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Autore: Orange Dream    04/12/2011    3 recensioni
Shikamaru passa in modo speciale il suo primo Natale senza il suo maestro. I suoi compagni gli hanno preparato una sorpresa, sarà in grado di affrontarla? La neve scende poche volte a Konoha... non sarà mai stata tanto calda per il giovane Nara.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Un Natale Improvvisato



La neve fioccava lenta e Konoha era immersa in una coltre immacolata. I bambini si riversavano nelle strade a giocare, tra grida di sorpresa e di gioia, mentre le mamme li rincorrevano con sciarpe e cappotti, spaventate dalla possibilità di un raffreddore.
 
Shikamaru stava tornando verso casa dopo essere stato con Choji a bersi una cioccolata calda in un chiosco montato per l'occasione: era la vigilia di Natale, con le mani sprofondate nelle tasche e una grosso giubbotto  il ragazzo si muoveva circospetto sul ghiaccio ch ecopriva la strada, cadere ora sarebbe stata una gran seccatura.
La neve gli scnedeva tutt'intorno, lenta, e  imperturbabile. Era il primo Natale da quando la guerra era finita, ed era bello vedere che nonostante tutto, nonostante le morti, i feriti, il Natale aveva mantenuto quell'aspetto di calda pace, dolce conforto nel gelo.
 Entrato in casa si tolse subito le scarpe totalmente bagnate, era molto che non nevicava così tanto nella loro paese, erano stati colti impreparati. Come del resto Shikamaru fu impreparato nel vedersi venire incontro sua madre minacciosa.
-Dove diamine sei stato?- chiese lei con le mani sui fianchi
-Al chiosco, con Choji.- rispose annoiato appendendo la giacca
-Non avevo detto di aver bisogno di una mano per mettere a posto la casa e prepare da mangiare per domani?
-Ma mamma... chi se ne importa dai, non invitiamo mai nessuno per Natale, il resto della nostra famiglia fa una festa così affollata e rumorosa io non ho mai...
Si interruppe accigliandosi. Natale lo aveva sempre passato con il suo team, Asuma compreso... si tolse la sensazione di tristezza di dosso, abituato a cambiare pensieri ormai quando gli veniva in mente il suo maestro. Sua madre notò lo sguardo pieno di ricordi e con voce più dolce continuò
-Bhè... visti gli avvenimenti di quest'anno direi che puoi scegliere tu come passare il Natale... ma a pranzo devi venire a casa con noi come sempre!- concluse con un sorriso di decisione sul volto.
Shikamaru alzò lo sguardo verso di lei – ci penserò.-
E detto questo si diresse con lentezza verso la sua camera, sprofondando finalmente nel letto caldo e morbido. Il freddo gli aveva reso le guance rosse e i piedi erano parecchio intorpiditi. Si sedette e prese a massaggiarseli.
-Mendokuse anche al freddo... non posso vivere in un posto dove la temperatura non cambia mai, magari caldo così dormo meglio, e...- interruppe con un'espressione sorpresa il proprio borbottio, riconoscendo ch effettivamente un posto così esisteva, ma a quanto pare le tempeste non erano di neve, ma erano persone. 
Adesso aveva solo voglia di starsene al caldo sotto le coperte... in fondo non era naturale in inverno starsene in pace a dormire? I ghiri lo facevano sempre, forse erano più furbi di quanto si pensasse.
 
Ma ecco che sorsero delle voci che lo chiamavano alla finestra. Sbuffando si alzò senza voglia, inciampando peraltro in un vecchio paio di pantaloni, finendo a terra sul pavimento freddo...
Si affacciò alla finestra volendo solo chiuderla e mandare via quei rompiscatole... ma poi vide che erano Ino e Choji, imbaccucatti come lo era lui prima: Choji sembrava grosso il doppio, aveva un enorme giacca imbottita, mentre Ino resisteva stoicamente al freddo indossando un cappotto lungo e molto elegante, ma di sicuro meno caldo.
-Shikamaru! Possiamo parlati un attimo???- chiese Ino sollevando un braccio per salutarlo.
Shikamaru si coprì gli occhi con una mano -Mendokuse...
 
