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Autore: LaU_U    05/12/2011    1 recensioni
Medioevo. In Terra Santa Re Riccardo sta combattendo una Crociata, a Nottingham i piani dello sceriffo vengono quotidianamente mandati all'aria da Robin Hood e i suoi allegri compari. Nel frattempo nella cittadina di Roxburgh, un giovane (futuro fuorilegge) inizia a sentire il bisogno di allontanarsi dalle ingiustizie perpetrate dal signore del suo villaggio. Un incontro insolito gli cambierà la vita.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL RAGAZZO

 
Gli mancava il respiro.
All'inizio tutti avevano tentato di fare resistenza, si erano agitati, avevano spinto, urlato, graffiato, morso. Ma quando si erano resi conto che era tutto inutile, uno alla volta avevano smesso di ribellasi e, spenti i loro bollori, si erano trasformati in esseri immobili, silenziosi, apatici. Quelli al centro del gruppo riuscivano a malapena a trovare l'aria per sopravvivere, gli altri all'esterno avevano la pelle cosparsa di lividi per essere costretti a star premuti contro le sbarre di metallo.
Non tutti sarebbero sopravvissuti al viaggio, ma questo non importava a chi li stava trasportando nel buio del suo carro. Dove stessero andando nessuno lo sapeva, ma comunque le speranze dei primi giorni si erano tramutate nella piatta consapevolezza di un finale nefasto. Erano nulla più che un mucchio di pelli.

Percepì l'arresto del carro e delle voci intorno ad esso. Poi fu la luce. La porta venne aperta e i suoi occhi furono abbagliati tanto da fargli male. La reazione dei compagni rimase comunque minima. Poco importava poiché niente avrebbe ormai cambiato le cose.
Il vociare della gente nelle vicinanze venne d'un tratto eclissato da un unico grido, rabbioso e disperato, che lo fece sobbalzare. Qualcun'altro rispose a quell'urlo, ma non fu abbastanza per fermare il primo e ci volle del tempo perché la voce rinunciasse alle sue lamentele. Dalla porta aperta riuscì a scorgere colui a cui la voce apparteneva. Se ne stava andando, nervoso e abbattuto, con lo sguardo rivolto al terreno e gli occhi lucidi.
Quella fu la prima volta che vide il ragazzo.

La seconda fu poche ore dopo.
La gabbia era stata portata all'interno di un palazzo dalle spesse mura di pietra grigia e fu lasciata in una stanza in penombra con una piccola finestrella in alto e moltissimi oggetti accatastati dappertutto. Dalla camera accanto ad un tratto iniziarono a sentirsi dei lamenti, alternati da schiocchi veloci e violenti. Stavano punendo qualcuno, ne era certo.

Rimasero là dentro in silenzio a lungo finché la porta si riaprì e un ragazzetto spuntò sulla soglia. Rivolse un sorrisino in direzione della gabbia, poi riprese le sue mansioni. Riuscì a vederlo mentre si guardava intorno alla ricerca di qualcosa e poi si dirigeva deciso verso uno strano oggetto appeso alla parete. Era troppo in alto per un bambino come lui e dovette arrampicarsi sopra il tavolo per raggiungerlo. Il ragazzino gli apparve così goffo in quel movimento.
Il rumore dei lamenti da dietro la parete cessarono, sostituiti da un gridolino pronunciato dal bambino. Dopo aver afferrato l'oggetto, poggiò male i piedi scendendo dal tavolo e per non cadere si aggrappò alla gabbia, posata sopra di esso. La trascinò con sé sul pavimento.

La botta fu enorme e tutti i corpi dei prigionieri finirono l'uno sopra l'altro, in maniera confusa.
Riuscì a raddrizzasi e la vide: la gabbia si era aperta. Fu l'istinto a prevalere e dopo aver preso un grosso respiro si fece largo fra i compagni, scavalcandoli, fino a saltar fuori dalle sbarre. Altri fecero come lui e in un istante la stanza fu piena di scoiattoli che correvano ovunque.
Il ragazzetto cominciò ad agitarsi e a tendere le mani dappertutto per tentare di sistemare il guaio che aveva combinato.
Vide gli occhi del bambino puntare verso la porta e non si diede neanche un istante di tempo per riflettere. Corse in quella direzione.

Fuori stava passando una persona. Lo sguardo mesto, stringeva i pungi. In lui lo scoiattolo riconobbe il ragazzo che aveva urlato nel cortile. L'istinto gli impose di nascondersi, ma non c'erano spazi adatti a farlo nelle vicinanze, se non un piccolo borsello. Raccogliendo tutte le forze che gli erano rimaste dopo tutti quei giorni di inattività, il roditore seguì il passo del giovane e si arrampicò fino alla borsa, infilandosi al suo interno.
Scrutando da uno spiraglio vide il bambino guardare fuori alla sua ricerca e subito dopo richiudere la porta dietro di sé per bloccare ogni altra fuga.

Col cuore che gli esplodeva nel petto l'animaletto si accoccolò nella saccoccia e, dopo qualche minuto, si addormentò.




 

*****

Ciao a tutti i lettori di storie originali!
Per coloro che sono arrivati fin qua: spero vi sia piaciuto questo primo capitolo. Magari posso dare qualche spiegazione: cos'è questa soria e da dove nasce?
Come ben saprà chi gioca ai gdr (ma anche chi scrive), è molto facile affezionarsi ai propri personaggi. Si inizia a controllare le loro vite e poi, col passare del tempo, ci si rende conto che sono forse loro a controllare noi.
Questa storia è nata (un anno e mezzo fa) dalla voglia di caratterizzare meglio il mio Jamie, di approfondire la sua vita, le sue motivazioni, le sue origini. Jamie nasce come OC per un gdr sulla serie BBC Robin Hood. Un giocatore di quel gdr può trovare qui alcuni riferimenti alle manie del mio pg, alcune caratteristiche uscite dalle ruolate, mentre per un lettore che non conosce Jamie e Gang (perché in fondo si parla di una coppia, più che di un ragazzo), questo si perderà.
La speranza è che la storia sia comunque fruibile e gradita!
Grazie a lettori e commentatori!
Se volete sapere qualcosa di più sul ragazzo e il suo scoiattolo... al prossimo capitolo!

   
 
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