Titolo: Non era gloria.
Genere: Storico, angst, introspettivo
Avvertimenti: Flash fic (373 parole)
Rating: Giallo
Fandom/personaggi: Axis Powers Hetalia/ Arthur Kirkland - Antonio Fernandez Carriedo
Note d'autore: Un giorno scriverò di una coppia banale. Ma anche no. Loro due insieme trovano il loro giusto perché, a mio avviso.
Buona lettura.~



Non era gloria.


E' un urlo di rabbia che gli esce dal profondo del cuore martoriato, sputato via dalle sue viscere che oltraggiate si ribellano. Un urlo disumano che si descrive con il sangue.
Arthur lo blocca con violenza a terra, inchiodandolo nella polvere con il suo stesso corpo.

Quando era successo? Quando l'aveva perso di vista per permettergli di diventare quello che era ora? Dove aveva sbagliato?

Con il cuore che gli va a mille -ma fin dove arriva il limite umano?- Arthur respira sul viso di Antonio che con una calma che non gli appartiene lo lascia fare, lo sguardo assente.

Che porta gli aveva permesso di aprire e chiudersi poi alle spalle? Dove aveva abbandonato lo spirito contro cui combatteva e che lui stesso aveva torturato secoli addietro? Chi era quel vigliacco che gli faceva fronte?

Gli da un pugno sul viso, proprio lì, a spaccargli il labbro - oh sì, le stesse labbra che una volta aveva morso e violato per prendersi gioco di lui, per sottometterlo, per umiliarlo, per sentirlo suo -, gliene da un altro. Gliene darebbe fino alla morte se potesse, fino a quando non sentirebbe il cranio spagnolo frantumarsi sotto i suoi colpi e le sue cervella insudiciargli il viso e le mani.
Lo vuole distruggere, distruggere lui prima che si distrugga da solo.

Antonio. Fottuto spagnolo dei suoi stivali. Quando era diventato il verme che inerte lo scrutava? Dov'era quel sangue caldo che aveva leccato sul suo fianco dalla ferita ancora aperta? Dov'era quel corpo accogliente in cui lui era entrato senza neanche aspettare che gli fosse accordato un permesso, quella carne bollente che lui aveva invaso e riempito con il suo seme. Possibile che l'avesse infine avvelenato?

- Antonio. - Lo chiama, è un tono supplichevole, un tono che non avrebbe mai usato a quell'epoca. Era cambiato anche lui, era un dato di fatto. - Antonio. - Lo chiama ancora, perché vuole scuoterlo nell'animo, ha già provato a scuotere il corpo ma quello non gli risponde. - Antonio. - Lo vuole ribelle, lo vuole indomabile, lo vuole vivo. - Antonio. -

Ma siamo all'alba dell'anno 1946 e, sebbene i demoni Nazismo e Fascismo sembrino essere stati sconfitti, per la Spagna, non c'è speranza di salvezza.