Un
attimo d’amore
Sole voleva credere nelle fiabe, nelle Principesse
e nei Principi, ma soprattutto voleva credere nel lieto fine.
Voleva anche per lei il “..e vissero felici e
contenti”.
Purtroppo, guardando verso il bancone del bar, prese atto che per lei il lieto fine era ancora lontano.
Sbuffò davanti alla sua tazza di cioccolato calda e si sistemò meglio sulla
sedia cercando di alleviare il piccolo fastidio che iniziava a sentire al
sedere. Era seduta al tavolo più vicino al bancone e con gli occhi continuava a
mangiarsi Mattia, il barista carino ma non troppo figo.
Le piaceva Mattia, era simpatico, divertente e carino. Peccato che faceva il cascamorto con tutte le clienti. Era il classico
ragazzo simpaticone che appena ti portava a letto ti
riaccompagnava a casa e ti salutava. Per sempre.
Sole sapeva che lui non era il ragazzo adatto a
lei, se lo stava ripetendo da venti minuti, ma non riusciva a non sperare in
cuor suo che lui la notasse. Guardami.
Voleva essere notata da lui, voleva uscirci insieme, magari a vedere un film o
a cena, e voleva che si innamorasse di lei. Guardami. Voleva dimostrare a se stessa
di poter andare avanti dopo Lorenzo. Però aveva appena
finito di incollare i pezzi del suo cuore ridotto a brandelli da una telefonata
e non se la sentiva di rimetterlo in gioco così presto. Forse una storia di una
notte potrebbe bastarmi questa volta, pensò Sole guardando Mattia sorridere a
una stangona bionda dal seno rifatto. Guarda
me.
Quando lui si volse verso la sua direzione Sole trattenne il fiato. Gli occhi sorridenti di Mattia
erano dei normalissimi occhi marroni, ma la
immobilizzarono sul posto. Non era bello, ma sicuramente era un ragazzo
affascinante. Quando distolse lo sguardo da lei, Sole poté tornare a respirare
e decise che era meglio uscire da lì prima di fare tardi al lavoro.
Una volta seduta in macchina e allacciata la
cintura di sicurezza si diede dell’idiota da sola. Lei
non era tipo da una notte e sicuramente si sarebbe fatta male, inoltre lui la
considerava solo una cliente. Una delle tante.
Perché era così masochista da desiderare un uomo che l’avrebbe fatta
soffrire? Soffriva ancora a causa del suo ex ragazzo, non aveva bisogno di
altri dolori. Doveva concentrarsi sul lavoro e sulla sua futura casa. Era ora
che se ne andasse ad abitare per conto suo, non ne poteva più della petulanza
di sua madre.
Mattia guardò l’orologio e credette
di sentirsi male quando vide che erano solo le otto del mattino. Non ne poteva
più di preparare caffè e cappuccini anche perché aveva il polso che gli faceva
male. La prossima volta che avrebbe scatenato una rissa con qualcuno si sarebbe
assicurato di scatenarla quando avrebbe avuto il
giorno di riposo.
Inoltre a causa del dolore al polso non era neanche
in vena di battute e sorrisi, ma doveva sforzarsi altrimenti i clienti
avrebbero chiesto cosa c’ era che non andava e bla bla bla.
Sarebbe stato solo peggio.
-Una caffè
macchiato e uno ristretto- gli chiese Shanna, una
donna più alta di lui di una spanna e con un seno a dir poco abbondante.
-Arrivano subito dolcezza- le disse regalandole uno
dei suoi sorrisi mozzafiato.
Sapeva di piacere alle donne e non si risparmiava
di certo se questo poteva aiutarlo in qualche modo. In quel momento distolse lo
sguardo dalla bellezza bionda e vide la ragazza che prima gli aveva chiesto una
tazza di cioccolata calda ricoperta di panna e fragole seduta
sognante sul tavolo lì vicino. Chissà a cosa pensa, si chiese tornando
al lavoro.
Non la vedeva spesso al bar, ma aveva capito che
sarebbe diventata una cliente fissa. Non sapeva con esattezza come faceva a saperlo, ma oramai riusciva a riconoscere i clienti
occasionali da quelli che sarebbero diventati fissi.