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Autore: literatureonhowtolose    04/12/2011    1 recensioni
{ Hoot - Roy/Mullet }
- Ma perché ti interessa tanto quel ragazzo? - mi chiese Beatrice, quella volta, quando cercai di portarti le vecchie scarpe da ginnastica più per riuscire finalmente a conoscerti che per altro.
- Non lo so, ok? Sembra che abbia bisogno di aiuto. - le risposi.
Non so niente di te, e allora perché ho rischiato così tanto? Cosa mi stai facendo, Mullet?
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Outlaw;

 

- Ma perché ti interessa tanto quel ragazzo? - mi chiese Beatrice, quella volta, quando cercai di portarti le vecchie scarpe da ginnastica più per riuscire finalmente a conoscerti che per altro.
- Non lo so, ok? Sembra che abbia bisogno di aiuto. - le dissi.
In realtà quella risposta era fin troppo semplice, fin troppo coincisa. La verità era che già la prima volta che ti avevo visto correre da sopra a quel pullman, il mio corpo era stato percorso da qualcosa di strano, come una piccola scarica elettrica. Da capo a piedi, da piedi a capo. Non mi era mai successo Mullet.
In ogni caso, Beatrice era riuscita ad aprirsi con me, con me che la conoscevo a malapena. Mi aveva raccontato di te, della vostra famiglia, del perché vivessi in quelle condizioni.
E poi è successo.
Sei stato morso da un cane, Beatrice si è rivolta a me, ho scoperto delle civette e ti abbiamo portato all’ospedale. Tu però sei subito scappato, cosa che fai abitualmente. Sei scappato da lì, sei scappato da tutti. Mi hanno scoperto. Ho dovuto spiegare ogni cosa ai miei. Dei gufi, di Mother Paula. L’unica cosa che non ho saputo spiegare sei tu. Non so niente di te, e allora perché ho rischiato così tanto? Cosa mi stai facendo, Mullet?
 
***
 
- Servizio in camera! Tieni. - dico lanciandoti il tuo pranzo.
- Ah, grazie! -
- Come va il braccio? - ti fisso il cerotto, così in contrasto con la tua pelle scura.
- Beh..la febbre è passata ma..ho dolori dappertutto. - dici tu, con una piccola smorfia di dolore sul volto - Hai discusso ieri sera? - aggiungi, stappando la bottiglia del succo.
- Niente di grave, ma ho dovuto raccontare a mio padre dei gufi e di Mother Paula. - ti spiego io, con le braccia conserte.
- Che cosa ha detto? -
- Ha detto che possono costruire dove vogliono, purché abbiano i documenti in regola. Noi non possiamo fare niente. - 
- Noi? -
- Sai cosa voglio dire. -
- Stai dicendo che è una causa persa, giusto? - mi chiedi quindi addentando una patatina. - Dai andiamo, devi cominciare a ragionare come un criminale! -
- Io non sono un criminale. - scuoto la testa piano.
- Sì che lo sei. - ti infili la maglietta. Potevi anche restare senza, per i miei gusti. - La scorsa notte all’ospedale, la tua è stata una mossa da vero criminale!
- Eri ferito.. - tento di dire, ma tu mi interrompi subito.
- Hai superato il limite perché eri preoccupato per me. - dici, guardandomi con quegli occhi in cui ogni volta mi perdo cercando disperatamente di non darlo a vedere. 
- Hey. - continui, dandomi una pacca sulla spalla - Vieni, ho una cosa importante da mostrarti.
Esci correndo dalla barca, dalla tua improvvisata abitazione, e io sono costretto a seguirti.
 
- Da quando ero bambino ho visto un sacco di cose scomparire. I pini, le mangrovie, i torrenti, le paludi..persino le spiagge! Hanno costruito degli Hotel giganteschi per turisti pieni di soldi. Un vero scempio. - mi spieghi mentre camminiamo verso quella cosa importante che hai detto di dovermi mostrare.
- Succede la stessa cosa dappertutto..- 
- Non ci sono le montagne nel posto da cui vieni? -
Penso al Montana. Al luogo nel quale, in tutti questi spostamenti stancanti e difficili, mi sono sentito più a casa. 
- Sì, per chilometri e chilometri. - rispondo alla fine.
- E’ di questo che avremmo bisogno qui. Il territorio è pianeggiante, non c’è niente che impedisca il passaggio dei bulldozer da una costa all’altra. -
Ci penso un attimo, considero bene le tue parole. Poi mi volto, ti do una pacca leggera e ti rispondo:
- Tranne te. -
Sorridi, ti fermi un secondo.
- Sì, tranne me. - dici.
 
