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Autore: real_chiareds    03/12/2011    1 recensioni
Spin-off di una FF da me scritta nella quale Harry e Stacey sono ormai coppia salda, ma come è iniziato tutto?
Tratto dal testo;
-sei buffo- concluse per poi con un gesto un po’ impacciato, da bambina spostarsi un boccolo dal viso sistemando la frangetta.
-no sono Harry- le risposi non capendo, cioè io non mi chiamavo buffo ma Harry, lei mi guardò scuotendo la testa tirandomi la pallina che presi al volo smettendo di massaggiarmi le chiappe
-sarai anche Harry ma sei buffo-
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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angolo autrice: ok eccomi qui di nuovo sono sempre Chia la rompina no dai seriamente,per introdurvi alla storia, in breve cosa è starry? Starry è la coppia formata da Stacey Malone e Harry Styles (due personaggi secondari della mia prima fan fiction I found myself attracted to my dilemma, e che attualmente sono la coppia principale del sequel if loving you with all my heart's crime; then i'm guilty, che se apprezzerete in questa storia potrei anche pensare di postarvi) che dire, come mai l'ho scritta? perchè l'avevo promessa ai miei vecchi lettori e perchè come dire pensavo che questi due angeli hanno avuto una bella storia anche alle spalle. Le scene descritte sono due, e sono un po' poco profonde ma il motivo è che non potevo fare una one shot di 20 pagine word. Quindi ad ogni modo spero vi piaccia, e ripeto questa l'ho scritta soprattutto per la loro fan numero uno fede altrimenti conosciuta come shesfede . ENJOY!

« as long as i’m living, i’ll be waiting »


2LMaO





Per quanto mi sforzassi di capirlo, non voleva entrarmi in testa perché nonostante papà e mamma non stavano più insieme, io continuavo a tornare ogni estate con lei a trovare il papà e mamma del mio papà.
La mente da bambino che mi ritrovavo probabilmente vedeva la cosa come normale ma in fondo non la capiva a pieno, non capiva perché improvvisamente papà non era più in casa, non capiva perché l’estate in vacanza andavamo solo io e mamma e papà doveva sempre lavorare e non capiva come una bambina che non viveva con me se non d’estate quando ero a Holmes Chapel potesse essere mia sorella, cioè a parte la mia sorella maggiore che pensava a truccarsi tutto il tempo, non capivo come Cassie che aveva un'altra mamma potesse essere mia sorella, e perché chiamava papà il mio papà e nonna la mia nonna e nonno il mio nonno e così via, ma non chiamava mamma, ma solo Anne mia mamma, mentre quella che per me era tata Beth era sua mamma.
Era un giorno come tanti altri quello, era pieno agosto nel pieno della mia giovane età avevo cinque anni compiuti da sei mesi ed ero arrabbiato perché mi stavo perdendo la festa di compleanno di Liam dato che per i turni di mamma eravamo potuti venire a trovare i nonni solo l’ultima settimana del mese di quel mese quest’anno, mia sorella invece con il fatto che era venuta prima con papà, era potuta restare a casa con la sua migliore amica e io invece era incastrato lì senza i miei migliori amici dell’asilo, Liam, Zayn e Niall erano tutti di un anno più grandi di me mentre Louis, lui aveva già 8 anni ma eravamo amici perché viveva nella casa davanti a me e sua mamma era molto amica con la mia.
Comunque tornando a quel giorno, avevo portato con me una di quelle palline rimbalzine che non so se conoscete ma che sono tanto in voga in questo periodo, beh comunque quelle, ed ero seduto in giardino a tirarle contro la staccionata.
-Harry, vieni in casa dalla nonna dai- ripeteva quell’adorabile vecchietta che aveva messo al mondo mio padre, era in piedi sulla porta a finestra e dall’interno potevo vedere mia sorella Cassie che incasinava la casa, non capivo cosa ci trovasse di divertente a impastare la pizza, aveva tre anni quella bambina e creava più danni di un ciclone in Kansas.
