NOTE: In lievissimo
ritardo, rieccomi bella
pimpante e con il prossimo capitolo già scritto per due
terzi (evento più unico
che raro!). Come nel precedente, la colloquialità fa la
parte del leone. Se,
dopo averlo letto, avrete l’impressione che la stia tirando
un po’ per le
lunghe, non temete, è tutto calcolato. Intanto godetevi la
rivelazione shock
dei Re ospiti, ché ben presto gli eventi precipiteranno,
diciamo così.
Per ringraziarvi degnamente del vostro supporto, vi dedico questa
piccola
meraviglia di video (http://www.youtube.com/watch?v=Z4oSJsgG3QM&list=FLGE_a2JXkXZa1YIzCH2Jlxw&index=8&feature=plpp_video):
guardatelo e fluffate di brutto <3.
Buona
lettura!
“Mordred?
Che accidenti c’entra quel bambino con Narnia?”
proruppe Arthur allibito
strabuzzando i suoi begli occhioni da gatto.
“Perché,
con
Harry Potter e compagnia bella invece ci azzecca qualcosa?”
commentò un filino
polemico Merlin. “Di che ti stupisci, poi? Tra gli
avvertimenti della storia
c’è anche Crossover, non te ne sei ancora
accorto?”
“Certo
che
sì. Mi domando solo quali altri colpi di scena balordi sia
in grado di
elaborare la mente contorta di Genio. A tutto c’è
un limite, che diamine”
sbottò il re.
“Ma
amore,
lo sai che Genio è fatta così: prendere o
lasciare” il mago scimmiottò le
parole pronunciate poco prima dal marito.
Egli
inarcò
un sopracciglio con l’aria di supponenza che era il suo
marchio di fabbrica e gli
rivolse un’occhiata di avvertimento.
“Scusami,
sono gli ormoni” Merlin abbassò mortificato il
capo.
“Sei
adorabile anche quando giochi a fare il bisbetico, cerbiattino
mio” tubò
l’altro istantaneamente addolcito. Gli afferrò il
mento col pollice e l’indice
e gli sollevò la testa, vezzeggiandolo con un bacio soffice
a mo’ di
rassicurazione. “E se ti vengono le scalmane da donna incinta
perché, in
effetti, porti in grembo nostro figlio, ben vengano le crisi
ormonali”.
“Suppongo
che
la stessa cosa valga per te” balbettò imbarazzato
il moro, e posò una mano sul
pancione di Arthur.
“Merlin”
mormorò quello, rivolgendogli uno sguardo languido e carico
di ammmòòòre.
“Arthur”.
“Altezze
Reali” li chiamò timidamente Gaius.
“Merlin”.
“Arthur”.
Macché!
Persi nel loro piccolo idillio rosato, partiti per la tangente,
encefalogramma
piatto.
“Oh,
insomma: vorremmo andare avanti con la storia, idioti che non siete
altro!”
intervenne esasperato il medico di corte, attirando su di sé
le occhiate
allibite di tutti gli altri.
“Gaius,
quel
tono…” lo rimproverò Pendragon junior,
troppo sorpreso per suonare veramente
offeso.
“Lo
so,
Maestà. Vi chiedo umilmente perdono, ma dovevo richiamarvi
all’ordine in
qualche modo. Abbiamo un copione a cui attenerci e Genio è
di umore
particolarmente incazzoso in questo periodo”
spiegò pacatamente l’uomo.
“Vogliamo riprendere dalla vostra prima battuta, Arthur? E
Merlin, per favore,
lascia parlare Caspian”.
“Grazie”
bofonchiò il Telmarino.
“Ok,
ok.
Scusate, mi sono fatto prendere un po’ la mano”
ammise contrito il mago.
“Amoruccio,
stai
diventando una primadonna” lo prese in giro il marito.
“Senti
chi
parla, Mr Se-mi-ignori-metto-su-il-broncio”
ammiccò scherzoso l’altro.
“Ragazzi”
li
avvertì Gaius con una sfumatura minacciosa nella voce.
“Oh,
sì.”
Arthur si ricompose. “Mordred? Che accidenti
c’entra quel bambino con Narnia?”
(ri)proruppe allibito (ri)strabuzzando i suoi begli occhioni da gatto.
Merlin non
fiatò, obbediente. Si limitò, come da copione, a
deformare i lineamenti del
volto in un’espressione sconvolta simile a quella del regale
consorte.
“Questo
non
ce l’ha detto” rispose Caspian. “Si
è solo lamentato del fatto che l’autrice lo
sfrutta a suo piacimento come postino e ha intenzione di presentare un
reclamo al
Comitato Hermes Per I Messaggeri Magici, ma non credo che vi
interessi”.
“Non
vi
sbagliate, Caspian. Però ammetto di essere curioso di sapere
perché egli si sia
Materializzato nel vostro regno” rifletté ad alta
voce Merlin.