 
-Siete sicuri? 
I ragazzi erano accoccolati davanti alla stufa a legna nel bel salotto in legno di casa Nara.
Ino e Choji si guardarono e poi volgendosi nuovamente verso Shikamaru annuirono sicuri.
-Sì, Shika, ormai ti conosciamo abbastanza bene- ridacchiò Ino – Immagino che non ti dispiaccia se non ti obblighiamo a passare oggi e domani con noi, no?-
-E poi ci vediamo al pranzo di Natale! Tua madre ci ha invitati per domani.-
-Grazie ragazzi, è il primo Natale che non passo con voi da un pezzo... avevo proprio voglia di fare qualcosa di diverso- rispose Shikamaru con un sorriso. Li accompagnò alla porta e li osservò allontanarsi da soli nella neve. Ormai era un mese che vedeva il loro progressivo avvicinamento... Ino era sempre più dolce e Choji più disponibile... vederli prendersi per mano lo fece sorridere ancora, specie quando Ino scivolò all'improvviso su una lastra di ghiaccio e Choji la prese al volo.
Era felice per loro: aveva sempre saputo che Choji guardava Ino con una luce speciale, ben oltre la semplice amicizia... e sapeva anche che l'amico non avrebbe mai avuto il coraggio di dichiarsi. Ino però l'aveva anticipato a quanto pareva, e Shikamaru era felice per la sua seccante amica, che per quanto rompiscatole le era affezionato.
Shikamaru socchiuse la porta, e Ino vedendo ciò si sporse all'orecchio del compagno
-Dici che se la prenderà?-
-Per cosa? Perchè non passiamo il Natale con lui o per la sorpresa?
-Per la sorpresa-
-No, scherzi Ino chan? Ha detto lui di voler fare un Natale diverso- ridacchiò l'Akimichi.
 
 
-Shikamaru, scendi.
-Che c'è mamma?- sbottò lui, era appena tornato su dopo aver accompagnato i suoi amici, che altro c'era?!?
-E' arrivata.-
-Chi?- chiese lui girando l'angolo e sbattendo faccia a faccia con Temari.
-Ma che bel benvenuto...- lo prese in giro lei riassestandosi la sciarpa.
-Ma... ma... ma che diavolo ci fai qui?- Chiese Shikamaru con gli occhi spalancati e la bocca mezza aperta. 
Yoshino si dileguò in fretta: la sua parte nel piano che le avevano chiesto Ino e Choji era finita.
-Come che diavolo ci faccio? Mi hai invitata tu!- sbottò lei con il sopracciglio inarcato tanto quello che bastava per sottolineare che se era uno scherzo non era divertente.
-Non è vero...- mormorò pianissimo Shikamaru.
-E questa?- chiese lei tirando fuori una lettera e mostrandogliela. -Mi è arrivata una settimana fa... Dice che il Kazekage e Kankuro sono invitati dall'Hokage per il pranzo di Natale, ma che io dovevo venire prima per questioni diplomatiche e che il clan Nara mi avrebbe ospitata... sono arrivata prima in questo paese freddissimo, uno sbalzo termico di 50 gradi e non ti ricordi nemmeno cosa mi hai scritto?-
Shikamaru si prese la testa tra le mani e non sapendo che fare per farla tacere cercò di assecondare tutto, non gli importava, bastava solo che non si arrabbiasse.
-Seguimi...-
La accompagnò nella stanza degli ospiti, dove lei posò una piccola valigia e il suo ventaglio.
Shikamaru la osservò ancora sbalordito da ciò che stava succedendo... Certo non avrebbe potuto dormire sapendo chi diamine c'era nella stanza affianco alla sua, era una cosa assurda, inimmaginabile che tra tutte le mendokuse di donne esistenti proprio lei doveva trovarsi lì in quel momento, tanto valeva non lasciarla là e comportarsi come un vero ospite della sua famiglia... anch eperchè se le dava l'impressione di non essere accolta dignitosamente avrebbe fatto il diavolo a quattro (uno per codino) e non aveva proprio voglia.
-Sei mai stata a pattinare?-
-Pattinare? Che vuol dire...?-
Shikamaru ridacciò. Cosa che non le piaque, si vedeva dal colorito rossastro che le si spargeva sulle guance, ma non riuscì a smettere, solo a fare un'espressione stupida cercando di non ridere di nuovo.
-Direi che non ci sono stata e nemmeno ci andrò a questo punto...- ringhiò lei
-No dai Temari, vieni, o vieni a pattinare o resti qui con mio padre che sa rompere quasi quanto me.
 