Dopo l’ennesimo richiamo mi spazientii e diedi un colpo più forte alla pallina che sorpassò sopra la staccionata finendo nel giardino dei vicini, perfetto sbuffai avvicinandomi a quel muro bianco, per fortuna ero un po’ più alto di un normale bambino quindi non faticai troppo.
Misi un piede sul dondolo e poi la scavalcai ma non rendendomi conto che dall’altra parte non potevo avere niente che mi aiutasse nella discesa presi una bella e meritata culata al suolo.
A seguito della mia papera una risata cristallina da bambina mi circondò mi alzai massaggiandomi il mio sedere e su un altalena poco lontano una bambina con un vestito color panna piuttosto pomposo mi stava fissando ridendo, a vederla così aveva più o meno la mia età, e teneva la mia pallina in mano, si passò la mano libera sulle guance arrossate e rigate, probabilmente aveva pianto, aveva dei lunghi capelli dorati che le arrivavano a metà schiena e avevano grandi boccoli che li accorciavano decisamente, sembrava un piccola bambolina di porcellana, le sorrisi e lei invece mi rise in faccia
-sei buffo- concluse per poi con un gesto un po’ impacciato, da bambina spostarsi un boccolo dal viso sistemando la frangetta.
-no sono Harry- le risposi non capendo, cioè io non mi chiamavo buffo ma Harry, lei mi guardò scuotendo la testa tirandomi la pallina che presi al volo smettendo di massaggiarmi le chiappe
-sarai anche Harry ma sei buffo- insistette alzandosi, era piuttosto bassina cosa che la faceva sembrare ancora più piccola, poi prese un fermaglio che aveva in testa e lo sistemò come se volesse che si notasse ancora meglio che era un cavalluccio marino, scelta che reputavo strana ma ad ogni persona piacevano cose diverse, non dovevo di certo giudicare, e poi ero portato a non farlo dopo che io per primo ero strano e avevo amici ancora più strani. Louis mi obbligava a mangiare carote ogni volta che andavamo nel campo di suo nonno dietro casa, Liam urlava se vedeva cucchiai, Niall non si vestiva mai di verde perché ripeteva di non essere un Leprecauno e Zayn beh il solo fatto che fosse Zayn era già abbastanza per essere strano, e poi c’era mia sorella che a tre anni era fissata con i quadrifogli e i trifogli del giardino di nonna che si divertiva a mangiare, si era una capra io lo dicevo ma nessuno mi credeva.
Ero rimasto immobile a fissare la bambina preso dai miei pensieri e probabilmente lei mi guardò preoccupata perché mettevo paura.
-Tai bene?- mi chiese avvicinandosi con camminata leggermente buffa, forse per colpa di quel vestito e io mi limitai ad annuire per dire di si quando una signora distinta, ben vestita come la bambina uscì dalla casa
-Stacey ecco dove sei- le disse con un sorriso raggiungendo la bambina che guardò verso la signora prima di parlare con la sua voce dolce, si non avevo ancora descritto quel suo aspetto, tutte le bambine hanno voci squillanti, antipatiche che ti viene voglia di prendere a testate ma lei no.
-Mamma, Tarzan è caduto dalla staccionata- gli disse indicandomi senza guardarmi la madre le sorrise divertita, si certo prendiamo in giro Harry Styles tanto a chi può importare? Certo paragoniamolo a Tarzan, che poi io non assomiglio a Mr. Perizoma Jungle King.
La signora si piegò verso di me guardandomi –tu devi essere il figlio di Anne, Harry giusto? Il nipote di Lucy-
Stacey, così si chiamava quella bambina, mi guardò sorridendo
-Gramma Lucy?- chiese alla madre e aspettate, era un'altra mia sorella? Perché chiamava nonna Lucy mia nonna? La guardai preoccupato sua mamma mi sorrise
-tutti chiamano Gramma tua nonna, tranquillo- la cosa mi rassicurò ma solo per un secondo finché mia nonna non apparì dall’altra parte della staccionata con mia sorella in braccio.