“Oh,
il
motivo è molto semplice e non vi risulterà
affatto nuovo” intervenne Peter, fino
a quel momento rimasto in disparte. “Sono incinto. Di tre
mesi e mezzo, per la
precisione”.
I Re di
Camelot, bisogna dirlo, dimostrarono un certo aplomb
nell’elaborare la shockante
rivelazione. Del resto, dopo aver scoperto di essere entrambi gravidi,
ritenevano -nemmeno troppo a torto- di poter affrontare qualsiasi
situazione
ugualmente anomala senza dare in escandescenze o accasciarsi al suolo
come
sacchi di patate.
Fu dunque con perfetta cortesia e sangue freddo che Merlin ed Arthur
invitarono
i due ospiti a rifocillarsi e ad indossare dei panni asciutti,
scusandosi per
le proprie deplorevoli mancanze come padroni di casa. Incaricarono Leon
e
Percival, rimasti in attesa nella stanza fino a quel momento, di
allertare i
servitori affinché preparassero un bagno caldo e
arieggiassero la camera da
letto riservata
agli ospiti più
illustri.
Una manciata di clessidre dopo i quattro sovrani e Gaius si ritrovarono
a
conferire in privato negli appartamenti reali. Aithusa e Nagini si
erano
destate da poco dal pisolino pomeridiano e accolsero con festosa
curiosità i
giovani sconosciuti. La draghetta volò dritta dritta verso
Caspian -con i suoi
capelli scuri ed il fisico snello gli ricordava un pochino il
papà- e lui la
accolse tra le sue braccia, accomodandosi su un triclinio mentre la
cucciola lo
annusava con impegno. Il cobra, invece, strisciò fino a
raggiungere gli stivali
di cuoio di Peter, seduto accanto al compagno e prima che il biondo
potesse
reagire se la ritrovò acciambellata sulle ginocchia; per
nulla spaventato, egli
allungò una mano verso la testa di Nagini con
l’intenzione di accarezzarla,
esprimendo ammirazione per il suo bel manto cangiante. I genitori osservarono inteneriti le creature
familiarizzare con i loro compagni di (s)ventura, concedendosi un
sospiro
commosso e vagamente teatrale. Ad dare inizio alle danze fu Merlin.
“Come
avete
scoperto di aspettare un bambino, Peter?”
“Oh”
il sovrano
di Narnia prese a fare i grattini sotto il mento a Nagini.
“E’ stato Aslan a
dirmelo”.
“Aslan?”
interloquì Arthur.
“Trattasi
di
un leone parlante che a Narnia viene venerato come una
divinità benevola e che
in passato è accorso in aiuto dei quattro Re e anche in mio
aiuto, quando ce
n’è stata la necessità. Sospetto che
sia un fanboy in incognito, perché ha
brigato peggio di una comare affinché Peter ed io ci
mettessimo insieme” spiegò
il Telmarino rivolgendo uno sguardo innamorato al ragazzo al suo fianco.
“Mi
ricorda
qualcuno” ghignò l’Asino Reale, subito
imitato dal consorte e da Gaius.
“Kilgharrah”
concordò Merlin con tono ilare. “E’ un
drago. Machiavellico e pettegolo”
specificò a beneficio degli ospiti.
“Oh,
ma noi
siamo infinitamente grati ad Aslan per essere un così
accanito slasher! Sapete,
è stato lui a sposarci” raccontò
Caspian gonfiando il petto con orgoglio.
Tre paia
d’occhi corsero a posarsi sulle mani dei giovani sovrani e
notarono le fedi che
brillavano morbidamente ai loro anulari.
“E’
una
splendida notizia. Perdonateci se non ce ne siamo accorti
prima” si congratulò
Arthur.
“Ehm,
grazie” tossicchiò Peter il Magnifico, arrossendo
leggermente. “Stavo per
l’appunto dicendo che è stato Aslan a rendermi
edotto della mia gravidanza. Un
giorno mi ha preso da parte e mi ha detto: ‘Figlio di Adamo,
nel tuo ventre si
sta formando una vita. Non so per quale prodigio questo sia possibile,
ma sono
sicuro di non sbagliarmi. Percepisco la presenza di un’altra
aura, oltre alla
tua. È ancora allo stato embrionale, è grezza e
indefinita, ma senza dubbio si
tratta di un bambino’. Inizialmente non volevo crederci,
penso che possiate
comprendermi. Ma poi sono cominciata le nausee mattutine, le voglie, ed
i
luminari sia di Narnia che di Telmar hanno confermato il verdetto di
Aslan:
incinto”.
“Sicché
Mordred, non si sa come al corrente della cosa, è comparso
dal nulla e ha
affermato che dovevate recarvi a Camelot se volevate saperne di
più sul perché
del lieto -e quanto mai bizzarro- evento”
ricapitolò meditabondo Gaius.
