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Autore: Daicchan    06/12/2011    3 recensioni
E se Rachel, Puck, Quinn, Kurt e tutti gli altri fossero studenti di Hogwarts? Raccolta AU di one shot seguenti ordine casuale.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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piccolo cappelletto introduttivo, che credo verrà ignorato alla grande, ma che mi sento in dovere di fare.

Come avrete capito, questa raccolta -già, raccolta, non long fiction o simili- è ciò che di più AU ci sia al mondo: i personaggi di glee proiettati nel mondo di Harry Potter.

So che non è un topòs -perdonatemi il latinismo probabilmente errato e fuori luogo- innovativo, ma spero di riprenderlo in chiave un po' più originale rispetto ad altri autori di ff, cercando di concentrarmi un po' su tutti i personaggi e contestualizzando adeguatamente le loro vicende. Quindi, non fatevi trarre in inganno da questo primo capitolo! E' vero che tratta dall'ormai trattatissima coppia Klaine, ma la raccolta no nsarà incentrata su di loro. Lo giuro.

I capitoli seguono un ordine dettato unicamente dall'ispirazione del momento, e non cronologico.

Per quanto riguarda l'ambientazione temporale, è piuttosto indefinita, potrebbe ben essere a qualche anno dalla fine di Voldemort, nel 2011, per l'appunto.

Probabilmente lo smistamento di alcuni personaggi vi apparirà strano o banale -mi riferisco in particolar modo a Puck, per quest'ultimo punto.- ma non temete, arriveranno le dovute spiegazioni.

Non mi resta che dirvi...Enjoy it!

ps: per me Blaine rimarrà sempre un anno più grande di tutti gli altri. Non m'importano le RIB's decisions u.u (la verità è che questo capitolo l'ho scritto prima dell'inizio delle terza stagione, quindi...)


Capitolo: I

Anno:

Personaggi: Kurt Hummel, Blaine Anderson, Finn Hudson, Altri

Raiting: Verde

Genere: Commedia, Romantico, Fluff

 

 

Tutta colpa di Burrobirre e firewhiskey

 

La vita di Kurt Hummel, Grifondoro sedicenne un po’ sfigato, si era sempre trovata in un punto indeterminato tra il bizzarro ed il controverso.

Era stato per anni ridicolamente cotto di un Tassorosso spilungone e decisamente interessato alle ragazze, Finn Hudson, che dal quinto anno poteva vantare come semplice amico e fratellastro.

Ma, proprio come aveva detto suo padre il giorno delle nozze, “quando si chiude una porta, si apre un portone”: e così aveva conosciuto Blaine Anderson, stranamente basso e ridicolamente straordinario ed affascinante.

Grifondoro come lui, prefetto, caposcuola, Cercatore della squadra di Quidditch.

Perfetto.

E dato che la velocità di Kurt ad innamorarsi del primo belloccio che vedesse era pari a quella con cui Lumacorno era in grado di prendere tre chili nell’arco di una settimana, non era da sorprendere la rapidità con cui si era ritrovato a sbavare per quel ragazzo dai ricci scuri.

Lo stesso ragazzo che, ahimé, non era poi così perfetto come appariva.

Certo, conoscerne ed accettarne i difetti stava facendo in modo che la cotta platonica ed adolescenziale di Kurt si trasformasse in qualcosa di più, ma se c’era qualcosa di insopportabile in Blaine –ora suo fidato amico- era la sua passione sfrenata per l’alchool.

Bastava mettergli davanti qualche boccale di Burrobirra, ed era in grado di rimanere sbronzo nell’arco di pochi minuti –per questo, era definitivamente consigliabile tenerlo lontano dal firewhiskey.

Tuttavia, Kurt non avrebbe mai immaginato che tale problema potesse essere causa di tormento per lui.

 

 

 

<< Amico, non che sia un problema passare il tempo con te, ma dobbiamo sprecare l’uscita ad Hogsmeade proprio facendo shopping? >>

Kurt sospira, solleva lo sguardo verso il fratellastro e gli manda un’occhiataccia: << Volevi una scusa per scappare dalla coppia Faberry? Eccotela servita. >>

<< Fabe-che? >>

<< Faberry, Finn. Fabray e Berry. >> spiega Mercedes con tono scontato, chiedendosi come un tipo così poco sveglio possa attirare le attenzioni di così tante ragazze –e ragazzi, se considerava nell’insieme anche il suo migliore amico.- << Sbaglio o quelle due non ti danno tregua? >>

Finn fa spallucce, e rabbrividisce, non sa se per il freddo che porta con sé la neve di Dicembre o per il ricordo di quelle due. << Già. Non capisco se entrambe mi amino o mi odino. >>

Strano, di solito non parla agli altri delle sue faccende private –è abbastanza timido in queste cose-, ma forse la temperatura vertiginosamente bassa gli sblocca qualsiasi freno inibitore.