-Stacey ciao- salutò la bambina per poi guardare la signora davanti a me –Caroline, scusa il disturbo ero un attimo distratta, tu che ci fai lì Harry?- mi guardai intorno ricordandomi che ero in casa di altri così mi sbrigai a riscavalcare la staccionata un po’ a fatica sotto le risate di Stacey e mia sorella, che anche se non capiva mai niente che ero un perfetto idiota lo capiva bene.
-Anche io- disse la voce della bambina nuovamente
-No vieni Stacey noi dobbiamo andare da Zia Monica, andiamo- concluse prima di sollevarla in braccio e portarla via con sé.
-Torta?- chiese alla fine nonna, e mentre io la seguii con poco entusiasmo solo perché non volevo far vedere che ero felice anche se lo ero, Cassie iniziò a battere le mani, il suo modo di fare mi innervosiva, la potevo sopprimere quell’inutile ammasso di capelli e pizzetti? Io non riuscivo proprio a capire a cosa servivano le sorelle femmine.


4 Years Later.




8Kcqo



Scesi dalla macchina di mia mamma e spensi l’IPod andando verso la porta d’entrata di casa di nonna, la città era silenziosa, era inizio giugno, non tutte le scuole come la mia avevano chiuso quel giorno, si avevo fatto un patto estivo con mamma partivamo il giorno stesso della fine della scuola in modo da tornare a casa a metà Agosto, lei prendeva sempre le solite settimane di ferie e io tornavo in tempo per la festa di Liam.
Tutto intorno era silenzioso, suonai alla porta sedendomi sulla mia valigia, avevo nove anni quindi ero in quella fase dove non vuoi essere un bambino ma lo sei ancora in pieno e come ogni anno avevo il muso, non volevo venire da nonna, ma quelli erano i patti.
Non ero venuto già l’anno prima perché avevo preso la varicella per mia fortuna ma quest’anno non avevo scusa che reggesse.
Mia nonna aprì la porta con il suo solito sorriso, quella mattina sembrava piuttosto atletica indossava una tuta e continuava a correre avanti e indietro per la casa. Presi la mia valigia entrando, Beth, era in cucina a preparare il suo solito dolce estivo e ci sorrise quando entrammo, e per educazione ricambiai il saluto mentre mio nonno era seduto su una poltrona con la pipa in mano intendo a leggere il giornale.
Corsi in quella che era sempre stata la mia stanza gli anni prima ma quando entrai rimasi scioccato, era un ammasso coppe di pattinaggio artistico e danza, medaglie ovunque e tanti nastri rosa, tipica camera femminile, che non poteva proprio essere la mia.
Mi voltai verso mia nonna che mi aveva raggiunto e sorrideva come sempre e mi indicò la porta infondo al corridoio
-tesoro abbiamo fatto un paio di cambiamenti dall’ultima volta che sei venuto- mi disse prendendo la mia valigia e dirigendosi verso la porta accanto. Entrai in una stanza spoglia rispetto all’altra ma che avrei potuto decorare io appena avessi avuto cosa metterci. Per cominciare guardai la bacheca in sughero sopra alla scrivania era una delle cose più tristi di quella stanza, estrassi un paio di foto dei ragazzi e della mia classe che avevo fatto sviluppare prima di partire e le appesi lì per poi andarmi a buttare sul letto, chiusi gli occhi nel silenzio per rilassarmi un po’.
Improvvisamente fui raggiunto da un urlo, qualcuno mi planò addosso facendomi rimbalzare nel letto svegliandomi di soprassalto, non riuscii a rendermi conto di cosa fosse stato quell’uragano nemmeno chi fosse finché non sentii quell’appellativo
-TARZAN!- sorrisi istintivamente, era l’unica bambina che non reputavo avere germi stani che mi potessero infettare –SEI ARRIVATO!- continuò ad urlare senza lasciarmi il collo, i suoi capelli erano sempre lunghi e dorati come li ricordavo e i suoi occhi, beh forse se mi avesse mollato avrei potuto anche descriverli.
