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Autore: janeddy    06/12/2011    0 recensioni
Questa è la storia di una ragazza, Catherine, che abita una piccola cittadina a pochi chilometri da Sheffield, la cui madre è in prigione e che riuscirà a tenere in contatto solo attraverso delle lettere, dove racconta una realtà completamente diversa da ciò che è veramente la sua vita. Kate vive insieme al padre, sempre fuori per lavoro, e al fratello, Alexander, che trascorre le sue giornate nella casa dei nonni al piano superiore del palazzo. Catherine si ritrova sempre sola dentro la sua abitazione o fuori, con amicizie sgradevoli e l'incapacità di creare un vero rapporto. Ma la sua vita avrà una svolta positiva da quando riceverò una telefonata inaspettata. La sua vita cambierà notevolmente.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cara mamma, inizio la mia lettera dicendoti che va tutto alla grande. Tra una settimana è il mio compleanno ma è inutile che te lo dica, sicuramente lo ricorderai. Ho deciso di fare una mega-festa con tutti i miei amici: Emily, Jane, Lizzy, Emma, Edward, Luke, Nick e tutti gli altri. A scuola è tutto ok, la prof di chimica è molto soddisfatta, dice che sto migliorando e lo stesso a mate. Tu come te la passi? Hai trovato qualcuno con cui trascorrere i nove anni e sette mesi che ti restano? Sono sicura di sì, sei fantastica...Sai che il papà ha avuto un aumento!? Già, quando ce lo ha detto abbiamo saltato di gioia. Così mi potrà finalmente comprare il computer nuovo. Ad Alex è caduto il primo dentino, dovevi vedere come piangeva, poverino; ti ricordi quando è caduto a me e tu sei corsa a chiamare il papà perché ti faceva impressione? Che ridicola! E io invece non feci un frizzo, lo risputai, vi mostrai il mio sorriso ormai a trentacinque denti e saltellando corsi a farlo vedere alla nonna. Che ridere! Beh, per ora è tutto. A presto, ti voglio bene e non vedo l'ora che tu esca. Ora lascio che anche Alex scriva un paio di righe. Un bacio. Tua Catherine. Ciao mama, lo sai ce mi e caduto un dente?! E' belisimo ma e stato un po doloroso e ora o una finestra gigante. La nona a deto che sono un uomo ormai, lo pensi ance tu? Quando torni a casa, mama? Baci baci. Alexander. _____________________________________________________________________________________________________________________________ Diedi un bacio a mio fratello e lo rispedii in camera sua. Ormai erano cinque mesi che la mamma era in prigione. Le avevano dato dieci anni. Ma ovviamente l'avevano incastrata, non è stata colpa sua. L'hanno accusata di un crimine che non ha commesso. Spaccio. Come possono credere che mia padre spacci. E il furto di cui l'hanno incolpata?! Lei mi ha raccontato che era una degli ostaggi che hanno assistito alla rapina e l'hanno scambiata per la ladra. Ridicolo! Come possono mettere dietro le sbarre una persona senza prove e che è sicuramente innocente. Perché lo è. Io le credo. Premetti il tasto invio e spensi il computer. Mi alzai lentamente e andai a bere un bicchiere d'acqua. Il mio sguardo si soffermò su di un mobile in corridoio che alla mamma non era mai piaciuto, ma che il papà non voleva buttare dato che apparteneva alla sua famiglia da generazioni. Improvvisamente da quell'abominio di cianfrusaglie cadde un CD di Bob Marley che il papà adorava perchè gli ricordava “i vecchi tempi”. Lo raccolsi. Nessuno si era mai preso la briga di completare quella libreria aggiungendovi gli sportelli, e le sue viscere si offrivano inermi agli sguardi inquisitori, tranne la dove erano protette da una struttura di legno oberata da ogni genere di diavolerie. Lo riposai con cautela e entrata in cucina, presi un bicchiere di coca cola, un pacchetto di Pringols rice and onion, mi gettai di tonfo sul divano e accesi la tv. Davano Titanic. Cambiai canale, mi piaceva quel tipo di film, ma l'avevo visto fin troppe volte e non era il momento. Tg. Cambia. Documentario sullo squalo bianco. Cambia. Tom e Jerry. Cambia. “Finalmente, la giovine, voltato il canale, e drizzando, com'era solita, lo sguardo alla tv, vide una cosa