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Autore: Il Saggio Trentstiel    07/12/2011    17 recensioni
Adesso era sola: niente fidanzati, niente amici, niente di niente.
Perfino Cody non si faceva vivo da parecchio!
Si sentiva... Fredda, ecco.
Come Melissa.

Questa one-shot fa parte della serie "In due" ^_^
Il freddo la fa da padrone durante il rigido inverno canadese, ma sembra imperversare implacabile anche nella vita di Gwen.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In due'
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"Ho freddo."
 
Gwen rabbrividì istintivamente.
La storia di Periandro e Melissa era inquietante, oltre che terribilmente triste.
Soprattutto però le ricordava...
Lei stessa.
Lei, la sua storia, il suo tradimento.
Aveva lasciato Trent.
Aveva tradito Courtney.
Si era messa con Duncan.
Aveva lasciato anche lui.
Adesso era sola: niente fidanzati, niente amici, niente di niente.
Perfino Cody non si faceva vivo da parecchio!
Si sentiva... Fredda, ecco.
Come Melissa.
Non poteva negare a se stessa però che si sentiva così da molto, troppo tempo.
Da quando... Da quando aveva lasciato Trent.
In quel modo orribile, poi.
Gettò sul pavimento il saggio storico che avrebbe dovuto tradurre per il giorno dopo e, animata da insolita determinazione, si impadronì del telefono.
Compose rapidamente quel numero che ancora ricordava a memoria -perché non si era mai posta qualche domanda?- e rimase in febbrile attesa.
Uno squillo, due squilli, tre squilli, quat...
"Pronto?"
Quella voce...
Anche impastata dal sonno era meravigliosa.
"T-Trent? Sono Gwen..."
Udì chiaramente il suo interlocutore trattenere bruscamente il fiato.
Non potè impedirsi di sorridere brevemente, mentre l'altro finalmente riusciva a ritrovare la voce.
"E' uno scherzo? Sono le tre del mattino!"
Gwen lanciò una rapida occhiata alla sua radiosveglia: tre e due minuti, per l'esattezza.
Non si era resa conto dell'ora, la traduzione le aveva fatto perdere la cognizione del tempo.
"Scusami, è solo che..."
Si sedette cautamente sul bordo del letto: certe cose era meglio affrontarle stando seduti!
"Trent, non ti ho mai chiesto davvero scusa per come ti ho trattato, e... Voglio che tu sappia che mi manchi..."
Un sonoro sospiro, dritto nel suo orecchio destro.
"Acqua passata."
Come?
Dopo una confessione simile tutto quello che sapeva rispondere era "acqua passata"?
Gwen strinse più forte la cornetta nella mano: avvertiva una sensazione via via più spiacevole dentro di sé, come un'inarrestabile ondata di freddo.
"Ecco... Io..."
"Gwen." la interruppe con decisione Trent "Apprezzo le tue scuse, davvero, ma non mi sembra il caso di parlarne adesso.
Sono le tre del mattino, domani -anzi, tra poche ore!- devo andare a lavorare e..."
Trent esitò per un paio di secondi.
I due secondi più lunghi e dolorosi mai affrontati da Gwen.
Ansia, disagio, paura, freddo.
"... Non voglio disturbare Kristen..."
Orrore.
Gwen smise di muoversi, di respirare, di pensare.
Erano bastate quattro semplici parole a distruggerla.
Prima di rendersi conto di quel che stava facendo, troncò bruscamente la telefonata, ritrovandosi poi seduta a terra, la schiena contro il muro, scossa da incontrollabili brividi di freddo.
Non una lacrima abbandonò i suoi occhi.
Il tempo dei pianti era finito.
Non le rimaneva molto altro da fare.
Lentamente, rigida come un'automa si alzò.
I piedi la portarono verso l'ampia finestra della sua camera, oscurata da pesanti tende scure.
Le mani scostarono i tendaggi, si strinsero attorno alla fredda maniglia della finestra e la abbassarono.
Una folata di vento freddo avvolse Gwen e le scompigliò i capelli.
Gli occhi scuri della ragazza, ormai del tutto privi di quella luminosa scintilla che li aveva sempre animati, scesero ad osservare la strada sottostante.
Deserta, tristemente deserta.
Cosa si aspettava?
Che Trent, temendo che potesse compiere chissà quale insano gesto, abbandonasse la donna con cui -da chissà quanto tempo, poi...- condivideva il letto e corresse al suo cospetto?
Ridicolo, infantile, terribilmente stupido.
Una cosa simile sarebbe potuta accadere soltanto in un film.
E poi... Gwen non avrebbe mai avuto il coraggio di saltare.
Un singhiozzo appena soffocato sfuggì dalle labbra serrate della ragazza che arretrò appena e richiuse la finestra.
Inutile.
La stanza era ormai divenuta fredda.
Gwen riprese a tremare, in maniera incontrollata.
Uscì dalla stanza, calpestando senza ritegno i fogli della sua traduzione, e si precipitò in cucina.
Aprì il frigorifero, venendo accolta da altro freddo.
Afferrò una bottiglia -il cui vetro freddo le indolenzì la mano- ricolma di un liquido ambrato.
Ritornò in camera, posò la bottiglia di whiskey sul comodino e si spogliò.
Completamente.
Lo sguardo folle, i capelli scompigliati, il corpo magro e pallido che sembrava risplendere nell'oscurità della stanza, Gwen si impadronì della bottiglia e cominciò a bere.
Bevve come un prigioniero a cui fosse stata negata l'acqua per mesi, senza quasi respirare.
La gola e lo stomaco le bruciavano da impazzire, ma non se ne curò.
Il calore effimero donatole dall'alcool la disgustava: voleva, cercava, bramava il freddo.
La bottiglia cadde a terra con un tonfo soffocato, rovesciandosi e spandendo il suo contenuto sulla moquette.
Gwen barcollò e cadde in ginocchio, gli occhi finalmente pieni di lacrime.
Si sdraiò per terra, incurante del liquido freddo e dall'odore penetrante che le bagnava le braccia e il petto.
Prima di sprofondare nell'oblio, prima che Morfeo la reclamasse a sé, lanciò un'occhiata ai fogli spiegazzati che giacevano al suo fianco.
Quattro parole le saltarono agli occhi.
Quattro parole accompagnarono il suo sonno funestato dagli incubi.
Quattro parole ancora una volta dipinsero la sua triste, insulsa vita.
 
"Sono nuda, ho freddo."







Le due citazioni (ad inizio e fine racconto) sono tratte dal Libro Terzo delle "Storie" di Erodoto.
Le ripetizioni continue della parola "freddo" sono volute, per enfatizzare ed insistere su questo termine portante della storia.
Nella storia è anche presente una velata (e volontaria u.u) critica a quella che, a mio avviso, è la parte peggiore di "New moon" (saga di Twilight): Bella, abbandonata da Edward, compie di proposito azioni sconsiderate sperando che lui senta che è in pericolo e torni da lei.
Patetico, oltre che profondamente diseducativo.
Non voglio offendere nessuno ovviamente, sono solo considerazioni personali =)
   
 
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