<< Odi et amo. >> aggiunge sapientemente Kurt. Allo sguardo interrogativo degli altri –nel gruppo, è l’unico ad essere un Nato Babbano e, comunque, ad avere un benché minimo interesse per la cultura-, si limita a liquidare velocemente la questione: << Niente, lasciate perdere. >>

Un sospiro dalla destra di Finn: << Merlino, ho voglia di spaccare la faccia a qualcuno. >>

Con aria scocciata, Kurt si sporge oltre quel gigante che è suo fratello, mandando un’occhiataccia al Grifondoro accanto a lui: << Si può sapere perché ci siamo portati appresso Puckerman? Non ho voglia di ritrovarmi in mezzo ad una rissa di trogloditi. >>

Finn guarda Puck con la coda dell’occhio, incerto.

<< Ha promesso che farà il bravo. >>

<< E da quando la sua parola è affidabile? >> sospira Mercedes, avvolta fieramente nella sua sciarpa rosso ed oro. Con Finn come intermediario, hanno imparato a conoscere e ad accettare Puck, è vero, ma la tensione tra i due –causa di una brevissima relazione finita male- è sempre tangibile.

<< Puckzilla mantiene sempre le sue promesse. >> dice il ragazzo, con una smorfia. << Questo, però, non toglie che abbia voglia di picchiare qualcuno. >>

Kurt sospira, con tutta la classe che solo lui può sforzarsi di accompagnare a qualsiasi cosa faccia.

<< Trattieni i tuoi istinti, Puckerman. Io e Finn dobbiamo concentrarci per le spese natalizie, e ciò di cui abbiamo meno bisogno è il doverti trattenere dall’assalire qualche primino innocente. >>

Mentre il ragazzo pronuncia queste parole, Puck si rivolge a Finn e apre e chiude più volte la bocca, come a voler sillabare: “g-a-y”.

Il Tassorosso si limita ad arrossire, non sapendo come comportarsi: sa che ormai Noah non lo fa più con cattiveria, ma certe volte si sente in dovere di difendere il suo fratellino anche da queste frecciatine.  Ma non gli va che Puck lo giudichi per questo.

<< Non preoccuparti, Hummel. Sono qui solo per fare da supporto a Finn e per comprare del firewhiskey da portare segretamente a scuola. >>

Mercedes lo guarda con disappunto: << Non ti è bastato far ubriacare Artie Abrams alla festa di Halloween? >>

Il Serpeverde reagisce con una risatina: << Quei Corvonero sono troppo composti, per i miei gusti. >>

<< Basta con le chiacchiere. >> li richiama Kurt, vagamente scocciato. Poi, ad un tratto, il suo viso s’illumina, batte le mani ed esulta con voce troppo acuta persino per i suoi standard.

<< Guardate, c’è Strachy&Sons! Entriamo? >>

 

 

Un’ora e qualche minuto d’inferno dopo, i quattro escono dal negozio con una quantità innumerevole di buste e con l’aria sfinita.

Eccezione per Kurt che, ovviamente, è entusiasta.

<< Decisamente fantastico, davvero di classe. >> dice tra sé e sé il ragazzo, sbirciando all’interno di una busta uno dei suoi acquisti.

<< Tesoro, non ti sembra di aver esagerato? >>

Kurt guarda l’amica con indignazione, mentre Finn aggiunge: << Ma non dovevamo comprare i regali di Natale per i nostri genitori? >>

<< Finn, non si deve mai perdere l’occasione per rinnovare il proprio guardaroba. >> esclama il ragazzo con disappunto.