-già, e se non torni la puffa che ricordavo me ne rivado- dissi con un filo di voce quando lei si staccò da me sorridendomi, si anche i suoi occhi non erano cambiati, era sempre la solita Stacey che ricordavo.
Appena tornata da scuola era venuta subito a salutarmi, e ne ero sicuro se volete sapere come, beh aveva ancora la divisa blu con la gonna a balze e la camicia bianca, la cravattina a strisce blu e bianche con la giacca blu che portava il ricamo bianco del suo cognome Malone e della sua iniziale S. in una calligrafia elaborata in corrispondenza diciamo del cuore.
-mamma mia quanto tempo- mi disse con il suo solito sorriso solare sedendosi sul letto davanti a me a gambe incrociato portando le mani tra di esse in modo da abbassare la gonna e non lasciar intravvedere niente. Si tolse il cappello ultimo accessorio della divisa lasciando cadere la coda su una spalla e tornandomi a guardare con i suoi occhioni grigio azzurri.
-allora raccontami cosa è successo in questo ultimo anno- disse per poi alzarsi, era sempre stata una bambina agitata sin da piccola, si avvicinò alla scrivania e guardò le foto per poi girarsi verso di me con il sorriso,
-sono i tuoi famosi amici?- chiese indicando le persone sulle foto e io le annuii ricambiando il sorriso aspettando parlasse nuovamente cosa che fece poco dopo prendendo la mia mano
-vieni con me che ti presento i miei allora- conclusa trascinandomi fuori dalla camera e poi attraverso il salotto, afferrò una fetta di torta che si trovava sulla penisola della cucina e poi uscì fuori con me dietro.
Camminammo per circa cinque minuti prima di arrivare ad un parco, era il parco del quartiere, lo riconoscevo e un gruppetto di bambini probabilmente della sua età era seduto vicino all’altalena e allo scivolo in cerchio sulla sabbia.
Mio sorella alzò lo sguardo sbuffando vedendomi, non avevamo un gran bel rapporto all’epoca, ma Stacey non mi diede modo di fare dieto front.
-Ciao ragazzi, lui è Harry- mi presentò a tutti prima di poi iniziare l’elenco, indicandomene uno per uno.
-allora lui è Kyle, poi c’è Tom, Jade e Sophie, Cassie la conosci- ed entrambi sia io che lei mormorammo un purtroppo.
-uffa che lagne che siete, io vorrei un fratello e non posso averlo e voi vi lamentate sempre- ci riprese dandomi un colpo a me al braccio
-se vuoi te lo vendo- gli rispose Cassie alzandosi e pulendosi dalla polvere della sabbia, poi la vidi alzare gli occhi al cielo, più scocciata del solito quando parlava con me e dopo tre secondi una voce angelica, almeno alle mie orecchie da bambino di nemmeno dieci anni ci avvolse, mi voltai e alle mie spalle una bambina di poco più bassa di me, con lunghi capelli neri lucenti, due occhi color cioccolato fondenti di una profondità assurdo e un colore roseo sulle guance che ricordava molto la cipria ci salutò sorridente, aveva uno dei sorrisi più belli avessi mai visto.
-Lei è Candice- disse la voce scocciata di Stacey, non l’avevo mai sentita così innervosita, ma al momento non ci pensai allungai solo automaticamente la mano stringendo quella della bellissima bambina davanti a me.
-sono Harry- le dissi con uno dei miei migliori sorrisi
-O Tarzan l’Aroldo- aggiunse mia sorella facendo scoppiare a ridere tutti e interrompendo quella magia, anche Stacey al mio fianco scoppiò a ridere con la sua solita risata cristallina, ma io non riuscii a non fulminare Cassie.
Candice mi guardò con sguardo dispiaciuto, sembrava lo sguardo di un angelo, -tu quindi devi essere quel povero ragazzo che ha la sfortuna di essere il fratello di quella bertuccia- disse indicando mia sorella che la guardò malissimo mentre Kyle e Tom si sbrigarono ad afferrarla per le braccia e tenerla ferma così si limitò semplicemente a dire –disse la gallina dal ciuffo a banana- ed ora che la guardavo attentamente sulla fronte aveva un ciuffo che ricordava una banana, cosa che la rendeva ancora più carina.
