L’ALBERO DI NATALE PIÙ BELLO DEL MONDO
Capitolo unico: L’albero di Natale più bello del mondo
Autore: Yangrine
Spazio dell’autore: Con quella che è la mia seconda fan fiction
NERA, partecipo anch’io all’iniziativa
di Natale del forum più nero che c’è! Il fantastico “Nero Calendario dell’Avvento”
è tornato, gente! E anch’io mi butto nella mischia! Il mio elemento ispirante è
una frase di Larry Wilde. Spero vi piaccia!
Note: Fiction partecipante alla seconda edizione
del “Nero
Calendario dell’Avvento”, Natale 2011.
In pubblicazione per il giorno 3 Dicembre
2011. 774 parole (conta parole
di office). Genere sentimentale, scorcio famigliare. Fondamentalmente fluffosissima. Ho il leggero timore di aver tirato fuori
una Temari un po’ OOC, ma descrivevo uno stato d’animo un po’ particolare.
Spero la lascerete passare!
Scelta dei nomi: Ho pensato molto ai nomi dei nobili pargoli
della stirpe Nara. La scelta è caduta su Kaze-ko
(figlia del vento) per la graziosa rampolla e Shika-shi (figlio dei cervi) per il pacioccoso infante (anche se,
in effetti, la parola completa Shikashi ha il significato di ‘tuttavia’, vabbè…
sarà un grazioso doppio senso!). Mi sono informata sui vari suffissi e ho
scoperto -ko dal significato ‘Figlia di…’ e -shi ‘Figlio di…’. Il
resto è venuto da se. Spero di non aver scritto atrocità! Non ho mai studiato
giapponese e (ahimè) non credo di poterlo mai fare. Le mie sono solo
informazioni reperite sul web.
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“Non preoccuparti della dimensione del tuo
albero di Natale.
Agli occhi di un bambino sono tutti alti 10
metri.”
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Quell’anno aveva preparato tutto con cura maniacale.
L’albero era pronto da giorni, perfettamente sradicato e sistemato nel
vaso più grande che era riuscita a trovare.
Di decorazioni ne aveva comprate a bizzeffe; festoni luccicanti, luci
intermittenti e tante, tantissime palline di ogni dimensione. Tutte
coloratissime, tutte bellissime. E tutte completamente inutilizzate nello
scatolone che aveva preparato con tanta premura.
In occasione del primo Natale del suo secondogenito aveva avuto cura di
organizzare ogni dettaglio con precisione inappuntabile; la spesa per la cena,
le decorazioni per la casa. Tutto era pronto per essere usato.
Il grazioso angelo di tulle aspettava solo le manine della sua bambina
per essere sistemato in cima all’albero.
In tutti i preparativi aveva anche compreso una visita alla casa dei
nobili zii, che avevano colmato i nipoti di regali e attenzioni. Sarebbero poi
tornati a casa per decorare l’albero, preparare cibi squisiti e per passare
delle felici giornate in famiglia.
Peccato che i canonici tre giorni di viaggio che separavano Konoha da
Suna fossero effettivamente diventati oltre una settimana, causa una tremenda
tempesta di neve che li aveva costretti a rifugiarsi nella prima catapecchia
aperta che erano riusciti a trovare.
Ed era così che, alla vigilia di Natale, la graziosa famiglia Nara era
ancora costretta alla latitanza.
Papà Shikamaru non sembrava particolarmente interessato al contrattempo,
in fondo il necessario per sopravvivere (cibo e un letto comodo) l’avevano trovato
senza fatica.
I due piccoli di casa giocavano indisturbati. In realtà l’infante
Shikashi si limitava a fissare con occhi sgranati la sorellina Kazeko che era
tutta impegnata a dar fondo al bel regalo dello zio Kankuro. Una splendida
scatola di matite colorate.
Ma mamma Temari era di tutt’altra disposizione d’animo.
Già l’idea di aver in sostanza gettato alle ortiche ore, giorni, settimane di preparazione pre-natalizia
era sufficiente ad alterarle l’umore a livelli preoccupanti. Ma il pensiero di
dover costringere i suoi bambini a passare il Natale in un posto sconosciuto,
senza nemmeno un bell’albero addobbato, l’aveva così demoralizzata da portarla
ben lungi dall’essere la caparbia donna di sempre.