Il laghetto ghiacciato era deserto, tutti avevano preferito andare alla pista in centro al villaggio, montata per festeggiare l'occasionale nevicata.
-Qui potrai fare un po' di pratica... dunque, mettiti questi- disse Shikamaru porgendole i pattini noleggiati poco prima. Lui fece altrettanto appoggiandosi a un tronco. La neve gli rimaneva appiccicata alla coda di cavallo, ma non se ne curò. Era curioso di vedere la reazione di Temari nell' andare con i pattini sul ghiaccio.
Si avviò con tranquillità sulla superificie levigata, acquisendo velocità e facendo un intero giro prima di tornare davanti a Temari che lo guardava con un misto di divertimento e sospetto.
-Come fai ad essere sicuro che il ghiaccio non si rompe?-
-E' stato abbastanza freddo negli ultimi giorni, è di sicuro abbastanza ghiacciato. Vieni dai!-
Con passo traballante e incerto la ragazza posò un piede sul laghetto, sentendo che la lama d'acciaio scivolava subito in avanti, costringendola a mettere anche l'altro piede vicino all'altro.
-Io non dovrei essere con l'Hokag...eeeeeeeeeeeeeeee!- Domandò alzando proggressivamente la voce mentre scivolava in avanti senza accorgersene, spontaneamente cominciò a camminare circospetta, mentre Shikamaru le girava intorno pronto a sostenerla. - L'Hokage era impegnato oggi... non so cosa si intende con questioni diplomatiche, ma volevo vedere la tua faccia quando avresti provato questo!-
-Bastardo...- disse lei a denti stretti, i pugni irrigiditi nel cercare di restare in equilibrio. Shikamaru osservò i suoi occhi, capaci della stessa freddezza della neve, così in contrasto con i capelli di un caldo color sabbia. Allontanandosi Shikamaru notò che non se la cavava troppo male per essere la prima volta... ma lo aveva appena pensato quando Temari cercando di prendere velocità stava per cadere in avanti. Spontaneamente Shikamaru compose i sigilli e l'aiutò a ritrovare l'quilibrio controllandola con l'Ombra. Temari che intanto cercava di non mostrare paura o sorpresa nonostante tutto doveva ammettere che dentro di sè si stava divetendo... la neve era solo un'immagine descritta raramente nel suo villaggio.
Shikamaru però non lasciò andare la presa e cominciò a pattinare tranquillamente tirandosi dietro Temari.
-Cazzo fai !?! Lasciami andaaaa..re!- la velocità aumentava sempre più.
-Sì, e poi cadi...- sorrise lui voltandosi a guardarla
-No che non cado!-
-Ah... va bene- e lasciò la presa all'improvviso. Temari che aveva ormai uno slancio notevole assaporò la velocità e la facilità con cui il ghiaccio scivolava sotto di lei... prima di rendersi conto che non sapeva come girare o fermarsi. Non osava provare a saltare così come era totalmente instabile sul ghiaccio... finì dritta sulla neve fuori del laghetto, cadendo con una strana piroetta a pancia all'aria.
Shikamaru stavolta rise di gusto e le si avvicò per aiutarla ad alzarsi, ma Temari era furente di rabbia, la neve sembrava sciogliersi intorno a lei.
-Dai alzati mendokuse...- Disse Shikamaru con aria divertita tendendole la mano.
-mhh... ma abbassati tu, Crybaby rompipalle!- e lei lo tirò forte per la stessa mano che le era stata porsa, facendolo finire supino accanto a lei. Stavolta era il suo turno di ridere.
Shikamaru sorrise e sbuffò una sottile nuvoletta di condensa davanti a sè, ansimando per i movimenti compiuti fino ad allora. Anche Temari riprese fiato, e stava per alzarsi quando Shikamaru la fermò.
-Aspetta Temari, prova a fare così- e mosse su e giù le braccia e le gambe. La Sabaku gli rise dietro, ma vedendo che lui insisteva lo fece anche lei per accontentarlo.
Quando si alzarono le loro impronte ad angelo sulla neve risaltavano chiare e semplici. Temari rise, con uno sguardo befferdo che cercava di mascherare la meraviglia e si diresse, questa volta più sicura, di nuovo sul ghiaccio del laghetto attraversandolo veloce per rimettersi le scarpe al posto dei pattini, era divertente pattianre, ma non faceva per lei.
Shikamaru osserò ancora le orme nella neve, ricordandosi di Choji e Ino... un pensiero gli cominciò ad affiorare nella mente, e mentre riattraversava il laghetto pensieroso i suoi pensieri lo fecero giungere a una conclusione attendibile.
-Temari san ho capito perchè non...-
Il ghiaccio si ruppe con un suono secco e Shikamaru cadde in acqua prima di riafforare tremante. Doveva uscire subito perchè l'acqua ghiacciata lo avrebbe presto congelato, ma gli arti sembravano rifiutarsi di muoversi... con uno sforzo enorme si issò fuori da quel gelo così intenso da fargli giare la testa e Temari gli diede una mano a tornare a terra.
-Era abbastanza freddo da congelare bene eh? Intanto tu ti ammalerai di certo e se penso che anche io ho rischiato...guarda, se non ti picchio è solo perchè conciato così probabilmente soffrirai già abbastanza di tuo.-
-Grazie Mendokuse... etciù!-
 