<< Non capisco, >> esclama Puck, talmente stanco che in questo momento avrebbe solo voglia di buttarsi a faccia in giù sul manto innevato sotto di lui << Tanto a scuola indossiamo le divise. A che ti servono tutti questi vestiti? >>

<< … E’ proprio a causa della piaga dell’uniforme che tieni in mano una busta piena di spille e foulard.>> risponde il Grifondoro, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

L’altro alza le spalle: non gli va di inoltrarsi oltre negli incomprensibili ragionamenti di Kurt Hummel.

<< Andiamo a mangiare qualcosa? >> propone Finn, con un certo languerino.

<< Finn Hudson, pensi mai a qualcos’altro che non sia infilare qualsiasi schifezza all’interno del tuo stomaco? >> domanda Kurt, ben conoscendo le abitudini alimentari del fratello. Però, dinnanzi alla sua espressione sofferente, non può che cedere ed accettare la proposta. << D’accordo, ma provate a trascinarmi da Madama Piediburro e giuro che vi infilo dentro quelle dannate tazzine rosa. >>

<< Non possiamo andare ai Tre Manici di Scopa. >> aggiunge Finn, impallidendo << Ho sentito che anche Sam Evans si sarebbe visto lì con alcuni amici. >>

<< Il ragazzo nuovo? Che problemi hai con lui, Finn? >> domanda Mercedes, inarcando un sopracciglio.

“ A parte il fatto che tenta in continuazione di rubarmi il ruolo di capitano nella squadra e che io e la sua ragazza siamo terribilmente attratti l’uno dall’altra? ” pensa il ragazzo, ma questo preferisce tenerselo per sé.

<< No, niente. Andiamo dove preferite voi, d’accordo? >>

 

 

 

Qualche minuto dopo, ovviamente, si ritrovano da Mielandia.

Kurt sta aspettando fuori, ben avviluppato nel suo cappotto babbano: considerando che, a differenza di molti suoi coetanei, non ha la fortunata capacità di smaltire calorie ad una velocità impressionante, preferisce non farsi tentare da caramelle ipercaloriche.

Si allontana dal muro del negozietto, su cui aveva poggiato le spalle, e sbircia al di là della vetrina: può scorgere chiaramente Finn alla cassa, alle prese col calcolo dei galeoni da pagare, Mercedes aggirarsi nei pressi dei dolcetti più dannosi e Puck tentare di rubare una busta di gelatine Tuttigusti+1.

Sta ancora pensando quale dei tre necessiti più urgentemente del suo aiuto/rimprovero, quando qualcuno gli piomba alle spalle, buttandosi praticamente addosso a lui.

Si lascia scappare un urletto imbarazzante, e il suo cuore pare bloccarsi all’improvviso, mentre spalanca occhi e bocca.

Teme che sia Karofsky, giunto a regolare i conti, ma fin troppo presto si rende conto che il peso che gli incombe sulla spalla è troppo leggero per appartenere al robusto giocatore di Quidditch.

Ogni sforzo della sua immaginazione volto a identificare chi gli si è buttato addosso con la grazia di un troll si rivela inutile quando il suddetto pronuncia il suo nome con tono eccessivamente allegro.

<< Kurt, amico! Che bello vederti qui! >>

Il ragazzo non sa se sobbalzare o arrossire, non appena comprende di trovarsi corpo a corpo con Blaine Anderson.

Vorrebbe tanto dire che, data la vicinanza dei loro visi, è in grado di avvertire il dolce profumo di lui o il gradevole odore del suo dopobarba, ma tutto ciò che riesce a sentire è solo la puzza d’alchool.

<< Blaine! >> lo richiama con indignazione << Sono solo le cinque del pomeriggio, e sei ubriaco? >>

Il moro si stacca con difficoltà da lui, e fa spallucce, mentre incerto tenta di ritrovare l’equilibrio. << Ho bevuto la Burrobirra! >> dice, con un sorriso che gli va da un orecchio all’altro << E la Burrobirra è tanto buona, vero Wes? >>

Si guarda attorno per un momento, talmente brillo da notare che il suo amico non lo segue più da un pezzo, e che probabilmente è a marcire in qualche recondito angolo di Hogsmeade. << Wes? Wes! Weswesweswes- >>

<< Va bene, basta così! >> decreta frettolosamente Kurt, tappandogli la bocca con la mano e sperando che Blaine non sbavi sopra il suo guanto firmato. Nota con dolore che alcuni passanti hanno iniziato a fissarli con aria strana.

