-John noi non possiamo- disse la signora Lupin, rivolta al marito. –Come posso dirgli che non verrà mai accettato dagli altri bambini?- singhiozzò. Gli occhi pieni d’amore e di apprensione, mentre guardava, incantata, il figlio dipingere assieme al gatto di famiglia.
-Non lo so amore. Io non lo so- Jonh guardò la moglie con un’espressione di dolore.
La donna non riuscì a reprimere le lacrime e, presto, scoppiò in un pianto dirotto.
-Mary ascoltami- sussurrò il signor Lupin. –Remus è un bambino normale. Capito?-
Sua moglie tirò, rumorosamente, su col naso e si riconfortò –Ha solo un piccolo problema- aggiunse con voce acquosa.
Remus Lupin, aveva solo due anni e se ne stava tutto tranquillo a disegnare. Ma, quelle parole, li rimasero impresse a fuoco nell’anima per tutta la vita. Negli anni avvenire le avrebbe sentite così tante volte da convincersene: era solo un bambino normale.
Il piccolo non sapeva cosa gli era appena successo. Non sapeva che per un po’ di giorni sarebbe stato male. Non sapeva che avrebbe continuato a sentire il pianto di sua madre, quando era colto da un attacco di licantropia.
Non gli piaceva sentire sua mamma piangere.
Remus Lupin era solo un bambino normale, che odiava vedere la gente soffrire.
 
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Oggi sono un tantino depressa, stavo vagando un po' su Google immagine e ecco che spunta quella foto: secondo me è tenerissima, io non ho dovuto fare altro che aggiungerci la scritta. Appena ho visto il bimbo ho pensato a Remus e il mio cervellino ha partorito questa storia sdolcinata.
Spero che vi piaccia. Grazie per il vostro affeto e le vostre recensioni. pagina facebook
Francesca