“Jared…”.
“Cosa vuoi?” rispondo secco.
“Non ti volti nemmeno a salutarmi?”.
“Non voglio vedere il volto di un traditore” gli dico con fermezza e le mie lacrime si fanno spazio nei miei occhi, il mio cuore si è fermato.
Sto morendo.
“Non piangere ti prego…” mi dice lui, perché ha imparato a riconoscere la mia voce tra mille e sa qual è il mio tono quando sono arrabbiato e chiaramente non è lo stesso di quello che ho adesso.
“Ma chi piange!” tiro su col naso.
“Ti ricorderò sempre, lo sai vero?E non salire più sull’impalcatura del palcoscenico che fai preoccupare tutti”.
Perché mi dice questo? Perché adesso cerca di fare l’amico? Perché te ne stai andando via da me Matt? Perché mi stai spezzando il cuore?
Ho paura. Ho paura di non riuscire più a cantare se non sono accompagnato dal tuo basso che crea la base perfetta per la mia voce sensuale e voluttuosa, ho paura di non riuscire più ad amare nessuno per colpa tua, ho paura! Ho paura come un bambino la prima notte che dorme da solo nella sua stanza e implora la compagnia della sua mamma mentre io imploro te di restare qui, con me. E’ questo il tuo posto.
“Sai che dipenderò sempre dalla tua musica vero Jared? Continuerò ad ascoltare i 30 seconds to Mars e a fare il tifo per te però ti prego non piangere per me…”
Troppo tardi Matt, è tardi per tutto, è tardi per noi o forse non è stato mai il tempo giusto per noi, è tardi per impedirti di sposarti e soprattutto è tardi per distoglierti dal pensiero e dall’amore anormale che provi nei confronti della famiglia che vuoi costruirti.
“Oh ti prego Matt”, faccio una pausa rimanendo girato, perché non ho il coraggio di voltarmi e vederti andare via: il mio peggiore incubo negli ultimi mesi, “Non fare il bugiardo, sappiamo tutti qui che tu hai deciso di andartene dalla band per il tuo egoismo”. Non è vero. Sono stato io stesso a dirglielo e infilargli questo fottuto pensiero nella sua testa e mi maledico per questo.
“Sai benissimo che non avrebbe avuto senso suonare per te in queste condizioni” parli. Parli da solo con la mia schiena e io non riesco a sentire il mio pensiero perché faccio fatica a respirare.
E io in questi anni ho parlato con me stesso? In quelle discussioni con te, in quei gesti, coi miei baci i miei abbracci davvero non sono riuscito a mostrarti tutto il mio affetto?
Non voglio ascoltare il suono di quei passi per l’ultima volta, non voglio sentire un suo “addio” superfluo.
“Jared…”.
“Vattene via silenziosamente per favore, Matt” le mie lacrime hanno ormai invaso i miei occhi: non riesco più a vedere nulla.
“Sii felice Jey” mi stringi i fianchi e il tuo profumo invade tutte le mie narici, non voglio provare tutto questo, non voglio simulare sorrisi e dire “Va tutto bene” al mondo quando in realtà non è così.
Perché non hai scelto me?
Perché sei stato così egoista?
“Sai che per i tuoi occhi così dolci e così cristallini posso solo stare male, so che me ne pentirò ogni giorno di questa decisione però spero che tu possa stare bene” ti distacchi da me, lasci il mio corpo e lasci me, da solo, senza nessuno e te ne vai.
Te ne vai lontano verso una nuova avventura, te ne vai silenzioso e triste.
E rimango qui, bloccato, catapultato in una nuova realtà e in una nuova vita senza di te.
E lasci noi, i 30 seconds to Mars e lasci il tuo posto da bassista e chi ti rimpiazzerà? Chi riempirà quel vuoto che hai creato nella band? Chi riempirà questo vuoto nel mio cuore? Chi mi cullerà dai miei incubi? Chi accontenterà tutti i miei capricci?
Cosa ne sarà di me adesso?
La gente mi abbandona sempre e la mia coscienza non può che chiedersi una cosa: “Sono le persone che se ne vanno via o è Jared che le fa scappare?”, tutte le persone care mi hanno sempre abbandonato,a partire da mio padre perché tutti mi abbandonano e mi lasciano? Cosa non va bene in me? Che qualcuno me lo dica, cazzo!
Ho bisogno del tuo abbraccio! Ho bisogno di stringerti a me e guardarti negli occhi per l’ultima volta: voglio fare un ultimo tentativo forse ci riesco. Mi volto e vedo solo la porta aperta e la stanza vuota, lascio cadere le mie braccia lungo i miei fianchi.
Sono solo ancora una volta.
Mi sento un albero in inverno, solitario e morto, senza le sue foglie e il suo sole invece tu sei entrato nella mia vita come un raggio di sole in una grigia giornata d'autunno, hai spazzato via con il tuo respiro le nubi della mia tristezza, angelo travestito da uomo, volato lontano da me per sempre resterai nel profondo della mia essenza. Adesso solo le tenebre potranno cullarmi o forse nemmeno quelle, sono vuoto, non ho nulla tra le mani per cui valga la pena lottare.
Sono morto.