<< Amico, che succede? >>

Kurt si volta verso Finn, appena uscito dalla bottega, con una faccia talmente scocciata da rasentare l’ira più funesta: << Secondo te? >>

Il fratello strizza gli occhi marroni, il suo sguardo passa da lui a Blaine, e poi di nuovo a Kurt. Questi può quasi vedere ogni neuroncino del Tassorosso spremersi fino al midollo, infine Finn giunge ad una conclusione.

<< Oh. >> sì, decisamente brillante, << Di nuovo? >>

<< Già. >>

Puck, che è spuntato alle spalle di Finn dal tempo sufficiente per rendersi conto della situazione, ridacchia. << Merlino, e per fortuna che è Caposcuola. >>

Blaine solleva il viso arrossato e felice verso di lui: << Puckerman? >>

<< Sì, tappo? >>

Sul volto del Grifondoro più grande permane un sorriso inebetito e radioso. << Restituisci immediatamente tutto quello che hai rubato. >>

Gli angoli del ghigno di Puck si inclinano lentamente verso il basso. Poi balbetta una serie di imprecazioni poco raffinate, rinfilandosi nel negozio e lasciando il posto a Mercedes.

La ragazza guarda i tre con aria incuriosita: << Che succede? >>

<< Anderson ha di nuovo bevuto come una spugna. >> esclama Finn, con tranquillità. Infatti, nonostante l’aria da prefetto-perfetto che Blaine si è costruito a scuola, scene come quelle non sono poi così rare.

<< Non è che beva poi così tanto. >> sbuffa Kurt, protettivo << E’ solo che non si è ancora ficcato in testa di essere completamente astemio. >>

Sulle labbra si Mercedes si fa spazio un sogghigno: << Proprio come te, vero? >>

Il ragazzo arrossisce, memore della festa tra Grifondoro dell’anno scorso, in cui –in modi ancora a lui ignoti- è riuscito a farsi rincorrere da Azimio per tutta Hogwarts, giurare eterno amore a Brittany S.Pearce, vomitare sulle scarpette di Rachel Berry e farsi affatturare da Santana Lopez.

“ Magie del Firewhiskey.” pensa il ragazzo, con vergogna.

<< Ho imparato la lezione >> dice, cercando –invano, considerata l’aria divertita di Finn- di celare l’imbarazzo. Rivolge un’occhiata preoccupata a Blaine. Diamine, anche coi ricci scuri scompigliati e gli occhi lucidi, lo trova dannatamente attraente. << Comunque, sarà meglio riportarlo al castello. >>

<< Chi? >>

<< Blaine. >> risponde Mercedes al posto di Kurt, guardando Finn di traverso.

Nessuno si è reso conto che anche il Caposcuola sta osservando il Tassorosso con aria assente: << Mi porti a cavalluccio? >>

Gli occhi del diretto interessato si sgranano all’improvviso, mentre un forte rossore gli pervade le guance e viene raggiunto dall’occhiata assassina del fratellastro.

<< Eh? >>

<< Sei così alto! >> esclama il ragazzo, spalancando le braccia come a voler indicare le dimensioni dell’altro. << Voglio toccare il cielo. Il cielo è blu, mi piace. >> segue un momento di silenzio imbarazzato, durante il quale Blaine –data l’aria pensierosa- sembra riflettere a fondo su qualcosa.

Per quanto sia possibile riflettere su qualcosa quando si ha il cervello completamente incasinato dalla Burrobirra, ovviamente.

Il Caposcuola si volta verso Kurt, e lo guarda per un istante. Poi, con l’immutata espressione entusiasta dice: << Anche gli occhi di Kurt sono blu. >>

L’arrossire del Grifondoro è accompagnato dalle risatine di Finn e Mercedes, e dall’ingresso in scena di Puck, che li guarda tutti male. Blaine si limita a fissare un punto indistinto davanti a sé, l’aria ebete.

<< Allora? >> domanda Mercedes, incerta sul da farsi, << Che si fa? >>

<< Io vorrei trasformarmi in un elfo domestico. Così potrei girare senza scarpe. >>

Kurt e Finn si scambiano un’occhiata significativa.

<< Io andrei, che dite? >>

<< Avanti, Blaine, torniamo al castello prima che qualche insegnate ti veda. >>

Mentre i due l’affiancano, sul viso del Grifondoro appare un’espressione tra l’inebetito e lo stralunato, mentre osserva l’uno e poi l’altro. << Che forza. Siete fratelli. >>

Entrambi lo ignorano alla grande.