-Almeno il mio ciuffo a banana mi fa vincere i campionati di danza- le disse lei con aria superiore.
-no il fatto che tuo padre finanzia ogni concorso te li fa vincere- gli rispose fredda Cassie, era una vera battagliera quella bambina per avere solo 7 anni.
-almeno io un padre ce l’ho- dopo quella frase i due ragazzi mollarono mia sorella che le si scaraventò sopra iniziando a strapparle i capelli e il mio angelo non riusciva a fare niente per sottrarsi alla sua furia.


Passai il pomeriggio tranquillo con gli altri ragazzi poi la sera rincasammo, Stacey a casa sua e io con quella musona di mia sorella purtroppo. Mi rinchiusi in camera ma dopo due secondi fui interrotto.
-Domani io e Stacey andiamo in campeggio con gli altri per una settimana, vieni anche tu?- mi chiese entrando senza permesso in camera mia e sedendomi comoda sul mio letto.
-Non so, io… non conosco quasi nessuno qui, chi c’è?- le chiesi anche se l’unica cosa che mi interessava era sapere se c’era il mio angelo moro.
-Io, Stacey, Kyle, Tom, Sophie, Jade, Michael e Candice-
-ok vengo- conclusi non appena sentii il suo nome tornando nel mio mondo dei sogni
-comunque partiamo alle 8 domani mattina, e se devi chiamare qualcuno i telefoni non esistono lassù- concluse alzandosi e andando verso la scrivania a guardare le mie foto, le indicò divertita per poi guardarmi
-sono quegli sfigati che ti devono sopportare?-
-dicessi amici- la corressi alzandomi e aprendo la sua porta per farla uscire
-wow che fratello colto che ho- mi prese in giro, fu allora che non dando segno di volersi allontanare la spinsi fuori a forza.

La mattina dopo alle 7:30 sentivo delle voci invadere la casa scesi al piano di sotto ancora in pigiama, e in perfetta divisa da Boy Scout, mia sorella e Stacey stavano bevendo della spremuta e mangiando frittelle.
-Ancora in pigiama stai Tarzan?- mi chiese Stacey con un sorriso in segno di saluto agitando la mano, -se non ti sbrighi faremo tardi- aggiunse finendo la sua spremuta e alzandomi per lasciarmi il posto.
-Ragazzi vado a salutare mamma ci vediamo da Kyle tra mezz’ora- e detto ciò salutò tutti e due sparendo fuori.
Mia sorella non mi rivolse parola andando a finire di sistemare le ultime cose quando suonò il telefono e rientrò poco dopo porgendomelo.
-è Louis- mi disse cercando di azzeccare il nome e io le strappai il telefono di in mano.
-guarda che non scappa mica- concluse lei con una smorfia sparendo.
-Scusa era mia sorella la rompiballe- disse alla voce del mio migliore amico dall’altra parte.
-Allora Harold come va la vita lì dalla nonna?- mi chiese e io iniziai a raccontargli di come stavo vivendo quella vacanza, dell’incontro con quell’angelo di Candice, e del campeggio dove sarei stato una settimana e così via.
Alle 8 meno un quarto mia sorella riapparve nella stanza con anche la mia borsa fatta che mi lanciò facendomi cadere dalla sedia.
-muoviti pelandrone, siamo in ritardo- mi disse prendendomi il telefono mentre stavo facendo una discussione sensata alla riaggancia te no te no te con Louis.
-Riaggancio io ciao Louis- concluse lei buttando giù e afferrando giacca e K-way prima di uscire.
