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Autore: Elettra28    03/12/2011    17 recensioni
Lima 12 anni dopo il diploma dei ragazzi del Glee
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Santana mi stai spogliando per caso?” la ballerina giaceva divertita sul letto della sua stanza
“mmmm a te cosa sembra Britt?” rispose la mora con sguardo eccitato
“meno male, perché inizia a fare caldo qui” rispose, sventolandosi con una mano e sorridendo
La latina accettò quella frase come un invito a continuare e, buttandosi letteralmente trà le braccia di Brittany, iniziò a baciarla sul collo, finendo di levarle gli ultimi indumenti che aveva addosso. Si fermò ad osservare quel corpo splendido con desiderio, mordendosi un labbro
“Dio Britt… sei così perfetta” le sussurrò, avvicinandosi al suo orecchio
La bionda rise e, con uno scatto felino,ribaltò completamente la situazione, mettendosi sopra Santana.
“hey!” disse sorpresa la mora
“oggi inizio io” pronunciò, sfiorandole le labbra
In pochi secondi, gli abiti dell’altra volarono da una parte all’altra della stanza, trà le risate della bionda che si divertiva a togliere, lentamente,  gli abiti alla sua ragazza e, con fare teatrale, li faceva roteare in aria e li lanciava in svariate parti della stanza, ancheggiando vistosamente ed improvvisando un balletto.
Santana adorava vedere la sua Brittany muoversi così sensualmente, in quel momento lo stava facendo sopra di lei, le mise le mani sui fianchi che si muovevano ad un ritmo sostenuto, mentre la guardava con desiderio.

Brittany si abbassò lentamente verso il suo viso, senza staccare il contatto visivo con la mora, prese le sue labbra, baciandola avidamente. Santana accolse la sua lingua e danzò con lei. Nessuno sapeva baciare come la sua Britt, nessuno sapeva darle quelle sensazioni così forti. La bionda si spostò sul collo, mentre l’altra iniziava a gemere per la delicatezza di quei baci caldi. Dopo un veloce sguardo ed un sorriso ammiccante, scese più giù verso i seni dell’ispanica, che erano diventati ormai gonfi e duri, li accarezzò, per poi poggiare le sue labbra e prendere, dentro la sua bocca, un capezzolo, per mordicchiarlo. Santana inarcò la schiena a quel tocco e strinse forte le lenzuola sotto di lei. Brittany sentì il bisogno di tornare su e baciare  di nuovo Santana, come se le sue labbra non riuscissero a farne a meno, come se, ogni tanto, avesse bisogno di prendere dell’ossigeno per respirare. Mentre la baciava, muoveva sensualmente il suo corpo contro quello della mora che, nel frattempo, aveva messo una gamba intorno al suo fianco, per stringerla ancora di più a sé.
Erano quasi una cosa sola ora, i loro corpi combaciavano perfettamente, erano talmente abituate a sentire il calore l’una del’altra, che ogni centimetro della loro pelle, trovava il suo spazio nell’altra.

La ballerina lasciò quella stretta slegandosi da quell’abbraccio, per riportarsi nel basso ventre della latina, posizionando leggeri baci.  Santana sussultò improvvisamente a quel tocco e le venne spontaneo mettere le mani nella testa dell’altra, quasi come a voler indirizzare il suo unico obiettivo. A Brittany scappò una risata divertita, per l’impazienza della sua ragazza ed, ammirando quel paradiso che l’attendeva, affondò le sue labbra nel centro del piacere della sua ragazza che pronunciò un
“Si…” quasi sospirato
“Oh Cristo Britt….. così mi fai morire…” disse, ansimando ormai quasi senza fiato, mentre la bionda continuava sempre più velocemente a massaggiarla ed a giocare con la lingua dentro di lei…..



