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Autore: Jane79    07/12/2011    5 recensioni
Sola nel palazzo vuoto, davanti al fuoco quasi spento, aspettava il ritorno dell'amico.
Lo sguardo fisso sull'orologio.
Il tempo che le sembrava non passare mai.
Non capiva a cosa erano dovute le lacrime che poco prima aveva versato.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si stava guardando allo specchio da un po' ma proprio non riusciva a riconoscersi.

Le sembrava così strano quel riflesso che vedeva di fronte a se. 

 

Allungò la mano e la donna dall'altra parte, imitando il suo movimento, sfiorò le sue dita. 

La vedeva sorridere, un sorriso leggermente sfacciato e malizioso.

 

***

 

Era sempre stata una donna che vestiva da uomo mentre ora era travestita da donna.

 

Si, travestita era il termine esatto per descriverla in quella sera.

 

Indossava un vestito rosso che si addiceva più ad una contadina che a una nobildonna. 

I biondi capelli erano nascosti da una parrucca anch'essa rossa.

 

Aveva scelto quel colore perché qualcuno anni prima le aveva detto che rosso è il colore dell'amore e della passione.

Ed era la passione che cercava quella sera.

 

***

 

Erano molte settimane che la ragazza vedeva il suo attendente uscire la sera tardi a cavallo diretto a Parigi.

 

La sera precedente, in seguito a numerose riflessioni, aveva deciso di seguirlo. 

L'aveva lasciato andare avanti e senza essere vista l'aveva seguito cavalcando veloce nella notte buia.

 

André si era fermato davanti ad un'osteria

"La Bonne Table" lesse sull'insegna appesa sopra la porta.

 

Entrò velocemente nel locale, un mantello le celava in parte il viso. 

Non voleva rischiare di essere riconosciuta.

 

Non appena fu nel locale un gruppo di ragazze, probabilmente delle prostitute, provarono ad avvicinarla. 

Come tutti l'avevano scambiata per un uomo.

 

Sedette ad un tavolo e ordino una birra, avrebbe preferito un buon bicchiere di vino ma probabilmente in quella bettola non l'avrebbe trovato.

 

Cercò Andre con lo sguardo. 

Dopo pochi minuto lo individuò.

 

Era seduto al bancone con un altro ragazzo dai capelli scuri che teneva una donna sulle ginocchia. 

La giovane aveva una scollatura che mostrava il seno più che nasconderlo.

 

L'educazione impartitale da sempre la portò a provare un senso di disgusto osservando la ragazza che era intenta a civettare con André e il suo amichetto.

 

Non poteva credere ai suoi occhi. 

La giovane si era spostata tra le braccia di Andre' che era arrossito e aveva abbassato lo sguardo. 

 

Non poteva sopportare oltre.

 

Era scattata in piedi, aveva pagato il conto ed era rientrata a palazzo.

Mentre cavalcava sentiva sulle guance calde lacrime che venivano spazzate via dal vento gelido.

 

***

 

Sola nel palazzo vuoto, davanti al fuoco quasi spento, aspettava il ritorno dell'amico.

Lo sguardo fisso sull'orologio. 

Il tempo che le sembrava non passare mai.

Non capiva a cosa erano dovute le lacrime che poco prima aveva versato.

 

Sentì la porta aprirsi e finse di dormire sulla piccola poltrona che utilizzava spesso la sera per leggere.

Tutto lasciava credere che si fosse addormentata durante la lettura.

 

André un po' barcollante la raggiunse, raccolse il libro dalle gambe della ragazza, lo chiuse e poggiò su un tavolino.

La prese tra le braccia, diretto alla sua camera.

 

Non aveva il profumo familiare che tanto le piaceva.

Puzzava di birra e profumo scadente da donna. 

Non riusciva a crederci.

"Che hai fatto stasera Andre?" riuscì a chiedersi cercando di non far notare al ragazzo che in realtà non stava dormendo.

 

Il ragazzo barcollava salendo le scale ma riuscirono ad arrivare alla camera. 

Aprì la porta e raggiunse il letto dove la adagiò. 

Le tolse gli stivali e la coprì con la coperta perché non prendesse freddo.

 

Anche se non del tutto sobrio riusciva comunque a preoccuparsi per lei.

 

Si avvicinò, le sposto i capelli dal viso che carezzò con delicatezza per non svegliarla. 

Prima di andarsene poggiò le labbra sulle sue.

 

Oscar dovette trattenersi per stare immobile e non rispondere a quel bacio. 

Quelle labbra erano morbide e vellutate ma lasciavano intendere che aveva bevuto. 

 

André si allontanò continuando a barcollare e si chiuse la porta alle spalle.

