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Autore: terrastoria    06/12/2011    10 recensioni
“Ora puoi dirmelo?”
Sasuke appoggiò le mani sulla schiena calda di Sakura.
Cosa doveva dirle? Si prospettavano due ore intentissime di addobbo, Michael Bublè come un disco rotto, e due cani perennemente incazzati che lo guardavano dal basso all'alto: come faceva a dirglielo? E soprattutto, come ne sarebbe uscito vivo?

Preparativi natalizi, Sakura e Sasuke. E tantissimo amore e dolcezza.
Come no. (L)
[SasuSaku To Jenny!]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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And so is this Christmas? - Preparativi natalizi a casa Haruno con la straordinaria partecipazione di Uchiha Sasuke -
SasuSaku (L)

A jennybrava, una gran Autrice di SasuSaku come non se ne vedevano da tempo.
Tenetela d'occhio tutti (L),
Auguroni, pantera nerissima!


Dimmelo, avanti..”

Sakura si alzò sulle punte dei piedi per appendere una palla rossissima a uno dei rami più alti del pino. Un equilibrio alquanto precario, a detta di Sasuke che con nonchalance le andò più vicino. Con quelle orride ciabatte coi cani di due taglie più grandi che lei portava lui prevedeva un capitombolo di lì a pochissimo.

“Cosa dovrei dirti, eh?” le domandò raccogliendo una minuscola palla coi brillantini dal cesto a terra e appendendola nei punti più bassi, nella stessa linea d'aria di Sakura che ancora non aveva combinato, e anzi continuava ad armeggiare con un ramo troppo grande per un addobbo troppo piccolo. “Ma cazzo...” imprecò la ragazza a voce roca e tornando coi piedi ben ancorati per terra –
fortunatamente - fissò con astio prima il ragazzo e poi la palla rossissima.

“Fossi in te proverei da un'altra parte” le consigliò Sasuke con tono calmissimo e sempre con calmissima appese altri due addobbi facendo finta di non essere osservato. In realtà, calmo non lo era. Odiava quelle cose lì che avevano a che fare con preparativi natalizi e musica dolcissima a palla. Odiava Sakura che lo aveva costretto ad aiutarla. Odiava se stesso che aveva accettato a causa, probabilmente, di un momento di distrazione, un bacio rubato. Un abbassamento della guardia. Dannazione a lei.

“Certo che sei di un aiuto incredibile, tu” battibeccò Sakura che si rialzò sulle punte dei piedi bruscamente, le ciabattone che per poco ululavano dallo sforzo. I cani sembravano guardarlo malissimo. Sasuke si chiese perchè tutti ce l'avessero sempre con lui, fu tentato di mollare tutto e ritirarsi in salotto a vedere uno di quegli stupidissimi film su Babbo Natale. Doveva essere impazzito. “E non azzardarti ad aiutarmi! Faccio io!” lo apostrofò Sakura che aveva confuso l'avvicinamento costante di Sasuke per un tentativo di soccorso. Sasuke a quel punto, lo fece. Non si trattenne più. E sbuffò.

“Cosa hai fatto?”

“Cosa ho fatto?”

“Cosa hai FATTO?!”

Sasuke sbuffò ancora, d'istinto. Si immobilizzò dov'era, lasciando cadere nel cesto una pallina nera. Nera come i suo occhi sbarrati, o meglio, come lo sguardo della dolcissima ragazza che aveva di fronte. Una ragazza con le guance rossissime, le labbra serratissime, un pugno a mezz'aria con dentro un'arma appuntitissima, e delle ciabatte con dei cani rabbiosi ai piedi.

Dannazione al momento in cui aveva accettato, alle mani di Sakura che in quel dannatissimo momento di due ore prima si erano intrufolate dove non dovevano, al liquore che aveva bevuto a casa dei genitori di lei. “Non dovevi dirmi una cosa, tu?” improvvisò riuscendo a muovere solo la mascella. Sakura alzò un sopracciglio. “Stai per caso cambiando argomento, Sasuke?” gli domandò curvando le labbra in un sorriso falsissimo. L'arma pericolosissima nella mano scricchiolò. “...pfff” Un terzo sbuffo. Naturale, logico.

Sasuke era decisamente finito. Se ne rese benissimo conto. Perciò puntò l'attenzione sulle ciabatte canine che ora traballavano, sui propri piedi scalzi coi calzini bucati e di nuovo sulle facce perennemente incazzate di quei cani. I buchi sui calzini blu sembravano fatti proprio da quelle due bestie, gli venne quasi da ridere. Per disperazione. Pensò che quello fosse davvero un bel clima natalizio. Wao. Quasi quasi preferiva i film da latte alle ginocchia che in quel momento stavano dando alla tv per la cinquecentesima vola, o le note di White Christmas che Michale Bublè – per il quale Sakura diventava una adolescente degna delle Twilight fans e lui non ne aveva mai capito il perchè, dopo tutto aveva o no una voce sexy pure lui? - stava cantando da qualche parte in quella casa caldissima. Sì, decisamente.

“Non ti avevo detto forse che non ti era consentito sbuffare?” lo apostrofò ancora Sakura puntando la mano con l'arma in sua direzione. “Mi avevi promesso di aiutarmi senza storie, che avremmo fatto l'albero assieme quest'anno” insistette e a Sasuke parve che ci fosse una punta di assurda tristezza nella sua voce. O di pazzia. Sembrava una bambina alla quale Babbo natale non aveva portato nulla. O la bambina assassina di The ring. Voleva farlo sentire in colpa, voleva. Valori di natale a Gogo, lì dentro, insomma.”E cosa sto facendo?” rispose alzando leggermente la voce.

