And
so is this Christmas? - Preparativi natalizi a casa Haruno con la
straordinaria partecipazione di Uchiha Sasuke -
SasuSaku (L)
A
jennybrava, una gran Autrice di SasuSaku come non se ne vedevano da
tempo.
Tenetela d'occhio tutti (L),
Auguroni, pantera
nerissima!
“Dimmelo,
avanti..”
Sakura
si alzò sulle punte dei piedi per appendere una palla rossissima a
uno dei rami più alti del pino. Un equilibrio alquanto precario, a
detta di Sasuke che con nonchalance le andò più vicino. Con quelle
orride
ciabatte
coi cani di due taglie più grandi che lei portava lui prevedeva un
capitombolo di lì a pochissimo.
“Cosa dovrei dirti, eh?”
le domandò raccogliendo una minuscola palla coi brillantini dal
cesto a terra e appendendola nei punti più bassi, nella stessa linea
d'aria di Sakura che ancora non aveva combinato, e anzi continuava ad
armeggiare con un ramo troppo grande per un addobbo troppo piccolo.
“Ma cazzo...” imprecò la ragazza a voce roca e tornando coi
piedi ben ancorati per terra – fortunatamente
-
fissò con astio prima il ragazzo e poi la palla rossissima.
“Fossi
in te proverei da un'altra parte” le consigliò Sasuke con tono
calmissimo e sempre con calmissima appese altri due addobbi facendo
finta di non essere osservato. In realtà, calmo non lo era. Odiava
quelle cose lì che avevano a che fare con preparativi natalizi e
musica dolcissima a palla. Odiava Sakura che lo aveva costretto ad
aiutarla. Odiava se stesso che aveva accettato a causa,
probabilmente, di un momento di distrazione, un bacio rubato. Un
abbassamento della guardia. Dannazione a lei.
“Certo che
sei di un aiuto incredibile, tu” battibeccò Sakura che si rialzò
sulle punte dei piedi bruscamente, le ciabattone che per poco
ululavano dallo sforzo. I cani sembravano guardarlo malissimo. Sasuke
si chiese perchè tutti ce l'avessero sempre con lui, fu tentato di
mollare tutto e ritirarsi in salotto a vedere uno di quegli
stupidissimi film su Babbo Natale. Doveva essere impazzito. “E non
azzardarti ad aiutarmi! Faccio io!” lo apostrofò Sakura che aveva
confuso l'avvicinamento costante di Sasuke per un tentativo di
soccorso. Sasuke a quel punto, lo fece. Non si trattenne più. E
sbuffò.
“Cosa hai fatto?”
“Cosa ho
fatto?”
“Cosa hai FATTO?!”
Sasuke sbuffò ancora,
d'istinto. Si immobilizzò dov'era, lasciando cadere nel cesto una
pallina nera. Nera come i suo occhi sbarrati, o meglio, come lo
sguardo della dolcissima ragazza che aveva di fronte. Una ragazza con
le guance rossissime, le labbra serratissime, un pugno a mezz'aria
con dentro un'arma appuntitissima, e delle ciabatte con dei cani
rabbiosi ai piedi.
Dannazione al momento in cui aveva
accettato, alle mani di Sakura che in quel dannatissimo momento di
due ore prima si erano intrufolate dove non dovevano, al liquore che
aveva bevuto a casa dei genitori di lei. “Non dovevi dirmi una
cosa, tu?” improvvisò riuscendo a muovere solo la mascella. Sakura
alzò un sopracciglio. “Stai per caso cambiando argomento, Sasuke?”
gli domandò curvando le labbra in un sorriso falsissimo. L'arma
pericolosissima nella mano scricchiolò. “...pfff” Un terzo
sbuffo. Naturale, logico.
Sasuke era decisamente finito. Se
ne rese benissimo conto. Perciò puntò l'attenzione sulle ciabatte
canine che ora traballavano, sui propri piedi scalzi coi calzini
bucati e di nuovo sulle facce perennemente incazzate di quei cani. I
buchi sui calzini blu sembravano fatti proprio da quelle due bestie,
gli venne quasi da ridere. Per disperazione. Pensò che quello fosse
davvero un bel clima natalizio. Wao. Quasi quasi preferiva i film da
latte alle ginocchia che in quel momento stavano dando alla tv per la
cinquecentesima vola, o le note di White Christmas che Michale Bublè
– per il quale Sakura diventava una adolescente degna delle
Twilight fans e lui non ne aveva mai capito il perchè, dopo tutto
aveva o no una voce sexy pure lui? - stava cantando da qualche parte
in quella casa caldissima. Sì, decisamente.
“Non ti avevo
detto forse che non ti era consentito sbuffare?” lo apostrofò
ancora Sakura puntando la mano con l'arma in sua direzione. “Mi
avevi promesso di aiutarmi senza storie, che avremmo fatto l'albero
assieme quest'anno” insistette e a Sasuke parve che ci fosse una
punta di assurda tristezza nella sua voce. O di pazzia. Sembrava una
bambina alla quale Babbo natale non aveva portato nulla. O la bambina
assassina di The ring. Voleva farlo sentire in colpa, voleva. Valori
di natale a Gogo, lì dentro, insomma.”E cosa sto facendo?”
rispose alzando leggermente la voce.
Sakura sgranò occhi e
narici, scagliò la palla che poco prima aveva nella mano destra
contro il muro,non sfiorando di poco l'orecchio di Sasuke. Quella
donna faceva sul serio. Sempre.