Il campeggio aveva luogo nel mezzo di un bosco che era presente poco fuori città, lo raggiungemmo con il pulmino del padre di Kyle che insieme al padre di Tom ci avrebbero fatto da guide. Nello spiazzo era già tutto montato e in una tenda saremmo stati io e Kyle, mentre Michael e Tom avrebbero diviso l’altra, affianco alla mia si trovava la tenda di Stacey, Cassie e Jade, mentre Sophie la più calma del gruppo avrebbe diviso la sua con Candice.

Una sera eravamo tutti insieme davanti al falò, cantavamo le tipiche canzoni da campeggio, mangiavamo marshmallow e Haribo e poi fu il tempo di ritirarsi, era l’ultima sera domani saremmo tornati tutti a casa, non riuscivo a spiegarmi perché tutti stessero piangendo e abbracciando Stacey, cioè non si era fatta male, non le ero morto nessuno allora cosa diamine stava succedendo. Candice che era stata per tutto il tempo, dopo che le avevo assicurato di non essere pazzo, né sonnambulo e nemmeno di russare, seduta accanto a me giorno e notte e la cosa mi faceva sorridere spesso. Guardavo la scena impassibile, non capendo tutte quelle lacrime, poi Cassie si avvicinò a Candice e le intimò di seguirla.
-non credo proprio, voglio restare qui con Rryrry- le disse appoggiandosi a me
-senti alza il culo o te lo faccio alzare a calci- concluse con la sua finezza afferrandola per un braccio e trascinandola via, poi fece un cenno a Stacey che si avvicinò a me.
-Possiamo parlare?- mi chiese e io continuavo a guardarmi in giro cercando lo sguardo di Can.
-Si scusa un attimo- le dissi alzandomi e a quel punto lei scoppiò.
-Basta mi sono rotta, avevo da dirti una cosa importante e invece pace!- concluse alzandosi, e allontanandosi, abbassai lo sguardo e vidi tra le foglie il suo ciondolo del cavalluccio marino, glielo avevo regalato al suo sesto compleanno e solo adesso mi rendevo conto che lo portava sempre con sé.
Lo raccolsi e la seguii fino ad un tronco un po’ più appartato, se non la conoscessi bene avrei detto che stava piangendo, ma solo quando mi avvicinai mi resi conto che era proprio così.
-Stacey-
-Vai via, non te lo voglio più dire- mi rispose lei con tono arrabbiato, e la cosa mi schiaffeggiò alquanto, non era mai stata così arrabbiata con me, anzi non si era mai arrabbiata con me, forse allora era davvero qualcosa di importante.
Mi sedetti vicino a lei abbracciandola come facevo ogni volta che era giù sin da quando ci eravamo conosciuti quattro anni fa.
-Dai non fare la bambina- le dissi accarezzandole i capelli
-e tu non fare il babbuino deficiente- mi rispose dandomi un colpo al petto piuttosto forte.
-ok affare fatto- conclusi massaggiandomelo, e rimanendo in silenzio aspettando che continuasse
-ti sarei chiesto perché tutti mi salutavano piangendo vero?- mi chiese e quella domanda mi sorpresa sembrava leggermi nel pensiero.
-beh domani sera parto per Los Angeles, papà è stato trasferito là per lavoro, quindi volevo passare l’ultima settimana con tutti voi prima di andare via per sempre- mi disse stringendosi un pochino a me.
Non volevo crederci la mia migliore amica, quella bambina che era stata l’unico motivo per cui dopo il primo giorno mi tornava il sorriso in quella città mi stava abbandonando, volevo solo che fosse uno scherzo ma quando la sera seguente la sua casa portava la scritta ‘VENDESI’ e lei era seduta sul sedile posteriore della sua auto che si allontanava nella luce del tramonto che mi resi conto che da allora non l’avrei più vista ogni estate che sarebbe seguita.
Fu proprio quella sera però che il rapporto con mia sorella migliorò, su richiesta di Stacey per l’appunto con la quale stringemmo un patto io, lei e Cassie saremmo stati amici per sempre e poi prima di partire mi fece promettere di prendermi cura di mia sorella perché anche se sembrava forte non lo era veramente, e in cambio io le chiesi di prendersi cura di se stessa.


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