 
“OH CAZZO SI!!!!”

si ritrovò seduta sul letto, nel buio completo della sua stanza, che ansimava, si girò di scatto verso il comò affianco a lei, ed accese la luce, mettendosi una mano trà i capelli ,ancora sotto shock.
“che succede?” sentì una voce assonnata affianco a lei
“eh?” rispose di riflesso, guardando l’uomo che non aveva nemmeno aperto gli occhi e stringeva il suo cuscino
“hai appena urlato qualcosa e mi hai svegliato” biascicò
Fece un bel respiro e disse
“si…. Un incubo…. Scusa se ti ho svegliato” cercò di calmarsi
“fà niente… stai bene?”
“s-si… vado a bere un po’ d’acqua” rispose
“mmm-mmmm…. È il peperoncino, te l’avevo detto di non mangiarne così tanto che ti avrebbe fatto male” disse girandosi dall’altra parte e dandole le spalle
“è vero…. La prossima volta me lo ricorderò” rispose, per poi alzarsi dal letto, non si aspettava un’altra risposta, sapeva benissimo che si era riaddormentato subito.
 
*****

“allora…. L’origine di questo?”
“questo cosa?” chiese la latina
“faccia gonfia, occhiaie, borse che potrebbero contenere un intero supermercato…. Devo continuare?”
“no Quinn, sei stata abbastanza esaustiva” la fermò procurandole un sorriso
Avevano appena terminato la loro ora giornaliera di Jogging e stavano facendo stretching,  nel loro solito parco su una collina in cima alla città.
“ho fatto un incubo e non sono più riuscita a prendere sonno” ringraziò la calura che, la corsa appena fatta, le aveva procurato, perché aveva evitato di far notare alla sua amica, che in quel momento stava arrossendo e si sentiva avvampare.
“tipo? Cosa hai sognato?” chiese la bionda, mentre fletteva il busto verso il basso, tenendo con le mani le caviglie
“niente di importante….” Rispose velocemente, sperando che Quinn la bevesse
“ti prego, dimmi che non hai sognato di nuovo il tuo primario che ti lega in una sedia e ti tortura, perché ti stò prendendo subito un appuntamento con la mia segretaria, perché la cosa diventa preoccupante”
“niente di tutto questo” si alzò da terra, dove stava facendo degli addominali, per prendere la bottiglietta d’acqua e dissetarsi, mentre le scappò un lieve sorriso che, a Quinn, non sfuggì.

Le si avvicinò sospettosa con le mani sui fianchi, mentre la fissava bere dalla bottiglia, con ancora quel ghigno sul viso. Vedendo lo sguardo sospettoso dell’amica, Santana lasciò andare la bottiglia e quasi le andò di traverso l’acqua che stava bevendo, a causa della risata che, il viso buffo dell’amica, le aveva provocato
“conosco quel sorrisino” serrò gli occhi con aria di sfida, tanto che Santana cedette e disse
“ok ok…. Te lo dirò, anche se è piuttosto imbarazzante” disse, sicura che questa volta la bionda, avrebbe notato il rossore delle sue gote, che non era dato sicuramente dalla corsa
“avanti? Muoviti! Che aspetti?” disse impaziente l’altra
Santana  continuava a fissare la sua amica con quel sorriso misto trà l’imbarazzato ed il malizioso
“oddio hai fatto un sogno erotico?” chiese, spalancando la bocca incredula e facendo ridere l’altra
“brutta porca! Hai sognato di nuovo quel pezzo di manzo del tuo specializzando? Non è così?.... Lopez è un tuo alunno, non puoi continuare a fantasticare su di lui”  la rimproverò divertita
Santana scosse la testa sempre più divertita

“allora cosa?... avanti Santana! Mi stai facendo morire dalla curiosità!” Quinn l’abbracciò e le fece il solletico, sapendo che era una minaccia per lei.
“ok ok ok…..aspetta!” disse la mora, per far smettere l’amica, che si fermò subito e pendeva dalle sue labbra.
La latina fece un bel respiro per prendere coraggio e dire

“ho sognato Brittany”