 

Oscar si portò a sedette sul letto e si sfiorò le labbra con la punta delle dita. 

Le sembrava di sentire ancora quelle di lui premute sulle sue.

 

In quel momento prese una decisione: non avrebbe lasciato André tra le grinfie di quelle sgualdrine da quattro soldi!

 

***

 

Aveva prenotato una stanza alla "Bonne Table". 

Se tutto sarebbe andato secondo i suoi piani quella notte l'avrebbe trascorsa con André.

 

Quel pomeriggio aveva comprato un vestito da donna ed alcuni trucchi in un piccolo negozio di Parigi. 

Come tocco finale la parrucca. 

 

Sperava che in questo modo l'amico non l'avrebbe riconosciuta.

 

Si era chiusa in quella piccola stanza arredata in maniera molto semplice. 

Ci aveva messo un po' per abituarsi all'odore di chiuso che vi regnava. Chiunque altro non se ne sarebbe accorto ma lei, abituata a grandi stanze con grandi finestre che venivano sempre aperte per cambiare l'aria, non aveva potuto farne a meno.

 

Ci aveva messo più tempo del previsto per prepararsi ma ora era pronta e si specchiava soddisfatta allo specchio a muro della stanza.

Completò l'opera con un po' di profumo e raccolse un ventaglio con il quale coprì parte del viso lasciando visibili solo i grandi occhi azzurri.

 

Notre Dame aveva appena battuto le dieci. 

Oscar scese le scale. 

Sapeva che avrebbe trovato André.

 

Si voltarono tutti a guardarla. Aveva un fascino e un portamento che le altre donne presenti potevano solo invidiare.

 

Sedette ad un tavolo da sola. 

Molti uomini le si avvicinarono chiedendo il permesso di farle compagnia ma lei educatamente rifiutava.

Forse aveva esagerato con la scollatura. 

Non aveva mai notato che sotto le fasce che portava quando indossava l'uniforme si celava uno splendido corpo da donna.

 

André entro nel locale con l'amico.

Non era la prima osteria alla quale si fermavano lo si capiva guardandoli negli occhi.

 

Alain spalancò la bocca, afferrò il viso dell'amico con una mano e lo costrinse a voltare gli occhi verso una splendida ragazza che sedeva sola al centro del locale. 

"Vedi quel bocconcino laggiù? Bene è la mia preda per questa sera! Non che con te ci sia pericolo, non vuoi mai nessuna, ma a scanso di equivoci meglio chiarire le cose fin da ora!"

 

Oscar lo vide. 

Iniziò a giocare con il ventaglio che copriva un sorriso malizioso.

 

I due ragazzi la fissavano rapiti. 

"Il gioco e' fatto" si disse voltando lo sguardo dopo averli stuzzicati un po'.

 

Non ci volle molto perché i due si avvicinassero. 

Si sedettero senza chiedere nemmeno il permesso.

Oscar si voltò verso di loro fingendosi infastidita "Nessuno vi ha insegnato le buone maniere signori?"

L'amico di Andre, più coraggioso e maleducato, prese la parola "Mi chiamo Alain, e questo è il mio amico André…e voi come vi chiamate Madame?".

La ragazza stava già cercando un modo per liberarsi di lui.

"Isabelle, monsieur" cercò con lo sguardo quello di André. 

"Alain giusto?" chiese svogluatamente spostando lo sguardo sul ragazzo.

"Esatto Isabelle" era convinto di aver fatto centro, che illuso.

"Ho sete, andate a prendermi da bere" sapeva come dare ordini ad un uomo, la cosa le riusciva bene da sempre.

Con grande sorpresa di André, Alain si era alzato e si stava dirigendo al bancone.

 

"Una donna che comanda…deve essere mia! Voglio vedere come da gli ordini in camera da letto…deve essere focosa la rossa!" pensò mentre aspettava di ordinare.

 

Oscar approfitto dell'assenza di Alain per spostarsi sulla sedia vuota vicino ad André.

"Allora André, spero che il tuo amico non torni molto in fretta" chiuse il ventaglio scoprendo le carnose labbra colorate di rosso. 

Sorrise e cercò con lo sguardo quello di Andre che la guardava con un'espressione leggermente smarrita. 

Alla fine il ragazzo sorrise e avvicinò la sedia a quella di lei. 

Improvvisamente si era fatto più audace.

 

Alain dal bancone osservò la scena e decise che per una volta avrebbe ceduto la preda ad un altro cacciatore…a malincuore perché quella donna era favolosa. 

Sicuramente sarebbe stata un'ottima insegnante per l'amico che ancora non aveva conosciuto una donna.

