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Autore: Invader_from_Hell    27/03/2004    9 recensioni
Un racconto assolutamente insolito per me. 1200 parole di solo dialogo, nessuna parte narrata; la vicenda si presenta solo e soltantio attraverso le parole di due personaggi indefiniti e chiusi in una dimensione che oscilla tra il giorno e la notte e che viene messa davanti a una scelta. Estremamente onirica, intrisa però di una sottile dolcezza. Strana.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esproprio

Esproprio

 

-          Come ti senti ora?-

-          Non capisco-

-          Ehi, tranquillizzati, non c’è niente che ti debba preoccupare. Ti ho solo chiesto come stai…-

-          Posso non saperlo?-

-          Certo, quando sei con me puoi non saperlo-

-          E quando sono con gli altri?-

-          Beh, gli altri non sono come me-

-          Come sono gli altri?-

-          Gli altri hanno bisogno che tu stia bene o male, se tu non sai rispondere alla loro domanda si trovano in grande difficoltà-

-          E perché tu no?-

-          Perché io so sempre come stai-

-          Ah…-

-          Beh, allora, sai dirmi come stai? Gli occhi li riesci ad aprire adesso, no?-

-          Sì… perché ci troviamo qui?-

-          Non evadere la mia domanda…-

-          Ok, però tu prima dimmi perché siamo qui-

-          È la stessa cosa che ti ho chiesto circa un’ora fa, e sai cosa mi hai risposto?-

-          Non me lo ricordo, scusa…-

-          Tranquillo, lo so. Con quel tuo tono stizzito mi hai rimproverato perché non l’avevo ancora capito-

-          Ah… ti ci ho portato io qui?-

-          Già. Ma in realtà ancora non so perché. Anche se comunque mi sembravi felice quando mi hai visto spiazzato..-

-          Uhm…-

-          Tornando a te, come stai?-

-          Dimmelo tu, ti prego-

-          Non mi sembri ridotto molto bene in effetti.. però si può rimediare-

-          Dai, sono stanco…-

-          Lasci perdere?-

-          Non è che lascio perdere… ma non ci voglio pensare-

-          Beh, la voglia a volte bisogna farsela venire…-

-          Noioso… non hai idea di quanto sia stanco adesso..-

-          Quando dici così ti odio-

-          Beh, è la verità! Non credo proprio che tu possa immaginare!-

-          Tu hai sempre la presunzione di decidere chi può immaginare e cosa-

-          Accidenti, ma mi sembra palese che tu non possa riuscirci!-

-          Beh, allora perché ti vedo in bilico tra giorno e notte?-

-          Sei sempre enigmatico. Non mi piace quando fai così, sembra sempre che tu abbia ragione. E sono stanco-

-          Ti ho già detto che qui mi ci hai portato tu, e che non devi preoccuparti!-

-          Perché non devo?-

-          Perché siamo in due-

-          Sono stanco. Posso dormire un po’?-

-          Aspetta un attimo. Prima finiamo e poi se hai voglia dormi quanto ti pare-

-          Ok… non essere laconico però…-

-          Non senti nulla tra il cuore e la tristezza?-

-          Tanta stanchezza, e più nulla. Mi sembra di sbattere la testa contro qualcosa di duro-

-          Prova a frantumarlo-

-          Non ci riesco. È una vita che ci provo-

-          Non ci hai provato abbastanza. Ti sei accontentato di sentire lo spessore, senza impiegare realmente energie nel tentativo di abbattere quel fondo-

-          Secondo te si vede?-

-          Un po’ sì-

-          Ecco…-

-          Smettila, non è una cosa per la quale ci sia bisogno di piangere-

-          Quando manca al fallimento?-

-          Poco, se continuerai a restare in bilico-

-          È notte-

-          No, non è notte qui. Lo vedi? Laggiù in effetti è proprio notte, c’è anche la luna. Ma dall’altra parte direi proprio che è giorno-

-          E quindi?-

-          E quindi perché mi hai portato dentro di te?-

-          Io.. non voglio coinvolgerti in cose che ti possono annoiare-

-          Cretino-

-          Non voglio stufarti con queste cose.. io non so perché ti ho portato qui-