<< Come facciamo? Le carrozze arriveranno minimo tra un’ora! >>

<< Useremo qualche passaggio segreto. >> replica Finn, alzando le spalle, << Io e Puck ne abbiamo scoperti un bel po’ in questi anni >>

Noah lo guarda scioccato, l’indignazione ben visibile sul suo viso.

<< Sei pazzo? Vuoi portare un Caposcuola nei nostri passaggi segreti?! >>

Il Tassorosso gli rivolge un’occhiata significativa: << Avanti, Puck, guardalo. >> inizia, indicando col capo un Blaine completamente assorto a saltellare urlando ”Sono un’ippogrifo!” mentre Kurt e Mercedes cercano di calmarlo, << Credi davvero che domani si ricorderà qualcosa di questo pomeriggio? >>

Puck esita, scrutando Anderson con aria corrucciata. E’ incerto, ma si fida di Finn.

<< Ok, ci sto. Ma se dice qualcosa agli insegnanti, Pucksauros gliela farà pagare. >>

<< Pucksauros? Sembra il nome di un uccello. A lei piacciono gli uccelli, signorina? >>

Qualche attimo dopo, Mercedes sta cercando di convincere  una strega di mezz’età che quel Grifondoro poco educato non è un maniaco pervertito, e che non c’è nessun motivo per scagliargli contro una maledizione senza perdono.

Kurt sospira, guardando con stanchezza la signora allontanarsi.

<< Per favore, portiamolo via. >> aggiunge poi, con tono di supplica.

<< Già, >> commenta Puck, ancora titubante << Fatelo, prima che cambi idea. >>

Al suo tono imbronciato, il discutibile Caposcuola si volta verso di lui, e lo osserva con attenzione per un momento. Quando parla, la sua voce ha assunto un tono stranamente serio per qualsiasi ubriaco: << Puck? >>

<< …Sì? >>

Blaine inclina il capo, con un’espressione accigliata. << Ricordi quando ti ho detto di restituire tutto quello che hai rubato? >>

Il Serpeverde ha l’aria titubante: << Be’, , è stato solo cinque minuti fa. >>

<< Vedi, intendevo tutto. >> dice l’altro, serio in volto << Anche quel pacchetto di Api Frizzole. >>

<< …Merda. >>

 

 

 

 

<< Merlino, sarà anche basso, ma cavoli se pesa! >>

<< …Avanti, Finn, non fare il bambino. >>

Finn e Kurt si stanno dirigendo verso la Sala Comune dei Grifondoro, sostenendo Blaine, in mezzo a loro. La posizione è abbastanza scomoda per l’alto Tassorosso, che per farsi passare il braccio del Caposcuola sulle spalle, deve rimanere piegato verso il basso.

Hanno lasciato Puck e Mercedes , ritenendo inutile rovinare il pomeriggio a tutti quanti.

“Sperando che non si sbranino a vicenda” riflette Kurt, considerando che i rapporti tra i due non sono proprio idilliaci.

<< Bambino? >> esclama intanto Blaine, rifacendosi alle ultime parole dell’amico << Sei tu quello che sembra più bambino. Un bimbo carino e morbidoso. >>

Mentre il Grifondoro arrossisce –non sa se vergognarsi o sentirsi lusingato-, Blaine pronuncia quelle parole.

Quelle che, per Kurt, saranno motivo di tormento ed angoscia.

<< Mentre Finn, lui sì che è un uomo. Un uomo davvero sexy, a dirla tutta. >>

Gli occhi di Kurt si spalancano nello stesso istante in cui si apre la bocca di Finn, facendolo vagamente assomigliare ad un cosiddetto pesce lesso.

Mentre il Tassorosso –memore dell’omosessualità del Caposcuola e della propria e convinta preferenza per le donne- si allontana lentamente, tutto ciò che il fratello vorrebbe fare è iniziare ad urlare.

Dentro di lui si è appena rotto qualcosa, è come se un’incudine di una tonnellata gli sia appena precipitata in testa. L’unica cosa che lo trattiene da esternare in maniera plateale le proprie emozioni, è il timore di passare per una checca isterica.

Anche se, be’, in questo momento ci si avvicina molto. Ad essere una checca isterica, intendo.

