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Autore: amaryllis_G    05/12/2011    0 recensioni
Molti pensano che non siamo soli nel nostro universo. Altri invece pensano che non ci sia un solo universo. Derek, un ragazzo di sedici anni, si troverà a cavallo fra due dimensioni, abbandonando la propria vita normale per ricominciare in un mondo diverso, dove l'acqua non obbedisce alla gravità, dove meduse grosse come orsi vanno a caccia di carne umana e dove baccanti in preda all'euforia si comportano come lupe affamate...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III

L'inizio comincia dalla fine

 

Il risveglio fu molto piacevole. Il cielo presentava nuvole grigiastre che presagivano pioggia, eppure l'aria era fresca e piacevole. Il mondo al di fuori del castello era accarezzato dalla brezza. Derek non era mai stato meglio. La schiena presentava ancora le cicatrici della morsa della medusa, ma non facevano più male, anzi, sentiva i muscoli della schiena muoversi con scioltezza, segno che l'unguento doveva avere fatto effetto. Tutto grazie a Felix. Aveva avuto molta paura la prima volta che l'aveva conosciuto, ma in poche ore la paura era diventata fiducia, che poteva cementare una forte amicizia. Derek si alzò, stavolta aveva più di una T-Shirt da indossare. Sorrise e prese la prima che gli capitò sotto gli occhi. Senza aver indossato le scarpe scese la scala a chiocciola alla fine del corridoio che portava alla sua camera, entrando nell'ampia cucina, dove Felix sorseggiava da una tazza. Aveva già mangiato lì, le pentole e gli ingredienti avevano l'abitudine di cucinare autonomamente, impedendo al cibo di bruciare o rovinarsi durante la preparazione. Un bicchiere di quella che Felix chiamava Decadence era stata un'ottima colazione il giorno precedente. Un'intera bottiglia si trovava sulla mensola. Il liquido era verde mela e aveva un sapore incredibile: corroborante, dolce e aspro al tempo stesso, “così piacevole che non sarebbe un problema morire dopo averne bevuto un sorso”: così recitava l'etichetta. Era l'ingrediente chiamato Decadenza a dare quel sapore alla bevanda, oltre che a caratterizzarne il nome.

-Vacci piano, ha il potenziale di un alcolico del vostro mondo, sebbene non distrugga i tuoi organi interni. Sarebbe meglio uno di quei biscotti.- osservò Felix.

-Alcolico? Intendi che è realmente alcolico o solo che è corroborante quanto un alcolico?- Felix indicava un vassoio di biscotti ricoperti da una granella color cremisi che aveva definito “cremicrosa” il giorno prima. Derek, tuttavia, saziato dalla bevanda, li aveva ignorati, cosa che non avrebbe fatto quella mattina, vista la fame che lo aveva svegliato. Afferrò un biscotto e si sedette.

-Entrambi in un certo senso. La decadenza in dosi eccessive provoca euforia, calo dell'equilibrio e delle facoltà intellettive e motorie, angoscia, depressione e desiderio di morte in successione. Per questo si chiama “Decadence”: se ne assumi troppa anche tu “decadrai”- disse Felix con un sorriso.

-Mi prendi in giro? Stai ridendo...- rispose prima di addentare il biscotto. Era simile ad una meringa, solo che era scarlatta e aveva un sapore dolcissimo e speziato: le erbe diverse risultavano in un sapore che rasentava il piccante, assolutamente privo di definizioni.

-Il fatto che io rida non significa che io stia mentendo. Nel vostro mondo chi sorride è sempre bugiardo?- chiese con interesse, senza smettere di sorridere, mentre i vispi occhi castani squadravano il ragazzo, e le dita affusolate portavano un biscotto alla bocca.

-No, ma quando si parla di qualcosa di serio, ridere indica che c'è qualcosa di cui non ci si deve preoccupare, e la morte mi sembra degna di serietà. Perché continui a ridere?-

-Perché la bevanda ti sta facendo diventare verde. Le tue orecchie sono già verde mela. Primo e insignificante effetto collaterale temporaneo...-

-C'è qualcosa di POSITIVO in questa bevanda!?!- ribatté Derek, osservando le sue orecchie riflesse nel vetro della cucina.

-Si. Il sapore- disse Felix, pizzicando l'orecchio di Derek.

-Ah!!!!- effettivamente il colore era scomparso grazie al pizzicotto, nonostante fosse stato piuttosto doloroso.

-Muoviti! Vieni o no?- chiese Felix dal corridoio.