-          Scemo. Mi ci sono fatto portare, temo-

-          Io…-

-          Guarda il terreno!-

-          Che c’è?-

-          Beh, questi mi sembrano i resti di un fuoco, che ne dici?-

-          Eh, in effetti… c’è stato qualcuno prima di noi-

-          A quanto pare. Hai un’idea di chi possa essere?-

-          No, non voglio avercela-

-          Difficile il contrario. Comunque credo che non sia stata una persona sola-

-          No, infatti-

-          Comunque secondo me c’è odore di perdizione, di corpi essiccati sotto un sole angosciato e impossibile da placare-

-          Qualcuno.. ci è morto?-

-          Sì-

-          Stanco?-

-          Tanto-

-          Resta ancora un po’ sveglio-

-          Sì-

-          Fa caldo, ma anche freddo, vero?-

-          Sì, lo notavo anch’io…-

-          Come ti senti?-

-          Male-

-          Finca restiamo qua in mezzo non ne caveremo le gambe, sai?-

-          Che vuoi dire?-

-          Voglio dire che dobbiamo decidere se spostarci nel giorno o nella notte-

-          Mah… fai tu… sono l’indeciso per antonomasia, no?-

-          Decidi tu stavolta-

-          Ti scongiuro.. non voglio-

-          Non vuoi..?-

-          ..prendere in mano lo schifo che mi è rimasto-

-          ti preoccupi inutilmente-

-          come fai a dirlo così?-

-          tu scegli il giorno o la notte. Tanto prima o poi il giorno volge al tramonto e sopraggiunge la notte,  e questa è sempre seguita da  un’alba e da un nuovo giorno-

-          Mi fai appoggiare?-

-          Certo… comodo?-

-          Abbastanza…-

-          Vedi, è restando qua in mezzo che non sapremo mai se è giorno o notte! In questo punto c’è sempre una perversa commistione del tempo… mi spieghi come hai fatto a resisterci per tutto questo tempo?-

-          Non lo so… posso dormire?-

-          Perché adesso vuoi dormire?-

-          Perché siamo in due…-

-          Mi stupisci…-

-          Grazie-

-          Adesso però devi davvero decidere…-

-          Io…-

-          Perdi qualcosa in ogni caso, l’importante è saper perdere l’inutile-

-          Cos’è inutile?-

-          Questo devi saperlo tu, nel tuo cuoricino-

-          Come si usa il cuore?-

-          Adesso puoi dormire…-

-          Grazie… sono felice.. essere qui.. ora… -

 

- ben svegliato…-

-          ho fatto un sogno-

-          tu??-

-          eh, sì, io, perché?-

-          no, è solo che… niente-

-          laconico!-

-          antipatico!-

-          era una cosa strana…-

-          dai, racconta..-

-          no…-

-          eddai…-

-          ok… ecco, ho sognato che mi chiedevi perché eravamo qua. E io ti rispondevo che volevo vivere sempre alla luce del giorno, aspettando i tramonti e godendomi appieno la luce, con decisione e senza esitazione.. ma la cosa strana è che mi sentivo sotto quello spessore che non sono mai riuscito ad infrangere-

-          questo è interessante…-

-          sì…-

-          ci spostiamo alla luce del giorno?-

-          io.. cioè tu… beh, insomma, sì!-

-          e di questi resti che ne facciamo?-

-          li portiamo con noi, ti va?-

-          certo, così magari diamo loro una degna sepoltura!-

-          sì, buona idea!-

-          uhm, come stai?-

-          non così male…-

-          è già un inizio…-

-          senti ma… tu che fai?-

-          in che senso?-

-          prosegui con me?-

-          tu cosa vorresti?-

-          mi fai appoggiare?-

-          certo, quante volte vuoi-

-          mi vuoi bene?-

-          eh… sì…-

-          mi aspetterai quando ogni sera rimarrò imbottigliato nel traffico del giorno?-

-          ovviamente sì…-

-          oh.. beh, sai…-

-          sì?-

-          credo di ricordare quello che non ho fatto in tempo a dirti quando mi lamentavo perché non avevi ancora capito…-

-          spara…-

-          beh, probabilmente non avevi capito che io volevo davvero venirci con te-

-          e perché non l’hai detto subito?-

-          perché… la strada… la conosci tu-

 

 

 

 

 

  
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