Dopo avermi fatto vedere una minuscola barca e avermi detto di entrarci, sali anche tu, la stacchi dal molo e partiamo. Non sapevo sapessi guidarla, ma anche se sai farlo so per certo che non ne hai il permesso. Comunque, decido di non farti domande, con te non serve.
Facciamo un bel giro, mi mostri cose che mi fanno rimanere a bocca aperta, panorami che sono un vero piacere per gli occhi. Anche se, quando sei impegnato a guardare avanti per guidare, fisso te. I tuoi lineamenti delicati, la tua pelle color caffèlatte, nettamente in contrasto coi tuoi capelli biondissimi, i tuoi occhi chiari. La tua vista, malgrado tutta la magnificenza del paesaggio che mi circonda, mi è sicuramente più gradita.
- Fantastico, guarda! - esclami, facendomi sussultare e obbligandomi a distogliere lo sguardo da te. 
Ti osservo mentre prendi qualcosa dall’acqua, chiedendomi che diavolo stai facendo.
- Dai un’occhiata! - dici poi, mostrandomi la cosa che ora tieni in mano.
- Che cos’è? - ti chiedo osservandola.
- E’ una triglia! E’ per questo che mia sorella mi chiama dita da triglia, non tutti riescono a farlo! -
Detto ciò, rimetti delicatamente il minuscolo pesce dove lo avevi preso, salutandolo con un “Ciao piccolino, nuota veloce!”.
Sei adorabile, Mullet.
 