-Aspetta! Non voglio perdermi di nuovo!!- rispose. Infilò in bocca la meringa e corse lungo il corridoio, indossando le scarpe durante il tragitto.

 

 

Felix l'aveva accompagnato in una zona dove non era mai stato prima. Ormai aveva cominciato a capire il castello gotico e i suoi passaggi, sebbene non fosse più entrato nell'Aquarius Medusae.

Questa zona era quella che Felix chiamava Manalito, in quanto era la sua “sorgente di Mana personale”. Sembrava di trovarsi in uno scavo speleologico, sebbene non vi fosse presenza umana o animale. La grotta calcarea era nera e di ossidiana, come Derek aveva intuito dopo aver fatto scorrere il palmo della propria mano sul muro liscio. La luce proveniva da alcuni solchi nel muro, che brillavano di una luce propria. Più tardi, Felix precisò che era il Mana contenuto nella roccia e nell'acqua della grotta a brillare attraverso quelle bizzarre incisioni, simili a rune. La grotta cominciava a diventare più stretta man mano che Derek la percorreva, riallargandosi una volta arrivati alla fine del tunnel. Il Manalito era costituito da massi di ossidiana sovrapposti, fino a formare una sorta di torre, che terminava con una fonte di luce che, anche questa volta, si rivelò essere Mana allo stato puro, aggregatosi fino a formare un piccolo sole. Lo spiazzo era marmoreo, con strane venature nerastre, simili all'ossidiana, ma diverse per consistenza e per sensibilità al tatto. L'acqua scorreva tra le fessure d'incastro tra una lastra e l'altra, rendendo l'aria umida e più fredda, mentre l'acqua gocciolava con precisione, formando pozze sul terreno. In questa zona, i solchi prendevano la forma di vere e proprie frasi

-Che lingua è?- chiese Derek affascinato.

-Latino. È la lingua della magia. Ogni formula rituale o magica è puramente in latino, se non lo conosci dovrai impararlo. Le rune recitano un avvertimento. Significa: “Il mana avverte gli stolti: non concedo la conoscenza se non dimostrate una mente aperta e un cuore puro”. Speriamo che tu sia all'altezza. Togliti scarpe e calze.-

-Perché?

-Nel Manalito dovrai entrare a piedi nudi, in segno di umiltà, rispetto e dignitoso timore verso il Mana in forma Àperion, ovvero l'entità che contiene il mana di ogni elemento, unificandolo sotto un unica categoria. È il Mana ancestrale. Ricordi cosa ti ho spiegato?-

-Si. Il mana sceglie tre eletti, uno per la natura, uno per l'acqua e uno per il fuoco. Essi formano la Triade Regia. Sono affiancati da quattro maghi addestrati nell'uso del Mana in altre forme, che formano il Quartetto Cavaliere. La Triade e il Quartetto formano l'Ordine, che controllava il Mana prima del conflitto che ha portato alla sua scissione...-

-Esatto. Prima di questa scissione, il mana veniva usato per più elementi, ma era un'entità dalla mentalità integra, nota come Àperion. Se venisse corrotta, quest'entità imploderebbe, portando nell'oblio ogni cosa. Il rituale viene ancora eseguito rispettando la formula dell'Àperion, nonostante la scissione. Molte sette credono che attraverso rituali oscuri si possa riunire il Mana in forma Àperion, utilizzandolo per portare il mondo nel caos.-

Mentre scendeva all'interno dello spiazzo, Derek si accorse che questo diveniva più profondo. Lo spiazzo scendeva verso il basso come una voragine, trasformandosi in una sorta di gigantesco bacino marmoreo. Derek posò il piede sul marmo freddo, al centro del bacino rituale. Agitò le dita dei piedi, in attesa dell'inizio del rituale. Improvvisamente si accorse che il centro del bacino si stava riempiendo d'acqua, che lo immerse fino alle caviglie. Osservò il bacino, in cerca della fonte, giungendo alla conclusione che quell'acqua non aveva una sorgente, ma sgorgava direttamente dal suolo.

-Non ti muovere. Non importa se provi dolore o meno, il mana comincerà a scorrere dentro di te attraverso l'acqua, che sarà il tuo elemento. Non sollevare la pianta del piede dal suolo, rischi di interrompere il contatto. Aspetta che io sia pronto.-

Felix si era bendato gli occhi con una lunga fascia cobalto, mentre anche lui, a piedi nudi, il torso coperto da un mantello scuro ricoperto di formule luminose e un bizzarro bastone decorato in mano, si avvicinava al margine del bacino.

