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Autore: saraviktoria    04/12/2011    2 recensioni
Volevo lei, Bella. Quella creatura fragile che aveva donato il suo cuore a mio fratello. Non avrei mai ammesso nemmeno questo
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Jasper Hale, Un po' tutti | Coppie: Bella/Jasper
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'I 7 vizi capitali'
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Sono riuscita a scrivere un altro capitolo!! *viva me!*

*batte le mani come una scema*

Tornando sulla terra, vorrei ringraziare Blak Moon per aver messo la prima shot di questa serie tra le seguite, Selene Kristal per la recensione e per aver messo la storia tra le preferite e Perry Potter per la recensione

Buona lettura

Baci,

SaraViktoria

 

IRA

 

 

Era lei. Era sempre lei. Sempre colpa sua.

"Edward, per favore!" esclamai, esasperato "ma guardati,guarda come ti stai riducendo!"

"Non posso permettermi di lasciarla di nuovo da sola" rispose lui, fissando gli occhi neri nei miei, altrettanto neri.

Ecco, lo sapevo. Era inevitabile. E quando non poteva vincere lealmente, iniziava a leggerti nel pensiero.

Sapevo che in quel momento stava analizzando uno a uno i miei pensieri. Lo percepivo dalle sue emozioni, dalla sua reazione nel vedere quante volte avevo pensato di uccidere la sua Bella, di berne il sangue, di farla mia.

Si arrabbiava, se i miei pensieri si erano lasciati trasportare troppo a lungo dall'odore umano. Se, perdonatemi, la mia natura mi aveva sopraffatto. Perché siamo vampiri, Santo Cielo, non posso certo impedire al mio corpo di rifiutare il sangue umano. Quel liquido caldo, buono, che disseta e raffredda quel ferro rovente che mi trovavo in gola.

Digrignava i denti, ogni volta che nei miei pensieri appariva la sua amata. Al ricordo di quando era con noi a Phoenix, di come dovevo calmarla. Di come ci ero riuscito, malgrado il richiamo del suo sangue fosse maggiore.

Stringeva i pugni, rivedendo, attraverso di me, le emozioni che sentivo quando lei era vicina a me. Paura, terrore, stupore. Ancora paura. Le facevo paura, inutile negarlo. Facevo paura a tutti gli esseri umani, ma lei … oh, la vedevo spesso. E a Edward questo suo terrore non piaceva.

Sgranava gli occhi, di fronte al ricordo, vivido, di qualche giorno prima, quando l'avevo consolata nei corridoi della scuola. Lui dov'era, quando Bella ne aveva bisogno?

Il tutto in una manciata di secondi

Ma c'era qualcosa che gli avevo nascosto. Un'abilità di cui nessuno conosceva l'esistenza e che avevo affinato nel corso degli anni: potevo nascondere i miei pensieri, potevo escluderli, in modo che non se ne accorgesse.

Fu quello che feci.

Ero invidioso di lui, di Bella. Non lo avrei mai ammesso.

Volevo lei, Bella. Quella creatura fragile che aveva donato il suo cuore a mio fratello. Non avrei mai ammesso nemmeno questo.

E ora mi stavo arrabbiando. Per come lui mi trattava, perché non mi considerava in grado di decidere.

Rosalie si mise in mezzo. Come al solito, era d'accordo con me.

"Jasper ha ragione, Edward. Hai bisogno di cacciare. Tutti ne abbiamo bisogno, vieni con noi. Solo una giornata" provò a convincerlo. Edward avrebbe finito per litigare anche con lei. Esme si sarebbe messa in mezzo, ci avrebbe separato, con la sua solita ramanzina. Era sempre colpa di Edward. Con tutti i vampiri che conoscevamo, doveva per forza innamorarsi di un'umana?

Mio fratello mi ringhiò contro e in un attimo assunsi la mia posizione preferita: quella di attacco.

"Basta " intervenne, placato, Carlisle. Facile, per lui.  Alice mi posò una mano sulla spalla

"Amore, vai a farti un giro"

E certo! Pensai, ancora più arrabbiato, correndo per la foresta, a distanza di sicurezza dai poteri di Edward. Certo, era sempre colpa mia, vero? Ero io quello senza autocontrollo, che faceva arrabbiare gli altri, quello che doveva allontanarsi per distruggere la casa. Come no!

A nessuno era mai passato per la mente che se Edward non si fosse innamorato di Bella, avremo litigato meno? No, certo che no. Ero io il pazzo, l'eterno neonato.

Come no.

Paura, terrore, stupore. Ancora paura. E io, cosa provavo per Bella?

Ira, in quel momento.

Ira per tutti i torti che dovevo subire, per colpa sua.

Ira, perché anche solo il fatto che Edward ci stesse insieme per me era un torto.

Era una faccenda personale, da quando mi ero accorto di desiderarla. Con tutto me stesso. Corpo, mentre, anima.

Ah, già. Io non avevo un'anima.

Un'altra delle tante cose che mi sarei impegnato di tenere nascosto a Edward. Avrebbe dato in escandescenze al solo sapere cosa mi passava per la testa, quando riuscivo a superare gli istinti omicidi, guardando la sua ragazza.

La sua ragazza. Carne fresca che si aggirava per casa nostra, che seguivo con gli occhi mentre camminava, impacciata, guardandosi intorno.

Carne fresca in cui avrei affondato i denti. Molto volentieri.

Labbra che avrei anche baciato, se non avessi rischiato di tornare a considerarla carne fresca.

Carne che avrei baciato, se non avessi rischiato di morderla se solo mi avvicinavo.

Non ne ero innamorato, la desideravo.

Per questo dovevo andare a caccia. Dovevamo andare a caccia. Perché riuscissi a togliermela dalla testa, perché tornassi a ragionare con cognizione di causa, una volta che le mie iridi fossero tornate dorate. Per starle lontano, perché Edward doveva starle lontano. Non potevo sopportare che lui le stesse vicino tutti i giorni, che passasse la notte a guardarla dormire.

Ira. Era un torto per me.

Ira. Non ce la facevo più, avrei finito col litigare con Edward.

Ira. Azz … se l'avesse anche solo sospettato, mi avrebbe fatto a pezzi.

E io, avevo paura di mio fratello? Un soldato poteva avere paura di un altro combattente?

   
 
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