Improvvisamente Quinn allentò la stretta e perse il sorriso, esclamando
“che cosa????” con gli occhi sbarrati “Brittany Pearce?” chiese per conferma, mentre la mora annuiva
“oh Cristo Santana, sono passati 12 anni!”
“lo so benissimo Quinn! Come so anche, e qui mi sembra siamo nel tuo campo, cara dottoressa Fabray  laureata col massimo dei voti in psicologia, che i sogni non si possono comandare!” rispose, fissandola con aria da sfida
“a volte sono causati anche dal continuo pensiero fisso di una persona o una situazione, che il tuo sub inconscio elabora e trasforma nella tua fase r.e.m.” rispose, puntando il dito verso la sua faccia
“ti giuro che non ci pensavo da un’infinità di tempo!” la mora spalancò le braccia sulla difensiva
“lo sapevo io, inizia la fase regressiva adolescenziale!”Quinn si mise una mano in fronte, scuotendo la testa
“oh avanti, è stato solo un sogno! Smettila di psicoanalizzarmi come uno dei tuoi pazienti depressi, Quinn!”
“dalla tua faccia, non mi pare tu abbia sognato di passeggiare con Brittany e raccogliere fiori per i campi” la smascherò, come se avesse letto nella sua mente
“Dio quanto sei paranoica!” la mora si mise a sedere su un muretto, dando le spalle all’amica che lentamente si avvicinò a lei e le si sedette affianco
“è stato solo un sogno Quinn… davvero, l’unica colpa che ho, è stata quella di aver svegliato Adam con un urlo”
“gliel’hai detto?” le prese la bottiglia d’acqua che teneva in mano, per bere un sorso
“certo che no! Non potevo dirgli che ho sognato di fare del sesso stupendo con l’amore della mia giovinezza” rispose incredula
Quinn spalancò la bocca
“quindi ti è piaciuto?”
“a dire il vero si… era così reale…” rispose con aria sognante
“e non fai che pensarci vero?”
La mora annuì sorridendo, al ricordo di quelle immagini e quelle sensazioni che, quel momento, le avevano procurato
“e vorresti sognarlo di nuovo….” Chiese Quinn, scrutando il panorama di una Lima che, a quell’ora del mattino, si stava svegliando ed iniziando la routine quotidiana
“Si…” ammise l’altra
“Vedi?” esclamò la bionda alterata, facendo quasi spaventare Santana
“oh andiamo Quinn, non c’è pericolo! Da quello che mi risulta, è dall’altra parte del mondo!”
“Santana, devo ricordarti che sei una donna sposata da tre anni e che io ho testimoniato, davanti a Dio, la vostra unione?”
“si, con un uomo che non mi ama più” rispose amaramente
“non è vero! Adam ti ama… è che state attraversando un momento di crisi” cercò di calmarsi, perché vedeva che, quell’argomento ultimamente, intristiva tanto la sua amica
“hey !sei la mia testimone! Dovresti stare dalla mia parte!!!” si girò scocciata ad osservarla
“ma io sono dalla tua parte, sempre e comunque ,qualsiasi cosa farai nella tua vita!” le disse, tenendole la mano per rassicurarla “ci conosciamo da una vita San, abbiamo condiviso tutto, anche le cazzate che abbiamo fatto al college” le sorrise
“già…. “ sorrise, ripensando ad alcuni momenti della loro vita universitaria, ed a come, senza l’aiuto di Quinn, sarebbe stata persa e chissà che fine avrebbe fatto ora.
“è che eravate la coppia perfetta! Vi amate così tanto!” disse malinconicamente la giovane bionda
“appunto…. Eravamo! Ora quasi non mi guarda più, non so dove è andato a finire l’Adam che amavo” abbassò lo sguardo e lasciò la mano di Quinn che prontamente gliela riprese per stringerla
“tornerà vedrai, magari è un periodo particolare di forte stress a lavoro, per tutti e due, avete bisogno solo di ritrovarvi… vedrai”
“parli bene tu! Hai un marito esemplare che ha occhi solo per te!”
“siamo sposati da 6 mesi…. Dacci tempo e vedrai che la finiremo anche noi a lanciarci i piatti del servizio di tutti i giorni, perché quello buono non glielo lascerò toccare” disse la bionda
Le due si guardarono e risero sonoramente.