Si trovarono nel salotto caldo di Shikamaru il prima possibile... Yoshino era scoppiata a ridere e a rimproverare Shikamaru appena lo aveva visto... causando un istantaneo senso di simpatia in Temari.
Il ragazzo si era cambiato e asciugato, ma ancora sembrava che tremasse, l'acqua era stata davvero freddissima.
Fissando il fuoco che ardeva con forza Temari si accorse che fuori ormai era buio da un pezzo, una cosa che la lasciava sempre sorpresa era il cambiare delle stagioni che influiva così tanto sulla vita nel villaggio. Accompagnò Shikamaru a letto sotto suggerimento di Yoshino, che le diede due tazze di calda cioccolata prima di auguarle la  buonanotte. Shikaku le sorrise dalla poltrona e Temari rimase colpita dalla profonda espressione di quell'uomo, possibile che davvero fosse il padre di quel CryBaby?
 
-Tieni, copriti con questo, CryBaby- gli diede un grosso piumone rosso, caldo e morbido. La stanza di shikamaru intanto era immersa in una luce soffusa, la neve ancora cadeva fuori dalla finestra. 
-Grazie...-
Temari lo guardò seria.
 
 L'ultima volta che si erano visti era stato appena finita la guerra, quando Naruto era stato portato in trionfo da tutti... in quel momento la felicità era enorme, sapere che finalmente era tutto finito... Shikamaru aveva abbracciato Temari, come lei aveva abbracciato lui, la prima persona che trovarono per condividere la loro esultanza... poi però si erano resi conto di ciò che stavano facendo e quando lei, l'orgogliosa sorella del Kazekage si stava per ritirare da quell'eccessiva dimostrazione di affetto... bhè Shikamaru l'aveva baciata.
E lei era rimasta così sconvolta, sorpresa, arrabbiata e... felice, da rimanere imbambolata completamente, mentre quel ragazzo la portava in giro per mano, senza che lei spiccasse parola. Era troppo confusa, cercava di mettere ordine la parte di lei che cercava di ribellarsi e quella che invece era contenta... e poi era stata presa da quelli del suo villaggio per festeggiare e non aveva più visto Shikamaru fino ad allora.
Si erano scritti, lei alla fine aveva dichiarato che era stato solo per la gioia, che non c'era altro... Shikamaru le era parso arrabbiato, ma non poteva esserne sicura attraverso delle lettere... non aveva però il coraggio di andarlo a trovare, perchè per una volta non aveva la minima idea di come lui avrebbe reagito. Vedere che finalmente la aveva invitata con quella lettera... l'aveva resa davvero felice, pensava che finalmente Shikamaru si era lasciato tutto alle spalle... o che non fosse arrabbiato con lei. Le avrebbe dato parecchio fastidio.
 
Shikamaru la stava fissando e quando Temari riemerse dai suoi pensieri se ne accorse con moto di stizza.
-Che hai?- lo aggredì
-Io? Tu piuttosto-
-Te l'ho chiesto prima io-
Shikamaru sbuffò e la prese per un braccio, tirandola a se.
-Sei dura come il freddo dell'inverno e poi ti scaldi come una fiamma... non so che fare con te Mendokuse!
-E che vorresti fare?- lo provocò lei fissandolo con i suoi occhi verdeacqua. Shikamaru rspose a quello sguardo carico di tensione con degli occhi altrettanto decisi, ma anche calmi, brillavano di attesa.
La baciò ancora, come mesi prima, ma questa volta Temari non si sottrasse a quel bacio, lo ricambiò con passione. E quel piumone era perfetto per due persone.
 
