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Autore: Magzee623    03/12/2011    1 recensioni
Jack Magzee Clowner, un giovane ragazzo accusato di aver ucciso la sua famiglia in preda ad un rapsus, si trova ora prigioniero in un manicomio.
Ancora per poco. Qualcosa è venuto a reclamarlo.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Intorno al centro di riabilitazione di GreenHill, si erano plasmate fitte nuvole grigie. Ciò, era il preludio di una forte tempesta in arrivo.

La costruzione lugubre, ospitava degenti psicologici di ogni genere. Dai soggetti  innoqui a soggetti  incontrollabili.

Non c'era struttura più sicura in tutta la città di GreenHill, visto che era contornata da una grande recinzione spinata parecchio alta, di circa sedici metri, che girava tutt'intorno.

Chiamarlo centro di riabilitazione era una vera e propria barzelletta. Manicomio. Questo era il giusto termine.

La struttura risaliva circa all'era gotica ottocentesca. Infatti, rassomigliava ad una cattedrale di tale epoca.

Tutt'intorno c'era un giardino, ricolmo di piante, alberi e arbusti vari.I fili d'erba, cresciavano anche sulle lastre di pietra poggiate nel grande ''giardino''.

Cosa che faceva pensare ad un restio interesse nella pulizia del centro.

Le foglie delle piante, avevano un tono gliallastro, rossastro e verdastro spento. Chiari segni del fatto che la città fosse in pieno autunno, anche se il freddo faceva pensare ad una gelda stagione invernale.

L'interno, non aveva nulla a che vedere con l'esterno. Era simile ad un ambiente ospedaliero, ma quella notte qualcosa non andava.

Un malato mentale era evaso,  portando scompiglio in tutta la struttura.Aveva ucciso a colpi di macete tutti gli infermieri, quindi urla strazianti e chaos si erano iniziati a percepire al difuori del centro.

In una cella con tanto di sanitari e giaciglio, disinteressato di cosa stava accadendo c'era un ragazzo, poggiato contro le fredde e spente mura bianche della sua prigione.Aveva visto quella ''cosa'', e di certo non era un pazzo assassino.

''I pazzi assassini non hanno le corna. Non aprono le celle a morsi con le zanne.''

Pensava fra sé e sé il ragazzo.Quest'ultimo era stato chiuso in quella struttura per aver commesso il genocidio della sua famiglia.Aveva ucciso sua madre, suo padre e la sua piccola sorella di appena tre mesi, con una mazza da baseball.

Doveva finire in carcere, sì. Se non fosse stato per le sue affermazzioni.Infatti, sosteneva che la sua famiglia si fosse mutata, prendendo forma di orribili demoni con le corna e lo sguardo di fiamma.

per questo, fu classificato allora come malato mentale, e venne trasferito al centro.

Ma quella notte, tutti avevano visto quello che aveva visto lui, un anno fà a casa sua.

Cosa diavolo stava succedendo a quella cittadina? Era forse tutta una mera illusione?

Una mera illusione, in cui tutti gli abitanti erano stati intrappolati? Improbabile.

I capelli mossi, nero corvino, scendevano sul volto del ragazzo, nascondendo la sua fredda espressione.

Portava come capo d'abbigliamento una larga felpa nera, leggera. La quale sotto nascondeva una maglia altrettanto leggera, di colore violaceo.Al resto del corpo poi aveva dei jeans di tessuto fine neri, abbinati ad un paio di All Stars viola.

Un look alquanto bizzarro. Non quanto bizzarro fosse il posto dove si trovava, o la sua cella.

Infatti sui muri di essa, erano disegnati vari simboli e creature strane, che ormai balenavano da tempo immane nella sua scura e contorta mente.Un leggero ansimo nell'aria, interruppe l'apparente silenzio che governava almeno nel piano in cui era rinchiuso Jack Magzee Clowner. Questo era il nome del ragazzo, che aveva commesso il genocidio.

Dopo quell'ansimo, ne seguirono altri, più forti ed in serie, intermittenti.

Era un infermiere. Ancora vivo. Forse l'unico rimasto in vita.Camminava affannato, ma i passi sul suolo non si carpivano. Qualcosa lo inseguiva, un altro respiro più pesante si andava man mano a udire in lontananza.

Che fosse la ''cosa'' che aveva portato scompiglio nel manicomio?Jack non ci avrebbe rimurginato per molto sopra.

Un leggero calcio sferrato contro la serratura della propria cella bastò per aprirla.

La scena che gli si presentava davanti era raccapricciante.

L'infermiere aveva ferite molteplici lungo tutto il corpo. Il volto di quest'ultimo poi, era incrostato dal sangue coagulato che lo ricopriva interamente. Ancora indietro, c'era la creatura.Una figura alta e snella, apparentemente nuda.Lunghi capelli increspati, lunghi fino al bacino. Corvini, con sfumature azzurre.

Poi, le lunghe corna giallognole su ambedue i profili del cranio, capeggiavano e rendevano la figura più tetra.

Per finire, grossi zoccoli scalpettanti, ma da quanto udito leggeri, ed una lunga coda equina, per contornare il tutto.

Un lungo respiro, poi la creatura proferì parola in direzione di Jack.

''Siamo qui per te. Un anno fà, dovevi sprofondare all'Inferno. Non è stato così. Quindi, siamo venuti a reclamarti noi, Magzee. Gli Efreet infernali.''

L'espressione di Jack era visibilmente sbiancata, ma la paura lo scalfiva di poco.

Intanto l'infermiere gli si avvicinò, quasi strisciante, appoggiandoglisi  alla spalla, per poi accasciarsi al suolo e morire, in un sordo tonfo.

Cosa poteva fare ora Jack? Nell'impotenza difronte a quella creatura,azzardò un attacco frontale.

Quindi prese a correre velocemente verso la figura, per poi balzare e sferrare un calcio assestato dietro al collo.

Attacco nullo, dato la gelida reazione dell'essere, che afferrando la gamba del ragazzo, lo allontanò da sé, scaraventandolo via.

La creatura aveva pronunciato il suo secondo nome, mai utilizzato o scritturato in alcun archivio riguardante il ragazzo.

Allora perchè chiamarlo così?

Le origini di quel secondo nome, erano molto articolate e lugubri.

Si narra fosse un nome di etimo demoniaco, venuto alla luce nell'antica Gerusalemme.

Che lui fosse un essere d'origine tale a quello che lo aveva appena attaccato?

Che ci fosse un collegamento della sua famiglia, a questi esseri?


Tutto ora, appariva articolato.

 

  
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