Pertanto, il problema non si pone.

Schiude le labbra, non sapendo ancora se ne uscirà una risata esagerata od una serie di strilli disperati, quando una voce squillante, alle loro spalle, lo precede.

<< A-ah! Vi ho beccato, criminali! >>

I tre si voltano: Rachel Berry, nella sua divisa scolastica e con addosso discutibili collant verdi in tinta con la cravatta da Serpeverde, li squadra con attenzione. Ha i capelli scompigliati e il viso leggermente pallido, ma il suo sguardo è acceso e furioso come non mai.

<< Manca ancora un’ora al termine della gita! Come avete fatto a rientrare? >>

Kurt la guarda di sottecchi: << Tornatene a letto, Rachel. Hai la febbre. >>

<< Già, e questo è tutto un sogno. >>

Sia Rachel che il giovane Hummel si girano verso Finn, perplessi. Il fratello gli concede una pacca accondiscendete sulla spalla, mentre la ragazza non è d’altrettanta benevolenza. Infatti, si limita a rivolgergli un’occhiataccia: << Tu taci. Non parlo a chi mi vomita addosso il pudding che ho preparo con tanto amore. >>

Kurt, adesso, in qualità di ragazza onoraria, si sente in dovere di appoggiare l’amica, e rivolge al Tassorosso un’occhiata significativa.

L’altro alza le spalle: << Era davvero pessimo… Anche peggio della torta che Brittany ha preparato per il compleanno di Quinn. >>

Rachel, ora, è rossa di rabbia: << Perché con te si finisce sempre a parlare di Quinn?! >>

<< Che c’entra lei, adesso? >> protesta lui, scioccato.

La Serpeverde reagisce con uno sbuffo: << Bene, vorrà dire che leverò cinque punti ad ognuno di voi. Anche se Blaine è Caposcuola. >>

<< Rachel… >> inizia Kurt, inarcando un sopracciglio. In questo momento, preferisce non pensare alle parole equivoche dell’altro Grifondoro. << … comprendo che la tua instabilità mentale sia di grande stimolo alla tua immaginazione, ma vedi, non puoi levarci punti. Non sei nemmeno prefetto. >>

<< Solo perché gli insegnanti non mi apprezzano abbastanza. >> sostiene la ragazza, con aria orgogliosamente risaputa.

In effetti, Rachel ha un’ottima condotta ed un’eccellente media scolastica, e tuttavia persino i professori la considerano irritante. << Comunque, troverò il modo di farvi punire. >>

Finn avanza verso di lei, incerto. Vorrebbe tentare di porre rimedio all’ennesimo litigio dovuto all’ennesima stupidaggine, ma la Serpeverde ha la testa dura, e un orgoglio ancora più saldo.

<< Avanti, Rach… >>

<< Non chiamarmi così, infame! >>

Mentre i due iniziano il battibecco che potrebbe portare alla prevedibile e consueta riconciliazione, o all’ugualmente probabile morte prematura di Finn, Kurt sospira e –sempre sostenendo Blaine- ne approfitta per tagliare la corda.

Lasciandosi alle spalle le voci concitate della coppietta, si dirige con il ragazzo di cui è segretamente innamorato verso il settimo piano. Mentre l’altro intona una canzoncina riguardante calderoni e gnomi zoppi, Kurt lo osserva.

Osserva i suoi capelli scuri, i ricci ribelli che l’altro si ostina a intrappolare in quintali di gel.

Osserva i lineamenti diritti, il naso e le sopracciglia un po’ pronunciati, e quegli occhi dal colore indefinito, che lui trova bellissimi.

 

“Mentre Finn, lui sì che è un uomo. Un uomo davvero sexy, davvero.”

 

Al solo ripensarci, si sente male.

Una parte di lui, vorrebbe semplicemente buttare Blaine giù dalle scale, deve ammetterlo.

La morte implorata dall’altra voce della sua coscienza, invece, è la propria.

Forse è sciocco, o forse no, fatto sta che si sente tremendamente ferito, ed umiliato. Gli ormoni del ragazzo per cui sbava come uno scemo dall’anno scorso ritengono sexy suo fratello –ETERO- e non lui.

Quelle parole sono rimaste impresse nella sua mente.

“Bimbo carino e morbidoso”.