-Cominciamo- disse. Dopo queste parole, un masso di ossidiana ostruì l'uscita, chiudendoli nel bacino rituale.

Derek percepiva una singolare tensione nell'aria. Era come se il Manalito percepisse la sua presenza, manifestandosi attraverso un suono profondo, simile alla percussione di un tamburo.

Felix dispose la punta del piede sinistro sulla linea intorno allo spiazzo, alzando il bastone sopra la testa.

-Chiudi gli occhi e abbandonati ai sensi: percepirai tutto quello che ti serve-

Derek abbassò le palpebre, e sentì la tensione premergli contro, mentre il suono continuava ad attraversare la grotta.

Felix cominciò a percorrere il cerchio sulle punte dei piedi, come in preda ad una strana danza. Il bastone ruotava sopra la sua testa mentre il suo corpo oscillava ritmicamente, come un pendolo: il bastone colpiva periodicamente le pareti, creando un suono profondo, simile ad un ritmo tribale, mentre nel momento in cui percuoteva l'ossidiana si creava una nuova runa, dalla quale usciva un soffio di vento che investiva Derek. La danza andava avanti a lungo: Felix si muoveva come in preda ad un sogno dove il sonnambulismo prendeva il sopravvento. Durante la percussione successiva, il vento causato dal bastone portò via la benda di Felix, mostrando le iridi azzurre che fissavano il vuoto. Anche Derek aprì gli occhi, osservando quello sguardo. Rifletté un attimo su come agire visto che Felix non era più cosciente ma poi tornò alla sua posizione, attendendo la fine del rituale. Era convinto che il ragazzo sapesse cosa fare, e quindi si calmò e chiuse nuovamente gli occhi.

Intrappolato in una trance ipnotica, Felix continuava a percuotere il bastone sulla roccia nuda, come per risvegliarla dal torpore, mormorando formule incomprensibili, mentre un vento sempre più forte investiva Derek che aspettava paziente nel bacino, ormai traboccante d'acqua limpida, che riluceva di bagliori luminosi.

Felix sembrava in qualche caso perdere l'equilibrio, mentre si sbilanciava durante la danza per poi tornare in piedi, mormorando più forte: ben presto la formula, recitata sempre più rumorosamente e in maniera scandita ed energica, diventò un canto vero e proprio, intriso di magie arcane e segreti che non dovevano essere rivelati.

Oramai il suono cominciava ad indebolirsi, e sia la percussione delle mura che la voce di Felix diminuirono di volume, il rituale stava per giungere alla fine.

Felix smise di danzare davanti a Derek, davanti l'uscita dalla grotta. Con il bastone toccò l'acqua, rilasciando il mana, che creava giochi di luce ed increspature., simile ad un liquido argenteo.

-Mana stultos monet: intellegentiam non concedo nisi non exhibete ingenii sollertia et puro pectore-.

La frase riecheggiò nella grotta, mentre l'acqua del bacino scompariva, asciugando lo spiazzo marmoreo. Le iridi di Felix ritornarono normali, mentre mormorava un'altra formula. Quando terminò la formula, un masso si spostò, rivelando l'uscita.

-Abbiamo concluso il rituale- affermò Felix con un sorriso luminoso -ora il Mana ti concederà il suo potere. Da ora inizia il tuo addestramento. Ovviamente, non c'è pratica senza teoria, e cominceremo da quella. Vieni con me.- disse, inoltrandosi nel varco tra le rocce.

 

 

Derek si era rimesso le scarpe e aveva seguito Felix. Erano arrivati in una enorme sala, la “camera di addestramento”. La stanza era di marmo e a pianta rotonda. La luce filtrava dalla finestra, che occupava metà della stanza circolare, mostrando un cielo limpido e senza nuvole.

-L'intera stanza- cominciò Felix -è a prova di distruzione. Qui possiamo dare sfogo al nostro potere senza rischiare di distruggere niente al di fuori di questa camera-

-Ok, ho capito.-

-Allora possiamo cominciare. Come ti senti?-

Derek rimase sorpreso dalla domanda.

