-Mio re! L’abbiamo catturato!-
Zeman fissò il soldato nel profondo degli occhi,responsabile di aver interrotto il corso dei suoi regali pensieri.Senza distogliere lo sguardo dalla scimmia ricoperta da una sottile armatura argentea,si erse in tutta la sua imponente altezza:il sovrano,in confronto al resto della sua razza,era enorme,con i suoi tre metri di statura.
-Portatemelo.-
Il soldato si inchinò ossequiosamente e fece un cenno a un drappello di altre scimmie,ricoperte anch’esse da un’armatura scintillante.Dopo una manciata di secondi,una gabbia fece il suo ingresso nel salone,trascinata da quattro soldati scimmia:al suo interno era seduto,a gambe incrociate e con una tunica viola addosso,un vecchio dalla folta barba grigia,trasandata e incolta.
-Che chi l’ha catturato riceva cento caschi di banane e li divida con i suoi compagni- ordinò Zeman,con voce solenne.I primati nella stanza esplosero in grida e risa di giubilo,tornando nei ranghi immediatamente davanti al congedo del re.Si inchinarono più volte e abbandonarono la sala.
Il sovrano dedicò tutta la sua attenzione sul vecchio,che ora lo osservava con scherno.
-Come osi fissarmi negli occhi in quel modo? Vuoi forse sfidare la mia autorità?- ruggì Zeman,puntando verso di lui una lancia dalla curiosa fattura,la cui estremità era costituita da una mezzaluna dorata con al centro qualcosa di molto simile all’ago di una bussola.
-Quale autorità? Non ne vedo nessuno,degno.- sentenziò l’anziano,serafico.
Furente,Zeman borbottò due parole a voce troppo bassa perché il prigioniero potesse udirle:la porta della gabbia venne strappata dai suoi sostegni e gettata lontano,in un rumore d’inferno.
-Non mi interessa la tua insubordinazione,in questo momento- disse il re,scendendo gli scalini ricoperti dal telo rosso -ti punirò in un altro momento,per questo.Ciò che mi interessa da te è il tuo potere,che gelosamente custodisci da generazioni!-
Il vecchio rabbrividì,di fronte alle parole del re.Comprese perfettamente cosa egli volesse da lui,ed ebbe paura.
-Non capisco.-
-Stregone,non puoi ingannarmi! So della tua facoltà di manipolare l’eterno fiume del tempo,mi credi stupido forse?- ruggì il sovrano,afferrando per la gola l’anziano mago con la sua gigantesca mano e sollevandolo a un metro da terra.
Lo stregone tentò di divincolarsi,ma era tutto inutile:il Re delle Scimmie era troppo  forte.
Zeman cominciò a intonare un canto,fissando con i suoi penetranti occhi rossi quelli castani e antichi del vecchio.

-Spirito del Tempo,tu che dimori nell’anima di questo vecchio,
L’Oscurità è finalmente rinata! Nei miei occhi ti vedo riflesso,come la luce su uno specchio.
Ora ed adesso,donami la tua eterna essenza,
Così che le tue leggi non abbiamo per me più valenza.
Io te lo ordino,Zeman,delle scimmie il Re!
Forza,vieni a me!-
Le due figure,prima avvolte da una foschia azzurra,ora erano al centro di un vero e proprio vortice scintillante la cui luce faceva risplendere le pareti della sala di un’energia soprannaturale.Lo stregone,mentre sentiva la sua magia abbandonarlo,udì all’improvviso un lamento,tutt’intorno a lui:si voltò,e vide tutte le creature del Mondo degli Spiriti imprigionate nella pietra che componeva le mura del salone,imploranti di un aiuto che ora il vecchio non poteva dargli.
Dopodiché,sentì il suo corpo cambiare.
E divenne un bambino.
Un arco di luce esplose sopra le loro teste e Zeman sentì le sue orecchie fischiare,mentre l’aria ionizzata intorno a loro vorticava come in tempesta.Il bambino tra le sue mani scomparve,assorbito da quell’accecante energia,lasciando al suo posto nient’altro che una tunica troppo grande per l’infante.
Il sovrano tornò a sedersi sul trono,ancora scosso per l’improvvisa manifestazione a cui era stato presente.
-Ora che posseggo il potere del Tempo,non mi resta che dare inizio alla trasformazione di questo mondo,così che la Predestinata cada nella mia trappola.Dopodiché,starà a Devak cavarsela da solo.-