“sognare Britt, mi ha dato un senso di libertà, mi ha messo gioia…. Mi ha fatto sentire bene, come quando avevamo 18 anni e ci amavamo così tanto” sospirò dopo essersi fatta seria
“Santana eravate due adolescenti,ora hai 30 anni, hai fatto delle scelte coraggiose allora, e sono sicura che non te ne sei pentita, perché stavate bene assieme, ma è il passato, un passato che ora non ti appartiene…. Dopo che Brittany ha dovuto cambiare paese, hai cercato, nel tempo ,di rifarti una vita e ci sei riuscita benissimo, ora hai una carriera brillante davanti a te, sei un medico, ed hai un marito favoloso con degli amici che ti vogliono bene” Quinn cercò il suo sguardo e, mentre le parlava, le mise una ciocca, che le cadeva sul viso, dietro l’orecchio.

Santana annuì, era tutto vero, anche se, dentro di lei, non si sentiva completamente felice. Sognare Brittany, quella notte, le aveva fatto più male che bene, quel sogno così intenso, aveva fatto riaffiorare un sacco di vecchie sensazioni, che erano state spente dalla routine della sua vita.

“hai ragione” sospirò ed abbracciò la sua amica
“sono davvero fortuna ad averti ancora al mio fianco, dopo tutti questi anni, non saprei come fare senza di te” le disse commossa la mora
“la fortunata sono io….” Rispose Quinn, staccandosi leggermente, per guardarla in viso ed accarezzarle la guancia
“sei pronta domani per il nostro poker settimanale, con le nostre due pazze amiche?”
“come sempre!” rispose la mora sorridente.
 
******

“mmmm…. Che profumino, cos’è?” Adam, con ancora la ventiquattr’ore in mano, si avvicinò alla moglie che stava cucinando
“Stufato di verdure con pancetta” le rispose sorridendo e voltandosi verso di lui, aspettando il consueto bacio di saluto
“oggi hai finito prima? Di solito non fai mai in tempo a cucinare queste cose così raffinate” chiese, controllando la posta sul tavolo
“si, oggi ho mollato un po’ di scartoffie ai miei schiavetti, d’altronde a questo servono gli specializzandi del primo anno, no?” fece uno sguardo maligno
“poveri ragazzi, li terrorizzerai con i tuoi sguardi malefici” sorrise, mentre sfogliava le lettere
“non più di tanto…. Comunque sei contento che stò cucinando per te?”
“eh? S- si…. Oddio…. si festeggia qualcosa e mi sono dimenticato?” disse, dopo averci pensato un po’ ed essersi fatto venire il panico
“non si festeggia niente, semplicemente ho pensato di dedicare un po’ di tempo in più a mio marito, faccio male?” si mise subito sulla difensiva
“certo che no! Me lo merito anche… dopo una dura giornata di lavoro” le sorrise orgoglioso
“non sei l’unico che lavora qui dentro!” Santana lo fulminò
“si…. Certo…. lo sappiamo dottoressa Lopez, che lei passa la giornata a salvare vite umane!”  pronunciò, sventolando il giornale che aveva appena preso dal tavolo, ed allontanandosi nell’altra stanza
“vaffanculo Adam!” pronunciò a denti stretti.


