jeans abastanza attillati e le sue inseparabili Converse bianche e nere e uscí per andare al bagno. Passó davanti alla camera di suo fratello Marco. Ma come faceva a rifarsi il letto tutte le mattine? Nel bagno si pettinó e si truccó solo leggermente. Tornó il camera e si fece la cartella. Scese al piano di sotto diretta alla cucina. Un pentolino con latte stava scaldandosi sopra il fornello acceso. Marco scendeva sempre prima a mettere il latte a scaldare. Suo padre non si sarebbe mai sognato di farlo. E poi lui si alzava alle otto e mezza. Immerse un dito nel latte e lo sentí sufficentemente caldo. Proprio in quel momento scendeva Marco, con una paio di jeans, una maglietta bianca e una felpa negra. Vestiva cosí semplice che non si sarebbe mai fatto una ragazza. Era puntualissimo, scendeva proprio quando il latte era caldo al punto giusto. Anna roteó gli occhi, pensando a tutto ció. Spense il gas e si versó il latte in una delle due tazze giá disposte sul tavolo. Prese i cereali e li versó nel latte. Mangió rapidamente e si diresse nuovamente al bagno. Si lavó i denti e si pettinó nuovamente, poi uscí di casa. La rutina quotidiana della mattina per lei era un fastidio.
 
Marco prese le due scodelle vuote e le mise nel lavello. Erano le sette e venti. Doveva uscire altrimenti avrebbe perso il bus. Tutte le mattine doveva preparare la colazione per sua sorella, lei non l’avrebbe mai fatto, e si sarebbe anche arrabbiata se non l’avrebbe fatto lui. Aveva molta pazienza con sua sorella. Il momento della pubertá era arrivato al suo apice e gli ormoni al massimo, insieme alla morte prematura della loro madre, non gli aveva fatto bene. Li aveva lasciati da sei mesi a questa parte. Ora Marco aveva quasi 18 anni e Anna andava per i 17 in qualche setimana. Lui l’aveva presa con filosofia. Doveva succedere prima o poi. E a Marco non piaceva essere colto di sorpresa. Doveva essere tutto sempre pronto e ben organizzato. Aveva attutito la perdita di sua madre con la sua cappa di tranquillitá, armonia e ordine. Adesso che lei non c’era era lui il supporto principale. Emiliano, il loro padre era stato abbattuto dalla perdita, come sua sorella, anche se lo espressavano diversamente. Lei era una ribelle, lui un depresso. Si alzava tardi la mattina, a volte senza nemmeno fare colazione andava al lavoro triste e in casa stava solo in camera sua o arrivava tardi la notte un po’ ubriaco. Aveva perso l’istinto paterno e viveva come se non avesse figli. Questo per sua sorella era stato come perdere anche il padre. Per questo aveva pazienza, e prendeva con tranquillitá tutte le volte che lasciava le cose a metá, gli gridava addosso e si ribellava al buon senso. Prese il bus diretto alla scuola, il secondo che passava quella mattina. Il primo lo prendeva sua sorella, per stare piú tempo con gli amici.
  
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