Sakura sgranò occhi e narici, scagliò la palla che poco prima aveva nella mano destra contro il muro,non sfiorando di poco l'orecchio di Sasuke. Quella donna faceva sul serio. Sempre.
Sasuke si chiese come ci fosse finito insieme, e soprattutto come fosse ancora vivo. Era l'unica al mondo capace di ucciderlo, forse. E questo non era un fatto positivo per un Uchiha pieno di orgoglio e di palle. Seriamente, cosa gli era successo? Quale magia si era impossessata di lui?

Studiò, valutò, ricercò, analizzò tutte le possibili soluzioni. O combatteva e subiva una vergognosissima sconfitta. O se ne andava a gambe levate. O la morte, o la vita. Valeva la pena morire d'amore? Evidentemente l'unica soluzione era una bella ritirata veloce. L'uscita era vicina, pochi metri da dove si trovava. Le scarpe le avrebbe recuperate un'altra volta, o nel caso più felice gliele avrebbe lanciate lei dalla finestra. O un miracolo; ma visto che quest'ultimo era probabile quanto l'imminente fine del mondo predetta dai Maya, cominciò a contare, al tre avrebbe preso la fuga. L'avrebbe fatto da gran signore, avrebbe persino sorriso, non avrebbe sbattuto la porta, sarebbe montato in macchina fischiettando addirittura un motivetto di Natale facendo un baffo a Michael Bublè. Sarebbe stato cazzuto e coccoloso.

“Ci stavamo divertendo, ti stavo giusto chiedendo se eri felice”

Un lamento. Un'accusa. Un rimprovero. Una delusione.

Uno, due...

“Sakura, smettila”

Poi
successe.

I cani persero l'equilibrio. Ulularono di dolore e scivolarono sul pavimento.

“Oh cazz..”

L'albero planò a terra. Sasuke planò sull'albero. Sakura planò su Sasuke che pochi istanti prima aveva spalancato istintivamente le braccia.

...tre.

“Mi sa che quest'anno i Maya ci azzeccano” si ritrovò a dire Sasuke all'orecchio della donna prima di ritrovarsi a mordersi le labbra per non urlare a causa delle centinaia di aghi appuntiti contro la schiena. “Che c'entrano ora i Maya, scusa?” gli domandò Sakura mettendosi a sedere a cavalcioni su di lui. Comoda comoda. Sasuke le scrutò il viso, era sempre accaldato ma il peggio era passato. Sakura stava trattenendo un sorriso. Anzi, una risata. Si mordeva le labbra rosse. “L'albero. A terra. Il nostro lavoro. Il MIO lavoro.” disse meccanicamente, ma il tono apocalittico venne reso poco credibile da una acuto finale nella voce.

Sasuke appoggiò le mani alla vita di Sakura, fece per alzarla ma trovò resistenza. “Vogliamo stare a terra per sempre?” le domandò fissandola in quegli immensi occhi verdi. Prababilmente gli stessi occhi per cui si era ridotto a preparare l'albero di Natale. E per i quali ora si ritrovava trafitto da aghi malefici. “Vogliamo sbuffare ancora una volta?” gli domandò in risposta Sakura che ormai aveva perso ogni credibilità.

Sasuke allora sbuffò. Un bello sbuffo pieno. “Odio il Natale” disse ma non lo credettero nemmeno i cani abbandonati sotto l'albero, figuriamoci Sakura che si era appropriata delle sue labbra rendendo di colpo meno spiacevoli gli aghi di pino nella schiena. Era agrodolce, Sakura. Era agrodolce, quello strano legame che lo legava alla ragazza più imprevedibile e cocciuta sulla faccia della terra da sei mesi, che un momento era come il bimbo stampato sulla scatola dei kinder, un altro era la degna copia della bimba dell'Esorcista. I sei mesi più impegnativi e assurdi della sua vita. Era agrodolce quel Natale alle porte, ecco forse perchè cominciava a piacergli un po' di più. Ecco forse perchè era felice.

“Ora puoi dirmelo?”

Sasuke appoggiò le mani sulla schiena calda di Sakura.

Cosa doveva dirle?

Si prospettavano due ore intentissime di addobbo, Michael Bublè come un disco rotto, e due cani perennemente incazzati che lo guardavano dal basso all'alto: come faceva a dirglielo?

Ma da come Sakura si avvinghiò al suo corpo, Sasuke capì che lei aveva capito. E per un attimo, solo per un attimo, gli piacque anche il dolce.











Spazio autrice!
Ebbene sì, mi son data al fluff ragazzi (L)
Era ora, direi. Che poi il Natale mi rincretinisce tantissimo e divento carina e coccolosa. ** Il cd natalizio di Michael Bublè, poi, contribuisce a quello che io chiamo “effetto ameba”. :3
Comunque sia, la Jenny meritava moooolto di più di questa cosa improponibile qua, e le chiedo venia, ma...Santa Claus in arrivo mi ha portato ispirazione in anticipo. u.u
Spero possa esservi piaciuta, e sia piaciuta a quella panterona scurissima che è Genesis. Oh, vi consiglio (obbligo? (L) di ascoltarvi “Cold December night” di Bublè e di innamorarvene pazzamente.
Grazie a quanti daranno amore e attenzione a questa one shot di San Niccolò [qua da me si festeggia San Niccolò, ragazzi -leggete: regaliiii :3 (come sono materialista, mamma mia].
Finally, un abbraccione mega a tutti voi, e uno più stretto a Jenny :3
La vostra scostante e ameba
terrastoria

   
 
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