che non s'aspettava, ma che avrebbe voluto vedere.” Ovviamente ciò che mi ritrovai di fronte non aveva nulla a che fare con le avventure di Renzo e Lucia, ma sicuramente era di gran lunga più interessante. Sheldon Couper mi si stagliò davanti con un “Bazinga” da brividi. La mia vita finalmente aveva un senso. Big Bang Teory è il telefilm che io preferisco in assoluto, ora, niente a che vedere con i Simpson, si intende, che con le loro quattro dita gialle si guadagnano il primo posto in classifica, ma lo adoro. Trascorsi metà del mio sabato pomeriggio distesa sul divano a sgranocchiare schifezze e a satollarmi di bibite gassate. Mi dedicai alla dolce venerazione del mio soffice divano coperto da un'avvolgente coperta di pile e alla delicata occupazione dell'ozio. Da dietro di me la tv si spense in un sonoro clic senza ripensamenti. Accennai un -Heeeiii!- senza speranza, ormai rassegnata all'idea di dover ritirarmi nell'oscurità della mia umile camera da letto e di subire un'accesa ramanzina post-colloquiale da parte del “Grande Padre”.-Kate, apparecchia, stasera toast.- Il suo tono di disperata rassegnazione mi fece quasi pena. Mi alzai in fretta, raccolsi la moltitudine di patatine cadute sul divano, e, prendendo il bicchiere vuoto sussurrai un flebile -Certo, papi.- Sapevo già quali erano i risultati del colloquio: ottimi voti in inglese e arte, il minimo indispensabile in storia e spagnolo, pessimi risultati in chimica e matematica. E mio padre era uno pseudo-scienziato che si spacciava per veterinario. Accesi la radio per spegnere un po' quell'atmosfera gelida. Bob Marley cantava “...everything's gonna be alright, no woman no cry, no woman no cry, I seh little darlin don't shed no tears, no woman no cry...”. Era la canzone preferita di papà perché gli ricordava la mamma, ma lui continuava muto a imbottire quelle due povere fette di pane di salame e sottilette. Mi dissi che forse non aveva avuto tempo di andare al colloquio, magari un cane si era ingoiato un apolpetta avvelenata e lui aveva cercato invano di salvagli la vita. Ma no, infatti eccolo all'attacco.-Catherine Wilson, quattro in chimica, eh?!-.-Ma nove in arte!- tentai.-Si ma anche cinque in matematica-.-...E otto in inglese...-.-Basta Kate, so tutti i tuoi voti, belli o brutti che siano. So che da quando la mamma non è più qui, è tutto più complicato ma...-.-Non mettere in mezzo la mamma, è tutta colpa mia, lei non c'entra nulla e quindi non accusarla di ciò di cui non è colpevole come hanno fatto loro!-.-D'accordo, tesoro, come vuoi, ma sai anche tu che non basta avere ottimi voti in alcune materie quando in altre non raggiungi lontanamente la sufficienza. E' irrazionale e immaturo e la scuola sta finendo e rischierai di essere bocciata!-.-Papà io credo di essere fin troppo matura...ora vado in camera che mi suona il telefono.- Corsi in camera sentendo il bruciore delle lascrime scorrermi lungo le guance. Odio subire delle ramanzine ma ancor di più piangere davanti a qalcuno. Ispirai velocemente e risposi di scatto senza neanche guardare chi fosse. -Catherine Wilson, della Filwood High School?-.-Sì, sono io, ma...con chi parlo?-.-William Carter della TAM, Theater Art Music School. Lo scorso anno eravamo presenti al suo esordio con la Filwood nel dramma “Romeo e Giulietta” e la sua interpretazione della giovane fanciulla ci ha affascinato-.-C..cosa?! Er..eravate al mio spettacolo?!? E o..ora cosa volete da me?-.-Beh, in effetti volevamo offrirle una borsa di studio nella nostra scuola di Edimburgo. Ovviamente non deve rispondere immediatamente. Ne parli con i suoi genitori. Può richiamare al numero con cui l'ho contattata. Cosa ne pensa?-.-C...cosa ne penso?!-.-Beh, vabbe, insomma ci faccia sapere al più presto. Arrivederci e buona notte.-.-A...arrivederci e g..gr..grazie!- Con un misto di incredulità e sorpresa attaccai il ricevitore e mi buttai sul letto. Una borsa di studio alla TAM!!! Mi rialzai, corsi in salotto, aprii la porta che dava sulle scale e le imboccai correndo diretta verso la casa dei nonni.
  
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