Agli occhi di Blaine, non è altro che un bambino. Tenero e dolce, magari, ma chi avrebbe mai intenzione di iniziare un relazione romantica con un poppante?

<< Parola d’ordine? >>

<< Grugnocorto svedese. >> risponde Kurt, mentre il ritratto della Signora Grassa si apre per lasciarli passare.

Il ragazzo si guarda attorno: la Sala Comune, a differenza di ciò che si aspettava, non è vuota, bensì occupata da qualche studente dei primi anni. Sbuffa, realizzando che il suo piano di abbandonare Blaine e la sua sbronza su un divanetto è appena andato in fumo. Stizzito, si decide a portarlo a letto, trascinandolo poco delicatamente con sé per le scale che portano al dormitorio maschile.

Blaine divide la stanza con Wes, David e Jeff, ma Kurt non si cura di quale sia il suo letto, e lo scarica in malo modo sul primo che gli capita.

Lo degna di un’occhiata: il Caposcuola giace, a pancia all’aria, sul letto con metà busto, le gambe sono piegate verso il pavimento, su cui poggia le scarpe ancora sporche di neve.

Kurt vorrebbe andarsene, risentito, ma è più forte di lui; infastidito per ciò che sta per fare, si riavvicina al letto e solleva le gambe dell’amico, raddrizzandogliele sul letto dal piumone scarlatto. Blaine lo fissa con una strana espressione, consistente in un sorriso tanto ebete quanto indecifrabile. L’altro sbuffa, si china ai piedi del letto, e riluttante gli sfila con rabbia gli scarponi, tirandoli via dai piedi con più forza del necessario.

Getta quella calzature inguardabili in un angolo e, ancora inginocchiato per terra, scruta con odio il sorriso compiaciuto del Caposcuola.

<< Avrei dovuto lasciarti ad Hogsmeade, in modo che dei poveri vermi affamati potessero ricavare nutrimento dai tuoi resti da sbronzo suicida. >>

<< Adoro il tuo sarcasmo, >> dice l’altro, con sincerità, << Anche se il più delle volte non riesco a seguirti. >>

Sono parole benevole, tuttavia Kurt si sente ancora ferito.

China lo sguardo, con gli occhi lucidi: << Ti odio. >>

Nello stesso istante in cui pronuncia tali parole, ne riconosce la falsità. Casomai, è esattamente il contrario: ama Blaine in maniera ridicolamente spropositata, ne è consapevole.

Sul viso dell’altro –ora un po’ più lucido- appare un’espressione dispiaciuta: << Ehi. >>

Kurt si limita a sollevare appena lo sguardo. 

<< Che c’è? >>

<< Vieni qui. >> dice Blaine, dando qualche leggero colpetto sul materasso con la mano, invitando l’amico a sdraiarsi accanto a sé.

<< Scordatelo. >> sbuffa il più giovane << Non permetterò che il tuo feto d’alcool contamini il profumo della mia acqua di colonia. >> poi, abbassa nuovamente il capo, e borbotta quasi tra sé e sé: << D’altronde, puoi sempre rivolgerti a Finn, data la tua preferenza nei suoi confronti. >>

Blaine, vedendolo così imbronciato, sorride con tenerezza.

<< Che patatino. Sei davvero la cosa più adorabile che abbia mai visto. >>

<< Blaine. >> sospira l’altro, con fermezza. Vuole mettere le cose in chiaro. << Devi smetterla di confondermi in questo modo. Non puoi continuare a rivolgermi… apprezzamenti simili, e poi andare a sbavare per i muscoli del mio fratellastro. >>

<< Finn non ha muscoli. Evans ha muscoli. Che figo. >> esclama il Caposcuola, sognante. << Però Finn è più alto. >>

<< Blaine… >> geme l’altro Grifondoro, con tono addolorato.

Il ragazzo sbuffa, ed assume un’espressione imbronciata degna di un marmocchio di cinque anni. Kurt nota con orrore come la Burrobirra sia in grado di far perdere anche agli individui più composti ogni traccia di dignità.

<< Non capisco, Kurt. Tengo molto a te, e penso che tu sia carino. Perché non posso dirtelo? >>

L’altro chiude gli occhi, cercando di non arrossire per il “carino”.

<< Perché, >> inizia, a fatica, << Perché non puoi rivolgerti con questi termini ad un amico. A meno che io per te non rappresenti solo una sorta di bambinetto da accudire, ovviamente. >>

Solleva gli occhi celesti verso quelli più scuri di Blaine.