Sasuke si chiese come ci fosse
finito insieme, e soprattutto come fosse ancora vivo. Era l'unica al
mondo capace di ucciderlo, forse. E questo non era un fatto positivo
per un Uchiha pieno di orgoglio e di palle. Seriamente, cosa gli era
successo? Quale magia si era impossessata di lui?
Studiò,
valutò, ricercò, analizzò tutte le possibili soluzioni. O
combatteva e subiva una vergognosissima sconfitta. O se ne andava a
gambe levate. O la morte, o la vita. Valeva la pena morire d'amore?
Evidentemente l'unica soluzione era una bella ritirata veloce.
L'uscita era vicina, pochi metri da dove si trovava. Le scarpe le
avrebbe recuperate un'altra volta, o nel caso più felice gliele
avrebbe lanciate lei dalla finestra. O un miracolo; ma visto che
quest'ultimo era probabile quanto l'imminente fine del mondo predetta
dai Maya, cominciò a contare, al tre avrebbe preso la fuga.
L'avrebbe fatto da gran signore, avrebbe persino sorriso, non avrebbe
sbattuto la porta, sarebbe montato in macchina fischiettando
addirittura un motivetto di Natale facendo un baffo a Michael Bublè.
Sarebbe stato cazzuto e coccoloso.
“Ci stavamo divertendo,
ti stavo giusto chiedendo se eri felice”
Un lamento.
Un'accusa. Un rimprovero. Una delusione.
Uno,
due...
“Sakura,
smettila”
Poi
successe.
I cani persero l'equilibrio. Ulularono di dolore e
scivolarono sul pavimento.
“Oh cazz..”
L'albero
planò a terra. Sasuke planò sull'albero. Sakura planò su Sasuke
che pochi istanti prima aveva spalancato istintivamente le
braccia.
...tre.
“Mi
sa che quest'anno i Maya ci azzeccano” si ritrovò a dire Sasuke
all'orecchio della donna prima di ritrovarsi a mordersi le labbra per
non urlare a causa delle centinaia di aghi appuntiti contro la
schiena. “Che c'entrano ora i Maya, scusa?” gli domandò Sakura
mettendosi a sedere a cavalcioni su di lui. Comoda comoda. Sasuke le
scrutò il viso, era sempre accaldato ma il peggio era passato.
Sakura stava trattenendo un sorriso. Anzi, una risata. Si mordeva le
labbra rosse. “L'albero. A terra. Il nostro lavoro. Il MIO lavoro.”
disse meccanicamente, ma il tono apocalittico venne reso poco
credibile da una acuto finale nella voce.
Sasuke appoggiò le
mani alla vita di Sakura, fece per alzarla ma trovò resistenza.
“Vogliamo stare a terra per sempre?” le domandò fissandola in
quegli immensi occhi verdi. Prababilmente gli stessi occhi per cui si
era ridotto a preparare l'albero di Natale. E per i quali ora si
ritrovava trafitto da aghi malefici. “Vogliamo sbuffare ancora una
volta?” gli domandò in risposta Sakura che ormai aveva perso ogni
credibilità.
Sasuke allora sbuffò. Un bello sbuffo pieno.
“Odio il Natale” disse ma non lo credettero nemmeno i cani
abbandonati sotto l'albero, figuriamoci Sakura che si era appropriata
delle sue labbra rendendo di colpo meno spiacevoli gli aghi di pino
nella schiena. Era agrodolce, Sakura. Era agrodolce, quello strano
legame che lo legava alla ragazza più imprevedibile e cocciuta sulla
faccia della terra da sei mesi, che un momento era come il bimbo
stampato sulla scatola dei kinder, un altro era la degna copia della
bimba dell'Esorcista. I sei mesi più impegnativi e assurdi della sua
vita. Era agrodolce quel Natale alle porte, ecco forse perchè
cominciava a piacergli un po' di più. Ecco forse perchè era
felice.
“Ora puoi dirmelo?”
Sasuke appoggiò le
mani sulla schiena calda di Sakura.
Cosa doveva dirle?
Si
prospettavano due ore intentissime di addobbo, Michael Bublè come un
disco rotto, e due cani perennemente incazzati che lo guardavano dal
basso all'alto: come faceva a dirglielo?
Ma da come Sakura si
avvinghiò al suo corpo, Sasuke capì che lei aveva capito. E per un
attimo, solo per un attimo, gli piacque anche il dolce.
Spazio
autrice!
Ebbene
sì, mi son data al fluff ragazzi (L)
Era ora, direi. Che poi il
Natale mi rincretinisce tantissimo e divento carina e coccolosa. **
Il cd natalizio di Michael Bublè, poi, contribuisce a quello che io
chiamo “effetto ameba”. :3
Comunque sia, la Jenny meritava
moooolto di più di questa cosa improponibile qua, e le chiedo venia,
ma...Santa Claus in arrivo mi ha portato ispirazione in anticipo.
u.u
Spero possa esservi piaciuta, e sia piaciuta a quella
panterona scurissima che è Genesis. Oh, vi consiglio (obbligo? (L)
di ascoltarvi “Cold December night” di Bublè e di innamorarvene
pazzamente.
Grazie a quanti daranno amore e attenzione a questa
one shot di San Niccolò [qua da me si festeggia San Niccolò,
ragazzi -leggete: regaliiii :3 (come sono materialista, mamma
mia].
Finally, un abbraccione mega a tutti voi, e uno più
stretto a Jenny :3
La vostra scostante e ameba
terrastoria