 

"Converrete con me Madame che quest'abito e un po' troppo scollato" disse sorridendole malizioso mentre avvicinava una mano per sollevare di qualche millimetro l'abito.

Al contatto della mano di André che le sfiorava leggermente il seno Oscar fu percorsa da un brivido di piacere, dischiuse leggermente le labbra.

Il ragazzo dal canto suo sapeva cosa fare, aveva avuto un ottimo insegnante che aveva osservato per quasi un mese. 

Era giunto il momento di mettere in pratica quanto imparato.

 

Avvicinò la bocca al collo della ragazza, i capelli raccolti sulla nuca lo lasciavano scoperto.

Il ragazzo tracciò il contorno di quello splendido collo con la lingua e quando giunse vicino al lobo dell'orecchio lo stuzzicò con le labbra.

Oscar fu percorsa da un nuovo brivido di piacere. 

Se amare era peccato voleva diventare subito peccatrice.

"Cosa ne dite di fare un giro madame" si allontanò per guardarla negli occhi.

Oscar trovo un'audacia che non credeva di possedere "Ho una stanza al piano di sopra monsieur" riuscì a dire.

André si sollevò dalla sedia e prendendola per un braccio salì le scale velocemente trascinandola con se.

 

La baciò davanti alla porta seguendo le istruzioni di Alain. 

La lingua tracciava il contorno di quelle labbra scarlatte per poi invitare le labbra di lei a schiudersi.

Oscar cercava nel frattempo la chiave rispondendo a quei baci non proprio casti.

 

Si voltò, dando le spalle al ragazzo, ed infilo la chiave nella toppa tremando. 

Ora aveva paura di quello che l'avrebbe aspettata una volta varcata la soglia.

 

Andre l'afferrò da dietro tirandola a se.

Oscar sentiva la sua schiena a contatto con il petto dell'uomo che iniziò a baciarle il collo mentre la spingeva dolcemente all'interno della stanza.

 

Oscar chiuse la porta e il ragazzo le intrappolò le mani portandogliele sopra la testa, la schiena di lei ora poggiata al muro.

 

"Oscar" ansimo Andre' dopo averla baciata per qualche minuto.

La ragazza, che nel frattempo aveva percorso con le mani la sua schiena giungendo alle natiche, si irrigidì.

 

Sentì una lacrima percorrerle il viso lentamente. 

Spostò immediatamente le mani portandosele al volto.

Si girò dando la schiena al ragazzo "Come hai fatto a capirlo?" chiese imbarazzata.

"I tuoi occhi Oscar, i tuoi splendidi occhi" si era avvicinato.

Oscar sentiva il suo alito caldo poco vicino all'orecchio "non potrei mai confonderli con quelli di un'altra"

Le sfilò delicatamente la parrucca"il rosso mi ricorda il fuoco, la passione, ma io ti preferisco bionda Oscar, biondo come il grano nei campi d'estate"

La fece voltare delicatamente tornando a baciarla lentamente per poi farsi nuovamente strada con la lingua.

 

Oscar assieme alla parrucca aveva perso anche il coraggio. 

Era più facile agire sotto le spoglie di Isabelle, donna esperta e smaliziata.

 

Non ricambiò il bacio e André si allontanò leggermente.

"Oscar, hai allestito questa pagliacciata per portarmi qui, ti conosco e questo che volevi! Non eri la preda ma la cacciatrice…ora non capisco più cosa vuoi. Cosa vuoi Oscar? Farmi impazzire? Perché se questo e il tuo intento credimi ci stai andando molto vicino".

Oscar non trovava il coraggio di guardarlo. 

 

Ricordava bene il profumo scadente di donna che aveva sentito la sera precedente e da come si muoveva lui sapeva esattamente quello che stava facendo.

"André ecco…io…io non so cosa stiamo facendo! Non sono come te io sono, ecco io sono…e che diavolo sono ancora vergine André! Non so come procurarti piacere come invece sanno fare le altre donne con cui sei stato!" 

Sentiva le lacrime carezzarle il viso. Si odio per quella manifestazione di debolezza ma anche per le immagini di André in compagnia di una di quelle sgualdrine che stava immaginando.

Il ragazzo capì  che Oscar aveva frainteso e iniziò  a ridere. 

Oscar sentendosi offesa e umiliata reagì nell'unico modo che conosceva. 

 

Tirò un pugno ben assestato all'amico.

Dopo qualche secondo di smarrimento André le disse"Ringrazia il cielo per aver indossato quell'abito. Non picchio una donna!" sorrise cercando di sdrammatizzare. 

Afferrò i polsi di Oscar prima  che potesse decidere di colpirlo nuovamente. 

