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Autore: Keitorin Asthore    06/12/2011    4 recensioni
[Klaine]
Blaine credeva di non essere non essere la persona giusta per mostrare la Dalton al nuovo studente straniero, soprattutto considerata l’enorme barriera linguistica. Ma forse si sbagliava.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: Glee appartiene a Ryan Murphy e alla Fox. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

La versione originale della storia appartiene a Keitorin Asthore e la potete trovare qui

UNIVERSAL LANGUAGE

Blaine bussò alla porta della segretaria della preside e aspettò con pazienza. "Avanti" disse la signorina Medford.

"Voleva vedermi?" fece Blaine entrando.

La donna lo invitò a sedersi alla scrivania. "Abbiamo un nuovo studente e vorrei che tu gli facessi da guida. Ora, devi sapere che non parla inglese. Lo capisce un po’, ma lo scrive poco e lo parla ancora meno".

"Cosa parla?" balbettò Blaine. "Insomma, il mio francese è terribile, ma…".

"Parla ceco" spiegò la signorina Medford. "Sua madre è scomparsa quando era bambino e da allora ha vissuto con i suoi nonni in Repubblica Ceca".

Blaine deglutì. "E lei è sicura che io sia la persona giusta per mostrargli la Dalton?".

"Ti ho scelto personalmente" sorrise la signorina Medford.

La porta si aprì ed un uomo dall’aspetto burbero in una camicia di flanella entrò, il braccio stretto attorno alla spalla di un ragazzo magro con indosso l’uniforme della Dalton. "Signorina Medford?".

Lei si alzò in piedi. "Signor Hummel, piacere di conoscerla" disse, tendendo la mano. "E Kurt, salve". Il ragazzo abbassò timidamente la testa.

"È tutto pronto perché possa cominciare, vero? I suoi moduli e tutto il resto?" domandò il signor Hummel senza preamboli.

"È tutto in ordine" lo rassicurò la signorina Medford. Prese dalla scrivania una spessa cartelletta rossa adornata con la D blu marina della Dalton. "Gli abbiamo assegnato uno studente che gli faccia da guida per le prime settimane qui. Questo è Blaine Anderson. Blaine, Kurt Hummel".

Blaine si fece avanti ed esibì il sorriso più smagliante che riusciva a mettere insieme in quelle circostanze. Kurt sbatté gli occhi lentamente. Il signor Hummel si piegò e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio; Kurt annuì e fece un passo avanti, tendendo la mano. "Dobrý den, Blaine" mormorò.

Il sorriso di Blaine si allargò mentre gli stringeva la mano. "Dobrý den" ripeté. Kurt si allungò e lo baciò prima su una guancia e poi sull’altra. Leggermente sorpreso, Blaine ricambiò il gesto. Sapeva che doveva essere solo una cosa da europei, ma il tocco delle labbra morbide di Kurt sulle sue guance e la sensazione della sua pelle morbida gli aveva mandato un improvviso brivido su per la schiena.

Vorrei vederlo sorridere, pensò mentre faceva un passo indietro. C’era qualcosa di attraente in Kurt, anche se non sapeva bene che cosa. Forse era la delicatezza dei suoi lineamenti o il fatto che non riuscisse davvero a capire se i suoi occhi dalle lunghe ciglia fossero blu o verdi o grigi o il fatto che continuasse a torcersi nervosamente le dita ma tenesse comunque il mento orgogliosamente sollevato.

"Abbiamo dato a Kurt lo stesso orario di Blaine" disse la signorina Medford. "E la loro prima classe comincerà tra pochi minuti, perciò dovremmo probabilmente lasciare andare i ragazzi".

Kurt guardò suo padre in attesa. Il signor Hummel cominciò a tradurre di nuovo, ma non fu finché Kurt scosse il capo e rispose in fretta che Blaine realizzò che il signor Hummel non era precisamente fluente. Inciampava sopra le parole e manteneva un forte accento americano, ma quando Kurt parlò, suonò perfetto. Melodioso, quasi.