 
“scusa per prima…. Non volevo sminuire il tuo lavoro” Adam era adagiato sul letto che navigava col suo portatile, era stata una cena silenziosa la loro, il ragazzo non si era accorto di aver offeso la moglie per l’ennesima volta con quelle parole
“non importa….” Rispose,  mentre le dava le spalle
L’uomo si girò a guardarla e capì che non erano sufficienti quelle scuse, perché Santana lo perdonasse, chiuse il pc e lo poggiò per terra, per poi avvolgere in un abbraccio il suo corpo
“davvero scusami amore…. È che questa cosa di dover stare fuori per 3 giorni, ogni settimana a New York, mi stà distruggendo, sai quanto mi stanchi viaggiare continuamente” le sussurrò in un orecchio, sporgendosi verso di lei
“ lo so…. Ma ogni volta sembra che tu faccia il lavoro più faticoso del mondo…. Anche io faccio dei turni massacranti” rispose
“lo so… ma tu sei più forte di me” rispose sorridendo, sapendo che con quella frase si sarebbe guadagnato il suo perdono
Santana si girò verso di lui per poi dire
“sei un bastardo, perché non lo pensi nemmeno lontanamente questa cosa, anche se è la verità” le disse ridendo e prendendo trà le mani il suo viso
“no sul serio! Santana Lopez è fortissima e mette in riga il suo perfetto marito”
“è tutto giusto tranne il perfetto, sul quale ci dobbiamo lavorare un bel po’ credo…” le sorrise per poi baciarlo

Il bacio si faceva sempre più intimo ed appassionato, quando squillò improvvisamente il telefono di Adam, che, riconoscendo la suoneria, si staccò subito dalle labbra di Santana per rispondere

“Dimmi James!.... no non mi disturbi affatto, dimmi!”

La mora fece gli occhi al cielo irritata

Adam rientrò nella stanza e Santana vide che prese dei vestiti dall’armadio ed iniziò a metterli in valigia
“che succede?” chiese
“hanno spostato la riunione di domani pomeriggio a domani mattina, dobbiamo prendere assolutamente l’ultimo volo per New York stanotte, per essere  in orario domani” borbottò, concentrato sulla preparazione della valigia
“oh perfetto” sbuffò Santana
“hey è il mio lavoro, con cosa credi che puoi permetterti una borsa da 600 dollari come quella dell’altro giorno? Se vivessimo a New York e non in questa inutile città non ci sarebbero questi problemi”
Santana odiava quando Adam metteva trà loro due il denaro ed il lavoro, parlava del suo lavoro come se fosse il più importante del mondo e come se solo lui partecipasse alla vita economica della famiglia, quando anche lo stipendio della mora non era da meno. E non perdeva mai occasione di ricordarle che aveva rinunciato a vivere a New York per restare a Lima dove Santana aveva il suo lavoro ed i suoi amici.
“si certo, come no!... buon viaggio maritino!” disse, girandosi di spalle decidendo di ignorarlo
“grazie mogliettina…. Dai…. consolati con la carta di credito in mia assenza!” disse , prendendo la valigia ed uscendo di fretta, sapendo che con quella frase avrebbe ferito inevitabilmente la moglie
Santana non rispose a quella provocazione  strinse forte il cuscino mentre le scesero delle lacrime silenziose.
 
*****

“Dottoressa Lopez c’è un problema” la giovane specializzanda si avvicinò a passo svelto verso la latina, cercando di tenere il suo ritmo veloce nel corridoio
“Spark sono le 2 del mattino e devo fare ancora 6 ore qui dentro, se non è una questione di vita o di morte, risolvitelo da sola!” rispose, continuando il suo passo svelto senza guardarla negli occhi
La ragazza si fermò affranta ed arresa, lasciando andare la responsabile verso la sua meta. Santana ebbe un attimo di esitazione, sbuffò e si girò dicendo
“avanti pel di carota, che succede?” abbozzando un sorriso, quando vide che la giovane studentessa dai capelli rossi, rilassò il suo viso e sgranò gli occhi dall’entusiasmo
“in cardiologia non hanno posto per la signora Frey, ci hanno detto di tenerla noi, fino a che non si libera un letto” rispose timidamente, aspettando una sua reazione
“impossibile, non abbiamo posto qui, i letti devono stare liberi per le emergenze”
“è quello che ho provato a spiegare io, ma non hanno voluto sentire ragioni” quasi sussurrò terrorizzata
“ok …. Allora dì a quel tricheco col camice, che porta l’insulso e comunissimo nome di dottor  Smith, che se non mi procura un letto nel suo reparto entro la mattina, si può iniziare a mettere in lista, insieme ai suoi pazienti, perché gli strapperò personalmente il cuore dal petto con le mie mani” fece un gesto con la mano abbastanza eloquente, tanto da terrorizzare la ragazza davanti a lei e poi disse
“il pronto soccorso non è il parcheggio dell’ospedale, è chiaro Spark? E fatti rispettare, altrimenti sarò costretta ad usare la tua testa arancione, per infilarci dentro delle candele ad halloween”  si voltò e continuò per la sua strada, mentre la ragazza balbettò un
“o-ok….”