-B-bene, come dovrei sentirmi?-

-Beh, la prima volta che il Mana entra nel corpo di una persona, il suo stato d'animo acquisisce una nuova sfumatura, è una crescita anche psicologica, come vedi. Non è facile descrivere questa emozione, ma farò ugualmente un tentativo. La prima volta mi sono sentito consapevole, diciamo- disse, abbandonandosi ai ricordi. -era come se tutto avesse avuto una risposta, ero in pace con me stesso, convinto delle mie azioni. Non riusciresti ad ottenere una sensazione del genere con tutta la medicina yoga del tuo mondo, credimi.-

-Se devo essere sincero, mi sento piuttosto sicuro di me. È come se adesso sentissi di poter affermare le mie opinioni, non so, è difficile precisare il concetto...-

-No, credimi, è più importante capirlo che descriverlo. Adesso...-

Prese un bacile, lo riempì d'acqua e lo posò su di un tavolino di vetro. Poi lo spinse verso Derek.

-Ora, concentrati bene. Chiudi gli occhi. Pensa intensamente alla sensazione che il Mana ti ha trasmesso. Non è una qualunque sensazione, bensì è una chiave per accedere al tuo potere. Attraverso quell'emozione puoi fare appello al tuo potere. Hai fissato bene quella sensazione nella tua mente?-

-Si. Adesso?-

-Ora concentrati sul far muovere l'acqua che hai davanti. Visto che hai detto che ti sentivi “sicuro”, mettiamola così. Sentiti “sicuro” di poter muovere l'acqua. Vediamo cosa sai fare.-

Derek cominciò a concentrarsi intensamente, protendendo la mano verso l'acqua. Il concetto non era complicato come immaginava. Se era tutto qui, non sarebbe stato poi così difficile. Riusciva a percepire il Mana attraverso le sue dita, che sembravano avvolte dal calore. Il tepore intorno alle sue mani si diresse verso l'acqua. Improvvisamente, Derek spalancò gli occhi. Era riuscito a percepirlo, era una qualche specie di contatto fra lui e l'acqua, ma era certo di non averla toccata. Sentì di poter gestire i fasci di calore come se fossero attaccati alle sue dita. Alzò cautamente il palmo della mano, guardando l'acqua muoversi, come se qualcuno avesse gettato un sasso nel bacile. Qualche increspatura e niente più, e Derek sentì il contatto interrompersi. Sapeva che non si trattava di una piena riuscita, ma era pervaso da un forte entusiasmo, si sentiva in grado di spaccare un muro, e sulle sue labbra si allargò un sorriso.

-Bene, non male.- ammise Felix.

-Non male? Sono riuscito a muoverla, no?- rispose Derek alzando un sopracciglio.

-Si, ma non hai mantenuto il contatto, il prossimo passo è riuscire a controllare l'acqua pienamente. Forza, rimettiamoci al lavoro.-

Entrambi si sedettero, e ricominciarono l'addestramento. Il sole tramontò, e quando ormai la luna splendeva nel cielo come un pallido volto osservatore, si fermarono.

-Beh, mi accontenterò. Domani riproveremo-

Derek si accasciò sulla sedia, stremato, la fronte imperlata di sudore, la ciotola sempre al suo posto, poche gocce giacevano sul pavimento, cadute durante uno dei numerosi tentativi.

Felix aveva dato una dimostrazione dell'obiettivo da raggiungere: con un pigro schiocco di dita l'acqua si era increspata, per poi sollevarsi, formando eleganti bolle che galleggiarono a mezz'aria, ritornando nel recipiente con un secondo schiocco di dita. Tuttavia, Derek non era riuscito a controllare l'acqua, ma solo a replicare i tentativi precedenti, increspando la superficie come se qualcuno stesse scuotendo il recipiente, ma niente più.

Derek era troppo sfiancato dall'addestramento per mangiare o bere, quindi salì la scala a chiocciola che separava la sua camera dalla sala d'allenamento. La lunga scala a chiocciola conduceva nel corridoio immacolato che, oltre ad ospitare la sua camera, nascondeva anche un ingresso nascosto all'Aquarius Medusae.

Si addormentò facilmente una volta essersi sdraiato sul soffice letto della sua camera, mentre numerose nuvole cariche di pioggia si intravedevano dalla finestra.

Il sonno fu discontinuo, interrotto da continue sensazioni di paura che impedivano al ragazzo

di riprendere sonno, manifestandosi come sobbalzi. Era come avere un singhiozzo molto persistente ma immotivato. Dopo l'ennesimo e inspiegabile sussulto, Derek si sedette sul letto, massaggiandosi la fronte. Subito dopo ebbe un altro sussulto: fu come una scossa elettrica, e improvvisamente tutto fu più chiaro. Per qualche motivo, i suoi sussulti avevano a che fare con quello che percepiva. Non sapeva come poteva percepire una tale quantità di energia, ne come faceva a definirla così pericolosa. Sapeva soltanto che doveva agire.