Il signor Hummel abbracciò forte Kurt, poi se ne andò, offrendo un cenno educato in direzione di Blaine. Kurt lo guardò andarsene, la sua pelle già pallida che sembrava perdere ancora più colore. Blaine si schiarì la gola. "Ti accompagno in classe".

Kurt si girò verso di lui, perplesso. Oh mio dio, non ha idea di cosa sto dicendo, pensò Blaine. Dopo un attimo di esitazione, gli tese la mano. "Vieni con me?".

Kurt deglutì e fece scivolare esitante la mano in quella di Blaine. Blaine sorrise e gli diede una leggera stretta prima di prendere il pacchetto del nuovo studente di Kurt e guidarlo in corridoio.

Il giorno che seguì potrebbe essere descritto solo come indicibilmente duro. In ogni nuova classe in cui andavano, era sempre la stessa storia- parlare con l’insegnante, introdurre alla classe un Kurt dagli occhi spalancati e poi cercare di aiutare Kurt a tenere il passo. Non aveva mai realizzato quando una semplice lezione potesse essere complicata- il difficile balletto di leggere gli appunti sulla lavagna, copiarli sul quaderno e saltellare tra le pagine del libro di testo. Non avevano ancora fornito a Kurt i suoi libri, così si sedettero vicini e li condivisero, le loro spalle che si toccavano mentre Blaine scorreva il dito sotto ogni frase.

"Ti passerò una copia dei miei appunti" sussurrò nell’orecchio di Kurt dopo una lezione particolarmente massacrante sulla battaglia di Hastings. Kurt si morse il labbro, chiaramente senza aver capito. Blaine colpì il suo quaderno, poi indicò Kurt, facendogli un caldo sorriso. Dopo un momento lui annuì.

Il pranzo fu probabilmente la parte peggiore. La mensa della Dalton era rumorosa, chiassosa e affollata, e Kurt si schiacciò contro il fianco di Blaine, chiaramente sopraffatto. Trovare qualcosa da mangiare si dimostrò altrettanto difficile. "Cosa vuoi da mangiare? C’è la pasta e l’insalata e sandwich…".

Kurt passò in rassegna il buffet. "Nevim co to sakra to je" disse, esasperato.

Blaine gli sorrise. "Che ne dici di questo?" domandò, prendendo un piatto di pasta. "È uno dei miei preferiti".

Kurt immerse con attenzione un dito nella salsa e se lo portò alla bocca, poi sospirò e annuì. Blaine sistemò il piatto sul vassoio vicino al suo sandwich e seguì la fila fino alla cassa.

"Possiamo mangiare con i miei amici" disse, passando alla cassiera una manciata di banconote. "Sono fantastici. Siamo tutti Usignoli".

"Usignoli?" ripeté Kurt. La parola suonava strana ma bella nel suo morbido accento.

"Siamo un gruppo a cappella" spiegò Blaine mentre guidava Kurt al suo solito tavolo. "Un coro. Cantiamo. Sai… do re mi".

Kurt si bloccò, afferrandolo per il gomito. "Do re mi" cantò di rimando. "Musica. Sì".

Blaine lo fissò a bocca semiaperta. "La tua intonazione è perfetta. Sei fantastico".

Kurt sorrise, chiaramente senza aver capito quello che Blaine aveva detto. "Umím I zpívat, víš".

"Okay, devo presentarti Wes" dichiarò Blaine, tirandolo verso il tavolo. Gli altri Usignoli erano già tutti lì, con i loro pranzi sparsi davanti a loro.

"Ciao, Blaine, cosa…" cominciò a dire David.

"Ehi, ragazzi, questo è Kurt" disse Blaine. "È ceco e non parla molto inglese, ma la sua voce è fantastica".

Gli occhi di Wes brillarono. "Non mi dire. Benvenuto alla Dalton, Kurt". Kurt si limitò a sorridere con un po’ di incertezza. "Portalo alle prove. Vedremo cosa sa fare".

Kurt si girò verso Blaine, sollevando un sopracciglio. Blaine sollevò un pollice e scrollò le spalle. Kurt gli offrì un mezzo sorriso.