Santana entrò nella sua stanza e chiuse la porta sospirando
“Devo pensare a tutto io qui dentro…. Incapaci!” si lascò andare sul letto della stanza del medico di turno.
Erano passati dieci giorni da quel sogno e non faceva che pensarci, il viso di Brittany era diventato un’ossessione per lei, bastava chiudere gli occhi, perché vedesse immediatamente il suo sorriso bellissimo davanti a lei. Sospirò e si ripetè a voce alta
“Santana stiamo parlando di una cotta…. Hai trent’anni cazzo, non puoi farti prendere dal passato” si massaggiò il viso, per darsi una svegliata.
Le venne in mente che, magari, poteva riprovare a scriverle una lettera, da qualche parte doveva avere ancora il suo indirizzo di Parigi, aveva conservato le lettere che, subito dopo la sua partenza, si erano scritte….. e se riprendere in mano quelle lettere, le avrebbe fatto ancora più pensare a lei? Non apriva quella scatola dei ricordi da secoli…. No, non poteva farlo, aveva una sua vita ora e Brittany non ne faceva parte, era solo un bel ricordo della sua giovinezza, spezzato dalla lontananza.
Era ancora intenta nei suoi pensieri che le arrivò un sms
 

*siamo invitate all’inaugurazione dell’ Holiday sabato…. Lo sapevi? Che facciamo ci andiamo?*

Fece una faccia perplessa, chiedendosi perché Quinn non dormisse, visto che almeno lei poteva farlo

*Fabray, zuccherino mio, siamo in piena notte e tu, che puoi, dovresti essere nel mondo dei sogni o quantomeno, fare del sano sesso col tuo maritino, invece che messaggiare con me! comunque non lo so, non credo che Adam ci voglia venire, cercherò di evitare il mio collega in questi giorni, così avrò la scusa e potrò dire di non averlo saputo*


Sorrise soddisfatta del suo messaggio appena inviato, anche se sapeva che, Blaine, ci teneva moltissimo che lei e Quinn partecipassero all’inaugurazione del locale, erano rimasti molto amici dopo il liceo ed avevano frequentato la stessa università. Ma era un locale per gay e sicuramente Adam non ci sarebbe voluto andare e non aveva assolutamente nessuna voglia di discutere, ancora una volta, per colpa dei pregiudizi omofobi del marito. Sentì di nuovo la suoneria di avviso del messaggio

*infatti ho appena finito di fare sesso con mio marito ed è stato davvero appagante : ) mi sono ricordata dell’invito ed avevo paura di dimenticare di dirtelo, ne parliamo con calma, però pensaci, sai quanto ci tiene Blaine… notte Lopez, non torturare troppo i tuoi dottorini*


Mentre faceva una faccia schifata, per quello che aveva appena letto nel messaggio, rispose

*ok…. Notte… ps: spero ti sia lavata le mani, prima di toccare il cellulare per scrivermi il messaggio..
 bleah  : D*



Sorrise, immaginando la faccia di Quinn che lo leggeva, ogni tanto sapeva essere davvero idiota.
Improvvisamente suonò il suo cercapersone, c’era un’emergenza, si alzò di scatto, si sistemò i capelli facendosi una veloce coda, ed uscì di corsa.



