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Autore: Djali    24/07/2006    21 recensioni
James vuole chiedere a Lily di uscire con lui il prossimo finesettimana ad Hogsmeade, ma è molto difficile... Per fortuna che c'è Sirius a consigliarlo!!
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si passò una mano fra i capelli, spettinandoli con cura, e si spinse gli occhiali sul naso con l'indice.

-Come vado?- sussurrò.

-Assolutamente irresistibile. Fai molta attenzione, perché oggi farà di tutto per tuffarsi nel tuo dormitorio, con o senza invito- rispose a bassa voce Sirius strizzando l'occhio con aria divertita. James lo guardò sospettoso.

-Sta chiudendo i libri, sbrigati, prima che esca!- bisbigliò Remus afferrando James per un gomito e spingendolo avanti fra gli scaffali della biblioteca. -E non dimenticare i consigli di Sirius: sorriso audace, occhiolino facile e camicia sbottonata-

-Sorriso audace... occhiolino facile... camicia sbottonata...-

-"Camicia sbottonata" non lo devi ripetere, lo devi fare!- esclamò Sirius trattenendolo per un braccio. James gli rivolse uno sguardo allarmato e poi prese ad armeggiare con i bottoni della camicia.

-Camicia sbottonata... Fino a dove?-

-Quanto basta perché si vedano i pettorali. Di solito ci restano secche- rispose Sirius. Nel vedere che le mani di James tremavano e che faticava a fare passare il primo bottone attraverso l'asola, Remus si precipitò in suo aiuto e sfilò i primi due bottoni. Sirius trattenne una risata: sembrava una mamma intenta a sistemare il colletto del figliolo prima di farlo uscire. James arrossì un po', cogliendo la stessa somiglianza.

-Ecco, ora sei perfetto- disse Remus prendendo una ciocca di capelli con due dita e sistemandola in modo che tagliasse il sopracciglio in due.

-Grazie mamma- rispose James.

-E non avere paura, noi ti guarderemo le spalle!- aggiunse Sirius dandogli una pacca sula schiena. James fece qualche passo in avanti, visibilmente teso, mentre i due restavano fermi dietro di lui. Guardò dritto davanti a sè, ad alcuni tavoli di distanza... Aveva finito di rimettere i libri al proprio posto e stava distemando i rotoli di pergamena nella borsa. Si voltò a cercare conforto nei suoi amici per un'ultima volta. Sirius gli strizzò l'occhio e Remus sollevò un pollice sorridendo. James prese fiato e poi si diresse a lunghi passi verso la Evans, ripetendo mentalmente: "Sorriso audace, occhiolino facile, camicia sbottonata...".

-Ciao, Evans!- esclamò non appena la raggiunse. Lei gli rivolse un'occhiata esasperata prima di continuare a sistemare il suo materiale nella borsa.

-Ciao- rispose senza entusiasmo. Il sorriso di James si illuminò mentre il ragazzo si sedeva sul bordo del tavolo. Rivolse uno sguardo nervoso al proprio "decollete" e si ravviò i capelli prima di proseguire.

-Sai, mi chiedevo... Cioè, non è che proprio me lo chiedevo, più che altro pensavo...-

-Eccolo che comincia a rimbambire- disse a bassa voce Sirius con espressione delusa. Remus lo zittì con un gesto.

-No, in pratica... Il fatto è che sabato si va a Hogsmeade- concluse tutto d'un fiato, sentendosi sollevato come se il peggio fosse passato. Lei gli rivolse uno sguardo glaciale.

-E questo cosa ha a che fare con me?-

-No, niente, si figuri signorina...- borbottò Sirius, ricevendo un calcio da Remus.

-No, niente, è che mi chiedevo... Non lo so, se per caso... Tu con chi ci vai?- balbettò James. Il sorriso audace vacillò ma non gli sembrava il caso di sollevare la situazione con un occhiolino.

-Se ti riguardasse te lo direi- rispose lei secca. Poi richiuse la borsa e se issò in spalla.

-Ah, ecco, perché... No, aspetta, te la porto io, così nel frattempo mi ascolti- esclamò lui, d'un tratto ispirato, sfilando la borsa dalla spalla della ragazza.

-No, guarda, non ho tempo per sentirti farfugliare stupidaggini. E poi non pesa- rispose lei riprendendosi la borsa. -Se non hai altro da aggiungere, intendendo per "altro" un pensiero di senso compiuto che sia ben formulato e necessario in questo contesto, sbrigati a farlo, perché ho molto da fare-

James rimase come paralizzato. La mente iniziò a lavorare alla ricerca di una risposta intelligente. Diversi metri dietro di lui, Sirius stava agitando freneticamente le mani, tentando invano di attirare la sua attenzione, pronto a dispensare consigli, mentre Remus gli teneva una mano premuta sulla bocca perché non facesse chiasso. Lily fissò James con un'espressione che poteva dirsi perfino disgustata per qualche secondo, mentre lui taceva, immobile.

-In tal caso- disse lei mentre lo oltrepassava e si dirigeva all'uscita della biblioteca.

-No, Evans, fermati un attimo!- esclamò James, travolto improvvisamente dalla disperazione e correndo dietro di lei. Alcuni scaffali più avanti, dal luogo dove avevano spiato la Evans per un intero quarto d'ora prima che James si decidesse ad agire, Remus afferrò Sirius per le spalle e lo trascinò via perché la ragazza non li vedesse.

-Che cosa vuoi?- esclamò lei impaziente.