In effetti, la prole non sembrava farsi un problema della situazione
(maledetti geni Nara… ti rendono completamente inattaccabile dall’ambiente
circostante), ma per lei era fondamentale che i suoi figli avessero tutto ciò
che potevano desiderare.
In effetti, era fondamentale che avessero tutto ciò che non aveva potuto
avere lei.
Shikamaru sembrò intuire i suoi pensieri, o forse si era semplicemente
accorto del silenzio che, ormai da fin troppo tempo, regnava incontrastato
nella stanza.
Si girò sul letto, così da poterla osservare meglio.
Seduta compostamente al kotatsu non aveva perso nulla della sua
fierezza, ma si capiva fin troppo bene la delusione che le attanagliava il
petto. Conosceva troppo bene quella ruga tra i suoi occhi e quel modo di
stringere le labbra.
-
Sai Temari? A volte non c’è bisogno di grandi
cose per rendere un giorno davvero speciale.
Lei lo fissò, evidentemente incerta sulla possibilità di rispondergli
pacificamente o di scagliarlo con forza il più lontano possibile.
-
Avevo preparato tutto, TUTTO! Volevo che il
loro fosse un Natale perfetto.
Lui la guardò e sorrise con sguardo saccente. Tornò a sdraiarsi con le
braccia dietro la testa.
-
Ho sempre pensato che alberi enormi,
decorazioni costose e cene di gala fossero più un vezzo degli adulti che una
necessità dei bambini.
Con un cenno del capo indicò l’angolo, dove i bambini stavano giocando.
Kazeko aveva finito la sua opera e la mostrava felice a Shikashi. Sotto
gli occhi sgranati del neonato, la sorellina si affaccendò ad attaccare il
disegno alla parete.
-
Papà…! Mamma…!
Tutta orgogliosa indicava il foglio. Shikamaru ridacchiò soddisfatto.
-
Che ti dicevo?
Temari sentì il cuore gonfiarsi di commozione. Le lacrime non salirono
agli occhi solo per la sua comprovata solidità morale. Tese le braccia e sua
figlia (che emozione sentiva ancora a quella parola!) le si tuffò addosso.
Vicino alla culla la bambina aveva attaccato il delizioso disegno di un
albero di Natale stilizzato. La punta era un po’ storta e i colori non erano
esattamente entro i bordi, ma per lei, in quel momento, quello era l’albero di
Natale più bello del mondo.
Lo sguardo soddisfatto di Kazeko e gli occhi affascinati di Shikashi le
dissero chiaramente che quell’umile foglio, anche in quel posto che non
conoscevano, era quanto di più potessero desiderare. Forse quel pigrone di suo
marito non aveva tutti i torti. Ai bambini basta così poco per essere felici.
Shikashi scoppiò a piangere reclamando attenzioni. Temari si alzò per
prenderlo tra le braccia.
Probabilmente non era il Natale che si era aspettata, ma in fondo
l’unica cosa importante era la felicità dei suoi figli, no?
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Oh oh! Cosa vedo? Una fan fiction finita! E non
solo! La cosa più incredibile è che è più lunga
di una drabble. Anzi, più lunga anche di una doppia drabble!
Il counter di office mi conta ben 774 parole! Non c’è
che dire! Sono stupita di me stessa.
Ora, a proposito di questo va detto che la frase ispirante mi ha guidata
molto. La storia è semplice e l’avevo già tutta in mente quando ho scelto la
frase! Ma è comunque notevole che io sia riuscita a completare una fic! Non ci riuscivo da veramente tantissimo tempo!
A chi va il merito di questo? Ma ovviamente ad un forum meraviglioso,
pieno di persone meravigliose che ti costring
invitano gentilmente a dar fondo a tutte le tue energie per la nera causa!
Vi ringrazio per aver letto il mio piccolo delirio e vi raccomando di
collegarvi anche domani! Il Calendario dell’Avvento continua! E ognuna di noi
pubblicherà qualcosa per ognuno di questi giorni! A presto!
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Merry Black Christmas
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