 
“cos’abbiamo?” chiese al paramedico che spingeva la barella
“Donna , 20 anni, overdose da farmaci ansiolitici, ferite gravi ai polsi, una profonda all’addome, ha perso molto sangue, pressione 60 su 30 battito quasi inesistente”
“bene, un’altra che non ha voglia di vivere, signori datemi la sala 3, Spark, Miller e Martin con me! Lewis avvisa chirurgia di preparare una sala, arriviamo trà circa mezz’ora” pronunciò con estrema sicurezza e maestria, i ragazzi eseguirono perfettamente gli ordini del suo superiore
“Martin prepara per una lavanda gastrica, Miller chiama la banca del sangue e fatti dare delle sacche appena scoprirai il gruppo, Spark vieni qui, inizia a tamponare, la ferita all’addome è profonda, coraggio pel di carota, fammi vedere di che pasta sei fatta, è la tua occasione” cercò di spronarla
Diede un veloce sguardo alla giovane donna bionda ,che si era arresa alla vita ed aveva deciso di farla finita, la colpì un particolare degli occhi, quegli occhi li aveva già visti, non sapeva dove, ma le erano familiari. Si destò da quel pensiero, quando sentì il bip della macchina che controllava il battito della ragazza
“dottoressa stà andando in fibrillazione” urlò un’infermiera
“ok carica a 100” disse, prendendo in mano le piastre per la defibrillazione “Scarica!!!” urlò, posizionandole sul torace della ragazza. Controllando il display del macchinario, si accorsero che non era successo niente
“non ti lascerò morire, non andrai al padre eterno passando dalla mia sala, non col mio aiuto…” disse osservandola, per poi urlare “carica a 150…. Scarica!!!” il petto della ragazza si sollevò di qualche centimetro dalla barella per la forte scossa, aspettarono tutti in silenzio, per qualche secondo, la reazione del suo cuore e fecero tutti un sospiro di sollievo, quando sentirono di nuovo il bip regolare del macchinario.
“visto testa di zucca? Così si fa!” si rivolse soddisfatta alla sua specializzanda
“ok è stata lacerata la milza, dobbiamo operarla, portiamola in chirurgia, chi è di turno Lewis?”
“Dottror Anderson !” rispose subito il ragazzo
“oh bene, a quanto pare ero destinata ad incontrarlo per forza!” ripensò al messaggio di Quinn
“Avanti! Andiamo a trovare la nostre Checca isterica al terzo piano!” disse, spingendo la barella aiutata dai suoi specializzandi.


 
“Dottoressa Lopez…. È sempre un piacere lavorare con lei” disse Blaine sorridendole e facendo un inchino di riverenza
“Dottor Anderson…. Il piacere è tutto mio” ricambiò il sorriso
“raccontami di questa biondina “ disse, infilandosi i guanti
“sappiamo poco, se non che è talmente disperata, che ha deciso di togliersi la vita, ferendosi più volte ed ingurgitando grandi quantità di psicofarmaci”
“ah benissimo, viva la vida, cantavano una volta i Coldplay!” si mise la mascherina sul viso
“già… si è la lacerata la milza, credo vada tolta e dobbiamo controllare se ha fatto altri danni li dentro, ma di sicuro non le permetterò di morire, non nel mio ospedale!” disse la latina, facendo l’ultimo fiocco alla sua mascherina
“Santana Lopez, la donna più determinata che conosca!” pronunciò il giovane medico per schernirla
“dovresti saperlo ormai, ci conosciamo fin dal liceo Canarino dei miei stivali!” le diede una pacca sul sedere, prima di entrare in sala operatoria facendo ridere l’amico
 
 
“intervento perfetto Dottor Anderson, da manuale oserei dire” Santana si stava congratulando per la buona riuscita del’intervento dell’amico che, sapeva bene, era diventato un bravo chirurgo
“avevo una buona spalla, come ai vecchi tempi, quando facevamo i duetti al Glee”
“e ,come sempre, tu volevi fare la prima donna!” Santana le diede una spallata
“già… “si grattò la testa imbarazzato “allora verrai all’inaugurazione?” chiese poi
 “Oh Blaine non lo so se riesco…. Adam stà lavorando tantissimo e siamo molto stanchi in questo periodo” cercò di giustificarsi
“non preoccuparti, sappi che se verrai mi farai felice” le rispose dolcemente
“farò il possibile te lo prometto” le stampò un bacio sulla guancia, prima di lasciarlo per tornare in reparto

 
coraggio Lopez, ancora un’ora e questa nottataccia interminabile finirà” pensò dentro di se, mentre si dirigeva verso la macchina distributrice di bevande, per prendersi l’ennesimo caffè della nottata