-Solo te- rispose James senza pensarci. Remus e Sirius si paralizzarono nel pieno della lotta che avevano appena intrapreso, con gli occhi spalancati, increduli. James si pentì immediatamente di quello che aveva detto quando vide il colorito pallido della Evans diventare più rosso di una strillettera. Quelle due parole furono seguite dal silenzio più lungo, più teso e più esasperante che James ricordasse. Infine fu Lily a parlare.

-In... In tal caso credo che tu debba farne a meno. Ora, se permetti, devo andare- Si voltò di scatto e si precipitò verso la porta. James fu totalmente preso dal panico. Si voltò ad osservare i suoi due migliori amici, ma, sconvolto com'era, non badò a quanto strana fosse la posa in cui erano avvinghiati né si domandò a cosa fosse dovuta. Remus aveva gli occhi spalancati, ancroa incapace di riprendersi dal trauma, mentre Sirius sembrava sulla via per riacquistare la padronanza delle sue facoltà.

-... Cosa aspetti, corrile dietro!- disse alla fine, senza che nessun consiglio efficace gli salisse alle labbra. James deglutì e poi si lanciò attraverso la porta aperta attraverso il corridoio, alla ricerca della ragazza. Quando la vide si precipitò verso di lei.

-Evans, aspetta, devo dirti...- Le afferrò la spalla, intenzionato a fermarla. Era quella che reggeva la borsa. Maledisse l'intero universo quando si accorse si avere involontariamente sfilato la cinghia della borsa, che dalla spalla di Lily cadde sul pavimento con un tonfo e il drammatico suono dei calamai in frantumi. A James si gelò in sangue nelle vene quando Lily si voltò di scatto e lo fissò con gli occhi a mandorla ridotti a due fessure.

-Maledizione, Potter!- gridò Lily. Poi si inginocchiò sul pavimento e aprì la borsa. James osservò con orrore l'enorme macchia diinchiostro nero che inzuppava i libri contenuti. Immediatamente si inginocchiò accanto a lei e prese ad armeggiare con i tomi, cercando di sfilarli dalla borsa prima che l'inchiostro ne inzuppasse le pagine.

-Ti prego, scusami, non l'ho fatto apposta! Lascia fare a me...- balbettò terrorizzato. Alle sue spalle Remus e Sirius si nascosero dietro la statua di un mago sconosciuto per guardare senza essere visti. Sirius, accortosi di cos'era successo, iniziò a prendere a testate la schiena di marmo del mago.

-Allontanati, faccio da sola!- rispose lei strappandogli dalle mani il libro di pozioni. Fu un attimo. Un attimo in cui dite di lei sfiorarono quelle di lui. I loro occhi si incontrarono e James potè leggere negli occhi di Lily la sorpresa e lo stupore quando, istintivamente, chinò il viso sul suo. Fu un bacio leggero come una farfalla, e durò pochi secondi. Pochi secondi che a James parvero i più belli della sua vita. Quando allontanò di nuovo il viso da quello di Lily sentì una stranissima sensazione allo stomaco. Gli occhi di lei erano sbarrati, le labbra socchiuse e il colorito più pallido di un lenzuolo. Sembrava non riuscire a capacitarsi di cos'era successo. Nella mente di James imperava il caos più totale. Cercò disperatamente di pensare al modo migliore di comportarsi, a questo punto. Migliaia di parole e di immagini gli scorsero nella mente. In vita sua non aveva mai seguito consigli, ma ebbe la sventurata idea di farlo in quel momento.

Lo schiaffo colpì James in pieno viso e lo fece cadere all'indietro. Si puntellò sui gomiti per rimettersi in piedi, portandosi una mano alla guancia, che era tremendamente rossa. Vide Lily sparire di corsa in fondo al corridoio, e rimase immobile a fissare in quella direzione anche dopo che fu sparita, troppo stupito per poter agire.

-Ramoso... Ramoso!- sentì Remus e Sirius chiamarlo. Lo aiutarono a rimettersi in piedi e poi lo guaradarono con in viso, sconvolti quasi quanto lui.

-Amico mio, sei un genio! Farle cadere la borsa... Semplicemetne un genio! Devo provarci anceh io qualche volta!- esclamò Sirius dandogli una pacca sulla spalla che lo fece barcollare.

-Ma come hai fatto... Cioè, non avevi il coraggio di parlarle senza balbettare e l'hai baciata !- esclamò Remus, ancora incapace di capacitarsi. James annuì con aria assente, passandosi ancora la mano sulla guancia.

-Mi è venuto spontaneo...- disse sinceramente.

-Solo non capisco perché ti abbia schiaffeggiato- disse Sirius con aria contrariata per quell'atteggiamento se non altro scorretto.

-E' normale che l'abbia schiaffeggiato, l'ha baciata senza permesso!- rispose Remus con l'aria di uno che la sa lunga. James scosse debolmente la testa.

-No, non è per questo. Sirius, ti prego, la prossima volta che ti chiedo un consiglio, non darmelo. Anzi, fai proprio finta di no avermi sentito, va bene?- disse James con voce accorata. I due lo fissarono interdetti per un secondo. Il primo a capire esattamente cos'era accaduto fu Sirius, che esplose in una risata simile ad un latrato.

-Non ci posso credere! Ti ha schiaffeggiato perché... perché tu...- balbettò Remus, comprendendo improvvisamente. James annuì con aria grave.

-Le ho fatto l'occhiolino-

   
 
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