La mattina dopo Temari si svegliò spettinata e nuda, in una stanza che non ricordava, i vestiti gettati scomposti per terra... Con la mente annebbiata si guardò intorno scorgendo solo dei capelli neri che spuntavano sul cuscino... le venne in mente la forma di un ananas, ma vista la situazione era certa di non essersi fatta un'ananas, ma la persona che più ci assomigliava!
Indecisa tra l'urlare alzandosi indignata e il rimanere alla fine Temari si prese la testa tra le mani e si lasciò cadere indietro sul letto sbuffando. Non gliene fregava niente, sarebbe rimasta.
Una mano calda le cinse la vita, scivolando sulla sua pelle liscia.
-Buongiorno... ti svegli sempre così presto?-
-Presto?- chiese Temari guardando una sveglia sul comodino. - sono le 10, non mi sono mai alzata più tardi di così!-
-Devi imparare molto Temari...- ribattè Shikamaru con la voce soffocata dalle lenzuola
Temari punta sul vivo gli tolse le coperte e lo mordicchiò sull'orecchio esposto. -Io dico che sei tu quello che deve imparare qualcosa...-
Shikamaru si alzò inarcando un sopracciglio, un sorriso fin troppo alludente stampato in volto.
-Insegnami ora, no Mendokuse?

 
 La mattina passò veloce... e il pranzo di Natale si avvicinò sempre più, finchè Yoshino non bussò alla loro camera ordiando di muoversi. Shikamaru divenne rosso come un peperone e Temari rise davvero di cuore nel vederlo così imbarazzato dalla madre.
Fecero la doccia assieme per fare prima e furono pronti giusto cinque minuti prima che arrivassero Ino e Choji. Con loro c'era anche Kurenai con il bambino, il piccolo Notari.
Un pranzo fu ottimo ovviamente, riempì a sazietà gli stomaci di tutti, persino di Choji e d'orgoglio Yoshino. Passarono un pomeriggio intero assieme, giocando a Shoji e in giardino con la neve. Era sera ormai quando tutti dovevano andare via.
I due ragazzi camminava lentamente sulla neve scricchiolante, la luna riluceva tantissimo su di essa, sembrava di camminare sull'argento.
-Alla fine non sei andata dell'Hokage...-
-Tua madre ha detto che le era arrivato un messaggio per cui non serviva più-
-Si si... io credo di sapere invece l'origine di tutta questa farsa.-
Temari si voltò non capendo, una faccia perplessa.
-Cosa?-
-Sono stati Ino e Choji a mandarti quella lettera... volevano farmi una sorpresa e quella sorpresa eri tu.-
Temari aprì due, tre volte la bocca, poi girò sui tacchi e si allontanò veloce nel giardino buio, una lacrima sola, di rabbia e tristezza le rigava il volto rovente.
Non era stato Shikamaru a chiamarla.. non solo era pure stata usata come regalo! Il suo orgoglio non poteva accettarlo, non...La mano ferma di shikamaru le stringeva il braccio. Lei cercò di divincolarsi, ma lui la trattenne.
-Non ti lascerò andare via finchè non mi dirai cos'è che non va-
-Cos'è che non va?!? Te lo dico io brutto deficiente cos'è che non va, sono stata attirata qui con l'inganno, tu probabilmente te ne sei solo che approffitato ridendomi alle spalle per tutto questo tempo... se sono una così grande rottura basta, ne vado fiera, ma non chiamarmi mai più solo per prenderti gioco di me!-
-Prendermi gioco di te? Ma Temari non...- Lei diede un'altro strattone e questa volta Shikamaru la prese con più forza, costringedola a girarsi per toglierle quell'unica lacrima con un bacio. Le posò la fronte contro la sua.
-Mendokuse Temari, io non voglio perderti! forse per acluni sei solo una rompicoglioni colossale, ma per me no, tutto è relativo in questo mondo. Chiedi un po' alle oche e ai tacchini la loro opinione sul Natale, sarà di sicuro diversa da quella di Choji non trovi?- Disse lui cercando di farle sorgere un sorriso su quelle labbra rigide.
-Io ti amo, aggressiva e non Temari...mendokuse.-
Temari alzò lo sguardo con un' espressione indecifrabile sul volto, i loro sguardi si incontrarono, gli passò le dita sulla guancia... e gli diede uno scappellotto prima di baciarlo con dolcezza. 
-Resti da me fino a capodanno?
-Mhh... sì, ma dovrai farti perdonare
-Ecco lo sapevo...
Le loro voci si persero nel buio, tra le luci tenui delle stelle.
 
Non c'era bisogno di dire altro, le parole tra loro erano sempre scivolate nell'aria, con uno sguardo o un gesto. Un raro rapporto d'intesa e di sfida, che non smetterà mai di scaldare il cuore, come il giorno di Natale. 
  
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