“Dottoressa Lopez!” si sentì chiamare alle spalle, fece gli occhi al cielo e si girò per guardare in cagnesco la persona che l’aveva chiamata con quel tono di voce che già  le trasmetteva ansia
“abbiamo un problema!” Ashley Spark, continuava ad essere terrorizzata dalla sua superiore, ma inevitabilmente, toccava sempre a lei darle le brutte notizie, sembrava che il destino ce l’avesse con lei

“ok Ginger girl, devi decisamente ampliare il tuo frasario, ti regalerò un vocabolario per aiutarti in questo compito difficile” sbottò nervosamente
“riguarda la ragazza che abbiamo operato…. Quella che ha tentato il suicidio” disse timidamente
“si si mi ricordo chi è… sono appena uscita da quella dannata sala operatoria per salvarle la vita”
“ecco… vede… c’è la sorella in sala d’aspetto…. Ci sono dei problemi con…. l’assicurazione…. Ecco…. proprio non hanno un’assicurazione” balbettò la ragazza, sapendo che quello, era uno degli argomenti che più la irritavano
“che cosa??? O no no no…. Spark ,sai benissimo quanto odi occuparmi di queste cose, è già successo, già visto miliardi di volte… se non hanno un’assicurazione sai cosa fare, non hai bisogno di me!!” Odiava occuparsi di queste cose burocratiche, odiava il fatto che l’America, conosciuta da tutti come paese libero, mettesse delle restrizioni sanitarie e scindesse, inevitabilmente, due categorie sociali che avessero differenti trattamenti sanitari : ricchi e poveri.
“ma… questo è un caso difficile…. È una situazione particolare, un caso di suicidio non l’ho mai affrontato…. Inoltre la sorella è distrutta, non fa che piangere” disse, quasi con le lacrime agli occhi la ragazza

Santana si impietosì, quel giorno doveva essere particolarmente sensibile alle lagne della Spark
“e và bene, solo per questa volta, voglio che prendi appunti testa di zucca, perché la prossima volta non ti salverò il tuo prezioso culetto! Ok???” disse, girandosi verso la ragazza che cercava di seguire il suo passo svelto in corridoio e nascondeva un piccolo sorriso di felicità e sollievo


Arrivarono davanti alla porta di una saletta d’aspetto dell’ospedale, Santana, prima di aprire, si rivolse alla sua specializzanda dicendo
“guarda ed impara Spark, bisogna essere duri in queste cose e purtroppo lasciare da parte i sentimenti se non vuoi che poi ci rimetta il tuo stipendio, perché il capo prenderà i soldi da quello, se il paziente non paga”
Disse con fare sicuro, per poi aprire la porta


Si avvicinò ad una ragazza bionda, magrissima, che aveva una coda quasi completamente disfatta, che si teneva il viso trà le mani e piangeva.
“signora Pearce c’è qui la dottoressa Lopez, che ha operato sua sorella” pronunciò  Ashley
Santana non fece in tempo a sentire quel cognome, che si girò a guardare interdetta la ragazza che lo aveva appena pronunciato,per poi subito voltarsi verso quella figura bionda, che anch’essa, sentendo quel cognome, sollevò subito il viso scavato e rigato di lacrime.

“Brittany?”

“Santana?”
 
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Eccomi di nuovo con questa Future Fic Brittana…. Non so cosa ne verrà fuori, dovrebbe essere una long  ma non so nemmeno di quanti capitoli…. Ci sarà molto angst per gli amanti del genere.
Ci saranno tanti componenti del Glee club.
Probabilmente non è niente di superoriginale ma spero di renderla speciale procurandovi delle emozioni, e spero mi seguiate.
Fatemi sapere che ne pensate è importante per me per capire se andare avanti.
Baci
E.
  
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