Il panico provato nei giorni precedenti, durante la prova di Felix, durante l'attacco delle meduse e durante il sogno l'avevano temprato, rendendolo più coraggioso. Decise quindi che non sarebbe stato troppo avventato andare a controllare la fonte di quell'energia. Anche urlando il suo nome, Felix non sarebbe arrivato: il castello era enorme, e Derek non sapeva neanche dove poterlo cercare. Non era uno stupido però, sapeva che spesso era il caso di fermarsi a riflettere. Stava per avventurarsi alla ricerca di quello che i suoi sensi, per quanto imprecisi e misteriosi, gli indicavano come qualcosa di infinitamente pericoloso. Poi si tranquillizzò: dimenticava che, seppure in un castello enorme, con lui si trovava un grande mago, che ha dimostrato più di una volta di poter efficacemente salvarlo da morte certa. E inoltre, pensò, se l'ho percepito io figuriamoci se non c'è riuscito lui.

Il ragionamento, effettivamente, non faceva una piega. Prese la lunga candela rossa che lo illuminava di notte e cominciò ad avventurarsi per il castello, seguendo quello che era più un impulso che una convinzione. Senza dubbio era un sesto senso a cui Derek aveva deciso di affidarsi. Dopotutto, la curiosità verso Felix l'aveva avvicinato al portale, dove l'istinto l'aveva praticamente costretto ad entrare, sopprimendo la sua ragione e la sua volontà. Sapeva di avere un potere, come Felix gli aveva spiegato. Lui vedeva il Mana, e forse l'energia percepita era proprio Mana. Ma un'energia del genere, così invitante, così pericolosa, poteva significare una sola cosa: qualcuno, buono o cattivo che fosse, si era introdotto all'interno del castello. Scese la scala a chiocciola, superò a passi larghi la porta che conduceva alla sala d'allenamento e si muoveva in direzione dell'ingresso. Mentre camminava, la fiamma della sua candela vacillava, come il suo coraggio, riprendendosi e tornando stabile in un secondo momento.

Arrivato all'ingresso notò che la porta era aperta. Il suo coraggio vacillò nuovamente, e utilizzò la candela per accendere una grande torcia piatta, la cui luce illuminò tutta l'anticamera, rivelando la presenza estranea tanto temuta dal giovane.

Una ragazza giovane, della sua stessa età, alta e slanciata, con gli occhi color smeraldo, i capelli rossi e la pelle diafana si trovava a pochi passi da lui, completamente disarmata. Indossava solo un logoro straccio cremisi, sul quale si intravedevano alcune decorazioni e ricami scintillanti. Derek immaginò che prima doveva essere stato un vestito piuttosto elegante. La ragazza lo osservò, e in un fascio di energia verde un'ascia da esecuzione, dal manico particolarmente lungo e la lama grossa e affilata, comparve tra le sue mani. Le labbra della ragazza si incresparono mentre si preparava ad attaccare.

Derek sentiva il cuore cercare di uscire fuori dal suo petto, colpendo ripetutamente la sua cassa toracica, mentre deglutiva a fatica. La sua mente era offuscata da ripetute immagini di una morte atroce e dolorosa. Pensò intensamente a Felix, e a come desiderava ricambiare il favore che gli aveva fatto: poteva solo trattenere la ragazza fino al suo arrivo.

Non conosceva ancora magie consone al combattimento, ma sapeva che il Mana era un'energia, e come tale poteva utilizzarla come potenziamento. Concentrò il Mana nelle sue mani, che cominciarono a diventare luminose. Ora poteva solo sperare di riuscire a mandare a segno un pugno e, se aveva fatto bene i calcoli, sarebbe riuscito a causare non pochi danni. La ragazza aspettava, e Derek, colto da un istinto affrettato, attaccò per primo. Si mosse velocemente, avvicinandosi alla ragazza, e sferrando un pugno con la mano sinistra. La ragazza lo schivò con grazia, e vibrò un fendente dall'alto con l'ascia. Come colto da una scossa elettrica, il corpo di Derek si mosse contro la sua volontà, permettendogli di schivare il colpo che finì a terra, conficcando la lama dell'arma nel pavimento. La ragazza rimosse la lama dal pavimento e schernì il giovane.