Arriviamo, dopo poco, in un punto dove il livello del mare è bassissimo. Dici che vuoi insegnarmi a usare la rete da pesca, così scendiamo.
Mi spieghi i vari passaggi, ma è arabo per me. Pensavo fosse facile e probabilmente lo è, sono io quello impedito.
Ridi.
- Devi metterlo tra i denti, mordilo! - mi dici indicando il bordo della rete.
Io faccio come da istruzioni, e poi mi fai segno di lanciarmi la rete alle spalle e tirarla con forza nell’acqua. Qualcosa del genere, insomma.
Lo faccio.
Appena qualche minuto e già la tiriamo fuori, piena di triglie. Sorridi, e io devo costringermi a guardare in basso, per evitare di sciogliermi. E’ così sbagliato che tu mi piaccia. Sei un ragazzo, come me. Eppure sei il primo, il primo in tutta la vita, per cui provo cose del genere.
- Bravo! - mi dici, prima di stringermi la mano.
Ma poi, quando sto per mollare la presa, tu mi attiri a te, abbracciandomi.
Perché lo fai? Inizio a tremare, il cuore mi batte forte. Vorrei scappare, perché so che stai sentendo tutto.
Stai sentendo il battito innaturale, stai sentendo il mio corpo che trema sotto il tuo abbraccio.
- Ti voglio bene Roy. - 
Quelle quattro parole mi agitano ancora di più. 
- Sei l’unico amico che ho, a parte Beatrice. Grazie. -
Ti stacchi piano, con una lentezza infinita, da me, e io rimango lì impalato a guardarti. E’ come se avessi perso l’uso della parola.
- E ora che hai? Sembri tu il pesce qua! - ridi, e mi schizzi con l’acqua.
Io mi risveglio da quello stato di trance, e sussurrando un flebile “Hey..” ti schizzo a mia volta. Da lì comincia una vera e propria battaglia.
Alla fine siamo entrambi bagnati fradici, stesi sulla sabbia, le piccole onde che ci cullano dolcemente. Il sole è ancora abbastanza alto, intorno a noi c’è solo la pace più assoluta. 
- Ti voglio bene anche io, Mullet. - dico, girandomi verso di te. Bagnato sei ancora più bello.
Fai uno dei tuoi splendidi sorrisi e ti avvicini a me.
Ti avvicini a me, pericolosamente. Riesco a sentire il tuo respiro, ma non riesco a pensare a niente se non ai tuoi bellissimi occhi. Mi sembrano ancora più vividi, ancora più sinceri, ora che li vedo da vicino.
Poi lo fai. Fai quello che sogno che tu faccia da quando ti ho visto la prima volta, fai quello che non ho mai avuto il coraggio di fare io.
Mi baci.
Il mio primo bacio. Le tue labbra sono morbide, un po’ salate, come il mare. Tutte le emozioni che posso provare mi si riversano dentro, insieme. E’ la confusione più totale, è la follia. E’ sbagliato. E’ così dannatamente sbagliato e..bello. Soprattutto bello.
Ma per quanto sia spettacolare, mi separo da te dopo pochissimi secondi.
- ..scusa, non..- cerchi di dirmi.
- Non è quello. Non è che io..insomma, non è che non voglio. E’ che non possiamo, capisci Mullet? Non è giusto, non dovremmo..è così difficile..-
Sto per mettermi a piangere, mi sento idiota. Mi sento un grande, emerito idiota. Non so neanche io cosa fare. E’ il panico.
- Dai, andiamo, devi cominciare a pensare come un criminale! - mi dici, come avevi fatto quando ti avevo portato il pranzo, poche ore prima.
- ..Io non sono un criminale. - ripeto anche io, per la seconda volta di oggi.
- Sì che lo sei. Sei mio complice, ora. Siamo due fuorilegge. - dici strofinando il tuo naso contro il mio, delicatamente, cosa che mi fa arrossire non poco. - Siamo due fuorilegge che non devono farsi arrestare. Ce la fai a mantenere un segreto, Roy? Se ce la fai tu, non ci saranno problemi per noi, perché io so di potercela fare. -
Mi stai chiedendo di stare insieme a te, vero? Cosa dovrei rispondere? Per l’amor del Cielo, Mullet, perché non puoi essere più chiaro? Perché devi sempre scappare? Ogni volta dobbiamo correrti dietro e cercare di capirti, hai idea di quanto sia difficile?
- ..Mi stai chiedendo di stare con te? Dillo chiaramente, per una volta. Fatti capire. - ti chiedo.
Mi baci ancora. Un bacio, se è possibile, più leggero del primo, appena un tocco, ma mi baci.
- Ti sto chiedendo di superare il limite ancora una volta, ma non per me. Insieme a me. Hai capito benissimo Roy, rispondi. -
Le tue trappole funzionano sempre. Hai ingannato quell’uomo, al cantiere, un miliardo di volte. 
Perché non dovrebbero funzionare con me, allora?
Boom, catturato. 
Ma non voglio darti la soddisfazione di risponderti a tono anche questa volta, non voglio dirti un “Sì, va bene”, voglio fare come fai tu. Voglio fartelo capire, non palesartelo.
Mi avvicino a te, ti ripasso i contorni delle labbra con le dita, e dopo ti bacio. Questa volta però, il nostro è un bacio vero. Non ho idea di come si faccia, ma ci provo.
Non sembra andare male, non lo so. E’ tutto così delicato, come se fossimo appesi a un filo, come se dovessimo fare piano per evitare che questo si spezzi e ci lasci cadere nel vuoto. Le nostre lingue si toccano, iniziano a rincorrersi, e io ti abbraccio, ti stringo a me. L’acqua ora quasi ci sommerge.
- Hai capito benissimo, Mullet. - Dico staccandomi da te, respirando un po’ a stento, tremando leggermente.
E tu sorridi, come al solito.
Ti alzi, mi tendi la mano e mi aiuti ad alzarmi a mia volta. Siamo estremamente bagnati, e l’aria inizia a essere piuttosto fresca. Rientriamo in Barca, e mentre azioni il motore io mi accoccolo a te, un po’ perché voglio scaldarmi e un po’ perché semplicemente mi va.
- Mullet..- ti chiamo, piano, una volta ripartiti.
- Sì? -
- Grazie a te. - sussurro, sorridendo.

Dopo questo ho capito, Mullet. Mi hai semplicemente fatto innamorare di te.

 
- End -
 

Piccolo angolino dell'autrice rompi palle(?).
Non so perché io mi ostini a scrivere su coppie che nessuno ha mai calcolato e che nessuno mai calcolerà. E' più forte di me.
Comunque, ci son pochissime persone, almeno in Italia, che hanno letto/visto questo libro/film e che ci hanno trovato questo pairing. Personalmente, io li amo. Credo siano uno dei miei OTP. Non so come facciano, alla fine è solo un libro, non ha neanche un sequel, niente. Eppure li trovo complementari e bellissimi, insieme.
Nel film, poi ;w; Logan è il mio attore preferito, è una sorta di musa, di punto di riferimento per me..e lui e Cody in quel film erano piccoli e dolcissimi ;w; ♥
 Quindi, niente, volevo solo ringraziare chiunque abbia letto anche se proabilmente non conosce il pairing, sì. Grazie da ora a chi (spero) leggerà e (spero) recensirà. 
Vi mollo un video, tanto per farvi capire: http://www.youtube.com/watch?v=_ngnpqYzDYM . Ecco, sono loro. 
Arrivederci popolo, alla prossima fanfic~ ♥
 
 
 
 
 
 
 
  
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