Quando la campana suonò le tre del pomeriggio, segnando la fine della giornata scolastica, Blaine condusse Kurt al suo armadietto perché potesse mettere via i suoi libri e poi lo guidò in sala prove. Kurt non disse nulla, guardandosi attorno. Blaine si grattò il retro del collo. "Sono negli Usignoli da quando ho cominciato la Dalton" tentò, cercando di riempire il silenzio. "Ho cominciato a ricevere un sacco di assoli ultimamente, però. È bello. Ci siamo appena piazzati alle provinciali e ci stiamo preparando per le regionali. Se il consiglio ti permette di unirti agli Usignoli, forse potrai esibirti con noi".

Kurt scosse il capo, sospirando in maniera quasi compassionevole. "Nemusíš se porád na me mluv”.

"Continuo a non sapere che stai dicendo".

“Já nevím co ríkáš” ribatté Kurt.

Blaine sospirò. "Allora, cosa ti ha portato alla Dalton?". Kurt piegò la testa di lato. "Perché ha lasciato la tua casa?".

Kurt strinse le labbra. "Násilníci. Bulli".

"Bulli?" si accigliò Blaine. "Perchè?".

Kurt fissò dritto davanti a sé mentre percorrevano il corridoio. "Jsem na kluky" disse aspramente. "Ty nevíš jaké to je".

Blaine non capì, ma comprese quanto bastava per realizzare che Kurt era turbato. Allungò la mano per stringere leggermente la spalla di Kurt, guadagnandosi un leggero sorriso, e accompagnò Kurt nella sala prove degli Usignoli. "Bene, allora questo è il nostro misterioso cantante straniero" disse Thad.

"Compagni Usignoli, questo è Kurt Hummel" lo presentò Blaine. "Non parla molto inglese, ma sa cantare". Kurt offrì un timido cenno di saluto agli Usignoli che lo fissavano.

"Dovremo testare la sua estensione" disse Wes. Indicò il piano. "Kurt, vieni qui, per favore".

Wes fece per sedersi e suonare qualche scala, ma Kurt lo batté sul tempo. Si sedette alla panca del piano, lasciando Wes a sbattere gli occhi sorpreso, e iniziò a suonare.

È dotato, realizzò Blaine mentre guardava le dita affusolate di Kurt scorrere lungo i tasti. Davvero dotato.

E poi Kurt cominciò a cantare.

Blaine aprì la bocca, impassibile. La voce di Kurt era limpida e dolce e splendida, librandosi magnificamente da una nota all’altra. Cantò in inglese, una vecchia canzone dei Beatles, il suo accento che rendeva le parole più morbide, eleganti.

Lo stesso strano brivido di prima percorse la schiena di Blaine. Non poteva distogliere lo sguardo e non sapeva perché.

Gli Usignoli accolsero tempestivamente Kurt tra le loro file, e Wes riorganizzò immediatamente la loro formazione per includerlo davanti al centro. "È un controtenore" Blaine lo sentì bisbigliare a David. "Non abbiamo avuto un controtenore dal 1983".

Kurt si ambientò benissimo tra gli Usignoli. Non capiva quello che la gente gli diceva e nessuno capiva lui quando parlava nella sua lingua madre, ma capiva la musica e capiva i passi di danza. Blaine si trovò a concentrarsi sempre più spesso su Kurt durante le prove, guardando le espressioni del suo viso e ascoltando la sua voce limpida.

Caddero in una sorta di ritmo, lui e Kurt. Sedersi insieme a lezione, cantare insieme alle prove, pranzare insieme. Dopo un po’ cominciarono a vedersi per un caffé dopo scuola, all’inizio solo per fare i compiti, e poi solo per… beh, non è che parlassero ancora. Comunicavano soprattutto attraverso espressioni facciali, inflessioni, gesti e tocchi leggeri. Alla fine l’inglese di Kurt migliorò, anche se era ancora marcato da un leggero accento che faceva sobbalzare il cuore di Blaine, e Blaine imparò un po’ di ceco, anche se la sua grammatica era così terribile che Kurt arricciava il naso e rideva finché non spuntava la sua fossetta, ed era così carino che Blaine si trovò a fare strafalcioni di proposito, solo per sentirlo ridere.