Caspian e
Peter annuirono.
“E’
chiaro
che quel bimbetto ne sa una più del Diavolo. Il motivo per
cui vi ha suggerito
di venire fin qui deve essere perché le gravidanze sono in
qualche modo
collegate tra di loro. Le analisi hanno rilevato che, nel caso di
Merlin e
Arthur, i due concepimenti sono avvenuti a distanza di pochissimi
giorni, se
non addirittura ore” borbottò il medico camminando
in tondo.
Continuò
così per alcuni minuti, poi si arrestò di colpo,
illuminandosi in volto.
“Ma
certo” esclamò
colpendo con un pugno il palmo aperto dell’altra mano.
“E’ talmente ovvio: voi
tre siete rimasti incinti in contemporanea”,
indicò i sovrani di Camelot e
quello di Narnia.
“Non
può
essere, Gaius, c’è uno scarto di due mesi! Se
fosse come dici tu, Peter
dovrebbe avere il pancione, non credi? Ma non è
così, perché infatti è incinto
di tre mesi e mezzo, non di cinque abbondanti” Merlin
contraddisse il suo
maestro.
“Accipigna,
hai ragione” l’uomo curvò le spalle,
sconfortato, e si immerse nuovamente nelle
sue riflessioni.
“Che
caldo”
se ne uscì improvvisamente Caspian arrotolando le maniche
della casacca blu
cobalto che indossava e facendosi aria con una mano. Aithusa,
premurosamente,
gli sventolò un’ala davanti al viso.
“Curioso
che
sentiate caldo; per essere agosto il clima è abbastanza
fresco” osservò Arthur.
“Giugno,
vorrete dire” ribatté Peter.
“Ma
no, è
agosto. Merlin ed io siamo rimasti incinti a marzo, sono passati cinque
mesi. La
matematica non è un’opinione”
asserì sicuro del fatto suo.
“Com’è
possibile?” il Magnifico aggrottò
la
fronte, contrariato. “Quando ci siamo messi in viaggio,
nemmeno una settimana
fa, a Narnia era da poco cominciato giugno. Non è
così, Cas?” chiese conferma
al moro, che assentì.
“In
nome
della Tavola Rotonda, tutto ciò è ben
strano” si perplesse Arthur.
“A
meno
che-” disse Merlin esitante.
“A
meno che,
figliolo, non ci sia uno sfasamento spazio temporale tra il regno di
Narnia e
Camelot” concluse al posto suo Gaius, eccitato.
“Due
mesi di
differenza tra le gravidanze... Qui è già agosto,
da loro è giugno: ha senso”
il mago era altrettanto elettrizzato.
“E
quindi”,
prese parola Arthur che aveva seguito lo scambio di battute tra i due,
“l’ipotesi formulata da Gaius secondo cui avremmo
concepito contemporaneamente
ha un fondamento?”
“Proprio
così” confermò Merlin, orgoglioso
dell’acume mostrato dall’amato.
“Resta
ignoto cosa l’abbia reso possibile,
però” mormorò l’anziano
cerusico.
“Adesso
che
ci penso, prima di Smaterializzarsi in uno sbuffo di
fumo, il vostro piccolo amico ha pronunciato
delle parole che lì per lì non mi hanno detto
niente, ma che alla luce di
quest’ultima rivelazione potrebbero avere una certa
importanza” la voce di Caspian
si fece pensierosa. “…‘Dei prossimi
però se ne occupa Tom’, o qualcosa di molto
simile” e ciò detto tremò
impercettibilmente.
“Dei
prossimi?”
ripeté l’Asino Reale scandendo ogni sillaba, il
volto cereo.
“Oh
Salazar,
Tom Riddle?” Merlin prese
a
tormentarsi le mani.
“Per
tutte
le rape viola d’Inghilterra” esalò
Gaius. “Significa che dobbiamo aspettarcene altri?”
“A
quanto
pare” pronunciò Peter, lugubre.
Se ve lo
state chiedendo, sì: i ‘miei’ personaggi
mi odiano a morte. E fanno bene,
cavoli! Io però me ne frego e li costringo ad assecondare le
mie trovate
balorde, muahahahahahahah.
A tutte le
sostenitrici del pairing Caspian/Edmund: grazie -o per colpa di, farei
meglio a
dire- a xMoonyx adesso li shippo anche io (*sospira*); però
Peter non ha voluto
sentire ragioni e si è ammanettato a Caspian e ha gettato la
chiave in un
tombino, sfidandomi a separarli... Non ho avuto cuore di rivelargli che
mi ero
fatta fare un duplicato xD.
Cazzate a
parte, non so se esista davvero una varietà di rapa di
colore viola. Potrei
controllare su Google, ma dopo due ore di scrittura ininterrotta con
gli occhi
incollati al monitor ne ho le scatole piene.
Un bacio e buon
weekend a tutte <3.