Il Caposcuola ha un’aria confusa, sul suo viso è facilmente visibile lo smarrimento, ma Kurt è irremovibile.

Vuole essere franco, diretto e, soprattutto, è stufo dell’atteggiamento contraddittorio di Blaine. Per una volta, pretende di sapere che gli passa per la testa.

<< Blaine… >>

Al suo richiamo, il ragazzo si solleva sui gomiti, e lo guarda. I loro visi sono pericolosamente vicini.

Il tono di Kurt è fermo: << Blaine, cosa rappresento io per te? >>

L’altro rimane immobile, in silenzio. China il capo, e dallo sguardo spento si capisce che sta pensando.

Kurt attende, in ansia. L’adrenalina di poco prima, mossa dalla rabbia e dalla frustrazione, ora sta solo lasciando spazio ad una fastidiosa sensazione  di preoccupazione.

<< Per me sei speciale, Kurt. >> dice il ragazzo, chinandosi verso di lui.

Kurt trattiene il respiro.

I loro volti sono talmente vicini che per un attimo crede che Blaine lo stia per baciare.

Invece, il giovane si limita ad avvicinare labbra al suo viso, e a sussurrargli qualcosa all’orecchio.

Un attimo dopo, si è addormentato sulla sua spalla.

 

 

***

 

 

 

E’ mattina, e nonostante sia inverno inoltrato, il sole entra dalle vetrata e riscalda tiepidamente la Biblioteca.

Quinn solleva lo sguardo dal libro di Erbologia davanti a lei, stupita.

La spilla da prefetto brilla sopra la sua divisa da Corvonero.

<< E quindi, avete trasportato Anderson fino al castello senza che la Sylvester si accorgesse di niente? >>

<< Esatto. >> risponde Kurt, dall’altra parte del tavolo in noce << A quanto pare, era impegnata a cercare una fattura lisciante per i capelli di Shuester. >>

 << Siete stati fortunati. >> commenta la bionda << E com’è finita? >>

Kurt fa spallucce: << Ho lasciato Blaine nel suo dormitorio. Era talmente ubriaco che dubito si ricorderà qualcosa. >>

Quinn scuote le testa, i boccoli biondo miele le danzano davanti al viso.

<< Cosa da pazzi. >> sospira la ragazza.

Mercedes, accanto a lei, ride. << Sai che se Rachel ci vedesse insieme a te non ci rivolgerebbe più la parola, vero? >>

<< Giusto, >> aggiunge Kurt, << E’ da un po’ di tempo che crede che tu abbia qualche tresca clandestina con Finn. >>

<< Come se tu fossi ancora interessata a lui… >>

Quinn abbassa lo sguardo.

<< … Già. Che sciocchezza. >> dice, incerta, << Ed è finita così? >> aggiunge poi, rivolgendosi al Grifondoro.

Questi la guarda con aria confusa.

<< Con Anderson, intendo. >>

<< Ah, ehm, sì. >> s’affretta a rispondere lui, sentendosi avvampare. Percepisce l’improvviso scetticismo di Quinn e Mercedes; la prima è sveglia, mentre l’altra lo conosce fin troppo bene: sanno che nasconde loro qualcosa.

<< Scusate, >> improvvisa sul momento, alzandosi di scatto dalla sedia e iniziando a raccogliere le sue cose. Le butta disordinatamente nella sua borsa. << Devo tornare un attimo nel mio dormitorio, mi sono scordato di fare i miei riti di esfoliazione mattutini. >>

<< Ma se Trent dice che hai passato un’ora chiuso in bagno, stamattina! >> protesta Mercedes, guardandolo allontanarsi.

Kurt non si volta, ma alza una mano in segno di saluto: << Ci vediamo in Sala Grande! >>

E così dicendo, se ne va.

Mercedes e Quinn si scambiano uno sguardo incredulo, e si limitano a sollevare le spalle.

 

 

 

 

 

Kurt procede da solo per i corridoi.

Si sente incredibilmente sereno, in pace con sé stesso.

Chiude gli occhi, e ripensa a cosa Blaine gli ha detto la sera prima.

Sorride.

 

 

<< Per me, Kurt, sei la persona più importante. Ti voglio bene. >>

 

  
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