Lentamente arrivò a capire perché gli piaceva ascoltare Kurt ridere, o parlare, o cantare. O sorridere, o andare di classe in classe, o ballare durante le prove, o sbirciare oltre la sua spalla durante le lezioni per sbirciare i suoi appunti, o… o qualunque cosa, ora che ci pensava.

Ma non sapeva cosa fare in proposito.

E poi il semestre si avvicinò alla fine, e l’estate pendeva sopra le loro teste con la sua imminente separazione. Sapeva che doveva fare qualcosa.

Così un tiepido pomeriggio di primavera erano seduti al coffe shop dopo scuola, sorseggiando i loro caffé freddi e guardandosi a vicenda oltre le loro tazze. Blaine giocherellò con la sua cannuccia, il suo cuore che batteva come un tamburo mentre dibatteva su cosa stava per fare.

"Kurt?".

"Hm?" fece Kurt, immergendo la cannuccia nella sua tazza per separare i cubetti di ghiaccio.

Blaine espirò lentamente. "Kurt, sto aspettando di dire questo da molto, molto tempo. Ma… non so niente di romanticismo e ancora non so il ceco e il tuo inglese fa ancora piuttosto schifo, ma… devo dirlo. Solo… sono so come fare".

Kurt piegò la testa con aria interrogativa. "Co se snažíš ríct?”.

Blaine prese un profondo respiro, si sporse oltre il tavolo, e lo baciò gentilmente sulle labbra.

Per un momento Kurt si irrigidì, poi si rilassò contro di lui, baciandolo con entusiasmo. Una mano si sollevò per posarsi sulla guancia di Blaine; Blaine mise la mano sotto il meno di Kurt. Le labbra di Kurt erano morbide e calde e sapevano leggermente di moca e il pensiero che dio, perché ho aspettato tanto per fare questo?

Dopo quelli che avrebbero potuto essere pochi secondi o minuti o ore o forse una vita o due, si separarono, le loro labbra arrossate e i respiri accelerarti. Kurt alzò lo sguardo verso di lui, sorridendo con occhi luminosi.

"A me non serve l’inglese per questo" commentò senza fiato.

"E a me non serve il ceco" riuscì a dire Blaine prima che Kurt lo afferrasse per la cravatta e lo attirasse in un altro bacio.

 

Note dell’autrice

Stavo appunto per caricarlo come il nuovo capitolo di Tumbled, ma 2.000+ parole bastano per farlo stare da solo e adsfjdlskjfl mi piace davvero.

Il mio dolce Tumblr!son Henry mi ha proposto questo! Voleva una drabble su Kurt che veniva da un piccolo paese europeo e si trasferiva alla Dalton senza sapere una parola di inglese, e Blaine a fargli da guida. Ho scelto il ceco come lingua perché ho scoperto solo qualche anno fa che sono mezza ceca! (mio padre è stato adottato). Ho usato Google Traslate, visto che io non parlo la lingua, ma mi hanno detto che funziona piuttosto bene, con poche eccezioni- la traduzione di "bulli" non è esattamente giusta, per dire!

Ma già. Ho dibattuto se espandere questo piccolo mondo, magari approfondendo il punto di vista di Kurt. Ma alsjflsjdlk, dolce ragazzo. E dolce, goffo affascinante Blaine.

Spero che vi sia piaciuta!

Note della traduttrice

Traduzione veloce, veloce fatta mentre aspettavo che il mio computer si decidesse a scaricare l’episodio di glee della scorsa settimana… Sì, ho pronta questa cosa da una settimana, ma a mia difesa tra giovedì e domenica non ho avuto a disposizione il mio portatile e la mia stupida connessione a internet funziona un po’ come vuole lei -.-

Vabbè, spero vi sia piaciuta, se tutto va come deve andare, caricherò anche un capitolo di Tumbled più tardi (leggete pure tra una quindicina di minuti, il tempo di ricontrollare).

See you soon!

  
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