"Non so per che tipo di ragazzo tu mi abbia preso Oscar ma per tua informazione sono vergine anch'io se questo può farti sentire meglio".

Oscar rilassò le braccia. 

Si liberò dalla presa e carezzo il viso dell'amico scusandosi per il pugno.

"Ma se non sei mai stato con una donna, come fai a sapere esattamente cosa fare?" era imbarazzata, aveva frainteso tutto e aveva rischiato di fare male al suo migliore amico.

André le sorrise carezzandole a sua volta il viso "Alain, lui mi ha spiegato cosa fare. Non l'ho mai messo in pratica prima ma a quanto pare funziona."

Oscar gli gettò le braccia al collo e lo guardò.

Il ragazzo concluse dicendo "Io seguirò i consigli di Alain, tu segui me" la baciò, quelle splendide labbra per quella notte sarebbero state sue.

Portò le mani di Oscar ai bottoni della camicia che la ragazza iniziò a sbottonare mentre lui le slacciava il vestito. 

 

Una volta tolta la camicia Oscar passò  ai pantaloni che presto raggiunsero il pavimento assieme al suo vestito.

Si fermarono un istante per ammirarsi a vicenda. 

I volti leggermente arrossati per l'imbarazzo. Imbarazzo che presto lasciò lo spazio ad un sorriso. 

 

Ripresero a baciarsi e raggiunsero il letto dove si lasciarono cadere avvinghiati.

Le loro mani spinte ad esplorare il corpo l'uno dell'altra. 

André catturò la mano di Oscar aiutandola a tracciare un percorso lungo il torace per poi scendere al punto più sensibile per lui.

Il tocco delicato di Oscar gli provocò un gemito di piacere. 

Oscar gemette a sua volta quando la mano libera di André le si poso su un seno sfiorandole delicatamente il capezzolo.

 

Oscar era sdraiata ed André le era sopra, si avvicino al suo orecchio sussurrandole "Amore devi aprire le gambe ora".

Oscar sgranò gli occhi guardandolo. 

Il ragazzo credette per un secondo di aver corso troppo quando lei gli disse "Come mi hai chiamata?"

André arrossi, non era riuscito a trattenere quella parola che si era ripromesso di non dire.

 

Probabilmente per Oscar quello era solo sesso. 

Probabilmente lo stava facendo con lui perché avevano sperimentato insieme tutto il resto.

 

Abbassò la testa ma Oscar lo spinse a sollevarla facendogli pressione con le dita sul mento.

"Amore mi piace" sussurrò.

Leggermente spaventata aprì le gambe e il ragazzo sorridendo riprese da dove aveva lasciato.

 

Con le labbra le bacio il ginocchio per poi proseguire lungo l'interno coscia raggiungendo infine la femminilità di Oscar.

La ragazza gemendo gli disse "Sono pronta amore!" 

Quelle parole aumentarono il desiderio del ragazzo che risalì con le labbra il ventre, il seno, il collo per poi giungere alle labbra.

 

Molto lentamente iniziò ad entrare in lei, sentiva la resistenza della ragazza. 

Non era del tutto rilassata.

Continuò a baciarla mentre con le mani le carezzava il seno.

 

Aveva paura di farle del male e lei tutto sommato stava soffrendo. Certo però era una dolce sofferenza.

Guidò Andre dentro di lei facendogli pressione sulle natiche aiutandolo così ad entrare.

Soffocò un gemito di dolore.

Il ragazzo la baciò e iniziò con delle spinte leggere.

Il dolore sparì dopo qualche minuto e le spinte iniziarono a farsi più veloci aumentando di intensità.

Oscar si aggrappò con le unghie alla schiena di Andre graffiandolo leggermente.

 

Raggiunsero il massimo piacere contemporaneamente.

 

André si abbandonò sul materasso prendendo Oscar tra le braccia.

La mano della ragazza cercò quella di lui e la strinse poggiandole entrambe al suo petto muscoloso.

 

Non si dissero niente, avrebbero parlato il giorno seguente.

Si addormentarono sereni stretti l'uno all'altra.

 

Quella piccola stanza era stata complice dell'amore di due ragazzi.

Due ragazzi molto diversi ma anche molto simili.

Due giovani innamorati appartenenti a due classi sociali diverse.

Due amanti pronti a sfidare le avversità che la vita avrebbe riservato loro.

E tutto per amore.   

Nota dell'autore: questa ff e' un po' diversa dal mio solito stile molto romantico...spero possa piacervi ugualmente :)
Come sempre sono graditi i vostri preziosi pareri positivi o negativi che siano!
A presto Baci Jane 

  
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