-Uh, un dotato, eh? Sarà divertente...-

Utilizzò la parte inferiore e apparentemente innocua dell'ascia per dare un colpo violento sulla caviglia di Derek che, in balia del contraccolpo, cadde sonoramente a terra, vulnerabile al prossimo fendente. La ragazza alzò nuovamente l'ascia, pronta a colpire nuovamente, e vibrò un secondo fendente, potente quanto il primo. Derek chiuse gli occhi, immaginando che a breve la sua testa sarebbe stata spaccata in due come un melone. Invece riaprì gli occhi, notando che la lama si era fermata a pochi centimetri dalla sua fronte. La giovane donna, che dimostrava non più di diciassette anni ritirò l'arma con un grande sorriso sul volto, e offrì la propria mano a Derek. Il ragazzo la prese e si alzò, guardando dritto in quelle iridi verdi. Non sembrava così cattiva, adesso.

-Chi sei?- chiese affascinato.

-Lei è Florence, Membro Naturale della Triade Regia, nonché mia cara, vecchia amica- rispose una voce terribilmente familiare. Derek si voltò per notare Felix appoggiato al muro.

L'ascia scomparve in un bagliore smeraldino, e la ragazza si avvicinò a Felix, unendosi a lui in un lungo e forte abbraccio, come due vecchi compagni di giochi che si rincontravano per ricordare tutte la malefatte commesse in passato. L'abbraccio si sciolse, rivelando i ragazzi sorridenti.

-Ho saputo- disse Felix -della tua fuga dalla torre d'Alabastro. Al momento, numerose viole mammole dalle dimensioni più che notevoli stanno mettendo a ferro e fuoco la torre e sembra che Paericle, il capo delle guardia, abbia letteralmente perso la testa, a causa di un demone dalla cresta rossa. Ha niente a che fare con te?-

La ragazza sorrise.

-Come puoi incolpare me? Dopo tutto quello che abbiamo passato...- disse, mentendo visibilmente -e come al solito sembra che tu sappia tutto quello che succede prima di chiunque altro. Un infiltrato? Una spia?- proseguì Florence, inarcando un sopracciglio.

-Nessuna delle due, solo un buon informatore- concluse Felix in maniera affrettata.

Florence non poté fare a meno di pensare ad Anthea, che, pochi minuti prima, aveva esaminato la sua memoria.

-Scusate, forse vi state dimenticando che io sono ancora qui.- disse Derek, piuttosto irritato dal bizzarro e incomprensibile legame che univa i due membri della Triade Regia.

-Giusto, ti prego di perdonarmi- disse Felix. -Infatti mi piacerebbe sapere come mai, ogni volta che non sono in giro, finisci per farti ammazzare dai miei alleati- proseguì interrogativo.

-Non ti preoccupare, Fel- disse Florence. -Non gli avrei fatto del male, non sarebbe stato complicato imprigionarlo in ogni caso. Noto con piacere che hai adescato un dotato...-

-Dotato? In che senso?- chiese Derek.

Felix stava per prendere la parola, quando la ragazza lo fermò. -Ci penso io. Ragazzino, è vero che il mio Mana non si può certo ignorare, ma non è affatto comune percepire la posizione di una fonte di Mana con questa precisione. Penso che tu non conosca bene il castello: ho notato la difficoltà che hai avuto nel trovare la torcia prima di scoprire che ero entrata. Credimi, non è semplice avere una percezione tale da individuare un mago in un posto sconosciuto, questo ti rende potente. I tuoi lineamenti però non sono familiari...non sembri di questa dimensione.-

-Infatti, proviene dalla Terra, Flo. Ha attraversato il mio portale.-

-Oh, e suppongo che il suddetto portale si sarebbe dovuto chiudere dopo averlo attraversato, vero? Invece è rimasto aperto, e lui l'ha attraversato. Derek, giusto? Sei entrato nel portale di tua spontanea volontà? Sii sincero.- chiese, affascinata.

-Beh, si e no. Stavo decidendo se entrare o meno, ma poi mi sono sentito attratto dal portale, finché non sono riuscito più a resistere e sono entrato. Poi...-

-No, basta così. Non hai un solo potere, a quanto pare. Il tuo Mana ha reagito al portale e l'ha mantenuto aperto, questa è magia potente. E inoltre il Mana ha reagito come una calamita con la magia di Fel. Ecco perché sei entrato. Oltre che dotato sei anche predisposto. Mi complimento.-

Florence guardava Derek con interesse, mentre Felix ruppe il silenzio.

-Sentite, direi di riprendere il discorso domattina, voi che ne dite? Io ho parecchio sonno, e penso che Florence sia abbastanza sfiancata-

-Infatti- confermò la ragazza. -Direi che per stasera può bastare.-

  
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